| inviato il 19 Marzo 2015 ore 21:14
Gabriele hai centrato la questione. E il tuo ragionamento fila. Allora rigiro la frittata: un'immagine omogenea in colore (grigio) e illuminazione, esposta secondo i parametri calcolati dalla fotocamera non dovrebbe avere un valore di luminosità di circa 128? E se non ce l'ha che vuol dire? Ringrazio tutti per gli interventi e per l'avermi seguito nei miei vaneggi :) |
| inviato il 20 Marzo 2015 ore 1:45
I sensori delle fotocamere registrano la luce in modo sostanzialmente lineare. In teoria questo comporterebbe che un soggetto omogeneo per luminosità e di colore neutro abbia dei valori di luminosità coerenti con la taratura dell'esposimetro. Se l'esposimetro è tarato sul grigio 18%, i pixel di un immagine codificata in RGB di questo ipotetico soggetto neutro dovrebbero avere valori di circa 18% x 255 = 46 su tutti i canali rosso, verde e blu (ponendo 255 il valore della massima luminosità registrabile su un canale, come ordinariamente viene fatto). In realtà le cose sono molto più complicate. Prima di arrivare all'immagine finale, diversi passaggi di elaborazione "distorcono" la registrazione del sensore. Innanzitutto, il convertitore raw può applicare delle trasformazioni (curve) al file prodotto dalla fotocamera. Inoltre, e ancora più importante, il file di output può essere prodotto con diversi spazi colore (srgb, Adobe rgb, pro photo rgb, solo per citare i più conosciuti), che codificano le stesse tonalità con numeri diversi tra loro: lo stesso "grigio" avrà delle terne RGB diverse a seconda dello spazio colore in cui viene codificato. Pro photo rgb, che è lo spazio colore con il gamut più ampio tra quelli che ho citato, ovvero quello che può codificare più colori e con tonalità più intense, a parità di luminosità del grigio registrerà delle terne di valore inferiore rispetto ad Adobe rgb, che a sua volta registrerà terne inferiori rispetto a srgb, lo spazio colore con gamut più ridotto. Non ho citato ulteriori complicazioni: la gestione della temperatura colore da parte del convertitore raw, il "gamma" dei diversi spazi colore, ecc. In sintesi: nelle condizioni che hai indicato i valori di luminosità non hanno alcuna ragione per tendere a 128, e quasi sicuramente si discosteranno anche dal valore teorico di 46 che ho citato prima. |
| inviato il 20 Marzo 2015 ore 11:30
Seguo la discussione con interesse e faccio notare due ulteriori fattori da considerare: 1-l'esposimetro della fotocamera restituisce coppie tempo-diaframma che variano di mezzo o di un terzo di stop, quindi un po' di approssimazione ci sarà sempre, forse si potrebbe diminuire scattando in auto iso che ha un passo in proporzione minore; 2-la vignettatura della lente darà all'immagine una luminosità media più bassa di quella centrale, bisognerebbe misurarla al centro pure nell'immagine ottenuta. |
| inviato il 20 Marzo 2015 ore 13:09
Non pensavo che lo spazio colore influenzasse la luminosità del grigio 18%, credevo che fosse "in mezzo" a prescindere dal gamut e che cambiassero solo "ampiezza" e "passo", non so se mi sono spiegato con chiarezza. Per risolvere il problema della vignettatura basta esporre in spot al centro dell'immagine. Al di là della tolleranza che nella pratica un esposimetro può avere, mi chiedevo se a livello teorico il mio metodo avesse un senso. L'intervento di Baronerosso sembrerebbe essere la risposta. |
| inviato il 20 Marzo 2015 ore 13:51
Si forse non mi sono spiegato bene: esponendo in spot al centro avrai esposto correttamente il centro, ma poi dovrai valutare la luminosità dell'immagine di nuovo solo al centro, e non il suo istogramma che si riferisce a tutta l'immagine, comprese le aree sottoesposte per vignettatura. Concordo su tutto resto ;-) |
| inviato il 20 Marzo 2015 ore 14:00
