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Si stava meglio quando si stava peggio, ovvero pellicola vs sensore


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avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2014 ore 17:17

In alcuni casi la "risoluzione" (termine che oggi applichiamo anche al sensore perché suddiviso in pixel regoleri, mentre all'epoca aveva senso solo parlando di stampa tipografica) dipendeva anche dal trattamento di sviluppo.
Una volta avevo provato ad esporre un'Agfaortho 25 per soli 6 ASA (anziché i 25 nominali) per poi svilupparla in Rodinal molto diluito (1 + 100) per soli 6 minuti e scarsissima agitazione, risultato: un negativo 24x36 paragonabile quasi ad una lastra 9x12 da banco ottico. Spettacolare!!!... ma... a parte il fatto che non tutte le pellicole rendevano altrettanto bene (oltre tutto sto parlando di B&W, non credo che col colore fosse possibile; almeno non fino a quel punto), sai che tempi di posa!?!

avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2014 ore 18:53

Fare un confronto è molto complesso perché la sgranatura dell'analogico è differente rispetto a quella dei pixel... tanto è vero che digitalmente si applica un disturbo per confondere la rigidità del pixel.

Bisogna però fare attenzione a cosa ti riferisci. Stampa fotografica o stampa (tipo poster) da fotografia analogica... nel secondo caso c'è un passaggio che è la scansione del negativo che era "digitale" da molto prima dell'avvento della fotografia digitale!!!

Gli scanner a tamburo da fotolito con la tecnologia a fotomoltiplicatore raggiungono/evano risoluzioni elevatissime anche di 24.000 pixel per pollice (PPI) per cui se partivi da una buona diapositiva 6X6 o superiore ottenevi grandi possibilità di ingrandimento!

avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2014 ore 19:04

Per me, e con stampa da ingranditore classico, 30 x 45 di qualità elevata. A mio giudizio il digitale ha comportato notevoli migliorie nella gestione del colore, e grosse semplificazioni anche in stampa con le moderne stampanti a getto. Tuttavia una bella stampa in bianconero su carta baritata resta insuperabile. Stefano

avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2014 ore 19:27

Una volta avevo provato ad esporre un'Agfaortho 25 per soli 6 ASA (anziché i 25 nominali)


Era tanto che non sentivo parlare di sensibilita' che oggi farebbero rabbrividire chi se non scatta a millemila asa si sente menomato !!:-P Sara' che abbiamo lo stesso anno di nascita ?!?MrGreen

avatarsupporter
inviato il 05 Dicembre 2014 ore 19:42

Io ho llavorato a pellicola per oltre trenta anni e mai tornerei indietro.. Ho confrontato delle stampe 30x45 in cibacrome con quelle ottenute oggi anche con una modesta D200 e c'è da mettersi le mani nei capelli dai progressi che si sono fatti. Secondo me la pellicola è un carbone ormai .... basta con la grana che appariva gia a modesti ingrandimenti e la nitidezza aveva un limite ... oggi limiti di dimensioni non ce ne sono assolutamente!! puoi stampare stampe grandi quanto un palazzo specie con i sensori densi e di medio formato. Ho migliaia di diapositive che mi si sono ammuffite e getterò tutto nella differenziata... Addio pellicola!! se Dio vuole non mi spremerà piu il portafogli a comprare rullini e sviluppi senza contare le ansie passate in quelle terribili attese per vedere i risultati!!

avatarjunior
inviato il 05 Dicembre 2014 ore 19:56

Concordo pienamente con Rubacolor. Allora si suppliva (in parte) col formato. A parte le Dia, per il negativo color era meglio usare il medio o il grande formato. Meglio andava col B/N, dove tirando lo sviluppo si arrivava a 800 Asa. Ma con il digitale non c'è confronto. L'unico vantaggio indiretto è che bisognava "studiare" un po' di più.

avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2014 ore 21:31

mi state facendo venir voglia di rispolverare la AE1 con il 24-35 e 50 Cool

avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2014 ore 22:05

La mia olimpus om-1dorme tranquilla, e anche la 101 e la yashica fx3 pure, mo le vado a rispolverà,......mi avete fatto ricordare tempi molto lontani,...gira gira domani ricompro un rullino 400iso e faccio du scatti,......che tempi .
Aggiungo,.....il fascino della pellicola è unico,....il digitale secondo me è stato un buon punto di svolta sia economico che di comodità.

avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2014 ore 22:25

Per quanto mi riguarda il vantaggio principale del digitale é rappresentato dalla possibilità di variare gli ISO in macchina, è un poco la flessibilità nell'immediata gestione delle immagini. L'impressione di una Velvia proiettata rimane incredibile.

avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2014 ore 23:20

Consiglio a tutti quelli che hanno una vecchia reflex analogica non solo di rispolverarla per il proprio piacere, ma anche per la salute della reflex!!

