| inviato il 14 Dicembre 2023 ore 17:47
Si vabbe' ragazzi ma ricordatevi che in quei tempi non tutti potevano permettersi una camera oscura anche quale che fosse... una CO seria poi era una chimera vera e propria e comunque riguardava solo una parte di quel misero 9/10% che si dedicava al BW. Una CO a colori poi non ce l'aveva proprio nessuno, e quel nessuno faceva parte di quella stragrande maggioranza, il 90%, che macinava pellicole a colori. Parlare quindi in termini di dilettanti allo sbaraglio, fermo restando il chiaro tono scherzoso di Bergat, è non solo esagerato ma rischia anche di ingenerare delle errate convinzioni. In altre parole insomma allora era inferiore, decisamente inferiore anzi il controllo che il normale fotoamatore era in grado di esercitare sul proprio operato fotografico, e in definitiva è stata proprio questa semplificazione, o democratizzazione che dir si voglia a decretare il successo, totale e immediato, del Silicio sull'Argento, e non già la presunta poca voglia di darsi da fare dei fotoamatori di un tempo! |
| inviato il 14 Dicembre 2023 ore 18:43
Comunque non ricordo matrimonialisti,, o professionisti che delegassero per la stampa soggetti terzi. Tutto avveniva in casa, a meno di fotografi professionisti affermati come ad esempio Ansel Adams and company. Discorso diverso per il negativo a colori. |
| inviato il 14 Dicembre 2023 ore 19:54
Certamente. Del resto ricordo benissimo mio zio Eolo, io negli anni '60 ero un ragazzino, che stampava da sé, e poi ritoccava con cura estrema, i matrimoni che immortalava. Le cose cambiarono solo negli anni '70, con l'avvento della fotografia a colori come fenomeno di massa, ma per tutti i '60, e la prima metà dei '70, la fotografia amatoriale e professionale era di fatto solo in BW. |
| inviato il 14 Dicembre 2023 ore 19:55
Parlo delle mie parti ovviamente. |
| inviato il 14 Dicembre 2023 ore 21:44
“ ... io sono ancora più estremista e dico che la fase di ripresa è il 20% del piacere. Il resto del bello viene dopo. „ con queste percentuali, forse, si sta parlando di "Stampatore Amatoriale", non di fotografo amatoriale. Per quel che mi riguarda, le mie percentuali sono ribaltate. Il 100% della mia passione è legata allo scatto analogico. La conseguenza è uno sviluppo fatto da me per avere un negativo come voglio io. Con questo negativo (che è il fondamento del risultato che voglio ottenere) mi si aprono 3 strade: 1) scansione e stampa dgt fatta da me o dal lab. (normalmente scatti personali, banali o per amici). 80% 2) stampa fatta da me con ingranditore (scatti per me interessanti facili da stampare ... pochi interventi in CO). 15% 3 stampa con ingranditore, demandata a lab professionale. (per me ottimi scatti dove voglio il massimo della qualità e/o negativi 4x5 che nn posso stampare io per mancanza di ingranditore adeguato). 5% La cosa bella dell'analogico, è che una volta ottenuto un buon negativo, si può diventare talebani della chiusura del cerchio con la stampa da ingranditore, anche dopo decenni... il neg è sempre lì a ns disposizione per farci quello che si vuole. |
user250784 | inviato il 14 Dicembre 2023 ore 23:52
“ anche dopo decenni... il neg è sempre lì a ns disposizione per farci quello che si vuole. „ Parole da scolpire nella roccia! Ma, anche e soprattutto, Velvia: Velvia da ammirare Velvia da godere!!!
 |
| inviato il 15 Dicembre 2023 ore 8:30
Negli anni '70, il costo per allestire una camera oscura amatoriale decorosa, era più o meno paragonabile a quello di un buon obiettivo per una reflex, quindi alla portata della maggior parte dei dilettanti. Sviluppo e stampa in B&N erano relativamente facili, mentre per il colore erano in pochi a cimentarsi, date le difficoltà, e gli stessi professionisti in genere si servivano di laboratori. In quegli anni, la quasi totalità degli appassionati, trattava da sé il B&N, lo dico a ragion veduta perché sia la cerchia dei miei amici fotoamatori, che i clienti evoluti del negozio in cui lavoravo, faceva esattamente così. Poi c'erano dei pazzi, tra cui anche il sottoscritto, che si cimentava anche con il colore, arrivando al punto di sviluppare in casa gli spezzoni di pellicole cine Eastman, che rimediava gratis. Se è stato fissato e lavato con cura, il negativo dovrebbe conservarsi (quasi) per l'eternità, come pure il file RAW di una digitale, se teniamo con cura i nostri dati, facendo backup e refresh degli archivi. |
| inviato il 15 Dicembre 2023 ore 8:36
Gesù... è ricomparso... Vediamo se batte il record precedente di NON permanenza... |
| inviato il 15 Dicembre 2023 ore 10:24
Io non ho idea di quanti di voi espongano le proprie foto al MOMA o pubblichino in occasione del wildlife photographer of the year... Nel mio caso mi accontento di foto stampate da appendere in casa, in studio, da regalare ad amici o ancora da farci qualche album ricordo. Le poche diapositive che faccio le guardo da solo con un buon diaproiettore. Alla fine, sarò di bocca buona, ma una ilford, una fomapan o anche robe più plebee me le faccio bastare. Ovviamente sviluppando e stampando come si deve |
| inviato il 15 Dicembre 2023 ore 10:27
Schyter da le sue percentuali di realizzazione ed è un discorso interessante; io ho provato il suo punto numero uno ( cioè scatto in pellicola e poi scansione e relativa stampa digitale) che lui dichiara costituire l'80% della sua produzione), ma non ho avuto benefici reali: le stampe fatte in digitale ma ottenute con scansione, non avevano nulla della pellicola se non una esaltazione della grana. E la qualità e definizione erano inferiori. Non mi sembrava che l'operazione avesse senso. Era pure molto scomodo il fatto che, usando una 6x7, fossi costretto ad avere solo 10 scatti per rullino. Poi, la scansione era un po' noiosa. Ecco il motivo, per me che molto raramente vendo materiale fotografico, di alienare in fretta la medioformato che fruttò un nel po' |
| inviato il 15 Dicembre 2023 ore 11:48
Alla fine, sarò di bocca buona, ma una ilford, una fomapan o anche robe più plebee me le faccio bastare. Ovviamente sviluppando e stampando come si deve *********************** E il punto è proprio questo Nicodemo: "sviluppando e stampando COME SI DEVE". |
| inviato il 15 Dicembre 2023 ore 11:49
O proiettando... come si deve! |
| inviato il 15 Dicembre 2023 ore 12:01
@Claudio Santoro... onde evitare frintendimenti aggiorno i dati con numeri reali relativi alle percentuali di cui sopra. Visto che si sta chiudendo il 2023 ho all'incirca questi numeri. 1.200 scatti analogici decenti (70% in 135 28% in 120 e i restanti 4X5 pinhole) di questi 1200 negativi ne ho stampati io o il lab in digitale, circa 25 4 li ho stampati io sotto ingranditore (per provare 2 ingranditori presi questa estate) 2 li ho fatti stampare sotto ingranditore da lab professionale (uno per me e uno per un amico) I 1200 negativi sono nei pergamini ed in qualsiasi momento ne usufruisco come meglio credo. |
| inviato il 15 Dicembre 2023 ore 12:08
alcuni grandi maestri ,incensati dai più, la camera oscura per stampare le loro foto l'hanno frequentata ben poco... e questo nulla toglie alla loro opera. non vedo perchè uno non possa delegare la stampa, senza essere considerato un "impuro" un eretico... |
| inviato il 15 Dicembre 2023 ore 12:13
Ma possibile mai che ogni volta vengano fuori i soliti discorsi triti e ritriti? “ non vedo perchè uno non possa delegare la stampa, senza essere considerato un "impuro" un eretico... „ Esatto... +1 |
Che cosa ne pensi di questo argomento?Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 251000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista. |

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |