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quando l'ultimo albero sara' abbattuto...


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avatarsenior
inviato il 24 Dicembre 2016 ore 14:16

Gli indiani hanno sempre dimostrato di avere rispetto per la natura. I visi pallidi hanno sempre distrutto tutto.
Buon Natale
Rinaldo

avatarjunior
inviato il 24 Marzo 2017 ore 21:57

L'uomo "moderno" vive come se non dovesse mai morire , come se non dovrà mai soccombere al suo poco rispetto per la natura e ad i suoi errori...come se i suoi figli respirassero dell'aria diversa da quella che respira un cane, come se l'acqua che berrà sia più sana di quella con la quale innaffieranno le verdure,dimenticandosi spesso che l'uomo appartiene alla terra , non la terra al l'uomo !
Cit: “La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali” ..(.e il mondo)....(M. Gandhi)

avatarsenior
inviato il 29 Marzo 2017 ore 15:00

Non viene a nesuno il sospetto che anche la parabola dell'uomo sulla terra, con tutte le interazioni e le modificazioni ambientali che induce, faccia parte della natura?
Mica ci hanno depositato qui da qualche strana galassia (si, va beh, c'è anche qualcuno che lo sostiene con convinzione...), siamo anche noi prodotto di questa terra e di questo equilibrio, lo perturbiamo come tutti gli esseri che ci vivono, magari più velocemente di altri.

Abbiamo la cultura, che ci da due enormi prerogative: una è quella di causare eventi di portata planetaria, l'altra è quella di accorgercene ed essere critici. Lo facciamo più o meno bene, ma possiamo farlo. Nessuna altra specie è in grado di interpretare e governare le sue interazioni con l'ecosistema, nessuna di queste cosa può essere vista scollegata dalle altre.

avatarsenior
inviato il 29 Marzo 2017 ore 15:17

Gli indiani, nonostante disponessero di risorse e spazio quasi infinito, erano semplicemente troppo occupati ad ammazzarsi tra loro, per poter crescere e raggiungere un numero di individui sufficiente a saturare l'ambiente.
Un'occhiata un po' piu' approfondita agli usi e costumi indiani dovrebbe aprire gli occhi sul grado di sviluppo e "civilta'" raggiunto da quei popoli.

avatarsenior
inviato il 29 Marzo 2017 ore 15:26

Gli indiani, nonostante disponessero di risorse e spazio quasi infinito, erano semplicemente troppo occupati ad ammazzarsi tra loro, per poter crescere e raggiungere un numero di individui sufficiente a saturare l'ambiente.


... non è che noi in Europa non ci siamo ammazzati eh!

Come giustificazione del loro livello di sviluppo non mi convince, tra l'altro tanti dei progressi tecnologici dell'uomo sono dovuti all'ingegno che mette nelle guerre e quello che gira intorno ad esse.

Erano solo un popolo meno "evoluto" di chi li ha invasi e ne hanno pagato le conseguenze, come in tante altre parti del mondo.

avatarsenior
inviato il 29 Marzo 2017 ore 16:49

Si Peppe, e' vero. Ci siamo ammazzati pure noi.. Non e' che i Romani fossero damigelle al ballo delle debuttanti.
Pero' e' altrettanto vero che,principalmente a causa delle guerre combattute a sassi e bastoni, gli indiani non sono mai riusciti ad andare oltre al livello di tribu',erano sempre in guerra tra loro.

Io tutta questa intelligenza e amore della natura negli indiani non la vedo. Tolto qualche bella frase, ben tradotta(che mi piacerebbe davvero conoscere il significato in lingua originale), mi sembra che di esempi da seguire ce ne siano pochi.

avatarsenior
inviato il 29 Marzo 2017 ore 17:15

Gli indiani, nonostante disponessero di risorse e spazio quasi infinito, erano semplicemente troppo occupati ad ammazzarsi tra loro, per poter crescere e raggiungere un numero di individui sufficiente a saturare l'ambiente.

A dire la verità furono inglesi e francesi, tra XVII e XVIII secolo, a indurli a condurre guerre "vere", con autentici "morti ammazzati", obbligandoli a schierarsi con l'una o l'altra fazione di conquistatori. In precedenza, le guerre indiane erano in realtà molto scarse e basate quasi esclusivamente sulla pratica di "toccare l'avversario"; ovvero, avvicinarsi all'avversario fino a toccarlo, senza venire feriti o uccisi, era considerato un punto d'onore molto più elevato che non saper maneggiare un'arma per uccidere realmente l'avversario. In questo tipo di guerre i morti erano veramente pochi.
Il motivo per cui gli indiani erano poco numerosi va ricercato nel fatto che, tranne per i Navajos (e pochi altri gruppi già estinti dalle malattie portate dai bianchi), il loro sistema economico non era adeguato a mantenere una popolazione più numerosa.
Le vere guerre venivano combattute dalle popolazioni dell'America centro-meridionale, che avevano una florida economia agricola che gli aveva consentito di raggiungere un sistema pienamente statalizzato e, guarda caso, con autentiche mire espansionistiche supportate da sistemi autenticamente militari; quello che gli mancò, nei confronti con gli europei, furono acciaio, armi da fuoco e la medesima dose di cinismo (combattevano aspramente, ma secondo regole codificate e strettamente osservate, mentre i conquistadores spagnoli delle regole se ne infischiavano già all'epoca).

avatarsupporter
inviato il 29 Marzo 2017 ore 20:36

Ciao a tutti voi che partecipate a questa discussione. Resta il fatto che la vita degli indiani dipendeva direttamente dalla natura, motivo per cui, per esempio, si uccidevano i bisonti solo per mangiare e vestirsi e non solo per il gusto di farlo decimandoli, c'era rispetto per quegli animali da cui dipendeva la loro vita. Noi abbiamo tante altre possibilità e quindi ci permettiamo il lusso di non rispettare la natura. Ciao a tutti Fabrizio

user117231
avatar
inviato il 29 Marzo 2017 ore 20:49

Quando l'ultimo albero sarà abbattuto
e il cane di casa sarà costretto a pisciarvi su una gamba
vi accorgerete di essere delle me*de!
E prenderete il posto degli alberi.
(per i cani fa lo stesso),
tanto, siete gia miliardi!?!


Delicatessen....che faccia arrabbiata che hai nell'avatar.
Tranquillo, tanto i cani o fanno pipì sugli alberi o come dici tu, ripiegano sulle gambe degli esseri umani...
ma di certo i felini li lasciano in pace. ;-)

avatarsenior
inviato il 30 Marzo 2017 ore 9:05

Beh, per coerenza , mi aspetto che chi segue l'insegnamento del capo sioux distrugga immediatamente nell'ordine:
Telefonino, modem,computer,fotocamera,stampante,televisione,automobile, riscaldamento casalingo etc...
In effetti Basterebbero i primi 4 oggetti (inutili dal punto di vista sioux) della lista. Sono i più voraci di risorse preziose.
Utilizzano lantanio e terre rare (per le quali si sta saccheggiando l'Africa e si e' inquinata oltremodo la Cina).

Diversamente , tutti questi post con slogan pseudoambientalisti, per me sono un modo × e controproducente di pestare tasti su una inquinantissima tastiera. Luoghi comuni ripetuti come inutili mantra... permettendoci il lusso di sperperare risorse lanciando in rete tormentoni e luoghi comuni che ci appestano inutilmente oramai da decenni.
Volete vivere secondo i dettami dei capi sioux? Avete tutto il mio appoggio...e sono pronto a seguirvi.
COMINCIATE SPEGNENDO IL TELEFONINO ED INTERNET.

avatarsenior
inviato il 30 Marzo 2017 ore 10:33

Beh, per coerenza , mi aspetto che chi segue l'insegnamento del capo sioux distrugga immediatamente nell'ordine:
Telefonino, modem,computer,fotocamera,stampante,televisione,automobile, riscaldamento casalingo etc...

