| inviato il 31 Marzo 2022 ore 11:53
soffietto |
| inviato il 31 Marzo 2022 ore 12:09
Panno antistatico e pennellino + pompetta. |
| inviato il 31 Marzo 2022 ore 12:18
Panno antistatico. |
| inviato il 31 Marzo 2022 ore 12:59
rullo togli peli dei vestiti usato e una prova vhe devo fare, non assicuro il risultato |
| inviato il 31 Marzo 2022 ore 14:05
Il rullo peloso Non so perché ma non ne ripongo molta fiducia... |
| inviato il 31 Marzo 2022 ore 15:02
“ Non so perché ma non ne ripongo molta fiducia... „ specialmente se usato dal lato emulsione |
| inviato il 31 Marzo 2022 ore 15:15
pero non lascia colla e rimuove tutto, provato su uno specchio e funziona, non ho ancora avuto il coraggio di provarlo su una pellicola |
| inviato il 31 Marzo 2022 ore 16:40
Purtroppo non ne è ho in casa, altrimenti sicuramente mi sarei imolato per il popolo argentico e l'avrei testato sulla mia pellicola pelosa... |
| inviato il 04 Aprile 2022 ore 11:04
pompetta e bomboletta di aria |
| inviato il 05 Aprile 2022 ore 12:16
Domanda da incompetente... Lo sviluppo del negativo avviene in maniera standard o durante questa fase ci sono delle accortezze particolari? Mi spiego meglio, il rullino che mi hanno sviluppato mi pare avere in alcune pose i bianchi sfondati o carenza di mezzi toni... è normale così o sono abituato "male" con il digitale? |
| inviato il 05 Aprile 2022 ore 13:20
Zeppo, la prima cosa che imparavamo noi "vecchiacci" digitalisti era di provvedere, in proprio, ALMENO allo sviluppo della pellicola. Il procedimento era/è "relativamente" semplice, e poco costoso. Permette di scegliere il rivelatore più adatto alla pellicola adoperata, e di PERSONALIZZARE (scelta delle diluizioni dei chimici, dei tempi , e delle temperature di sviluppo) il trattamento, con buona/ottima cura dello stesso (i laboratori professionali, fin dall'epoca, adottavano, per forza di cose, un certo "pressapochismo" in questa fase ... anche i laboratori migliori!). Ora, nella "supposta" che l'esposizione del negativo sia stata corretta, così sui due piedi, posso pensare ad un tempo di sviluppo eccessivo, oppure ad un rivelatore troppo energico/troppo poco diluito, oppure ad una temperatura troppo elevata (rispetto ai canonici 20 gradi) di tutto quanto il trattamento. Oppure ad una combinazione di due o tutti e tre questi fattori. Temo di NON esserti stato di grande aiuto, ma da qui ... è difficile (almeno per me!) fare di meglio! Coraggio! Con l'analogico, come in più o meno tutte le cose importanti della vita, si impara sbagliando! Ci vuole costanza! Auguri; ciao. GL P.S.: per completezza: di standard ci sono il trattamento delle diapositive, e lo sviluppo del negativo-colore. Il B.&N. è. fortunatamente, tutto fuorchè std.! Le "accortezze" si ritrovano in alcuni passaggi. Es.: 1) prima di versare il rivelatore nella tank, è opportuno riempire la stessa di acqua, e sbattere (delicatamente!) la tank sul tavolo per rimuovere eventuali bollicine d'aria, e bagnare uniformemente il film; 2) l'agitazione deve essere sempre uguale, e NON variare di volta in volta (es.: sei rovesciamenti della tank durante il primo minuto e, successivamente, tre durante ogni minuto successivo, onde mettere ogni centimetro del film a contatto con rivelatore in costanza di efficacia; 3) alla fine del lavaggio finale versare nella tank qualche "goccia" di shampoo per capelli e, successivamente estratta la pellicola dalla spirale, con le dita bagnate, far scorrere DELICATAMENTE, la pellicola stessa tra indice e medio, cosicchè, durante l'asciugatura non si formino gocce con il relativo alone sul film. Nel malaugurato caso in cui ciò accadesse, occorre ripeter il lavaggio finale con tanto di shampoo! Ecco, queste potrebbero essere alcune delle "accortezze" cui ti riferivi! |
| inviato il 05 Aprile 2022 ore 13:29
Mi interessa il discorso dell'agitazione: Io agito, scuoto e sbatto per un min. consecutivo poi ogni 30 sec. Quindi sbaglio? |
| inviato il 05 Aprile 2022 ore 13:30
Vedo quindi che lo sviluppo non è così standard come immaginavo... Quindi le mie foto ormai sono andate, bella m€rda! |
| inviato il 05 Aprile 2022 ore 14:14
@Edobette. Io "l'avevo imparata così", negli anni '60, leggendo, chiedendo, informandomi ... però non è una materia "rigida": ognuno mette a punto un proprio procedimento e, se funziona bene, continua a seguirlo! Io ne ero soddisfatto, ma nulla vieta che altri utilizzino "procedure" diverse ... se ci si trovano bene ...! Un'altra curiosità, che però NON ho MAI avuto il coraggio di sperimentare, atteneva la stampa. Prima della smaltatura, nell'ultimo lavaggio, oltre ad aggiungere le solite gocce di shampoo, per il solito motivo -le bolle d'aria-, aggiungere ANCHE qualche goccia di sangue di maiale ... da reperire dal macellaio!!! Mai avuto "il fegato" di provare ... Va comunque detto che la stampa era/è una vera e propria scienza, vedasi i ponderosi tomi di Ansel Adams in materia, ed il "mitico Pierre Gassmann (Parigi) nel cui laboratorio confluivano i più noti fotografi internazionali per le stampe che lo resero famoso! Ciao. GL |
| inviato il 05 Aprile 2022 ore 14:18
Carissimo Zeppo, non tutto il male vien per nuocere! Stai comprendendo perchè, noi vecchi pellicolari, siamo così freddi nei confronti dei miracoli della tecnologia. Alla tecnologia, noi eravamo OBBLIGATI a supplire con la "tecnica", che sta nelle persone, mentre la tecnologia sta nelle macchine! Ma, una volta appresa la tecnica, della tecnologia poco ci cale! Ma poco poco!!! Ciao. GL |
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