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Dieci minuti con Berengo Gardin







avatarsenior
inviato il 06 Agosto 2015 ore 8:03

Grazie per la condivisione Caterina : )

Dieci minuti molto piacevoli che obbligano alla riflessione sul proprio modo di interpretare la fotografia.

Alla ricerca della "buona fotografia"
Andrew

avatarsenior
inviato il 06 Agosto 2015 ore 8:46

@Jeronim, mi trovo totalmente d'accordo con il tuo pensiero.

Chiedo scusa a Caterina per questa intromissione, mi sembrava un arricchimento alla discussione e un dare ancora maggior valore all'artista da lei citato.
Tutti questi uomini ci hanno lasciato e ci stanno lasciando un bagaglio di cultura e di italianità senza pari.

P.s. mi permetto di postarne il link, qualora qualcuno volesse ammirarne i suoi splendidi scatti, e leggere alcuni dei suoi pensieri.
www.ugomulas.org/index.cgi?action=home&lang=ita

avatarsenior
inviato il 06 Agosto 2015 ore 9:02

Molto interessante, grazie Caterina!
È sempre piacevole e molto stimolante sentire GBG.
Ricordo un dvd che presi in biblioteca qualche anno fa con sue interviste e riflessioni.
Personaggio molto coinvolgente ed interessanti riflessioni.

avatarsenior
inviato il 06 Agosto 2015 ore 9:25

Con tutto il rispetto per GBG, lui ha scelto di fare il documentarista, per lui la Fotografia è quello. Ciò non toglie che nella Fotografia ci siano "n" possibili interpretazioni, professionali e non, artistiche e non, per cui l'errore sta proprio nel voler ridurre la Fotografia ad un solo genere.
Per essere più espliciti: un fotografo professionista è quello che campa attraverso la fotografia e in genere non avrà velleità artistiche, farà le foto che soddisfano le esigenze dei suoi Clienti. Quindi l'arte col professionismo non c'entra nulla, sono due parametri indipendenti tra loro.
Un fotoamatore potrebbe viceversa essere un artista vero e proprio ! Anzi, non dovendo trarre il proprio sostentamento dalla Fotografia è libero di esprimere la sua vena artistica (e qui il punto è se tale vena esiste davvero, è riconoscibile, o è pura velleità).

Che la Fotografia debba essere solo in B&N è poi un ritrito cavallo di battaglia di GBG. Il B&W è una preferenza espressiva, ma il mondo lo vedi a colori.
Sono d'accordo con GBG che in una foto un vestito rosso distrae dal vero soggetto, che sono i visi delle persone, tant'è che a mio modesto parere le Street Ph dovrebbero essere rese quasi sempre in B&W, ma da questo a dire che la fotografia è solo B&W non sono d'accordo.


avatarsenior
inviato il 06 Agosto 2015 ore 10:48

Della questione se n'é gia parlato.

Su pensieri fotografici alcune considerazioni di Giuseppe Pagano sempre riferite al medesimo tema e dove troverete anche il link dell'articolo di Smargiassi citato da Jeronim.

Se riuscite a leggere tutte le considerazioni di Giuseppe Pagano e arrivate anche al fondo dell'articolo di Smargiassi vi consiglio un volo anche tra i commenti.

Grazie a Caterina Bruzzone per la stimolante discussione.

Un saluto.

avatarsenior
inviato il 06 Agosto 2015 ore 11:24

@Gr8wings
Ciò non toglie che nella Fotografia ci siano "n" possibili interpretazioni, professionali e non, artistiche e non, per cui l'errore sta proprio nel voler ridurre la Fotografia ad un solo genere.


assolutamente d'accordo.

Quindi l'arte col professionismo non c'entra nulla, sono due parametri indipendenti tra loro.


Scusa, ma detta cosi è una generalizzazione che non sta in piedi: esistono moltissimi fotografi-artisti e artisti-fotografi che campano benissimo della loro fotografia e della loro arte. Crewdson, Gursky, Wall solo per citarne qualcuno tra i più noti.

Dire oggi che la fotografia "alta" è solo in B&N è, quantomeno, anacronistico, anche per la street (andate a guardarvi Saul Leiter) . Del resto mi pare che lo stesso GBG non lo dica in questi termini. Ricordo una bellissima "lezione" di Scianna in cui il famoso fotografo parlava del B&N come una scelta praticamente obbligata per i fotografi della sua generazione. Questo ha portato i fotografi a scoprire e scrivere il linguaggio del B&N. Il linguaggio del colore è, in parte, ancora da scoprire ed è difficile pensare che a farlo possano essere fotografi di generazioni marchiate col DNA del B&N.

avatarsupporter
inviato il 06 Agosto 2015 ore 14:56

Chiedo scusa a Caterina per questa intromissione

Scusa di che, intromissione graditissima, quello di Mulas è per me un mistero, è una figura sicuramente centrale nella fotografia italiana eppure se chiedete alla gente di farvi il nome di alcuni grandi fotografi italiani il suo difficilmente uscirà..forse è stato poco social;-)MrGreen A me piace moltissimo anche se non gli perdonerò mai un lavoro "Ossi di seppia" bellissimo sia chiaro, ma mi ci sono imbattuta mentre facevo ricerche per portare avanti un progetto simile... disastro!!! in fotografia su cose del genere arrivare per secondi significa arrivare ultimiTriste
Avevo letto gli articoli di Giuseppe, molto interessante come sempre, e di Smargiassi, di cui come spesso mi capita condivido più i concetti che i metodi, al riguardo il titolo soft che ho dato a questo post non è casuale, avessi rilanciato il titolo originale dell'intervista avremmo probabilmente avuto una partecipazione maggiore ma anche molto meno costruttiva ;-)

avatarsenior
inviato il 06 Agosto 2015 ore 15:19

@Leoconte

Caro Leo, concordo con l'utilità di parlare, con sincerità, della nostra fotografia. Non a caso tempo addietro avevo proposto questo:

www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=583305

Lì si parlava di singola fotografia ma sarebbe anche più interessante un post dove ciascuno descrivesse il suo modo di intendere e praticare la fotografia. In questa direzione andava interpretato anche un altro mio thread:

www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=1258450

Per il resto, quando scrivi:

Pur tenendo conto, che ogni immagine ha un suo senso e valore umano, proporrei questa piccola riflessione:
la flora e la fauna di questo pianeta si manifesta in miliardi di specie e mutazioni, spesso l'uomo non ne comprende il senso e ci chiediamo cosa possa servire quella pianta o quell'insetto, mentre la razionalità ci dice che nulla è senza senso, ma è un parte del tutto.
Così, ogni immagine è un tassello di un infinitesima parte della nostra realtà, ma che è essenza del tutto.


Credo, ancora una volta, che tu ti sia fermato, in buona fede ma con ingenuità, proprio quando il gioco diventa più interessante.
Per stare al tuo esempio, se durante una notte insonne allietata dal "simpatico" ronzio delle zanzare ciascuno di noi si augurasse l'estinzione immediata della specie, potremmo giustificare la nostra rabbia per il fastidio procurato. Poi il ragionamento ci farebbe tornare a più miti consigli: le zanzare sono il nutrimento per molti animali!
Se però restassimo inermi, incantati e ci facessimo punzecchiare da "ciò che è essenza del tutto" senza abbassare la zanzariera, saremmo solo stupidi. E, per tornare a noi, traduci quello "stupidi" in "acritici".
Possiamo accettare tutto, discutere su tutto, ma non servirebbe a nulla se a tutto attribuissimo valore e interesse solo perchè dietro c'è l'uomo. Il tuo discorso potrebbe trovare terreno fertile tra i sociologi o gli psicologi, non tra chi si occupa di critica d'arte e/o fotografia. Perchè lo scopo della critica (e di ogni discussione) è quello di ricercare quei valori che ci consentano di andare oltre la soggettività e l'oggettività acritiche.
Si rischia l'accademia? E' un rischio inevitabile, bisogna stare guardinghi, ma altre strade non esistono se qui, o in altri luoghi, vogliamo discutere di fotografia o, peggio, di valori artistici.
Per intenderci penso che molte immagini che vediamo tutti i giorni non abbiano proprio alcun senso se giudicate con gli occhi della critica (non, quindi, da quelli dei sociologi) e ben venga Berengo Gardin a dircelo.