Probabilmente sarebbe già sufficiente limitarsi a farli durare il più a lungo possibile invece di cedere continuamente alle "scimmie" che prevedono di farceli cambiare non appena esce il modello successivo.
Ad ogni buon conto, io non ho un telefonino (ok, ammetto che in famiglia sono rimasto l'unico), come computer ho un portatile del 2004, fotografo con una entry level acquistata usata e uscita di produzione nel 2010 o 2011, ho la patente, ma non guido da almeno 20 anni e mi sposto a piedi o in bici (ok, l'auto la guida mia moglie, ma quella che abbiamo è stata acquistata di seconda mano); e potrei continuare scrivendo che una vacanza autentica (ovvero qualcosa di più degli ultimi 3 giorni passati da mia madre la settimana scorsa) non la vedo dal 2000 ecc. Morale: sopravvivo ugualmente.
Il punto, però, non è quello di tornare letteralmente a vivere secondo i metodi e coi mezzi degli indiani di fine '800, ma recuperare il senso di quelle parole: limitare lo spreco non significa rinunciare in toto alla tecnologia, ma non usarla inutilmente anche quando non è indispensabile; non serve eliminare il riscaldamento casalingo, ma evitare di superare i 18 gradi magari aprendo pure le finestre in pieno inverno perché in casa si suda. Un esempio reale: vivo a 1000 metri, in Trentino, e ogni sera di quest'inverno, alle 23,00 quando uscivo per far fare l'ultima passeggiata ai cani, non potevo non domandarmi chi fosse quel personaggio assurdo - eufemismo - che vedevo seduto sul davanzale della finestra aperta del suo soggiorno, regolarmente intento a conversare (tra l'altro ad altissima voce, alle 11,00 di sera!!!) al telefonino con qualche altro personaggio altrettanto assurdo; ripeto: la cosa si ripeteva ogni sera.

avatarsenior
inviato il 30 Marzo 2017 ore 11:03

@Salt
il problema non è tornare a vivere come 200 anni fa.
Togliendo dal ragionamento gli opposti estremismi/fanatismi con utopie irrealizzabili, credo che parlare di questi temi è sempre utile per tenere sempre vivo il discorso, coinvolgere sempre più persone e non far cadere nel dimenticatoio che le risorse non sono infinite e vanno usate nel modo migliore.
Il minimo che tutti possiamo fare è evitare gli sprechi nel senso più grande del termine, dal più piccolo fino a quelli enormi!


avatarsenior
inviato il 30 Marzo 2017 ore 11:49

E', come sempre tutto relativo, e questo "evitare gli sprechi" che significa?.
Cos'e' uno spreco?
Ricordo una vignetta con un ragazzino africano che diceva sorpreso ad una ragazza occidentale:" Cioe' , tu vorresti farmi credere che nel tuo paese usate l'acqua potabile per lavare il cesso??!!".

Il problema e' proprio quello.. tornare a vivere come 100 anni fa. Senza lavapiatti, senza acqua calda, senza televisione etc etc...

Altrimenti.. tutto l'insegnamento delle belle frasi Indiane finisce giu nello scarico insieme all'acqua potabile...
E, francamente, ne ho fin sopra la testa di frasette slogan da facebook sotto alle quali assentire compunti e poi chiedersi preoccupati.. fino a quando durera'?... Suona un po' come il famoso "dove andremo a finire signora mia!!... che tempi!! che tempi!!!".

CoolCoolEeeek!!!

CoolCool

avatarsenior
inviato il 30 Marzo 2017 ore 12:10

Se avessimo chiesto a qualunque persona della generazione di mia nonna cosa fosse uno spreco, avremmo sentito rispondere praticamente le stesse cose e tutti sapevano cosa fosse; oggi nessuno sembra sapere più cosa rispondere! Ma è solamente una questione culturale: quando sentiamo dire che oggi si vive nella "cultura dello spreco" significa proprio che nessuno sembra più riuscire a qualificare (prima ancora che quantificare) cosa sia uno spreco per il semplice motivo che ci siamo abituati a non considerarne l'esistenza.
Ma se i nostri nonni ci riuscivano, vuol dire che si può tornare a riconoscerlo e quantificarlo.
E comunque, per iniziare basterebbe che ciascuno cominciasse ad individuare e ridurre quelli che considera i propri sprechi personali; credo che già il confronto su questa prima categorizzazione mostrerebbe parecchi indizi comuni e, quindi, validi per costituire un primo abbozzo di generalizzazione

avatarsenior
inviato il 30 Marzo 2017 ore 12:18

Salt che vuoi che ti dica, io non voglio convincerti ma tu non vuoi neanche sentire, io non sono un estremista, non voglio tornare a vivere come 200 anni fa, ma tra gli opposti ci sono tante terre di mezzo da percorrere.
Poi se non si possiede un minimo di interesse per l'ambiente o è un argomento che si ritiemìne inutile...
però non tutti quelli che si interessano dell'ambiente hanno in testa
frasette slogan da facebook sotto alle quali assentire compunti
anche se ci sono anche questi!
L'argomento è serio, basta non guardare solo al lato folkloristico...

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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