| inviato il 22 Febbraio 2025 ore 23:43
Grazie al giudice per il terzo posto. Complimenti al vincitore,al resto del podio e a tutti i partecipanti |
| inviato il 23 Febbraio 2025 ore 3:37
“ anziché il limite della pellicola ci sta la batteria che permette circa 40 scatti, sembra di tornare indietro nel tempo... „ No 40 scatti no... ora non ricordo di preciso ma mi viene in mente un numero maggiore di 40, sopra i 100 sicuramente........ |
| inviato il 23 Febbraio 2025 ore 8:37
Ricordo che nella dotazione originale venivano fornite 2 batterie, proprio per permettere un'uscita senza patemi, almeno per gestire 200-250 scatti. Ovviamente senza starseli a riguardare numerose volte Ma per alcune scene resta di una qualità ancora imbattuta. |
| inviato il 23 Febbraio 2025 ore 8:42
Ottimo complimenti a tutti.... Avanti allora alla prossima ... |
| inviato il 23 Febbraio 2025 ore 8:55
Il foveon era facile rispetto al raw che vi proporrò fra breve...breve si fà per dire sono ancora al caffé mattinale, poi mezz'oretta di gabinetto, uscire il cane, ecc... |
| inviato il 23 Febbraio 2025 ore 9:03
Le batterie risentono anche delle impostazioni, senza mirino tocca alzare la luminosità, in piena luce poi... Quelle originali costano tanto, avendo tre caricabatterie mi posso permettere le compatibili. Considerata la minor efficienza nel tempo, mi ritrovo con durate simil rullino da 36... |
| inviato il 23 Febbraio 2025 ore 9:05
Io il caffe' gia' l'ho preso e sono in seconda fase Purtroppo non ho un cane da uscire. Tiko mi manca immensamente e mi fermo ad accarezzare tutti i cani che incontro. Grazie al giudice e commentatori. Bravi tutti e buona domenica. |
| inviato il 23 Febbraio 2025 ore 9:23
L'accostamento con il passato è rinforzato anche dalla parsimonia degli scatti, prima di premere quel bottoncino si cercavano quante più conferme possibili. Uno scatto errato costava! A inizio anni '70 con un pacchetto tutto incluso di rullino, sviluppo e stampa a un costo di 3.000/5.000 lire si cercava di ottimizzare al massimo. Le foto a colori si stampavano in laboratori a Milano e poi anche a Roma. Considerato che chi aveva un lavoro retribuito con 150 mila lire mensili non si lamentava. Un link del 2015, in ambito juza dove si parla di costi fotografici degli anni passati www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=1534096&show=2 |
| inviato il 23 Febbraio 2025 ore 9:36
Manca tanto anche a me la mia Queenie che se ne è andata a ottobre. Scusate l'OT |
| inviato il 23 Febbraio 2025 ore 10:04
@ Lookdido OK batterie a parte che alla fine con 4 batterie si potrebbe anche fare una bella sessione con prove eccetera altro quesito quanto ci mettono a ricaricarsi? Perchè se il tempo di ricarica è decente si può fare anche ricarica mentre si scatta. Poi c'è un altra possibilità se si allestisce un set per still life quella di fare prove coi flash con altra macchina e quando pronti per posizioni e luci e soggetti si monta la Sigma. Ovvio che se si fanno paesaggi la cosa cambia e si fa della street allora cambia ancora tutto. Ma alla fine da quello che vedo in rete è come è sempre stato anche con le pellicole una questione di capire i limiti e poi adeguarsi per quello che siamo capaci di fare. Non ha un apprendimento intuitivo anche perchè il sensore ragiona in modo diverso da quelli che siamo abituati ad usare, ma è cos' ed era così anche con le prime fotocamere a CCD. Come hai giustamente specificato 3/5k di lire per 36 foto era già un bel costo, ma ti assicuro che quando sviluppavo e stampavo le Ilford HP4 e HP5 mi facevo i rullini dalle bobine di 100mt che oggi non si trovano, i costi erano molto inferiori. Per il colore quelle cifre le spendevo negli anni 80, ma non è questo il discorso. Il vero approccio che si deve avere con queste macchine particolari è ovviamente non intuitivo, ma serve capire tutto il processo e soprattutto conoscere la luce. Non a caso chi conosce la luce scatta col cellulare e produce immagini che in alcuni casi sono meglio di chi