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Il bianco e nero: perché?







avatarsenior
inviato il 18 Febbraio 2015 ore 16:46

Il bn nella mia accezione é sinonimo di astrazione, in senso temporale.
Quelli che vorrei proporre con uno scatto bn é un qualcosa che potrebbe essere esistito, esistere tuttora o forse esisterà in futuro.
E' una sorta di decontestualizzazione
Dell'immagine pur riconoscendo che contestualizzare una fotografia é un processo fondamentale nella sua analisi
Tutto questo con il colore mi risulta difficile
Spero di essermi spiegato
Un saluto
Mauro

avatarsupporter
inviato il 18 Febbraio 2015 ore 17:23

Tolto il colore da un'immagine resta l'essenziale, linee, luci, ombre e il contenuto..per questo il bn non funziona come ancora di salvataggio per le immagini sbagliate.
Il bn è fondamentale quando si vuole focalizzare l'attenzione su determinati aspetti, la scorsa estate ero tra le crete della Provenza, Roussillon e Colorado Provenzale, luoghi dai colori fantastici ma che vengono sempre raccontati tramite quelli, allora ho provato a pensare in bn concentrandomi su luci, ombre e forme, ne sono usciti una decina di scatti, non hanno l'impatto delle cartoline colorate ma mostrano una realtà più nascosta e mia.

avatarsenior
inviato il 18 Febbraio 2015 ore 17:25

L'occhio vede a colori. Solo in alcuni momenti la visione cromatica viene sostituita da quella in bianco nero.
E sono momenti particolari, notte, stanza buia in cui entra un raggio di luce, il buio e' nero la luce e' bianca.
Sono momenti emozionali, legati al buio che e' negazione di tutto, e alla luce che ci rende vivi, o forse legati a luci e ombre che vedevamo dall'interno dell'utero. Sono situazioni emozionanti, a volte spaventose, quelle in cui vediamo solo il colore del buio e quello della luce. Il mistero, la paura, la speranza nella luce che li squarcia.
Sono momenti intensi, anche poetici, misteriosi e profondi come le stelle che si stagliano su un cielo nero.
Sono momenti essenziali, come probabilmente essenziale e' la foto B/N.
Nel colore ci sono tante informazioni, nel bianco e nero solo l'essenziale. Il colore ci mostra la realta', il b/n ci fa immaginare la nostra realta'. Il colore ci puo' avvolgere, il b/n ci lancia un messaggio.
Tempo fa' un fotografo all'interno di una mostra mi disse: "Una bella foto a colori e' una bella foto, una bella foto in bianco e nero e' una...buona foto.


avatarsenior
inviato il 18 Febbraio 2015 ore 17:51

Il colore è parte della composizione di un'immagine, quindi se non correttamente proporzionato è un elemento di disturbo e a volte lo trovo un "di più".
Viceversa il bianco e nero, oltre ad avere un'innegabile eleganza, in qualche modo scarnifica l'immagine, la rende essenziale, conduce la concentrazione sul soggetto.
Un ritratto a colori per me non potrà mai competere con ritratto a bianco e nero ma anche a livello paesaggistico o di reportage il bianco e nero raggiunge la mente dello spettatore in modo unico e immediato, un esempio il lavoro di Salgado.
Invece un esempio di equilibrio di colore tale da compenetrarsi perfettamente con l'immagine è la foto postata da Rizioc (Sabbia d'Oro). Per me è straordinaria per l'equilibrio tra forme, contrasti e colori, è un raro esempio dove per me il colore è talmente ben dosato da essere l'immagine, quanto un bianco nero.
Non se sono riuscito a spiegarmi Confuso
un saluto
Federico


avatarsenior
inviato il 18 Febbraio 2015 ore 18:02

Chiedo agli esperti: quando si parla di foto in bianco e nero per esaltare il contenuto/messaggio ed eliminare dunque gli aspetti fuorvianti legati al colore.....mi chiedo...l'osservatore o il giudicante una foto a colori non dovrebbe cmq..sebbene in una fase successiva..essere in grado di valutare anche il messaggio o no? certo non sarebbe cosi immediato...ecco perchè forse nella fotografia di guerra o reportage si preferiscono altre soluzioni.
Grazie

avatarjunior
inviato il 18 Febbraio 2015 ore 18:06

Mauro, ti sei spiegato benissimo. E le tue fotografie, a cui ho dato una scorsa veloce ma su cui mi soffermerò meglio, lo spiegano altrettanto bene. Un esempio del processo di decontestualizzazione che citi mi sembra il fatto che la maggior parte delle fotografie odierne di Auschwitz siano in bn.
Avevo scritto alcune riflessioni sul bn e il colore nell'arte (le incisioni che rappresentavano in passato l'unica possibilità di diffusione e conoscenza su larga scala dei grandi quadri) e nella musica (le trascrizioni per pianoforte di opere liriche e sinfoniche), ma ho apppoggiato maldestramente un braccio sulla tastiera e cancellato tutto. Forse il caso mi ha voluto suggerire di evitare prolissità, quindi mi astengo dal riscriverle..

avatarsenior
inviato il 18 Febbraio 2015 ore 18:07

..............per fare il BN bisogna pensare in BN e non convertire il colore in BN.
solo così si avrà la magia del BN.