Si Stex, in questo caso hai ragione, non avevo capito bene io. |
| inviato il 20 Marzo 2015 ore 14:55
Baronerosso “ In sintesi: nelle condizioni che hai indicato i valori di luminosità non hanno alcuna ragione per tendere a 128, e quasi sicuramente si discosteranno anche dal valore teorico di 46 che ho citato prima. „ Che intendi quando dici "non hanno alcuna ragione di tendere a 128"? Forse la domanda di Matteo poteva interpretarsi così: "atteso che il grigio medio è definito come quello che ha riflettenza del 18%, in termini di terne RGB a che valore corrisponde (o dovrebbe corrispondere a meno di un'approssimazione ragionevole) nella foto digitale e perché"? Hai proposto 46 come 18% lineare di 255. Ma la rappresentazione dei valori RGB è ancora lineare? Che lo sia quella del sensore mi sembra noto, ma sul RGB mi piacerebbe saperlo. |
| inviato il 20 Marzo 2015 ore 17:57
“ Ma la rappresentazione dei valori RGB è ancora lineare? „ In effetti il dubbio mi è venuto, non credo sia lineare. Ho provato a cercare rapidamente, ma non ho ancora trovato una risposta precisa. In ogni caso, i valori di grigio sono differenti tra i vari spazi colore RGB: ho provato a convertire il grigio neutro Lab di photoshop, con L=50, nei tre spazi citati; ho ottenuto le terne r=g=b=100 in prophoto, r=g=b=118 in Adobe RGB, r=g=b=119 in srgb. Credo che le differenze siano legate al gamma dei diversi spazi (vado a memoria, 1,8 per prophoto, 2,2 per Adobe rgb e srgb). |
| inviato il 20 Marzo 2015 ore 21:16
Grazie. Chissà se c'è letteratura per capire un po' meglio... |
| inviato il 20 Marzo 2015 ore 23:50
Mi sembra ci sia molta confusione su questo tema, anche perché mi sembra di interesse puramente speculativo. Tra l'altro, parlando del "grigio medio al 18%", non si capisce bene di cosa sia la media... si veda questa interessante discussione sul forum di analogica. |
| inviato il 21 Marzo 2015 ore 12:19
....di cosa sia la media è ormai chiarito: è il colore medio annuale del cielo diurno, nella meteorologicamente disgraziata città di Rochester (NY), sede della Eastman Kodak Company . Ma potete più semplicemente pensarlo come uno standard convenzionale, concordato a livello internazionale. Ciò che conta è che usino tutti lo stesso grigio, entro soglie prestabilite. |
| inviato il 21 Marzo 2015 ore 14:03
Ma al di là di come sia definito il grigio 18%, la zona esposta viene utilizzata come media per definire le luminosità del resto dell'immagine. Che poi sta media sia o no un grigio 18 non ha importanza, le altre zone dell'immagine avranno comunque quella zona come riferimento. Tale zona è la 5 per Adams su un sistema che va da 0 a 10. Nel digitale posso definire una gamma di luminosità che va da 0 a 255, quella che per Adams era la 5 zona, ovvero quella esposta, a rigor di logica dovrebbe, in digitale, corrispondere a 128 dato che, a parte negli estremi, un sensore ha risposta lineare alla quantità di luce incidente. |
| inviato il 21 Marzo 2015 ore 14:22
Ovviamente in questo confronto le zone di Adams sono più ampie rispetto ai livelli digitali. Possiamo dire che in una zona contenga circa 23 livelli (256:11) quindi anche questo dà approssimazione. Tra una zona e l'altra c'è una differenza di uno stop, dunque potrei dire che 23 livelli corrispondono ad uno stop. Andando a vedere di quanto la zona esposta dalla mia fotocamera si discosta da 128 posso stabilire di quanti stop o frazione di stop il mio esposimetro "sbagli". |
| inviato il 21 Marzo 2015 ore 14:25
Ho usato il condizionale perché non sono mica sicuro che quello che ho detto abbia un senso :) |
Che cosa ne pensi di questo argomento?Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 251000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista. |

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |