| inviato il 01 Marzo 2016 ore 16:50
“ Peccato che quando guardo qualcuno a qualche metro da me mi perdo il bokeh che lo circonda. ConfusoTristeEeeek!!! E non riesco mai a vedere l'effetto seta del mare.. Nemmeno se metto gli nd davanti agli occhiali da sole... Peccato! Come non riesco a vedere le strade e le viuzze in bianco e nero.... Uffa! „ Dici che qualcuno guardando una foto in bianco e nero potrebbe essere indotto a credere che le strade e le viuzze riprese sono davvero in bianco e nero nella realtà? In caso contrario, mi permetterei di farti notare che è da un po' che la questione di cui si parla è tutt'altra... |
| inviato il 01 Marzo 2016 ore 17:02
Beckerwins, so che non vuoi parlare con me in quanto anonimo, ma qui, eccetto alcuni commenti, non mi sembra ci sia troppa confusione. Mi sembra chiaro che il motivo del contendere sia l'ONESTÀ. Hai perfettamente ragione quando dici che c'è gente che inserisce nel contesto "paesaggio naturale" immagini pesantemente modificate. Hai ragione perché in cuor tuo sai di essere eticamente onesto quando ti metti davanti a Photoshop e, allo stesso tempo, sai per esperienza, che invece ci sono altri che non si fanno scrupoli nel modificare radicalmente la scena fotografata e alla fine ottengono un risultato che (causa doping) supera il tuo. E giustamente te ne lamenti e reciti il tuo mantra: "Non ho niente in contrario ad aggiungere un fulmine, ma che lo si dica e che vada nella sezione giusta: artwork". Ecco il problema nasce qui. L'ONESTÀ. La fotografia non è un mezzo che storicamente si sia prestato ad essere sottoposto a rigide convenzioni. Non l'hanno ingabbiata con la pellicola, figuriamoci con il digitale. Seguo da anni il blog di Smargiassi (con il quale condivido la metà delle cose che dice) e penso che Valerio, a mio modesto parere il più acuto commentatore che vi circola, liquida la questione così: "Convegni o blog, che se ne parli, la fotografia é abilissima a sguisciare tra reti e paletti 'fregando' da sempre quelli che vogliono intrappolarla." Quindi, come ho già scritto in precedenza, non ci resta che accettare un'immagine per quello che è, una fonte di idee, emozioni, saperi, concetti, stimoli ... Rassegnandosi a non sapere mai quanto la realtà riprodotta che ho di fronte sia vera. Il timbro di Gbg può essere un falso. Chi mi assicura che Gbg non menta ? Concludendo: o mentiamo a noi stessi credendo acriticamente all'onestà di autori di cui ci fidiamo. O prendiamo tutto per buono accettando quello che l'immagine, vera o falsa che sia, ci comunica. |
| inviato il 01 Marzo 2016 ore 17:24
Concordo con te Bauman. Certamente é una questione di onestá. Mi permetto di rettificare solo due punti “ Hai perfettamente ragione quando dici che c'è gente che inserisce nel contesto "paesaggio naturale" immagini pesantemente modificate. Hai ragione perché in cuor tuo sai di essere eticamente onesto quando ti metti davanti a Photoshop e, allo stesso tempo, sai per esperienza, che invece ci sono altri che non si fanno scrupoli nel modificare radicalmente la scena fotografata e alla fine ottengono un risultato che (causa doping) supera il tuo. „ Non é questo il nodo cruciale. Anche perché faccio una tipologia di Fotografia che ritengo diversa (tantissime mie immagini non sono presenti sul web), mentre lato commerciale, nel paesaggio ho sempre ottenuto consensi (mi permetto di aggiungere ben oltre social media e forums). Senza poi considerare il fatto che per gusto personale ritengo molto posticci, stereotipati e noiosi la maggior parte di questi lavori, ma questo é un discorso assolutamente a se stante. Ció che ritengo ben piú serio é la distorsione della realtá che oggi forniscono i social media. Si ragiona per camionata di likes, ove in alcuni casi si ottengono con dello scambismo. Egocentrismo, arrivismo ed individualismo fanno si che in diversi casi, ottenuta una buona dose di likes, il personaggio di turno si svegli l'indomani mattino con il piglio del fenomeno, arrogandosi il diritto di rifedinire confini e sentirsi piú "potente" del buon Ansel Adams. “ Concludendo: o mentiamo a noi stessi credendo acriticamente all'onestà di autori di cui ci fidiamo. O prendiamo tutto per buono accettando quello che l'immagine, vera o falsa che sia, ci comunica. „ Siamo su un forum di fotografia. Partiamo da questo assunto e cerchiamo di trovare il grigio tra quel bianco e nero di cui si é discusso, perché ribadisco, citazioni o meno, Smargiassi si o no, ci sono alcuni generi di fotografi in cui vi sono dei presupposti fondamentali. Non li ho inventati io e non puó essere di certo FB a dirci il contrario oggi. Poi, é chiaro, in alcuni contesti se ne discute (vedi forums e blogs), in altri (giustamente) non viene nemmeno presa in considerazione la questione, dato che lapalissiana. |
