| inviato il 27 Ottobre 2014 ore 23:30
“ Per avere la stessa foto che faccio con un'aps-c da 20 megapixel come la 70D dovrei usare sulla 6D un macro con rapporto 1.6:1. „ Si stava parlando di rapporto di riproduzione, non di immagine visualizzata al 100%. |
| inviato il 27 Ottobre 2014 ore 23:58
“ ....non è sbagliato se ci si riferisce alla pellicola, ma in ambito digitale non è più valido, praticamente. Come ha molto meno senso parlare di circolo di confusione (giusto per fare un esempio) se si croppa.. e idem per le macro „ e perchè?? anche prima con la pellicola esistevano vari formati, ma il rapporto di riproduzione era per tutti uguale e indipendente dall'ingrandimento finale, nè dipendeva dalla risoluzione del sensore/pellicola Il circolo di confusione invece dipende dall'ingrandimento di visualizzazione, quiindi anche dal crop, esattamente come avveniva ingrandendo un negativo www.nadir.it/tecnica/CIRCOLO_CONFUSIONE/default.htm |
| inviato il 28 Ottobre 2014 ore 1:22
“ " Per avere la stessa foto che faccio con un'aps-c da 20 megapixel come la 70D dovrei usare sulla 6D un macro con rapporto 1.6:1. " Si stava parlando di rapporto di riproduzione, non di immagine visualizzata al 100%. „ e infatti non ho parlato di immagine visualizzata al 100% “ anche prima con la pellicola esistevano vari formati, ma il rapporto di riproduzione era per tutti uguale e indipendente dall'ingrandimento finale, nè dipendeva dalla risoluzione del sensore/pellicola „ certo, ma pensate al risultato finale invece di perdervi in regolette. Se monti un macro che fa 1:1 su un'aps-c e su una ff, la foto fatta con l'aps-c avrà un ingrandimento più spinto, punto. Se vuoi ottenere la stessa foto con la FF devi croppare, perdendo di dettaglio. Direi che è questo quello che conta, o no? |
user46920 | inviato il 28 Ottobre 2014 ore 5:29
Sdrakon, con la Raynox DCR 250 raggiungi un Rapporto di Riproduzione di 2.75:1 (22:8). C'è un vincolo di termini, percui il Rapporto di Riproduzione è l'ingrandimento Ottico e la formuletta ( RR=(T/F)-1 ) è necessaria per misurarlo. Poi c'è il "fattore di crop", che detrmina un'altro tipo di Ingrandimento, stabilito dalla dimensione del Formato-Sensore. Ed infine c'è l'altro ingrandimento, che è quello di visualizzazione o di stampa, che prende in consegna i pixel del formato. Se vengono presi in considerazione la Risolvenza Ottica ed il Circolo di Confusione del Sensore (sommariamente calcolabile in mm/pixel, ad esempio del lato lungo), questi tre "diversi" Ingrandimenti, avranno un peso rilevante e diversificato in base alle varie situazioni di lavoro. "Purtroppo" avete ragione tutti quanti ... ma bisogna ordinare bene le cose, per stabilire meglio i risultati. |
| inviato il 28 Ottobre 2014 ore 9:01
"si tratta di macrofotografia quando il rapporto di riproduzione del soggetto è pari o superiore ad 1 (? 1:1), cioè quando le dimensioni dell'immagine su pellicola o sensore sono medesime o superiori alle dimensioni del soggetto su scala reale." (Wikipedia) “ pensate al risultato finale invece di perdervi in regolette „ La regoletta è quella citata sopra. Ovvio il risultato finale dipenda anche da molti altri fattori, che però sono estranei al RR. |
| inviato il 28 Ottobre 2014 ore 9:34
Ho cercato anche io in rete, il rapporto 1:1 rimane uguale. Banalmente, confondevo fattore di ingrandimento e rapporto di riproduzione. Ora è tutto più chiaro, pur avendo lo stesso RR, la foto scattata da una FF avrà il soggetto più piccolo in rapporto al fotogramma. Questo rapporto di ingrandimento è legato a quel famoso 1,6. Grazie a tutti, sarebbe bello creare una guida da zero, che ne pensate? |
| inviato il 28 Ottobre 2014 ore 9:47
“ pur avendo lo stesso RR, la foto scattata da una FF avrà il soggetto più piccolo in rapporto al fotogramma. „ Esatto. Uno stesso soggetto di dimensioni 22.4x15 mm riempie completamente il fotogramma APS-C, ma solo una parte del fotogramma FF. |
| inviato il 28 Ottobre 2014 ore 10:33
finalmente ho fugato i miei dubbi al riguardo .. grazie a voi |
| inviato il 15 Gennaio 2015 ore 20:58
Riapro la questione per fare una domanda: come si calcola teoricamente il rapporto di ingrandimento? |
user46920 | inviato il 15 Gennaio 2015 ore 21:52
Il rapporto di ingrandimento è un fattore moltiplicativo che mette in relazione una lunghezza lineare con la sua proiezione fatta dal sistema ottico (ovvero: dimensione proiettata/dimensione reale), ma è possibile calcolarlo anche con gli angoli prodotti da questa lunghezza e viene chiamato "ingrandimento angolare" (più complesso, ma funzione necessaria in diverse situazioni). Puoi leggere due cose qui ma non è così "immediato" o chiaro, ne' semplice da capire. |
| inviato il 15 Gennaio 2015 ore 23:55
