| inviato il 23 Aprile 2015 ore 8:16
In realtà io sono molto severo con i miei scatti, troppo severo. E questo accade perché io sono l'unico a conoscere tutto il workflow che ho affrontato per "limare" o "correggere" gli errori della mia foto. E quando vedo l'opera finale (che oggettivamente può essere un risultato gradevole) non riesco a non vedere tutti gli errori nascosti dalla mia elaborazione, errori che ovviamente vedo solo io |
| inviato il 23 Aprile 2015 ore 8:27
“ No bè,io per lo meno intendevo foto proprie..nel senso,scatti una foto,lasci passare qualche tempo,poi la riprendo e la vedrai con occhi diversi,più obbiettivi... „ ....a distanza di un certo tempo la scatto di quel momento particolare non lo rivedrai più come l'hai vissuto. Comunque quello che sta emergendo in questa discussione sono le diverse visioni della fotografia, una prettamente tecnicistica e razionale ed un'altra un po' più romantica ed intuitiva! Io preferisco la seconda. |
| inviato il 23 Aprile 2015 ore 8:30
Bio981...l'importante è che tu non sia severo con le donne che scatti |
| inviato il 23 Aprile 2015 ore 8:35
Hai ragione domenik..ma credo che,come il detto,"la virtù sta nel mezzo" C'è bisogno di entrambe le visioni per fare la perfezione nella fotografia:essere guidati dall'istinto con la padronanza della tecnica. Forse è questo il fine ultimo che bisogna raggiungere x essere un bravo fotografo.. |
user53566 | inviato il 23 Aprile 2015 ore 8:37
A me capita (raramente purtroppo) di notare subito appena scattata, che quella è una buona foto, come quando vedi per esempio una bella donna, il colpo di fulmine difficilmente sbaglia. per le foto mediocri si può affinare con il tempo la percezione ma non saranno mai al top |
| inviato il 23 Aprile 2015 ore 10:42
@Michelangelo “ basta guardarle a distanza di un po di tempo; la prima impressione ti dice se sei stato bravo o meno e se la post produzione era quella giusta. „ E' interessante quello che dici, ma tutto dipende da che cosa intendi per "un po' di tempo". Se riguardo vecchie foto scattate in analogico e da me stampate in bianco e nero diversi anni or sono, riesco a giudicarle abbastanza freddamente e a dire quali valevano e valgono tutt'ora e quali no. Se riguardo, invece, le foto digitali, mi accorgo immediatamente che nella post produzione ho fatto, nel tempo, una certa strada: apprezzando, quindi, alcuni scatti in sé, noto molte carenze nella post produzione e mi piacerebbe riprenderle in mano alla luce di quello che ho imparato nel tempo. Ma non so che senso avrebbe rifare la post produzione di cose vecchie... |
| inviato il 23 Aprile 2015 ore 12:14
E' dura esserlo, arriva prima o poi la selezione impietosa tra gli scatti che abbiamo effettuato e non è per nulla facile! generalmente cerco di farlo a distanza di mesi quando i sentimenti riguardo le foto sono meno "freschi" specialmente se fatte durante un viaggio, il sentimento od il ricordo a volte mi rendono meno obbiettivo su alcuni scatti, sentimenti e ricordi che terze persone che guardano una foto non hanno ovviamente... Sull'obbiettività delle terze persone citate invece è meglio avere un riscontro da un perfetto sconosciuto, ad esempio riscontro più interesse su questo forum o da gente che non conosco rispetto a persone che mi conoscono bene che, spesso, non sanno nemmeno che faccio foto o le trattano con sufficenza.... questo non so da cosa è dovuto ma mi fa inacchiare a volte |
| inviato il 23 Aprile 2015 ore 13:39
Pensa, io ho il problema opposto, come scritto da alcuni qui sopra: io quando guardo la maggior parte dei miei scatti vedo i difetti e una volta risolti continuano a non convincermi. Magari alcuni pensano che sia uno dei miei migliori scatti ma quando confronto, per esempio, un mio paesaggio con quello di un altro, seppur simile nelle foto degli altri, spesso, trovo maggior nitidezza e un "nonsoché" che mi attira l'occhio mentre sulla mia quel "nonsoché" non ce lo trovo. Mah! Essere obiettivi sui propri scatti è proprio difficile! |
user34611 | inviato il 23 Aprile 2015 ore 13:46
Provo a dire la mia... perchè il tema di questo post mi fa sentire chiamato in causa. Personalmente seguo un percorso a sensi alternati con diritto di precedenza e scappellamento a destra, e mi spiego: al termine quasi di tutte le mie sessioni fotografiche di rilievo, sono straconvinto (dalle anteprime viste sull'lcd della macchina) che qualcosa di buono l'ho tirato fuori. Guardando i raw a monitor, mi pervade un senso di frustrazione e biasimo verso me stesso per il ripetere sempre gli stessi errori. Passa qualche tempo (ore, giorni, minuti... quello dipende dal mio stato d'animo), e decido di provare a migliorare quella ciofeca di foto che ricordo di aver scattato, con qualche intervento di postproduzione (per quel poco che so fare) Man mano che ci lavoro... il pessimismo si ridimensiona, non scompare del tutto, ma almeno lascia un po' il posto ad un leggero ottimismo, perchè forse fose, alla fine dei conti, qualcosa di carino l'ho tirato fuori. Insomma... in ogni sessione fotografica degna di nota, tra adrenalina che scorre a fiumi, pressione che si alza e si abbassa, inca@@ature varie... ci perdo qualche anno di vita che difficilmente recupero con la soddisfazione di qualche scatto riuscito. |
| inviato il 23 Aprile 2015 ore 15:00
Bè...sei scapricciatello mica per niente no?!;-) A quanto pare pero sono quegli enigmi senza soluzione..bisogna sperare che l'esperienza porti ad una maggiore consapevolezza ed obbiettività... |
| inviato il 23 Aprile 2015 ore 15:04
Ognuno avrà un suo percorso personale e svilupperà un'obbiettività diversa, mi sa che se metti a confronto due o più fotografi affermati ognuno ti dirà una cosa diversa |
| inviato il 23 Aprile 2015 ore 15:07
Già...hai ragione |
| inviato il 23 Aprile 2015 ore 15:31
Uno dei miei desideri più grandi sarebbe guardare le mie foto come guarderei quelle di uno sconosciuto, le mie proprio non riesco a giudicarle. |
| inviato il 23 Aprile 2015 ore 15:34
La vita porta quotidianamente al confronto, è quasi naturale credo, per stare in una società come quella attuale volendo o non volendo, anche inconsciamente, si tenta sempre di rappresentare se stessi agli altri il meglio possibile. Personalmente sono stato sempre critico prima sul mio operato eppoi su quello degli altri, ma capita anche che ti trovi a giustificare errori, specie laddove per competenze ed esperienza dimostrata gli altri si aspetterebbero il massimo o dove si vorrebbe, per desiderio personale ed orgoglio, dimostrare ed evidenziare le proprie capacità, credo sia abbastanza umano e non andrei in paranoia per questo. Siccome parliamo di fotografia mi aggrego ad Andesigno, rivederle dopo un pò ti fa assumere un atteggiamento critico alle foto, ma considera che non conta solo la tecnica ma anche quel che la foto riesce a trasmettere.... ora se lo fai per lavoro penso sia legittimo pretendere il meglio, del resto ne andrebbe della propria professione ma se ciò si riduce a chiacchiere da bar e tra amici non starei più di tanto a pensarci, già il fatto di scrivere questo post significa che in fondo ti rendi conto degli errori; in entrambi i casi rappresenta un nuovo punto di partenza per migliorare e a lungo andare conta quel che si è fatto realmente e i miglioramenti ottenuti. |
| inviato il 23 Aprile 2015 ore 18:14
Io sottoscrivo Michelangelo. Vale ancora prima che la PP.... diciamo anche solo all'editing. non so se vi è mai capitato di fare editing subito dopo la sessione di scatto, e di rifarlo il giorno dopo, e magari anche qualche giorno dopo (senza andare avanti in mesi o anni). Le scelte cambiano. Cambiavano già al tempo, quando tra migliaia di provini a contatto qualche "big" tirava fuori LA foto che magari al tempo aveva scartato. Come mai? Secondo me perchè a distanza di tempo divento più oggettivo, non sento più il profumo nell'aria, non ricordo la musica che sentivo o il mio stato d'animo quando scattavo. Divento, insomma, più simile a chi la dovrà guardare quella foto. E la scelgo (o scarto) di conseguenza.... |
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