| inviato il 12 Novembre 2015 ore 11:01
...ognuno di noi ha una necessità intrinseca di documentare ciò che vede o ciò che fa, a modo proprio e con il mezzo che ritiene più opportuno o di comodo. Proprio poco fa ho fotografato un distinto signore che scattava con una veriwide 100... |
| inviato il 12 Novembre 2015 ore 11:17
Ricordo che il tema del post é centrato sul ruolo del fotografo (soprattutto in fotonaturalistica, dove le difficolta' e le attrezzature possono far sottovalutare il ruolo e le capacita' espressive di chi scatta le foto). Consideriamo i contenuti del link. Vorrei anche parlare del comportamento dei fotografi influenzati dalla mentalità consumista che genera tanti scatti uguali nei siti come questo dedicati alla fotografia. |
| inviato il 12 Novembre 2015 ore 11:38
Discorso complicato Claudio....secondo me quanto hai appena affermato andrebbe analizzato in due parti: intanto c'e un enorme desiderio di affermazione da parte della gente, fenomeno costruito ed alimentato dai reality e c'e' anche bisogno che qualcuno ti giudichi, ormai sembra che la vita non abbia senso se non si produce qualcosa che poi qualcuno giudichera. Questo da un punto di vista sociologico soddisfa due aspetti, il desiderio di affermazione come gia detto e la presenza in qualche modo di una o piu figure paterne che ti accompagnano e ti fanno sentire meno solo (i giudici).La fotografia non sfugge a questo ovviamente, tutto si massifica. La seconda parte e che naturalmente un qualsiasi interesse, se vero, porta a sacrifici ed impegno mentre noi siamo in un' era assolutamente pressappochista e allora ecco che si va a scattare dove tutto e piu facile e non prevede ad esempio il fatto di tornare con la scheda vuota come accade spesso quando si va in un bosco ad esempio. Io personalmente concordo con quanto detto da Umberto Eco recentemente a proposito dei selfies... |
| inviato il 12 Novembre 2015 ore 11:47
Considerando l'articolo nel suo complesso direi che Stefano ci ha preso in pieno, purtroppo il meccanismo autoreferenziale di rete e media è una macchina inarrestabile e tentare di parlare di qualunque argomento che metta in discussione la valenza assoluta del gusto popolare è diventato impresa epica, lo si è visto anche su queste pagine dove ogni tentativo di parlare seriamente di fotografia è risultato vano con conseguente fuga della maggioranza di utenti più preparati e l'imperversare dei tuttologi da forum... Va così, sinceramente non ci sono più ne tempo ne voglia ne soprattutto pazienza per cercare di cambiare qualcosa, un bravo a chi come Stefano ci prova ancora Ciao. |
| inviato il 12 Novembre 2015 ore 12:58
Gia...oggi resistono pochi tenaci ottimisti, che con ostinazione ammirevole tentano di non far sprofondare l'umanita' nell'abisso dell'individualismo e del consumismo sfrenato. Ma e' molto difficile vincere questa guerra |
| inviato il 12 Novembre 2015 ore 20:45
Claudio è un tema abbastanza scottante e articolato, ma parte da una verità assoluta: la fotografia naturalistica è omologata. Si utilizzano gli stessi corredi, si cerca la stessa luce, si desidera il soggetto a pieno fotogramma, si persegue la ricerca del dettaglio sopra ogni cosa, ormai si fanno anche gli stessi passaggi in post-produzione! Omologazione batte creatività 10 a 0! Qualche tempo fa, mi sono imbattuto in una discussione in cui un utente (molto conosciuto e apprezzato), asseriva che nella fotografia naturalistica è impossibile ottenere scatti artistici. Aveva ragione... se seguiamo questi standard, non li otterremo mai. Aggiungo che questa tipologia di scatti, non offre nemmeno la funzione cui devono adempiere, ossia, documentare . E' bello vedere un passeriforme con il piumaggio leggibile e il dettaglio da far cascare la mascella, ma parliamo di un semplice esercizio estetico,,,nulla di più. E' solo il mio pensiero. Io ho sentito la necessità di cambiare e ci sto provando, anche se molto lentamente e con risultati altalenanti |
| inviato il 12 Novembre 2015 ore 20:55
si è stancato del fotoritocco...?? aridaje |
| inviato il 12 Novembre 2015 ore 21:29
Ho visto ora la tua discussione, Xaw,,,hai rischiato grosso Faccio una precisazione: a me piace fare Post-produzione, ma deve essere limitata a contrasto, saturazione e a ridurre l'eccessivo rumore digitale dovuto ad alti ISO,,,a patto di mantenere lo scatto il più naturale e fedele possibile al Raw, senza creare artefatti (es: posterizzazione) e senza cadere nell'ormai facile omologazione, appunto Se uno scatto richiede troppa PP, significa che probabilmente non è uno scatto buono ...secondo me |
| inviato il 12 Novembre 2015 ore 22:11
Si ho rischiato ma discutere e confrontarsi fa bene, stimola anche la volontá di conoscere. Comunque io mi riferivo all'articolo di geniusloci. In merito alla tua risposta, ovvio mi trovi d'accordo (anche se in alcune delle mie foto spesso ho gravato....i cursori ). Credo inoltre che stare troppo appresso alla pp spesso allontani dal fine ultimo della foto: raccontare, documentare. |
| inviato il 12 Novembre 2015 ore 22:19
“ Si utilizzano gli stessi corredi, si cerca la stessa luce, si desidera il soggetto a pieno fotogramma, si persegue la ricerca del dettaglio sopra ogni cosa, ormai si fanno anche gli stessi passaggi in post-produzione! Omologazione batte creatività 10 a 0! „ ....un po' come fare matrimoni! |
| inviato il 12 Novembre 2015 ore 22:24
Credo che Stefano nel suo articolo vada ben oltre al problema post, non che Xaw abbia torto, anzi, ma bisogna stare attenti a non confondere cause ed effetti, e comunque è solo una parte dei problemi. Per me il fulcro è questo passaggio. “ È necessario "imparare" di nuovo a fotografare; e non mi riferisco a tecnica e materiale fotografico, ma al ruolo stesso della fotografia. Alla sua essenza. „ Non potrebbe avere più ragione, il problema è che ormai si è persino perso memoria di quale sia questa essenza. Ricordo ancora una volta la Sontag "il pittore costruisce, il fotografo rivela", è tutto li, molto semplicemente complicato |
| inviato il 12 Novembre 2015 ore 22:53
“ È necessario "imparare" di nuovo a fotografare; e non mi riferisco a tecnica e materiale fotografico, ma al ruolo stesso della fotografia. Alla sua essenza. „ ....potrei sbagliarmi, ma a me sembra un invito a fare tutti quanti le stesse foto! Cioè, per "imparare" a fotografare bisogna andare a scuola, quindi ci vogliono maestri che insegnino come fotografare, che dettino i canoni classici ed estetici per una buona via fotografica, per una fotografia d'élite. Ci sono già le scuole e i bravi fotografi, il vero problema è come emergere proponendo una propria visione dell'immagine! Il fatto che tutti pubblichino le proprie foto è una grande conquista di libertà e di espressione. Nella fotografia naturalistica vi è più una ricerca di catalogazione delle specie anziché una tendenza documentativa collegata alla etologia dei viventi. Sono entrambe attività importanti, che fanno bene alla Natura, manca ancora lo sviluppo di una tendenza documentativa vera e propria. Fotografare in condizioni controllate o indotte ha una valenza anatomica della specie che apporta poco o niente alla conoscenza ecologica. A questo punto la vera questione aperta non è imparare a padroneggiare la tecnica fotografica, ma a conoscere meglio ciò che si vuole fotografare. |
| inviato il 12 Novembre 2015 ore 23:01
“ Alla sua essenza „ L'essenza della fotografia per me è una sola, la rivelazione. Poi ci possono essere buonissime foto che raccontano. Poi ci possono essere buonissime foto che documentano. Ma l'essenza, la porta per l'arte, è rivelare tramite l'oggettività del mezzo. |
| inviato il 12 Novembre 2015 ore 23:16
Caterina Bruzzone@, se mi posso permettere di chiedere. Cosa riveli con i tuoi bei paesaggi? Qual'è l'essenza delle tue foto? |
| inviato il 12 Novembre 2015 ore 23:26
Ehila'! Sembra proprio che finalmente abbiamo preso quota.... Trovo che questa rivelazione della fotografia riguardi la bellezza del mondo materiale ma anche la bellezza dei sentimenti e degli atteggiamenti, siano umani o non umani i soggetti ripresi. Fabio Usvardi: per questo evito accuratamente i capanni delle oasi e fotografo nel terreno libero, cercando di fotografare gli uccelli con le ali aperte. Sento molto la necessità di riprendere movenze e movimenti mai fotografati prima. Ho apprezzato recentemente le ultime foto di Marco Valentini, con magnifici insetti in volo. |
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