| inviato il 22 Agosto 2023 ore 15:07
È il senso della vendita subito dopo l'acquisto di molte attrezzature. Oppure dei pareri molto contrastanti su attrezzature specialistiche. Uno su tutti il 200-600, il sacro zummone, come viene ora etichettato dai detrattori, che pur di parlarne male sminuiscono e snobbano il loro stesso 180-600. