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L'importanza di avere qualcosa da dire


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avatarsenior
inviato il 29 Marzo 2022 ore 9:16

A proposito: mi pare di capire che vi siate anche dimenticati del Dellitto d'Onore!

avatarsenior
inviato il 29 Marzo 2022 ore 10:33

Ti sei scordato lo ius primae noctis.

avatarsenior
inviato il 29 Marzo 2022 ore 11:47

Bah... quello non mi pare si usasse ancora neppure negli anni '70 ;-)

avatarmoderator
inviato il 29 Marzo 2022 ore 12:01

Forse dimenticate un piccolo particolare, cinquanta anni addietro, in ITALIA, le donne entravano in chiesa solo A CAPO COPERTO!

Concordo Paolo ma non trovo il nesso logico col ragionamento della discussione.

avatarsenior
inviato il 29 Marzo 2022 ore 15:20

Ringrazio sentitamente Cusufai per l'interessantissimo, pregevole video documentario de L' Internazionale, pur condividendone pienamente le Sue opinioni ...

La questione del non fraintendimento quale essenziale condizione di purezza della Vera Fotografia ed imperativo etico d'un fotografo reporter che intenda definirsi tale ...

Il Taglio, nel suo escludere, è un atto critico e, ad esser tale, offre l'opera ad interpretazioni piú estese, molteplici ... pur quelle che attengono alla strumentalizzazione dell'opera stessa.

Il Taglio fotografico è paradossalmente un' ambigua reductio .... si chiederanno dunque al fotografo, al fotografo d'una "vera fotografia", sezioni del reale la cui dimensione critica sia, ab-initio, infusa di un' etica della responsabilitá ancorché di un' etica dei principi.

Una riduzione umanista, ancorché meramente logica. La fotografia ingenua è quella che incautamente (talvolta, essendone serva, in malafede) pone il proprio fianco ad una indebita (politicamente pericolosa) deformazione del reale, alla cd "retorica proibita"; non si tratta d'una superata querelle fra verismo e finzione (letteraria) ma d'una responsabilitá interamente votata ad escludere qualsiasi possibile e nefasta manipolazione.

In questo senso un fotografo ingenuo puó far piú danni di quanti lui stesso possa immaginare e che di certo non avrebbe mai voluto compiere.

Credo che la fotografia, oggi piú che mai,
sia chiamata a recidere qualsiasi postulato d'interioritá fenomenologica non senza fare a meno, per dirla alla Breton, di "un granello di utopia" e tanto meno di un forte senso critico.

Aggiungo "responsabile", d'un senso critico responsabile che opponga resistenza alla fobia d'anomia che affligge la diffusa relazionalitá delle reti, che garantisca sicurezza avverso qualsiasi forma di "retorica proibita".

Esemplificativa quella assunta, e professata, da Gardin, e tanto piú qui interessante quella di Laurence Brun che, nel Suo racconto, ravvede la sensazionalitá del suo scatto iniziale (che da sola è potenzialmente soggetta a strumentalizzazione) introducendo, successivamente, in una contestualizzazione di maggior respiro, la presenza dialettica di soggetti altri.

L' amarezza di Gardin origina dall'incomprensione della Veritá della fotografia ... la cui poliedrica e profonda accezione viene sistematicamente svilita anche da parte dei fotografi che si limitano, per "misteriose ragioni", ad opporla elementarmente alla finzione ...

E a tal riguardo, al solo livello d'una plausibile credibilitá, si potrebbe riflettere sulle implicazioni nella costruzione delle immagini mediante talune categorie, come quella del "mostruoso", che pur permeano il linguaggio scritto e parlato.

Categorie espressive che se non dotate di quel senso critico responsabile, non eticamente strutturate, conducono ed inducono piú facilmente a sconcertanti ed aberranti forme di revisionismo storiografico, mi sovviene ad es., fra le piú terribili, quella del negazionismo.

“ [ ... ] In qualunque modo questa guerra finisca, la guerra contro di voi l'abbiamo vinta noi; nessuno di voi rimarrà per portare testimonianza, ma se anche qualcuno scampasse, il mondo non gli crederà. Forse ci saranno sospetti, discussioni, ricerche di storici, ma non ci saranno certezze, perché noi distruggeremo le prove insieme con voi. E quando anche qualche prova dovesse rimanere, e qualcuno di voi sopravvivere, la gente dirà che i fatti che voi raccontate sono troppo mostruosi per essere creduti [ ... ] "

Primo Levi, I sommersi e i salvati


www.mimesisedizioni.it/libro/9788857500577


Un gentile augurio di buona giornata a Voi tutti,
Ben

avatarsenior
inviato il 29 Marzo 2022 ore 16:17

Il nesso Cusufai risiede nel fatto che più di qualcuno sembra sottovalutare il fatto che tre ragazze afgane, nel 1972, andavano in giro per Kabul, indossando la gonna sopra il ginocchio... quasi a dire che era le cosa più normale del mondo quando invece, più o meno nello stesso periodo, finanche in Italia le ragazze non erano libere di vestirsi come meglio aggradava loro.

avatarsenior
inviato il 29 Marzo 2022 ore 16:49

Aggiungerei che se nel 72 potevano girare, magari semplicemente malviste com brutte occhiatacce oggi si rischia la lapidazione. Oggi forse malgrado la diversa cultura avrebbero potuto fare scelte anche più importanti della lunghezza della gonna, magari armonizzando le due differenti visioni del mondo, perché non escludo che qualcuna o molte avrebbero continuato a portare il velo
Quindi ho l'impressione che l'autrice delle foto sia stata infastidita più per il roscio ed una associazione con le armi, tanto da rinnegare la situazione sociale di quando fece lo scatto

avatarsenior
inviato il 29 Marzo 2022 ore 17:26

Comunque negli anni '70 c'erano paesi musulmani dove le donne avevano libertà che oggi, se glie le racconti non ti credono.

Basti pensare al Libano "Svizzera del Medio Oriente", all'Iran di Reza Palhavi, alla Turchia perno della NATO e fieramente memore di Mustafa Kemal "Ataturk", ma se volete anche l'Egitto e la Siria della RAU, insomma le contraddizioni di certo non mancavano però...

avatarsenior
inviato il 29 Marzo 2022 ore 18:26

... e la fotografia ? ... ha avuto, a vostro giudizio delle trasformazioni sul piano comunicativo e delle conseguenziali implicazioni a livello sociale ?

Forse che per un utopistico determinismo tecnologico sono i sistemi, e gli strumenti dei quali son costituiti, a fagocitare la stessa autonomia di espressione ?

Si è delineata una chiara linea evolutiva nella veicolazione etica dei messaggi?

In che misura la fotografia si è resa responsabilmente partecipe delle spinte sociali ?
... sempre che questo non rifugga, per propria assunzione, dall' "importanza di avere qualcosa da dire" ...

Del resto Cusufai ... non intendeva disquisire "di minigonne"...

Il thread volge al termine, mi auguro se ne apri una seconda parte.

avatarsenior
inviato il 29 Marzo 2022 ore 18:44

Ben hai sollevato questioni capitali e interessantissime. Ci ragionerò con calma, anche se temo che di non essere dotato di sufficiente capacità di sintesi per affrontare temi come quelli in un forum …

avatarsenior
inviato il 29 Marzo 2022 ore 18:47

Grazie Biga ... condivido ed evidentemente soffro della medesima difficoltá di sintesi ...


Un gentile saluto

avatarsenior
inviato il 29 Marzo 2022 ore 18:55

Figurati. è un piacere leggerti;-)
Sei uno con cui mi piacerebbe parlare di persona

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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