P.S. @tutti
scusate l'OT, spero di non avervi annoiato.

user46920
avatar
inviato il 06 Agosto 2015 ore 16:19

Gli spunti di reflessione potrebbero essere tanti in più, oltre a quelli che già esprime direttamente Gardin ... ma resta comunque importantissimo e/o fondamentale definire i significati dei termini "Fotografia" e "Arte", quando li usiamo o quando commentiamo l'altrui pensiero (ad esempio:
un fotografo professionista è quello che campa attraverso la fotografia e in genere non avrà velleità artistiche, farà le foto che soddisfano le esigenze dei suoi Clienti.
dipende quale significato è dato alle parole "velleità artistiche" ... perché "fare le cosa a regola d'arte", potrebbe anche aver a che fare molto con l'arte e quindi un matrimonialista che facesse le cose a regola d'arte ...).
Altrimenti va a finire sempre che si commenta in base al proprio significato-idea-presupposto, contravvenendo a quello che è il significato comune o corretto dei termini e quindi senza mai aggiungere qualcosa di direttamente condivisibile, ma solo un'altro pensiero personale scollegato al discorso di fondo e che spesso è o risulta incomprensibile.

Se Gardin dice di non essere un Artista, avrà ben le sue ragioni !!! e se dice che la foto del riflesso è un colpo di culo, anche !!! ... perché pensare il contrario ??? Confuso
Quella foto è stata battuta per milioni e venduta come opera d'arte, peccato per lui che l'aveva venduta per due spicci come una normale fotografia !!! ... ma capisco che a lui possa piacere molto di più di quella dei due amanti in auto.


PS: questo è, secondo quello che vedo (ovvero, la mia impressione più obbiettiva possibile).

avatarsenior
inviato il 06 Agosto 2015 ore 16:53

Innanzitutto, grazie Caterina per la segnalazione, difficile non condividere tutto o quasi del messaggio di GBG,è certo che oggi indicare nuove strade nella fotografia è assai arduo (escludendo le Art con photoshop) un pò come nella musica Pop-Rock cè sempre qualcosa di relativamente fresco e piacevole, ma è una contaminazione di vari generi già sentiti ma diversamente filtrati. Ognuno di noi cerca qualcosa nella fotografia, che poi ci ripaga con emozioni, anche le cosidette foto belle, forse inutili ma non per l'autore. Certo la foto utile è più difficile e impegnativa da fare, ma non si è tutti dei giornalisti.
Per tutto il resto concordo pienamente con Leoconte, che ringrazio per l'ottima riflessione data.
Luigi

avatarsenior
inviato il 06 Agosto 2015 ore 17:28

Sull'argomento fotografia come documento vs espressione artistica mi è molto piaciuto un articolo di Alain Briot, per chi mastica l'inglese lo potete trovare QUI.

user20639
avatar
inviato il 07 Agosto 2015 ore 9:28

Franco,
caro amico e tutti, non sono sorpreso del tuo modo di considerare l'arte, la critica e l'uomo, infatti si tratta del senso comune di oggi, ma l'arte contemporanea si pone a obbiettivo: il buon senso, come atteggiamento verso l'uomo del futuro.
Possiamo accettare tutto, discutere su tutto, ma non servirebbe a nulla se a tutto attribuissimo valore e interesse solo perchè dietro c'è l'uomo.