Bella; bella, veramente ! ! ! ! ;-)

avatarjunior
inviato il 18 Febbraio 2015 ore 18:24

Certo, pensare in bn era molto più facile con l'analogico: si montava un rullino Ilford e si DOVEVA pensare in bn. Forse basterebbe questo, oggi, a giustificare la scelta di riprendere tra le mani una macchina analogica. Magari in medio formato, un bel 6x6, così oltre che in bn si è costretti a pensare "in quadrato", il che non fa male, credo.

avatarsenior
inviato il 18 Febbraio 2015 ore 18:39

Sul fatto che il BN va pensato preventivamente, mi ricordo di quando (anni "70) sulle riviste di fotografia si suggeriva di acquistare due corpi macchina in modo da uscire con entrambe le pellicole (colore e BN) per affrontare ogni evenienza. In genere chi ci provava (sottoscritto compreso) rimaneva per lungo tempo deluso dai risultati che otteneva. Questo proprio perché era estremamente difficile cambiare continuamente modo di previsualizzare i soggetti che incontravamo. Era molto più facile partire da casa con un'unica impostazione in mente (e regolarmente un corpo maccina rimaneva nell'armadio). Ci voleva molto, moooolto tempo per riuscire a fare proprio quel consiglio!

avatarsupporter
inviato il 18 Febbraio 2015 ore 18:58

Vero che la foto in bn va pensata come dicevo anche prima ..ma anche il colore va previsualizzato per come l'immagine sarà alla fine della post..e sia pur in parte minore (nel senso che c'era minor possibilità d'intervento) valeva anche con la pellicola, contrasti e colori di una Velvia andavano previsualizzati altrimenti si ci ritrovava con scatti da buttare..;-)

avatarsenior
inviato il 18 Febbraio 2015 ore 19:06

Due flash rapidissimi senza discorso a contorno, ma sono di frettissima sorry:

- Spesso purtroppo il BN è come la panna, aggiusta un piatto (o una foto) insapore.

- E' vero che un ritratto in BN può non competere con uno a colori (cit @Meghisti). A meno che uno dei due fotografi non si chiami Steve McCurry.

avatarsenior
inviato il 18 Febbraio 2015 ore 19:15

Metto insieme le precisazioni di Falena e di Caterina, così concludo anche il mio precedente intervento: pensare a quale filtro utilizzare (giallo, rosso, verde?) per schiarire o scurire il fogliame di un albero o drammatizzare il cielo in un BN, non è la stessa cosa che pensare alle differenze che potevano esserci tra una Velvia e una Kodak rispetto ad un determinato soggetto o all'utilizzo del polarizzatore ecc.
Previsualizzare a colori e previsualizzare in BN non sono la stessa cosa, e non è così facile passare velocemente dall'una all'altra, per questo si rimaneva delusi le prime (e anche le seconde, le terze ...) volte che si usciva con due corpi macchina e relative pellicole

avatarsupporter
inviato il 18 Febbraio 2015 ore 19:53

Daniele nelle diapositive in controluce o semi controluce per non bruciare le luci le ombre ad esempio si chiudevano moltissimo e tu dovevi previsualizzare l'effetto grafico esattamente come fai con il bn, il colore di una velvia cambiava moltissimo con una leggera (ma davvero leggera) sotto o sovraesposizione oggi con il digitale la distanza si è ancora ridotta, per arrivare a lavori di post complessi che assemblano più scatti in cui le capacità di previsualizzare devono essere ancora superiori.

Comunque quello che è importante è capire che colore o bn poco importa, lo scatto va comunque sempre pensato e previsualizzato.

E' vero che un ritratto in BN può non competere con uno a colori (cit @Meghisti). A meno che uno dei due fotografi non si chiami Steve McCurry.

Come sempre in fotografia non ci sono verità assolute, prima ho scritto che il bn aiuta a a far risaltare linee e forme, vero, ma Fontana in "Asfalti" ci è riuscito benissimo a colori..insomma tutto dipende sempre da quello che si vuol fare e come lo si sa fare.

avatarjunior
inviato il 18 Febbraio 2015 ore 20:24

" pensare in bn era molto più facile con l'analogico"
non più facile semmai più vincolante....
Condivido, non mi ero spiegato in modo completo: intendevo la "facilità" come mancanza di distrazioni legata proprio al vincolo della pellicola. Non ti chiedevi quali sfumature di cielo potevi perdere con una sovraesposizione, ma se con un filtro rosso quel cielo e quei prati avrebbero avuto una connotazione più drammatica. Eri costretto a previsualizzare le immagini in bianco e nero, punto e basta. Questo vincolo rendeva le scelte più lineari. Un po' come, per altri versi, uscire con una sola ottica fissa lasciando le altre a casa. Oggi mi sembra un po' più complicato scegliere proprio per il ventaglio più ampio di possibilità. Allo stesso modo con una panf o una hp5 in macchina pensavi e vedevi in modo diverso. Io confesso che quando - dopo qualche anno di inattività - ho ripreso con il digitale mi sono trovato abbastanza in crisi per questo motivo. Faticavo a previsualizzare.

user46920
avatar
inviato il 18 Febbraio 2015 ore 20:27

oggi con il digitale la distanza si è ancora ridotta

secondo me, oggi è molto più facile fare fotografia come vuoi, proprio perché si ha la disponibilità di controllare tutto il processo (scatto, sviluppo e stampa).
.... e con grande controllo si ottengono grandi risultati: oggi il bianco e nero lo faccio "come voglio" ... allora (senza una camera osura), c'era sempre di mezzo qualcun'altro !!!

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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