| inviato il 24 Novembre 2021 ore 9:23
Una conversazione molto interessante. Anch'io sono amante di questo genere e condivido in pieno il primo messaggio di Paolo. “ Quindi questo, secondo te, è il 'compito' dell'arte? „ Rispondo con la citazione di un libro: sto leggendo il libro Capire l'arte di Janetta Rebold Benton (collana Art Essentials del Sole 24 Ore) e nell'introduzione è riportata una frase di Picasso secondo cui compito dell'arte è liberarci dalla polvere della vita quotidiana |
user33434 | inviato il 24 Novembre 2021 ore 11:47
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| inviato il 24 Novembre 2021 ore 12:54
“ aggiungo queste interessanti riflessioni ilfotografo.it/primopiano/la-street-photography-contemporanea-e-nuda-i „ Come promesso ecco alcune riflessioni sull'articolo richiamato, tra inesattezze e superficialità: “ La street photography è diventata così popolare da produrre centinaia di immagini piatte e stereotipate. Quello scatto che gira su Facebook della nonna di qualcuno che fa la spesa ha davvero un valore artistico? Questo tipo di immagini ha un qualsiasi rapporto con le opere di Cartier- Bresson? Probabilmente no. Non solo perché il contenuto è troppo “già visto” (grazie alla nostra cultura visiva e al fatto che chiunque oggi ha una fotocamera in tasca), ma anche perché manca di visione. Buona parte di quella che oggi chiamiamo fotografia di strada necessita di un momento di verità. L'imperatore è nudo. „ Trovo molto riduttivo e semplicistica ridurre il classico accostamento HCB-street. E' una estrema semplificazione, al limite del banale per chi non conosce un po di storia della fotografia dedicata al reportage, e classicamente legata alla visione del momento unico ed irripetibile, molto formalista tipico bressoniano. Ma è solo lui il padre della street? In sostanza spesso chi scrive di fotografia di strada è rimasto incastrato nei suoi angusti confini dei quali si parla in prevalenza. E' nazional-popolare l'assioma street-momento decisivo, che non si riesce (o non si vuole) uscire da questo. Ancora più fuorviante è l'assioma fotografia arte. Pochi sono coloro che praticano fotografia di strada che considerano arte questa disciplina, ammesso che lo sia anche per altri generi. Oggettivamente non saprei dire che la maggior parte di coloro che praticano fotografia (in generale) pensino a se stessi come fotografi o come artisti, provo ad azzardare un cinquanta e cinquanta, anche se sono convinti della assoluta minoranza degli artisti. Se infine stiamo ancora dietro al già visto, possiamo chiudere i battenti di quasi tutta la fotografia, ammesso che le differenze non si notino perchè non si conoscano abbastanza. “ Il problema è duplice: non c'è alcuna barriera all'ingresso e non c'è esposizione alla critica. „ Per fortuna direi che non c'è nessuna barriera di ingresso, altro che problema! Roba da matti. Non è inoltre vero che non vi sia una esposizione alla critica. Ogni volta che viene pubblicata una foto è esposta e chiunque può esprimere la propria opinione di piacimento, di non gradimento, di disinteresse... semmai è la c.d. critica qualificata che manca di fare il proprio lavoro. Facile restare generalisti, altro è andare a sporcarsi le mani con casi concreti. Mi è capitato di vedere un noto critico che scrive su un grande quotidiano nazionale, molto seguito, non fare una bella figura quando è sceso su un profilo FB di un fotoamatore molto bravo... un tantino altezzoso ma più che altro superficiale e non preparato su quell'autore. Inutile estrapolare una foto dal contesto e dal suo lavoro complessivo e dire che non si capisce... lasciamo stare. “ Mi spiego: oggi per sentirsi un fotografo di strada è sufficiente avere una fotocamera, anche quella del cellulare, e una piattaforma su cui pubblicare (Facebook, Instagram o un sito web). Le cose non sono state così semplici per Frank, Winogrand o Bruce Gilden. Ognuno di loro ha investito nell'idea di