Mio padre aveva una bellissima Yashica che non usava da tanto .. L'ho trovata io tempo fa e dopo qualche scatto si è bloccata.
L'ho mandata a riparare e mi hanno spiegato che è successo perché non la usava da troppo tempo.
COME PREVENIRE?
scattare un paio di foto, anche senza rullino, al mese ...
Quella di mio padre purtroppo non si può riparare più Triste

avatarsenior
inviato il 06 Dicembre 2014 ore 1:42

Ciò che si é perso con il digitale é il dettaglio nelle ombre. Con il digitale é più secco e innaturale. Mentre nelle dia ricorda i dipinti ad olio. Infatti si puntava sulle luci l'esposizione e si lasciava cadere il resto nelle ombre. Che erano belle. Forse da qui é nato il vezzo di aprire le ombre con il digitale. Perché sono dei buchi neri brutti.

user46920
avatar
inviato il 06 Dicembre 2014 ore 6:58

Personalmente, rivedendo le dia e le negative (bn e colore), nei vari formati che ho avuto la possibilità di utilizzare, posso dire che il digitale, in fotografia, ha portato un cambiamento sostanziale, sia per quanto riguarda l'usabilità e la modalità (ISO, sviluppo, stampa e visione, ecc), che per la qualità !!!
Purtroppo i vari sistemi digitali sono ancora sottodimensionati rispetto alle effettive possibilità e la continua ricerca della monetizzazione, infanga soltanto la strada, rallentandone più o meno volutamente lo sviluppo.

Vorrei ricordare che la risoluzione e quindi la dimensione della stampa, è dipendente dalla distanza di visualizzazione oltre che all'acutezza visiva.

user5620
avatar
inviato il 06 Dicembre 2014 ore 8:10

La differenza in pellicola la faceva e la fanno le dimensioni,come con i sensori odierni.Quindi i formati maggiori permettono stampe e qualità alta,usando il 120,nei formati 6x6,6x7 o 6x9,hai la possibilità di stampare con ottima qualità ben oltre i 100 cm di lato,passando al 4x5 sino al 20x25 su pellicola piana,puoi fare stampe oltre 1 300 cm di lato. Come sempre si usano i formati a seconda delle necessità,negli anni d'oro della pellicola,un buon professionista,non usava mai il 35 per la moda o lavori importanti,ma sempre il medio formato,così in architettura solo il grande formato.Io uso tuttora il 4x5 e ti osso assicurare che la qualità di una scansione finale è alla pari con quella del dorso Phase One che uso abitualmente.

avatarsupporter
inviato il 06 Dicembre 2014 ore 8:31

Scatto ancora molto a pellicola, praticamente solo in BN usando sia 35 mm, MF e GF. (Poco colore ma ibrido, ossia scatto la pellicola in MF o GF e poi scansiono per stampare in digitale)

Il digitale ha introdotto molti vantaggi nella fotografia naturalistica e sportiva per le alte sensibilita' e per l'elevato numero di scatti disponibili; nella fotografia a colori ha eliminato i problemi relativi al bilanciamento del bianco o meglio alla gestione della temperatura colore, photoshop ha reso possibile il foto ritocco praticamente a tutti con aime' tutti gli eccessi che si trascina, quindi ad esempio ora le pelli sono spesso di porcellana e gli occhi hanno un contrasto e colori irreali.
Per molti versi comunque e' un grande passo in avanti compresa la possibilita' della disponibilita' immediata degli scatti.

A mio avviso le stampe "fine art" bn ottenute in camera oscura hanno ancora oggi enormi vantaggi rispetto al digitale e poi la pellicola e' piu' economica soprattutto se si sale di formato di scatto o in generale se si stampa bene.

La risoluzione e' un falso problema, la pellicola ne aveva tanta, semplicemente pero' solo in pochi stampavano grande e praticamente nessuno si masturbava a guardare le stampe grandi da pochi cm per ammirare il dettaglio; oggi con l'ingrandimento al 100% del monitor si fa tanta teoria e pixel peeping e poca fotografia/stampa.
Esistono comunque pellicole di nuova generazione dalla grana molto sottile e dall'ottima definizione, le nuove tabulari stavano introducendo tecnologie innovative, poi il crollo dei volumi ha praticamente arrestato gli investimenti.

avatarsenior
inviato il 06 Dicembre 2014 ore 8:44

Hahnemühle FineArt Pearl per il BN è il massimo.;-)

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