| inviato il 08 Marzo 2012 ore 13:11
“ quante vostre foto vi soddisfano veramente ? „ che mi soddisfano veramente nemmeno una.... , però mi fa piacere notare i miglioramenti, più o meno costanti, rispetto ai primi scatti. |
| inviato il 08 Marzo 2012 ore 13:14
“ Sergio, definire un'immagine "autentica" come tu dici è mooolto difficile; è autentica per te, per chi la vede per la prima volta, per chi l'ha già vista e nota cose nuove e belle, dipende dallo stato d'animo, ci sono tante variabili. „ certo che è tutta una faccenda soggettiva l'autenticità. Forse potrei anche trovare una foto molto ritoccata fatta da altri autentica se non so come era la scena fotografata ma quando la foto l'ho fatta io so più o meno come era la scena fotografata. |
| inviato il 08 Marzo 2012 ore 13:26
Il giorno che sarò davvero contento di una mia foto smetterò di fotografare. Odio sentirmi arrivato, odio la sensazione di lasciarmi alle spalle qualcosa, anche la vità, l'età, gli anni che passano. Dirmi "Francesco, a questo giro hai fatto un capolavoro" m'ammazzerebbe. Ma è un atteggiamento generale, mi capita anche nel lavoro alla conclusione di un grosso progetto, sento quel senso di vuoto, di assenza di prospettiva... Alla fine pratico ancora il judo perché non passa una lezione che sia una, uno stage che sia uno in cui non possa dire di aver imparato qualcosa, di aver superato il mio limite precedente... e quel potermelo dire, quella costante insoddisfazione è esattamente la molla che mi sprona per andare avanti... Quindi la mia risposta è: nessuna. |
| inviato il 08 Marzo 2012 ore 13:55
Sinceramente non ho raggiunto un livello da poter dire "Non avrei potuto far di meglio!" perciò nessuna foto ancora mi ha soddisfatto del tutto. |
| inviato il 08 Marzo 2012 ore 14:58
Forse, e dico forse, l'1% |
| inviato il 08 Marzo 2012 ore 16:38
Diceva Ansel Adams "Twelve significant photographs in any one year is a good crop" |
user2716 | inviato il 08 Marzo 2012 ore 17:26
"Il giorno che sarò davvero contento di una mia foto smetterò di fotografare. Odio sentirmi arrivato" Ma no Franz, perchè? Il giorno in cui realizzerai una foto che ti appaghi in pieno, non devi vederlo come una fine di interesse o un punto di arrivo, ma bensì un punto di partenza, una sfida nel realizzarne una seconda, una terza... e così facendo alzerai il livello della tua ricerca, progredendo nella tua abilità fotografica. Ad esempio se ami scrivere e vuoi raccontare qualcosa, non devi sentirti arrivato se hai scritto benissimo e ti piace da matti la prima pagina. E per questo smetti di scrivere. No? |
| inviato il 08 Marzo 2012 ore 22:23
Resta quasi sempre una insoddisfazione di fondo per la consapevolezza d'aver commesso qualche piccolo errore o non aver trovato le condizioni sperate ed è fondamentale la voglia di migliorarsi sempre ma amare davvero la fotografia per me significa riuscire ad apprezzare pienamente anche immagini imperfette per quello che comunicano e/o ricordano ed esserne felici |
| inviato il 08 Marzo 2012 ore 23:24
Mi piacerebbe tornare con una foto decente per ogni uscita fotografica... ma non e' così. Foto che mi soddisfano ne ho fatta forse una, parecchie di decenti... Ciao |
| inviato il 08 Marzo 2012 ore 23:47
Nell'ultimo anno ho fatto diverse foto che mi hanno soddisfatto ma se fra un anno non avrò migliorato il mio livello non potrò essere soddisfatto come lo sono adesso........ |
| inviato il 09 Marzo 2012 ore 10:04
rieccomi! dunque...per me bisogna distinguere i due livelli: soddisfazione chiamiamola "tecnico-fotografica" e soddisfazione quella proprio di stomaco, cuore e testa. nel primo caso, di foto che mi soddisfano dal punto di vista puramente "accademico" secondo me non ne ho fatta ancora nessuna...e forse è giusto che anche progredendo un pelo di insoddisfazione rimanga sempre. per come la vedo io la bontà "tecnica" di una qualsiasi cosa (nel nostro caso di una foto) non dobbiamo e non possiamo essere noi a giudicarla, in quanto comunque difficilmente riusciremo mai ad essere perfettamente imparziali e obiettivi. è in sostanza il famoso discorso dei film polizieschi americani: "hey John, non puoi indagare tu sulla morte di Mary, sei troppo coinvolto emotivamente!" inoltre l'insoddisfazione è il motore del progresso e del miglioramento! essere sempre un pò "delusi" fornisce quella indispensabile spinta a insistere e dare sempre il meglio. nel secondo caso invece, proprio perchè coinvolto emotivamente, non nascondo che di foto che mi soddisfano ne ho fatte un bel pò! ogni volta che riguardandomele riesco a rivivere il momento, addirittura viaggiando con la mente a sentire gli stessi profumi, a ricordare le sensazioni dello scatto...ecco quelle foto mi soddisfano in pieno, ed è una cosa "mia" e di nessun altro. |
| inviato il 09 Marzo 2012 ore 10:15
ottima l ultima frase |
user2716 | inviato il 09 Marzo 2012 ore 15:12
Dexter, alle 2 categorie da te citate, ne va aggiunta una terza. E' quella formata dalla somma delle altre due, e sono quelle le foto "perfette", il proprio "capolavoro", o comunque il meglio della produzione personale di ciascuno. Comunque anche se il concetto del progresso/miglioramento è certamente giusto, ma come motore anzichè l'insoddisfazione, preferisco il non appagamento. Ma è solo un dettaglio. |
| inviato il 09 Marzo 2012 ore 15:29
avrei dovuto virgolettare "insoddisfazione", il senso è esattamente quello che hai scritto tu |
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