“ come si calcola teoricamente il rapporto di ingrandimento? „ Come già detto qui sopra, è il rapporto tra la misura del soggetto reale e la misura della sua riproduzione sul sensore o pellicola. Es.: rapporto 1:2, il soggetto viene riprodotto alla metà delle sue dimensioni reali. Si usa soprattutto in macrofotografia, ma viene spesso citato nelle specifiche degli obiettivi per indicare il massimo rapporto di riproduzione che possono fornire alla minima distanza di messa a fuoco. In questo caso spesso si usa esprimerlo per es. 0.5x (R.R. 1:2), 0.20x (R.R. 1:5), ecc. |
| inviato il 16 Gennaio 2015 ore 15:13
Concordo con Andreadefalco, ma solo per un particolare del suo primo intervento, dove parla di densità del sensore. Con la pellicola il problema non si poneva perché ogni formato (24x36, 6x6 ecc.) differiva per dimensione fisica, ma aveva esattamente la medesima densità di granuli, quindi il rapporto sulla proiezione dell'immagine non cambiava; oggi invece abbiamo sensori con densità differenti (anche all'interno della medesima categoria) e questo stravolge le regole del gioco, perché avere lo stesso insetto da 1 cm di lunghezza e proiettato ugualmente 1:1 in dimensione fisica (perché il concetto di rapporto d'ingrandimento di una lente rimane sempre su dimensione fisica) su due sensori che però hanno densità differenti, significa che posso trovarmi con il primo documento, dove l'insetto sarà lungo, supponiamo, 1000 pixel, contro il secondo documento dove l'insetto avrà una lunghezza di 1800-2000 pixel. Fate gli adeguati rapporti in stampa; direi che c'è una bella differenza (anche prescindendo dagli scadimenti qualitativi dovuti all'eccessiva densità). Credo che con il digitale si debbano rivedere parecchi stereotipi tecnici. (una precisazione, prima che qualcuno faccia la solita punta al palo: quando parlo di "dimensione fisica" intendo che se il soggetto è lungo 1 cm, nel rapporto 1:1 la sua immagine proiettata occuperà 1 cm in lunghezza sul sensore/pellicola) |
| inviato il 14 Novembre 2015 ore 17:35
Vado leggermente OT ma mica tanto. La questione è: individuato un certo tipo di ottica montata dritta o invertita (a me interessa quest'ultimo caso), è assodato che il fattore di ingrandimento non varia dal FF che si parli di APS-C o m43 anche se tenendo conto del diverso campo inquadrato si avrà un crop che si percepisce come diverso riempimento dell'immagine scattata (fino appunto al crop di parte del soggetto). Questo ha comunque la sua importanza perché un'ottica FF potrebbe non essere soddisfacente come campo inquadrato se montata su una macchina m43! Vengo al punto. Anche la distanza minima e massima di MAF cambiano nel riuso di un'ottica FF su una macchina APS-C o m43. Quindi la domanda è: se con una macchina APS-C a valle di prove e tentativi si è individuato come ottimale, anche come distanza del soggetto focheggiabile, un obiettivo 50mm invertito per fare macro con rapporto di ingrandimento 3:1, avendo una macchina m43 che obiettivo conviene prendere? Per avere lo stesso rapporto di ingrandimento, sempre il 50mm ma avrei un diverso crop, 2 anzichè 1,5 (il che potrebbe non piacere perché inquadrerei una parte più piccola del soggetto) ma soprattutto avrei una diversa zona focheggiabile, più vicina all'ottica e questo potrebbe rendere l'obiettivo dal poco usabile (soggetti poca distanza dalla lente) all'inutilizzabile (il fuoco entra nella lente!). Ecco mi interessa quantificare di quanto cambia il fuoco. Nel caso specifico il 50mm è equivalente ad un 75mm in ottica FF come campo inquadrato. Il fuoco è più vicino ma di quanto? E passando a m43 di quanto ancora più vicino? Pensando al fattore di ingrandimento, verrebbe da prendere sempre il 50mm anche per m43 ma avrei la zona focheggiabile più vicino? Oppure sarebbe da prendere il...
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| inviato il 14 Novembre 2015 ore 19:01
@Perbo Se la foto però la fai con la 5Ds, per avere l'immagine, praticamente la stessa, identica immagine della 70D (o della 7d2), ti basta ritagliare in PP. Quindi il r/r prescinde dalle dimensioni del sensore, sempre. L'ingrandimento (massimo) finale dipende - a parità di ottica- solo dalla sua densità. |
user46920 | inviato il 15 Novembre 2015 ore 0:43
Facciamo un esempio pratico: - voglio riprodurre una moneta da 1 centesimo di euro (diametro = 16 mm) col fattore 1:1 !!! Indipendentemente dalla focale e dal sensore (quindi dalla distanza e dall'angolo di campo - ovvero, dall'inquadratura) l'ingrandimento sarà in relazione al rapporto di riproduzione : un millimetro nella realtà, corrispoderà ad un millimetro sul fotogramma. Ma sul sensore FF (24x36mm), la moneta sarà completamente visibile, mentre su un sensore da 1" (13x8.8mm), soltanto in parte. La distanza di fuoco dipende essenzialmente dalla focale e non dal sensore. ... gli stessi ragionamenti valgono anche per un RR 3:1 ... ecc |
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