Nell'ultima Biennale di Venezia, alcuni artisti, anche della fotografia si pongono il dubbio: se sia valsa la pena scendere dall'albero, per poi arrivare al punto in cui siamo adesso ( aspetto di andare a questo evento con voi) . A mio parere, l'arte contemporanea è autocoscienza dell'uomo, di conseguenza la sua critica ed esaltazione, ma solo in parte nel virtuosismo dell'opera, l'attenzione è sopratutto sul significato dell'opera, la si trova l'arte. Avere il coraggio di entrare nelle cose, ma accettare anche quelle che disturbano, in campo artistico, non è altro che un avanzamento interiore, per comprenderne il senso. I fiori più belli nascono nei letamai.
Ho capito, che per te l'arte ha solo senso quando si esprime nei suoi significati più sublimi, ma vero è, che senza tutta la stratificazione e l'incrostazione del brutto che è un contrappeso, la bellezza avrebbe poco significato.
Ecco, il tuo ragionamento sulla voglia di estinguere la zanzara, diventa un modo facile per risolvere un problema, ma che non tiene conto dei danni che questo potrebbe sorgere alle prossime generazioni di uomini. Quando la generazione precedente e la nostra ha quasi estinto gli animali e gli organismi che si nutrivano di zanzare, l'equilibrio si è rotto. Ora, quanti altri equilibri sta rompendo la nostra generazione?
Nel campo dell'arte, invece, è una missione viscerale: rompere gli equilibri, scardinare le ipocrisie, far cadere le colonne delle certezze, per un semplice motivo, quello della atavica sete di verità.
Non si sa, quale sia il mostro che uscirà fuori da quest'arte, o dai nuovi mezzi di comunicazione come il Web, ma sono sicuro di una cosa, che i mezzi e gli stereotipi della critica odierna non hanno lo stesso grado di consapevolezza dell'artista di oggi, sia chiaro, ambedue sono uomini limitati, ma il divario culturale sta aumentando. La critica risponde sempre più al mercato, mentre l'artista è più rivolto alla ricerca dell'autocoscienza umana.
(A riprova, avrei potuto portare delle citazioni, ma credo sia giusto che ognuno le cerchi da solo, se trova dell'interesse).

Franco, oggi il gioco è proprio duro! La ricerca dell'arte, oggi, non è più ricerca estetica o delle forme plastiche più armoniose, o di allegoriche decorazioni, ma si tratta di una profonda analisi dell'uomo, sempre l'arte ha contribuito a questo, però, mai come adesso è importante il suo contributo, per tutte le emergenze che il pianeta sta per affrontare. Se tu vuoi separare la storia dell'arte dalla storia dell'uomo, sarebbe un grave errore. Come si potrebbe separare la storia dell'arte e la poesia di Dante dalle miserie e magnificenze umane? Come potremmo fare un distinguo dalla fotografia e l'uomo?Eeeek!!!
Quando incontriamo nella storia un genio innovatore, si è un uomo che darà molto, ma la storia si fa con tutto il gregge.
A presto
PS...scusate se la noia potrebbe prevalere....ma le analisi, anche se brevi, spesso addormentano. Poi di sicuro, al nostro Franco non si possono proporre stimoli, inerti.




avatarsenior
inviato il 07 Agosto 2015 ore 10:31

Grazie, Caterina. Sorriso

avatarsenior
inviato il 07 Agosto 2015 ore 10:39

Caro Leo, ti rispondo brevemente perchè siamo abbondantemente OT. So che non ami le citazioni ma porta pazienza: non potrei trovare parole migliori per esprimere il mio pensiero.
Scrive C.G.Argan:

Il compito della critica contemporanea è dunque, sostanzialmente, di dimostrare che ciò che viene fatto come arte è veramente arte e che, essendo arte, si salda organicamente ad altre attività, non artistiche e perfino non estetiche, inserendosi così nel sistema generale della cultura.............. Se la critica è un ponte tra la sfera separata dell'arte e la sfera sociale, quel ponte si costruisce muovendo dalla sfera artistica verso la sociale (e non inversamente) , sicché la critica può considerarsi come un prolungamento o un tentacolo col quale l'arte tenta di agganciarsi alla società.......

Per tornare con i piedi per terra, quando tu vedi una foto orribile sul forum e ti fermi e dici "cerchiamo di capire cosa c'è dietro, indaghiamo l'uomo...." abbracci, forse, una visione sociologica ma, parlando di critica, fai esattamente il percorso inverso di cui parla Argan.
Io parto dal fiore, tu dal letamaio.



user20639
avatar
inviato il 07 Agosto 2015 ore 10:52

Certo,
C.G.Argan: è lo storico dell'arte, della mia giovinezza, che più mi ha trasmesso e lo ammiro ancora.
Parole sante queste di Argan...in grande misura profetiche e ancora attuali, però qualche contraddizione la si poteva notare già allora...
Se vuoi partire dal fiore senza la terra, fai pure, vedremo cosa ne esce! Questo è uno dei significati dell'essenza delle cose...No?MrGreenSorriso

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