| inviato il 01 Giugno 2015 ore 10:54
L'ennesimo figuro che con non poca arroganza si mette a giudicare. Ti piace fare foto, guardare foto, parlare di foto...fotoamatore e se ti diverti perchè no? Possibile che in questa società (e in Italia specialmente) ci sia la convinzione che solo due o tre sappian fare le cose? |
| inviato il 01 Giugno 2015 ore 10:54
L'ennesimo figuro che con non poca arroganza si mette a giudicare. Ti piace fare foto, guardare foto, parlare di foto...fotoamatore e se ti diverti perchè no? Possibile che in questa società (e in Italia specialmente) ci sia la convinzione che solo due o tre sappian fare le cose? |
| inviato il 01 Giugno 2015 ore 10:54
L'ennesimo figuro che con non poca arroganza si mette a giudicare. Ti piace fare foto, guardare foto, parlare di foto...fotoamatore e se ti diverti perchè no? Possibile che in questa società (e in Italia specialmente) ci sia la convinzione che solo due o tre sappian fare le cose? |
| inviato il 01 Giugno 2015 ore 12:16
Lettura interessante....fa riflettere molto! |
| inviato il 01 Giugno 2015 ore 12:32
“ il motto rassicurante del professionista "l'occhio ce l'hai o non ce l'hai", "il talento innato", "la predisposizione naturale" sono tutte favolette che servono a scacciare quel terrore che la fotografia digitale ha insinuato nel cuore dei fotografi. Ora che chiunque può scattare con facilità e con altrettanta facilità può arrivare ad ottimi risultati il fotografo vive quella paura che, agli albori della fotografia vissero i pittori ed il mondo delle arti figurative. Sbagliate se credete che l'osservare sia un talento innato. Sbagliate se credete che l'umanità non possa imparare ad osservare. Sbagliate. Sbagliate se credete che il vostro talento sia in pericolo, perché quando tutti gli uomini impareranno ad osservare il vostro talento sarà l'ultimo dei vostri problemi. Quando gli uomini impareranno ad osservare cambierà il nostro futuro. Auguratevi che questo accada il prima possibile. ? „ Non avrei saputo esprimere meglio il concetto, condivido pienamente. Io essendo un operaio e non avendo la "cultura" necessaria per descrivere con provocazioni scritte bene e apparentemente neutrali ma cariche di astio, come fa chi ne ha gli strumenti, dico solo che alcuni (le caste?) hanno paura che la conoscenza condivisa ed assimilata possa renderli degli "uomini normali". |
user15476 | inviato il 01 Giugno 2015 ore 13:10
Penso sia utile integrare con quanto detto dal Sig. Benedusi riguardo le attività creative, svolte da non professionisti.. Ieri sera ho scritto qui una cosa che è stata poi molto condivisa e commentata. Proprio attraverso i commenti, sia nel mio post che, soprattutto, nelle condivisioni, ho capito che c'è una cosa, FONDAMENTALE, che, evidentemente, non è abbastanza chiara: cerco, per quanto mi è possibile, di porre rimedio. Mi par di capire che, per molti, le attività creative/artistiche (anche se sono due cose diverse in questo caso si possono assimilare...) vengono viste come attività che si fanno così, come ognuno vuole, in totale anarchia. "Io voglio scrivere poesie! Scrivo poesie così, come mi va! Io voglio dipingere! Dipingo così, come mi va! Io voglio fare musica! Suono così, come mi va! E anche, ovviamente, io voglio fotografare: fotografo così, come mi va!" Assolutissimamente no! Praticare qualsiasi attività creativa/artistica vuol dire possedere e applicare delle regole estremamente precise e codificate. Comporre musica, scrivere poesie, dipingere, scrivere un romanzo, fare l'attore, fare una regia e...fotografare hanno regole né più né meno di una centrale termonucleare o di una operazione a cuore aperto. Ovviamente le regole si possono infrangere, ma prima bisogna conoscerle. Facendo le cose senza regole non vengono bene o male, belle o brutte, ma a × di cane: che è la cosa peggiore. |
| inviato il 01 Giugno 2015 ore 13:29
“ La questione delle regole, a ritmo, ci assilla... MrGreen Nel plur., regole, sinon. fam. di mestruazioni (per riferimento alla loro periodicità): avere le r., le proprie regole. „ dicesi segh ment.... ooopsss... lugubrazioni mentali “ Facendo le cose senza regole non vengono bene o male, belle o brutte, ma a ? di cane: che è la cosa peggiore. „ quoto poiché rende benissimo il concetto. la X presumo stia per ca...... ognuno nel suo stile codifica e segue le proprie regole, specialmente per le arti creative, non è che fa quello che vuole, anzi, lo fa secondo il proprio stile personale, regola, ecc. ecc. |
| inviato il 01 Giugno 2015 ore 13:46
Io sinceramente non ci leggo tutte ste cose di cui parlate. Io, per farla breve, ci leggo che è fotografo colui che ha già scattato la foto prima ancora di aver fatto "click". L'arte scaturisce dalla "volontà" non dal caso. Una bella foto non fa di me un artista s'è frutto di una botta di cu.o. L'artista immagina -> crea. La capacità innata abbrevia il percorso. il Genio è Genio. il resto è tanta fatica. |
| inviato il 01 Giugno 2015 ore 13:57
Ah, dimenticavo: Senza tecnica non si va da nessuna parte se non a botte di cu.o. Secondo me. P.S. non si fotografa per essere artisti per forza, ma questa è stata la mia interpretazione e ci può stare. io non mi ritengo un artista ne un fotografo. Ci provo. in silenzio ascolto, leggo e...provo. |
| inviato il 01 Giugno 2015 ore 14:04
non siamo ad un corso di estetica... cmq "volontà" è "impeto" ma usciamo fuori tema. |
| inviato il 01 Giugno 2015 ore 14:14
Se è provocazione si. quindi volontà e non più "puro caso". Ma sono discussioni filosofiche che non servono davvero a nulla. Se dovessimo affidarci al caso diventerebbe una pura questione di probabilità statistica. scatto 10.000.000 di foto, una buona la becco. |
| inviato il 01 Giugno 2015 ore 14:40
C'è sempre qualcuno pronto a fare prediche......a discriminare.......a puntualizzare.......ad arrogarsi il diritto di giudicare gli altri. Se non si è capito l'articolo NON mi è piaciuto per niente. |
| inviato il 01 Giugno 2015 ore 15:09
Ho letto l'articolo. Tutto giusto. Bisogna però tenere presente che applicare delle regole rigide ad un arte, può limitare la creativitá. Quindi articoli di questo tipo, seppur giusti razionalmente parlando, non sono condivisibili. |
| inviato il 01 Giugno 2015 ore 15:36
Ho letto l'articolo e, secondo la mia modestissima opinione, l'autore dovrebbe solamente abbassare la cresta. |
| inviato il 01 Giugno 2015 ore 17:45
“ il motto rassicurante del professionista "l'occhio ce l'hai o non ce l'hai", "il talento innato", "la predisposizione naturale" sono tutte favolette che servono a scacciare quel terrore che la fotografia digitale ha insinuato nel cuore dei fotografi. Ora che chiunque può scattare con facilità e con altrettanta facilità può arrivare ad ottimi risultati il fotografo vive quella paura che, agli albori della fotografia vissero i pittori ed il mondo delle arti figurative. Sbagliate se credete che l'osservare sia un talento innato. Sbagliate se credete che l'umanità non possa imparare ad osservare. Sbagliate. Sbagliate se credete che il vostro talento sia in pericolo, perché quando tutti gli uomini impareranno ad osservare il vostro talento sarà l'ultimo dei vostri problemi. Quando gli uomini impareranno ad osservare cambierà il nostro futuro. Auguratevi che questo accada il prima possibile. „ Grazie per quanto scritto Lattamatta, che condivido appieno. |
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