| inviato il 27 Novembre 2018 ore 21:43
Non dimentichiamo che le MTF sono su mire piane monocromatiche (2D, fuoco perfetto) e le foto invece sono a colori di scene 3D MrGreen Vero Valgrassi, ma le mire ottiche sono monocromatiche solo per comodità (ed economicità), ovverosia perché il contrasto fra il bianco e il nero è subito evidente e soprattutto perché con le mire monocromatiche si nota subito, se c'è, il colore laterale. In altre parole le mire ottiche potrebbero anche essere a colori e quindi, per esempio, giallo paglierino chiarissimo e blu di Prussia oppure azzurrino da cielo in controluce e rosso mattone, in entrambi i casi insomma sarebbe comunque facile realizzare mire con un contrasto anche 1000:1 (ossia 10 stop di differenza fra linee chiare e linee scure), solo che in questo caso diverrebbe proibitivo rilevare il colore lateral non credi? Per quanto invece riguarda le scene riprese è vero che esse sono in tre dimensioni ... ma l'obiettivo, essendo singolo, sempre bidimensionali te le riporta. E questo nonostante ci sia sempre qualcuno disposto a giurare, e spergiurare, che le ottiche tedesche siano le uniche capaci di rendere le fotografie tridimensionali! Ah, dimenticavo, le mire ottiche sono piane non solo per facilitare la messa a fuoco ... ma anche per poter facilmente rilevare la curvatura di campo. |
| inviato il 27 Novembre 2018 ore 22:16
@Paolo le MTF ci sono dagli anni Cinquanta e sono cominciate con la TV BN. Alcune aberrazioni non le misuri con un MTF. C'è chi compra un'ottica attratto da MTF fantastici (senza provarla). Poi la rivendono perché sul campo secondo loro non rende come da aspettative. In passato c'era chi faceva misure MTF in luce verde, con un vantaggio non trascurabile. Su questi argomenti fa testo il compianto Hubert Nasse (Zeiss). |
| inviato il 28 Novembre 2018 ore 14:56
OT @ Valgrassi: le SPLINE, nel 1979 acquistammo il primo sistema CAD nato per il tessile, era il SCITEX Response 220 basato su computer HP1000 che avevano meno di 64kbit di RAM, e soli 12 canali colore a 2 bit ciascuno.Per creare i filetti dei motivi Cashmire il comando si chiamava SPLINE, l'operatore puntava dei punti sul disegno scansionato e l'algoritmo con la funzione spline tracciava il filetto con lo spessore in punti desiderato. Si usavano risoluzioni di plottaggio in B/N su pellicola Ortho ad alto crontasto Rapid Access di 12 o 16 pp/mm 3 Workstation 1 scanner e 2 Plotter occupavano il primo piano di un villino P.S. pochi sanno che Sci-tex era l'acronimo di Scientific Textiles, forse pochi si ricordano dei primi sistemi di elaborazione grafica, i padri di Photoshop, Hell, Crossfield, Dainippon e SciTex e dopo Barco Graphics che costavano un occhio della testa. Quando usci Photoshop su Apple costava nemmeno un ventesimo di una stazione grafica dedicata |
| inviato il 29 Novembre 2018 ore 16:44
@Andrea vintage OT UBC, Vancouver (1976) 2k parole di 20 bit, FT in 18" (Nicolet). Disco rigido da 40 cm: 5 MB. Teletype. "Those were the days my friend/ we thought they'd never end..." La scossa l'ha data lo Sputnik nel 1957, la miniaturizzazione è partita da lì, per paura di un ICBM su Manhattan |
| inviato il 08 Dicembre 2018 ore 13:46
Infine posso concludere che per me, che scatto quasi sempre a 1/1.500 e F5,6-8 , la pellicola non è la scelta migliore. Ah, beh, a quelle condizioni proprio no eh! Per capirci io, personalmente, i tempi di posa più brevi di 1/125 di secondo li uso praticamente mai ! |
| inviato il 08 Dicembre 2018 ore 20:48
Nello sport (sci e calcio) gira così se vuoi fare buone cose ... |
| inviato il 09 Dicembre 2018 ore 15:58
Eppure Tony, e tu lo sai certamente, in altre epoche il calcio, giusto per restare col tuo esempio, si fotografava con una pellicola 400 ASA e la coppia 1/500 f 2.8 Di certo il movimento non veniva mai del tutto bloccato ma altrettanto certamente neppure ne riavevi sempre e comunque la poco gradevole sensazione di stare osservando un soggetto ripreso in posa, piuttosto che in movimento ... senza contare che un minimo di mosso sul soggetto enfatizza il dinamismo della scena. |
| inviato il 10 Dicembre 2018 ore 1:14
Io con i 6mpx dellla Fuji s5pro ottengo una stampa 30x40 migliore di una ottenuta con tmax 100... Solo una prova empirica, non basata su fattori scentifici |
| inviato il 10 Dicembre 2018 ore 19:28
@Gobbo con la s5 Pro devi mettercela tutta per avere solo 6 Mpx! Coi suoi 12 M fotositi fa un'ottima interpolazione a 12 Mpx che corrisponde a un un 9 Mpx Bayer classico. Giuliano1955 è più che contento dei 6 Mpx della s5 per i ritratti. |
| inviato il 10 Dicembre 2018 ore 23:31
@PaoloMcmlx Non è vero!  Ai miei tempi, negli anni 60', non so il calcio che non facevo, ma lo sci si faceva con i 100 max 200 ASA (oltre non c'erano praticamente pellicole) ed 1/500 a F8 o giù di li. Anche io non disdegnavo quel tempo fino a qualche anno fa, alternandolo con 1/1000. Poi ho letto un dotto articolo che spiegava scientificamente come in pratica sotto 1/1.500 ci sia un bel mosso. Ho riflettuto, ho provato e ... non ho più smesso con almeno 1/1.500... |
| inviato il 11 Dicembre 2018 ore 14:17
Negli anni '60 certo che no Tony, allora era una mezza grazia a Dio avere anche solo un campo illuminato figuriamoci illuminato in maniera tale da poter fotografare, e/o riprendere le partite in notturna ... che tralaltro allora nemmeno si usavano le partite in notturna! All'inizio degli anni '80 si è cominciata a diffondere la moda delle partite disputate alle ore più assurde, regalo delle TV a pagamento, e all'epoca praticamente tutti gli stadi più importanti avevano una illuminazione atta a consentire, appunto, di riprendere con l'accoppiata 1/500 e diaframma f 2,8 ... e con pellicole di 400 ASA che erano il massimo di sensibilità (con una grana ancora accettabile) per l'uso sulla carta stampata. |
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