| inviato il 18 Febbraio 2016 ore 9:15
Fra78 io mi sono organizzato semplicemente aprendo p.iva, ma come Mac89 l'ho fatta agevolata, in cui paghi un forfait del 33%. Però è una p.iva da freelance, non da artigiano, con quella dovresti comunque pagare un fisso (così mi ha detto il commercialista), quindi io non posso vendere cose, ma solo servizi. La mia idea infatti era in origine di creare una serie di video approfonditi su photoshop e poi venderli a cifre non esagerate (sarebbero stati comunque soldini portati a casa), ma per fare ciò in italia devi essere artigiano, quindi i video non li ho mai fatti e semplicemente la p.iva la uso per vendere servizi come i matrimoni e i workshop. Ruben.reggiani, come ti ha detto Hoste se fai pubblicità cade l'occasionalità.. purtroppo il termine occasionale in italiano ha preso un'accezione che non descrive bene il termine: Occasionale deriva dal latino occasus (participio passato del verbo occidere), che significa “che accade inaspettatamente”. Pertanto non significa "che si fa ogni tanto". E purtroppo farsi pubblicità è più facile di quanto si pensi: basta lasciare un biglietto da visita, aggiungere la scritta "photographer" nella firma delle foto. E' chiaro che se tu hai un tuo sito dove pubblichi le tue foto, ma da nessuna parte ci sono riferimenti al fatto che puoi offrire servizi (ovvero dovresti avere meramente un portfolio o poco più), e uno ti contatta per avere un tuo servizio, allora ricadi perfettamente nella prestazione occasionale. Ma se scrivi anche semplicemente "matrimoni" o "disponibile a........." allora ti stai pubblicizzando e quindi devi aprire p.iva. A suo tempo comunque avevo scritto un articolo sulla questione, se avete voglia di leggerlo: www.stefanotealdi.com/2013/la-prestazione-occasionale |
| inviato il 18 Febbraio 2016 ore 9:23
Ottimo, grazie. |
| inviato il 18 Febbraio 2016 ore 9:24
Allora per i mercatini hobbistici funziona così: l’hobbismo è regolamentato a livello nazionale ( Art.28 D. Lgs n. 114/98), che rimanda alle singole regioni il compito di regolarlo. Quindi un giro sul sito della regione dove pensate di vendere è il caso di farlo, perchè ci sono regioni che hanno un loro regolamento specifico e altre che non ce l’hanno. La maggior parte si basa sull’organizzazione di mercatini di tipo artigianale hobbistico che nascono per il "baratto", infatti non è quasi mai permesso esporre i prezzi. È importante ricordare che l’espositore di norma deve dichiarare sul modulo, fornito dal mercatino stesso, che gli oggetti sono rigorosamente di produzione propria e realizzati a mano e che quindi non si tratta di una produzione industriale, ma di numeri limitati. genere la partecipazione ai mercatini di hobbisti, da privato, non necessita dell’apertura di partita iva, né l’obbligo di emettere scontrino fiscale (se non effettui vendite superiori ai 250 € cadauna). Per quanto riguarda i mercatini dell'antiquariato, valgono le stesse regole: se si configurasse come abituale, i redditi conseguiti dovrebbero infatti essere considerati come redditi d’impresa, alla stregua di quanto previsto dall’articolo 55 del TUIR. E sarà quindi necessaria la partita Iva. |
| inviato il 18 Febbraio 2016 ore 9:38
In breve: - il lavoro autonomo occasionale (non si chiama più collaborazione occasionale, ma quella è) può essere una soluzione, coi limiti di reddito di cui sopra. E' una soluzione abbastanza economica, ti tratterranno il 20% dei compensi, li dichiarerai e - presumibilmente - andrai a pagare un piccolo conguaglio in sede di 730 (perchè mantieni la possibilità di fare il 730). - la partita iva, ovviamente, ti permette una libertà operativa maggiore: puoi aprirti un sito per promuovere la tua attività (perchè, si, il sito è un elemento che potrebbe pesare nel momento in cui qualcuno ti eccepisse l'effettiva "occasionalità" del lavoro); puoi fatturare cifre maggiori. I costi non sono altissimi in realtà, ma ci sono: - il commercialista, indispensabile, perchè con la P.I. devi presentare l'Unico (e comunque devi mantenere una contabilità, per quanto sempificata al massimo); - le tasse: dipende dal tipo di regime prescelto. Bisogna fare 2 conti e valutare tante cose, ma se dovessi scegliere il "nuovo forfettario", te la cavi con poco; - INPS, Camera di Commercio, ecc... sono un piccolo problema in realtà: da dipendente a tempo pieno non ti è richiesta l'iscrizione alle gestioni commercianti o artigiani, per cui non pagheresti cifre aggiuntive (i famosi 3-4.000€ di cui si parlava sopra). In alcuni casi, saresti obbligato all'Iscrizione alla Gestione Separata, invece, pur con aliquota ridotta. La scelta della gestione INPS dipende dal codice attività indicato al momento dell'apertura della P.I.: scegli un codice attività che comporti l'iscrizione a una delle prime 2 gestioni, ti iscrivi come ditta individuale in Camera di Commercio (diritto annuale 60€ scarsi, pratica di iscrizione non ricordo, ma non più di 30-40€) Direi che la soluzione del lavoro autonomo occasionale, finchè davvero prendi 50-100€ magari da committenti diversi e sporadicamente, e non ti doti di una "struttura" seria (sito, ufficio/studio), è quella ideale. La Partita Iva è meno onerosa di quello che può sembrare, ma ALMENO i 500€ annui devi metterli in conto, credo (ma dipende molto dalla parcella del commercialista...). |
| inviato il 18 Febbraio 2016 ore 9:39
Grazie @Stefanotealdi |
| inviato il 18 Febbraio 2016 ore 9:58
Argomento molto interessante e credo anche molto condiviso. Chiarito quindi che per non dover aprire partita iva non devono essere pubblicizzati servizi e listino, fare una mostra e magari vendere le foto, dichiarando il reddito aggiuntivo , può essere ancora ritenuto occasionale o si è già oltre? In fin dei conti non ci sarebbe domanda ma solo offerta. |
| inviato il 18 Febbraio 2016 ore 10:00
“ La Partita Iva è meno onerosa di quello che può sembrare, ma ALMENO i 500€ annui devi metterli in conto „ Esatto, poi c'è da contare che il 33% di tasse del regime agevolato comprendono 27+% di INAIL e INPS e solo un 5% di forfait. Questo 5% con il nuovo regolamento è agevolato solo per i primi (mi pare 3) anni o fino ai 30 anni compiuti. Dopo schizza a un 15% (vado a memoria) per cui bisogna fare bene i conti perché si arriva a quasi il 50% di tasse. |
| inviato il 18 Febbraio 2016 ore 10:08
“ poi c'è da contare che il 33% di tasse del regime agevolato comprendono 27+% di INAIL e INPS e solo un 5% di forfait. „ Aspè, che vuoi dire? In realtà, l'INPS - se si ha l'accortezza di sciriversi con un codice "artigiano" (e, per dire, un programmatore è artigiano, come pure un fotografo "strutturato") o "commerciante", non è dovuta dai dipendenti a tempo pieno. Onestamente, non ricordo se esista limite d'età per l'aliquota agevolata dei forfettari. Sicuramente esiste un limite di reddito da lavoro dipendente. Per cui, è da valutare bene. |
| inviato il 18 Febbraio 2016 ore 10:17
“ non è dovuta dai dipendenti a tempo pieno. „ Vero. Non essendo il mio caso ci ho messo in mezzo anche l'INPS ma quel 33% è comunque diviso così. Per quanto riguarda la scadenza del regime agevolato mi riferisco al vecchio regolamento (ho scritto nuovo per errore) in vigore fino a fine 2014 (quello che conosco io). Col nuovo ordinamento hanno abbassato il limite di fatturabile annuale ma dovrebbero avere tolto questo limite. So però che non è esclusa una modifica di forfait retroattiva (scherzetti del governo) per cui è meglio consultare un buon commercialista. |
| inviato il 18 Febbraio 2016 ore 10:55
certo che la parola occasionale ha anche del ridicolo... sembra quasi che andando in giro con la fotocamere appesa al collo si debba aspettare qualcuno che ti chieda di fare per lui delle foto... |
| inviato il 18 Febbraio 2016 ore 11:10
Eh... ma se ci rifletti un attimo è una posizione sensata... Il tutto nasce dalla definizione di "attività abituale, ancorchè non esclusiva", in opposizione al "lavoro autonomo occasionale" di cui sopra. Se tu ti attrezzi, ti fai pubblicità, magari hai un sito in cui "vendi" foto, come può essere un'attività occasionale? Che il numero delle prestazioni possa essere ridotto è nella natura dell'attività autonoma, specie all'inizio, ma non può essere l'unico criterio discriminante. |
| inviato il 18 Febbraio 2016 ore 11:20
oltre alla prestazione occasionale con ritenuta d'acconto esiste la possibilità di essere pagati con i voucher dell'INPS, basta fare richiesta all'INPS e nel giro di un mesetto circa ti arriva una carta poste-pay visa su cui ti accreditano direttamente il compenso (al netto di un 25%, cioè se ti pagano 100 sulla carta te ne verranno accreditati 75) ed è collegata direttamente con il tuo codice fiscale. Oltre a ciò, se non mi sbaglio, i compensi ricevuti tramite voucher NON finiscono nella tua dichiarazione dei redditi (ma su questo ti direi cmq di verificare meglio). |
| inviato il 18 Febbraio 2016 ore 11:23
praticamente bisogna andare col passaparola... un po' come faceva mio padre ai tempi quando dopo lavoro andava a riparare tapparelle, persiane, ecc su chiamata... |
| inviato il 18 Febbraio 2016 ore 11:52
Capiamoci, stiamo parlando di "regole", in un ambito in cui la regola non c'è. Possono essere considerati - nella remota ipotesi di un controllo - elementi probatori di una situazione diversa da quella dichiarata. Non esiste automatismo. Esistono "regole di buona condotta", per essere al sicuro in caso di contestazioni. Immagina il ragazzetto che va fare foto nei locali, magari gratis o quasi. Che magari ha un profilo facebook da Ph., che sul suo profilo ha 150 gallerie di foto di feste nel locale con la sua firma, e che magari non ha mai dichiarato nulla (perchè magari non ha mai incassato nulla, o quasi). Come fai a dire che è OCCASIONALE? La realtà è che c'è gente che fa determinati lavori, e si struttura, con tutte le conseguenze del caso. Altri che lo fanno in maniera saltuaria e che vorrebbero mettersi in regola, come nel tuo caso, e si scontrano con la realtà che i Professionisti ben conoscono, fatta di burocrazia, costi, impicci. Ce ne sono tanti, e oscillano tra un po' di nero e qualche soluzione provvisoria, per vedere come va. Altri ancora che se ne fregano, e fanno quello che gli pare. A volte consci del rischio, altre senza nessuna idea di quello cui potrebbero andare incontro... Ma non è che un commercialista può dirti dove posizionarti. Il commercialista ti fornisce tutti gli elementi, poi valuta tu... |
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