scatta in modo intuitivo anche con le reflex, con le mirrorless altro discorso ancora, insomma il progresso avanza e il vintage non è una passeggiata in discesa, ma in salita. PS: in quel link del 2015 è tutto esagerato per alcuni, negli anni 80 a Milano in Colorzenith portavo i miei rullini anche 10 alla volta e sviluppo e stampa provinatura veniva fatta in 2 ore per solo sviluppo 1 ora. I costi erano inferiori ai soliti fotografi con negozio. Poi c'era anche un altro laboratorio professionale tipo Colorzenith che aveva gli stessi tempi e costi leggermente inferiori. Sempre a Milano in Viale Certosa c'era un negozio che vendeva pellicole e attrezzature foto che i rullini li compravi a 10 alla volta con costi molto inferiori. Insomma l'arte di arrangiarsi era la base allora. Oggi tutto a casa con amazon ha un prezzo ovviamente che tiene conto di tutto, quindi il vero costo attuale è molto diverso da allora. Provate a proporvi come venditore su Amazon e poi capirete di cosa sto parlando. Contattare i venditori senza intermediari della distribuzione oggi fa risparmiare un sacco di soldi, vero che se lo si fa con tutto si passa il tempo a fare mail bonifici e avere a che fare coi corrieri direttamente, ma come sempre è una scelta. |
| inviato il 23 Febbraio 2025 ore 10:20
Ivo interagire con la fotocamera è semplice, la competenza della lettura delle condizioni ottimali fa parte del bagaglio di chi fotografa, l'accostamento con il ccd è perfetto... Quello che ribadisco è che questa resa è del Foveon Merril, quelli della serie Quattro hanno una resa diversa, da testare prima... |
| inviato il 23 Febbraio 2025 ore 10:43
Beh avendo seguito fin dal 1980 l'evoluzione da analogico a digitale per i ritocchi nell'ambito della fotografia per la pubblicità sono ben conscio delle vere differenze e non quelle raccontate dal marketing di ogni brand. E quando dico 1980 non ho sbagliato visto che il primo mac è nato nel 1984 e il primo Amiga nel 1985 il primo era in bianco e nero il secondo a 4096 colori. Questo però nel mercato non professionale. A Londra già dal 1980 c'era lo studio ten un laboratorio che aveva l'unico Quantel un computer per elaborazione immagine che tutto era grande come una stanza. In fotolito gli scanner professionali da fotolito ragionavano già in digitale in quegli anni. Negli anni 90 tutta l'editoria si è trasformata in digitale. E gli scanner da fotolito erano praticamente dei CCD ad un livello che oggi ancora rimpiango. Il Foveon è un passo più avanti del CCD, nasce su un ragionamento di usare tre strati divisi per colore e sovrapposti, mentre tutto il resto del mondo usa un solo strato e lo deve poi demosaicizzare perchè non è certo di che colore si sta parlando in assoluto. Il Foveon legge il colore e lo sa bene di che colore si tratta. Se invece di leggere uno strato oggi un sensore deve leggere tre strati, il tempo necessario per trasferire i dati avrebbe le stesse problematiche del Foveon, ovvero tempi lunghi e non sarebbe possibile avere tutto per le raffiche attuali che si vogliono raggiungere. Ma non è solo il tempo di lettura e scrittura, è proprio tutto un ragionamento diverso anche sul colore in generale visto che poi si deve stampare su plotter o stampanti digitali. Oggi si fa fatica a far capire che il metodo LAB è l'unico metodo che può avere colori certi, figurarsi far capire la mappatura dei colori reali in un gamut di una stampante, per non parlare poi della differenza tra colore pigmento e colore luce. Insomma anche se il marketing e i brand cercano di rendere tutto semplice, poi quando ci si scontra con la realtà delle cose, o si sta negli standard di qualità che si sono notevolmente livellati oppure se si cerca qualcosa in più si deve sudare come è sempre e giustamente stato dalla pelicola ad oggi. |
| inviato il 23 Febbraio 2025 ore 10:43
Complimenti a Leo e a tutti |
| inviato il 23 Febbraio 2025 ore 16:22
Grazie a Look, complimenti a Leo e al podio tutto. |
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