| inviato il 01 Gennaio 2025 ore 20:21
E Kodak no... e Ferrania non ne parliamo neanche... ora non va più bene neanche Ilford... fatemi capire: chi si salva e merita fiducia secondo voi? Forse Fujifilm (cioè la meno trasparente di tutti riguardo a cosa produce e che comunque ha dismesso molti prodotti mentre le altre tre ne hanno reintrodotti negli ultimi anni)? Insomma, dai, fatele voi che vi lamentate le pellicole no? |
user266939 | inviato il 01 Gennaio 2025 ore 21:32
Interessanti tutti i vostri spunti Continuerò a leggere. Il mio piccolo contributo alla causa: Kodak Rollei Ilford le mie scelte. |
| inviato il 01 Gennaio 2025 ore 22:44
“ Il mio piccolo contributo alla causa: Kodak Rollei Ilford le mie scelte. „ in pratica hai scelto solo di non usare Fuji e Adox |
| inviato il 01 Gennaio 2025 ore 22:52
“ in pratica hai scelto solo di non usare Fuji e Adox „ e Foma, Ferrania, Agfa, Bergger, Orwo, .... |
| inviato il 02 Gennaio 2025 ore 0:37
Agfa è Adox. Foma vero, interessante perché fa carta ... ma quanti brand trovi nei principali negozi? una volta che hai preso Rollei, Ilford e Kodak hai praticamente provato quasi tutto |
| inviato il 02 Gennaio 2025 ore 8:37
“ altra cosa è definire una pellicola come questa degna di far parte della famiglia del c41 tradizionale. „ Ma NESSUNO, proprio nessuno mai ha detto che quella è pellicola da c41 tradizionale, harman stessa per prima ha detto chiaramente da più parti che quella è il risultato della prima iterazione di una ricerca aziendale. L'hanno scritto, l'hanno fatto dire in ogni video promozionale, c'è persino l'intervista ai due tecnici resposnabili del progetto che dicono proprio "è venuta così, ma ci manca tutta questa serie di cose [segue elenco] , l'obbiettivo è un altro". Solo quelli che stanno sui forum cercano scuse per, come al solito, difendere il proprio fortino di presunta sapienza dall'arrivo di gente nuova. |
| inviato il 02 Gennaio 2025 ore 8:39
“ Del resto chi non si ricorda le pesantissime critiche (a sfiorare quasi il penale) a Ferrania Film??? „ (lì c'era se non sbaglio la promessa di una diapositiva colore entro brevissimo, con finanziamento chiesto al pubblico, che ha portato dopo anni e anni a una bianco nero un po' problematica e zero riconoscimenti a chi aveva messo quei soldi, se non ricordo male. Ora si sono un po' messi in riga, ma la promessa "dateci i soldi che entro poco facciamo questo e quello" è stata un po' al limite e certo non ha ben disposto il pubblico. Bastava forse essere più realisti nelle promesse e tutti l'avrebbero presa meglio) |
| inviato il 02 Gennaio 2025 ore 9:27
Ho dato un'occhiata alle foto, direi che non mi piace molto, ma sono considerazioni personali su cui non mi fermo. Mi chiedevo invece se io fossi loro cosa avrei fatto? Qui ho capito cosa han fatto. Una pellicola tradizionale c'è ed è fallita, e quindi bisogna stupire. Alto colore, contrasto e tutte le fotoshoppate di moda inclusa, incredibile mai vista prima su un cellulare, questa misteriosa e affascinante grana. Cosa altro potevano fare per stupire e farsi notare? Il confronto va fatto con il cellulare, non con le portra o le dia tradizionali. È un passo avanti non indietro. |
| inviato il 02 Gennaio 2025 ore 9:28
Ad essere precisi non andò proprio così, anche se il confine tra le varie interpretazioni è percezioni capisco che può essere labile. L'obiettivo della campagna Kickstarter era di raccogliere i fondi per acquistare i macchinari salvandoli dalla rottamazione e quell'obiettivo è stato raggiunto. Ricordo che il successo di tali iniziative di crowdfounding non è garantito quindi uno mette i soldi a proprio rischio. La ricompensa per chi finanziata il progetto era la realizzazione di un lotto di diapositive utilizzando una rimanenza di materie prime e appunto i macchinari; poi però una serie di fattori non previsti (tra cui il ritrovamento di amianto) li tenero lontani dallo stabilimento, le materie prime scaderono, poi per il passaggio di una strada dovettero nuovamente uscire, ecc. ecc. Insomma quel lotto di diapositive (che non era l'obiettivo del progetto) non fu realizzato. Successivamente, nel procedere con la ricerca per produrre una diapositiva (questi era l'obiettivo finale a lungo termine), iniziarono a produrre la pellicola B&N. Si sostenitori della campagna Kickstarter fu proposta la pellicola B&N in cambio della diapositiva inizialmente prevista come ricompensa. |
| inviato il 02 Gennaio 2025 ore 9:54
“ Qui ho capito cosa han fatto. Una pellicola tradizionale c'è ed è fallita, e quindi bisogna stupire. Alto colore, contrasto e tutte le fotoshoppate di moda inclusa, incredibile mai vista prima su un cellulare, questa misteriosa e affascinante grana. Cosa altro potevano fare per stupire e farsi notare? „ no, non hai capito cosa han fatto. Non c'è nulla di fallito, nulla da stupire. Hanno iniziato la ricerca per una pellicola colore tradizionale (lo dicono proprio loro che vogliono fare quella) e dopo un annetto han tirato fuori questa. Gli sembrava abbastanza dignitosa per far parlare del progetto e raccattare due soldi da chi non sta per forza cercando la resa perfetta e han deciso di venderla. L'obbiettivo non è questo. Se ci arriveranno lo scopriremo solo più avanti, ma questo è. |
| inviato il 02 Gennaio 2025 ore 10:01
eh, diebu, però quelle campagne solitamente si fanno quando hai una discreta idea di come arrivarci in fondo, per gli oggetti più disparati ti fanno vedere i prototipi e un po' di ricerca. Se nemmeno hai l'assessment dell'amianto in fabbrica (fabbrica di metà 900, ti avrei detto che ce n'era senza nemmeno vederla da google maps) hai solo l'idea di fare una cosa e nulla più. Forse dei toni più cauti avrebbero aiutato la fiducia nel lungo periodo, chissà. |
| inviato il 02 Gennaio 2025 ore 10:32
Che probabilmente siano stati un po' troppo ottimisti è possibile, ma del resto erano impianti che avevano funzionato fino a pochi anni prima, ben oltre i periodi in cui i vecchi proprietari avrebbero dovuto liberarsi dell'amianto, quindi magari non immaginavano che ve ne fosse ancora; si, un po' di leggerezza (del resto non erano degli imprenditori abituati ad avere a che fare con impianti industriali di una certa dimensione e complessità) c'è stata, forse, ma non credo ci fosse malafede, semmai tanto entusiasmo e se non fosse stato per quello ti assicuro che avrebbero mollato da un bel pezzo, invece hanno perseverato e di questo gli va dato atto. Alla fine la produzione c'è, i prodotti sono aumentati in tipologia e formati e chiunque conosca un po' il mondo industriale, quello della chimica, e quello della fotografia in particolare, si rende conto che la loro è stata un'impresa al limite del possibile e lo dico da uno che conosce il mondo industriale. Tra l'altro, come ho già raccontato in passato, ho avuto l'occasione di conoscere ad un corso sulla normativa ISO 14001 un vecchio tecnico della Ferrania (ora passato ad una delle altre società presenti in quel campus industriale), lui era il responsabile della produzione e mi ha spiegato quanto sia complessa la produzione (mi disse ad esempio che bastava cambiare un semplice pezzo come una valvola qualsiasi, mettendola identica, e le caratteristiche delle emulsioni o delle stese cambiavano e bisognava agire su mille altri parametri per ricondurre il tutto alle caratteristiche previste; la produzione di pellicole fotografiche a quanto pare è quanto di più complesso esista nell'industria, mischiando chimica, fisica e manifattura, il tutto in un unico prodotto) e soprattutto rimettere in marcia quegli impianti fermi; mi ha detto che li avevano soprannominati "i pazzi di Film Ferrania" perché era impossibile credere nel buon esito della loro impresa. Ma quì ovviamente è pieno di fior di tecnici, imprenditori e CEO che avrebbero saputo fare meglio. Di campagne crowdfounding andate a ramengo, pur in presenza di prototipi, ne ho viste più di una, credimi. Non è sempre detto che vadano a buon fine. Per quanto mi riguarda ho partecipato a quella di Film Ferrania e non ho neanche chiesto la conversione della mia ricompensa da diapositiva a negativo, perché per pochi euro non ne faccio un dramma e ho preferito finanziare il progetto a fondo perduto. |
| inviato il 02 Gennaio 2025 ore 10:55
“ ma quanti brand trovi nei principali negozi? „ Nei negozi??? credo che il 99% degli utenti analogici, acquisti pellicole e materiale consumabile on-line. A meno che si risieda in una grande città dove si trova ancora qualche grosso rivenditore. Fotoimpex e Maco sono impressionanti per lo stock, i prezzi e le notevoli marche disctribuite. Abitassi a Berlino sarei daFotoimpex tutti i gg. |
| inviato il 02 Gennaio 2025 ore 11:06
sulla questione Ferrania concordo al 100% con Diebu (e non è una novità) ... “ L'obiettivo della campagna Kickstarter era di raccogliere i fondi per acquistare i macchinari sakcandoli dalla rottamazione e quell'obiettivo è stato raggiunto. Ricordo che il successo di tali iniziative di crowdfounding non è garantito quindi uno mette i soldi a proprio rischio. „ Infatti ... se non si sa come funziona Kickstarter ed il crowdfounding, meglio lasciar perdere . “ lì c'era se non sbaglio la promessa di una diapositiva colore entro brevissimo, con finanziamento chiesto al pubblico, che ha portato dopo anni e anni a una bianco nero un po' problematica e zero riconoscimenti a chi aveva messo quei soldi „ Ecco ... di promesse proprio con kickstarter non se ne parla. Nell'altro forum spararono ad alzo zero contro Ferrania in maniera vergognosa. Si arrivò a dichiarare che l'operazione era finalizzata a raccattare fondi regionali (Liguria) ed Europei per poi sparire con la cassa. Che gente ...... (La Ferrania ORTO tra l'altro è STUPENDA ... meglio della Ilford) |
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