fare fotografia di strada e poi ha dovuto sottoporsi all'opinione di critici ed editori – un po' più severi dei nostri amici di Facebook. Inoltre, i critici facevano appunto “critica”, non esprimevano semplici gusti personali. Conoscevano la storia della fotografia e la filosofia estetica e inserivano l'opera (o la escludevano) in un più ampio discorso. Oggi contiamo i “Like” di Facebook e desumiamo che uno scatto abbia valore artistico: siamo ciechi guidati da altri ciechi, e comincia a notarsi. „ Sempre sul solito tenore approssimativo ed inesatto. Frank rinvenne molti ostacoli dalla c.d. critica qualificata, lo stesso Winogrand o Gilden hanno nel loro periodo avuto molti ostacoli per la visione diversa che avevano con il loro praticare fotografia di strada rispetto ai canoni standard (celebre la frase di Winogrand: storta rispetto a cosa a chi lamentava che le sue foto non erano dritte). Altri Autori importanti sono stati ignorati completamente per il loro lavori (penso a chi sperimentava il colore come Leiter, Herzog, Meyerowitz) la cui forza espressiva è stata rivalutata successivamente). Secondo questo pensiero una come la Maier non doveva nemmeno avere la macchina fotografica. “ Come mai però esiste così tanta pessima fotografia di strada? „ Beh, intanto quale. Vogliamo fare critica seria o facciamo come al bar, governo ladro? L“ a risposta non è semplice, ma possiamo provare a capire cosa stia succedendo. Le persone prendono una fotocamera (un investimento modesto, oggi come oggi), escono e cominciano a fotografare a caso sconosciuti che fanno cose – o più spesso che non fanno niente. Poi tornano a casa, spulciano 9.000 scatti e ne scelgono un paio che sembrano validi. Li condividono online, siedono e aspettano. Succede poi che amici e “follower” offrano i loro Like. Arrivano quindi i troll, spesso semplicemente gelosi dell'attenzione altrui, e gettano qualche ombra. Iniziano le guerre di commenti. Niente di tutto ciò ha nulla a che fare con le qualità estetiche degli scatti. Per bene che vada, qualcuno può esprimere un gusto personale (“Non mi piace questa foto”), ma senza valore aggiunto. „ Ma la critica allora esiste o no? “ Non c'è più una vera critica. „ Ah, ecco, non esiste quella vera. Beh, dovrebbe farla l'autore, che ci provi. Però quella vera non sparare nel mucchio comportandosi esattamente come un follower od un troll qualsiasi. “ Ed è così che nelle nostre vite appaiono sempre più immagini banali e ridondanti. Vi prego di non fraintendere. Si può fare una fotografia di strada “banale” eppure altissima. William Eggleston la fa. Nella fotografia di strada contemporanea, però, c'è una semplicità non ricercata, dietro la quale c'è solo assenza di visione artistica. La differenza è immensa, basta dare un'occhiata a uno scatto di Eggleston per coglierla – lui mostra il banale in un modo che cambia il nostro modo di guardarlo „ Un pensiero molto alto su Eggleston... "banale eppure altissima" . Boh. Vera critica.. “ Sembra che nessuno processi più gli scatti – e per forza, quando un fotografo ne carica quotidianamente dieci o venti! È un ritmo semplicemente insostenibile per una forma d'arte. E se quello che facciamo non è arte, dovremmo chiederci cosa sia. „ Tralascio quanto scrive sulla post che nemmeno merita; ma è proprio sicuro che la fotografia di strada sia arte? Secondo me non lo ha capito.. Insomma se la street è messa male (secondo lui), la c.d. critica non è messa meglio (secondo me), e forse anche questo è uno dei suoi mali. Difficile cercare le domande giuste, più facile fornire le risposte sbagliate. |
| inviato il 24 Novembre 2021 ore 13:13
"è proprio sicuro che la fotografia di strada sia arte? Secondo me non lo ha capito..'....se un'immagine o un lavoro è richiesto è ben pagato si, se marcisce sul web nonostante i tanti like no (i like sono gratis). Funziona così. |
| inviato il 24 Novembre 2021 ore 13:15