| inviato il 01 Marzo 2016 ore 18:13
“ Seguo da anni il blog di Smargiassi (con il quale condivido la metà delle cose che dice) „ Smargiassi analizza la fotografia sotto tutti i punti di vista sviscerandone ogni aspetto per arrivare quasi sempre a conclusioni equlibrate, logico che tu partendo da una visione preconcetta e a senso unico apprezzi solo quello che ti fa gioco esattamente come dall'altra parte fanno gli altri, chiaro che così non se ne può venire fuori e si contunua a litigare all'infinito, bisogna valutare a mente aperta tutto evitando di strumentalizzare stralci decontestualizzati. Per il resto concordo con Fortunato |
| inviato il 01 Marzo 2016 ore 18:17
Io fondamentalmente fotografo per un unico cliente, che è molto esigente: pretende che si rispetti il più possibile l'emozione che in quel momento è stata percepita, non ammette aggiunte o cancellature vistose, non permette di spostare o alterare. Il mio cliente desidera emozionarsi nello stesso modo del fotografo, nè più ne meno. Se al fotografo quel mattino l'alba non gli trasmette nulla, il mio cliente è così generoso che, piuttosto che vedersi davanti una alterazione dei suoi sentimenti, preferisce non vedere nulla. Sono fortunato io come fotografo, seppur abbia un solo cliente sò che questo non mi costringe a portar a casa per forza qualcosa di strepitoso ma si accontenta di quello che provo e vedo. A volte il mio cliente si ritrova dopo una mia sessione di scatti con in mano una manciata di foto ricordo prive di emozione, a volte gli và molto meglio e ha qualcosa da emozionarsi pure lui. E quando lui si emoziona la mia passione di fotografo raggiunge lo scopo. Forse sia io che il mio cliente ci accontentiamo di poco, sicuramente non riceviamo grossi consensi anche perchè lui non vuole che io vada in posti dove vanno tutti i foto-copiatori a fare le stesse inquadrature ma mi esorta sempre a cercare scorci nuovi. A lui non interessa con che mezzo faccio le foto, se uso un banco ottico o il cellulare, se uso photoshop o l'ingranditore. A lui interessa emozionarsi per davvero senza avere dubbi che quello che vede sia stato alterato solo per fagli piacere o per farmi dire bravo.. Io e il mio cliente ci capiamo molto bene, siamo sempre in sintonia. |
| inviato il 01 Marzo 2016 ore 19:17
“ Ció che ritengo ben piú serio é la distorsione della realtá che oggi forniscono i social media. Si ragiona per camionata di likes, ove in alcuni casi si ottengono con dello scambismo. Egocentrismo, arrivismo ed individualismo fanno si che in diversi casi, ottenuta una buona dose di likes, il personaggio di turno si svegli l'indomani mattino con il piglio del fenomeno, arrogandosi il diritto di rifedinire confini e sentirsi piú "potente" del buon Ansel Adams. „ Su questo punto concordo a metà. Da una parte è vero che ci sono distorsioni del merito dovute a scambi di favori (likes, follower ...), queste però a mio parere sono un po' fini a se stesse e servono solo ad alimentare l'ego personale e a dare conforto e sicurezza a vite e carriere un po' scialbe e piatte. Se uno è un incapace, non saranno certo alcune centinaia di likes abilmente guadagnati con sapiente marketing 2.0 a farmi ricredere del contrario. E se una mattina si sveglia da fenomeno, che si goda il momento, ci penserà il tempo a riportare le cose sul binario giusto. Per me si tratta di effimere soddisfazioni da quarto d'ora warholiano. Dall'altra parte invece secondo me è da analizzare con attenzione il successo di alcuni fenomeni social della fotografia perché portano con loro significati non di poco conto. I vari Lisa Holloway, Michael Shainblum, Marc Adamus, Max Rive, Jake Olson, Jeremy Cowart o gli Instagrammers hanno un successo di pubblico effettivo e poco dopato dall'effetto scambio. I loro lavori incontrano quello che è un gusto trasversale dell'utente medio di internet. Volessimo fare quelli che la sanno lunga mettendosi sul piedistallo, sanciremmo che si tratta di prodotti della bassa cultura al pari delle canzonette vincitrici di Sanremo, l'equivalente dei milioni di followers delle Lady Gaga, Kate Perry o Justin Bieber o dei blockbuster mainstream che riempono le sale cinematografiche di tutto il mondo. Un discorso un po' da Apocalittici ed Integrati, tanto per citare il saggio degli anni 60 di Eco. Ed invece, citando Smargiassi ("Molto, molto più interessante oggi guardare cosa succede alla fotografia su Facebook che entrare in una galleria d’arte fotografica"), il fenomeno è molto interessante da analizzare perché rispecchia un cambiamento epocale nel modo di concepire la cultura, di fare esperienza, di leggere un'immagine, il tutto su un nuovo paradigma basato sull'abbassamento dell'intervallo di attenzione, sulla banalizzazione e la semplificazione delle discussioni e sulla cattura dell'emozione istantanea. Non ho certezze, ma l'"effetto wow" di determinate immagini va proprio a colpire quell'intervallo di attenzione che nella società odierna si è accorciato repentinamente e che determina il successo di ciò che è di immediato recepimento. Per quello ritengo interessanti (più dal punto di vista d'impatto sociale che di squisita tecnica fotografica o di significato concettuale) questi fotografi. Perché intercettano un modo di essere attuale molto diverso da quello a cui eravamo abituati. E dal momento che non ho la presunzione di aver ragione io (quello della vecchia scuola) cerco di capire dove sta andando la fotografia proprio attraverso quella che ha successo in rete. “ ribadisco, citazioni o meno, Smargiassi si o no, ci sono alcuni generi di fotografi in cui vi sono dei presupposti fondamentali. Non li ho inventati io e non puó essere di certo FB a dirci il contrario oggi. „ Che ci siano generi fotografici ognuno con i propri paletti da rispettare è pacifico e siamo credo tutti d'accordo. Nel mio post però volevo evidenziare come sia difficile, se non impossibile proprio per la natura "bugiarda" dalla fotografia ("il bacio di Giuda" come la chiama Fontcuberta), riuscire a fissare questi paletti. Dove lo traccio il confine ? Io in anni di fotografia non sono riuscito a tracciarlo questo confine se non mentendo a me stesso in un atto di fede (credo nel fotografo xxx e tutto ciò che fa è pura verità). Il bacio di Doisneau è alto tradimento se la vediamo sotto il profilo etico. E allora, in mancanza di certezze, mi accontento di assorbire ciò che mi trasmette. Quindi se il bacio di Doisneau lo vediamo sotto il profilo comunicativo, mi comunica molto anche se è un falso storico. Ciao ! |
| inviato il 01 Marzo 2016 ore 19:21
Tanto per far comprendere che quando scrivo sull'arte in fotografia non esprimo giudizio personali ma prendo atto di una realtà oggettiva, ancora oggi al MOMA come paesaggio d'arte intendono questo www.moma.org/media/W1siZiIsIjE5NDY3MiJdLFsicCIsImNvbnZlcnQiLCItcmVzaXp Soddisfa le caratteristiche che indicavo, si può essere d'accordo o meno ma la realtà è questa. |
| inviato il 01 Marzo 2016 ore 19:29
Caterina quella é facile,neanche da passare al PC per raddrizzarla |
| inviato il 01 Marzo 2016 ore 19:38
Cmq devo ammettere che questo é il più interessante OT che abbia trovato. Grazie a tutti per le vostre interessanti opinioni. |
| inviato il 01 Marzo 2016 ore 19:49
Si, certo Bauman, ma ti ripeto, non si sta parlando dell'impatto sociale di Facebook (di sicura rilevanza), ma di fare delle distinzioni. Tutto il resto, più che alla Natura bugiarda della Fotografia va rimesso all'onestà del singolo individuo in questi contesti. In altri questa discussione non sarebbe mai nata. |
| inviato il 01 Marzo 2016 ore 19:51
Baumann, credo tu abbia travisato per interesse personale il pensiero di Smargiassi esattamente come avevi fatto con l'opera di Lachappelle, Su Facebook ci sono infiniti mondi molto distanti tra loro per quanto riguarda la fotografia, se non hai notizie certe a quali facesse riferimento Smargiassi, io li ho letto suoi interventi in ambiti tipo Benedusi piuttosto che in quelli che citi tu, le tue considerazioni contano zero |
| inviato il 01 Marzo 2016 ore 19:58
Per completezza d'informazione ecco l'articolo completo della citazione di Baumann che ho rintracciato smargiassi-michele.blogautore.repubblica.it/2011/10/10/foto-bugie-e-al Ed ecco un interessante passo...ma leggete tutto "Non sono d’accordo con chi pensa che i software di fotoritocco abbiano inventato la manipolazione in fotografia, e che la fotografia digitale sia essenzialmente bugiarda, mentre la fotografia analogica sarebbe essenzialmente sincera. Ho cercato di raccontare nel mio libro, che deliberatamente ignora l’ordine cronologico, che la manipolazione fa parte della storia della fotografia, che la fotografia mente per sua natura e non può farne a meno, così come non può fare a meno di contenere quella “traccia sporca di realtà” che la rende unica tra le immagini create dall’uomo. La duttilità dell’immagine digitale rende solo più agevole la manipolazione, e aumenta le tentazioni, e forse alla fine ci troveremo in un ambiente visivo dominato unicamente da immagini manipolate: ma ci arriveremo per accumulazione, non per salto di qualità ." |
| inviato il 01 Marzo 2016 ore 20:06
Beckerwins, certo, Facebook (Facebook inteso come fotografia sociale, ma avrei potuto dire 500px, Instagram, Flickr, 1x, ...) era un ampliamento del discorso relativo ad utenti di successo che utilizzano la post "spinta" per intercettare potenziali clienti/utenti/fans. Le distinzioni, sono d'accordo con te, sarebbero necessarie ma come certificare l'onestà ? |
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