“ Secondo questo pensiero una come la Maier non doveva nemmeno avere la macchina fotografica. „ Vedo spesso citare la Maier. Colgo l'ocacsione per una considerazione: è esistita, ma non il suo fenomeno. Mi spiego. Mentre gli altri autori hanno operato come fotografi nel loro tempo, hanno curato i loro lavori anche per renderli pubblici, la Maier non sarebbe mai emersa se qualcuno non avesse creato il mito, ovvero se non avesse comprato il pacchetto di negativi, avesse fatto una selezione per stamparli, si fosse prodigato per far emergere il fenomeno. Senza nulla togliere al valore degli scatti di Vivian maier, che a me piace moltissimo, il suo è un lavoro completamente diverso da quello delgi altri, proprio perché creato ad arte a posteriori sulla base degli scatti fatti senza una particolare finalizzazione. Quanto meno è un lavoro a 4 mani: la Maier che ha scattato e colui che ha curato l'operazione, il cui valore non è minore di quello dell'autore (anzi è sttao proprio determinante) |
| inviato il 24 Novembre 2021 ore 13:23
Probabilmente la Maier è stata una dilettante appassionata di Fotografia, disinteressata al mercato, sprovveduta riguardo alla critica. Una figura luminosa in un panorama molto dubbio. La foto le ha scattate lei. Mi sembra un po' esagerato assegnarle solo un 50%. Ma è inutile dosare percentuali. |
| inviato il 24 Novembre 2021 ore 13:27
Però, prima di azzuffarsi su Fotografia Arte sì/Arte no, bisognerebbe intendersi una buona volta sul significato di Arte. O no????? |
| inviato il 24 Novembre 2021 ore 13:30
Dilettante in vita perché nessuno la conosceva tantomeno interessata ad essere una professionista (almeno per quel che si sa di lei), oggi però suoi lavori hanno un valore. |
| inviato il 24 Novembre 2021 ore 13:31
“ Però, prima di azzuffarsi su Fotografia Arte sì/Arte no, bisognerebbe intendersi una buona volta sul significato di Arte. O no????? „ Non sciupiamo il topic... lasciamo separata l'arte dalla folla.
 www.juzaphoto.com/galleria.php?t=2808771&l=it O no? |
| inviato il 24 Novembre 2021 ore 13:32
“ La foto le ha scattate lei. Mi sembra un po' esagerato assegnarle solo un 50%. „ nessuna percentuiale. Era solo per dire che l'emersione di un fenomeno "artistico" è indipendente dalle capacità obiettive dell'autore e spesso legato ad altro tipo di competenze. E soprattutto che uno può essere grande artista, ma se non riesce a far uscire le sue opere in maniera convincente è del tutto inutile. Nel caso della Maier, c'è sttao qualcun altro che ci ha pensatop. nel caso degli autori noti ci hanno pensato da loro stessi (magari anche servendosi di curatori, ma senza che la personalità di questi fosse preponderante). Insomma ogni fenomeno gode di fortune e privilegi unici e irripetibili. Quando noi parliamno di un autore, in realtà facciamo riferimento al fenomeno che conosciamo, quello che arriva della sua opera. tante potenzialità inepsresse non sono arte perché non raggiungono alcun destinatario (o pochi) “ lasciamo separata l'arte dalla folla. „ dalla folla senz'altro, ma dai destinatari non è proprio possibile: è insito nell'arte avere dei lettori dlel'opera |
| inviato il 24 Novembre 2021 ore 13:37
"uno può essere grande artista, ma se non riesce a far uscire le sue opere in maniera convincente è del tutto inutile."... purtroppo è così, se non ti sai vendere o non hai qualcuno alle spalle che gestisce il tuo lavoro resterai uno sconosciuto. La gavetta serve anche a questo cosa che non esiste sul web, pubblichi è basta. Siamo sicuri che saltare le tappe sia una buona cosa?...il web è un'arma a doppio taglio. |
| inviato il 24 Novembre 2021 ore 13:50
Hai vinto un concorso importante?...bravo, complimenti. La foto è stata comprata?...se la risposta è sì allora il tuo lavoro è stato riconosciuto altrimenti sei solo il vincitore di concorso (a pagamento). |
| inviato il 24 Novembre 2021 ore 14:33
Quindi arte è solo ciò che viene richiesto e pagato? |
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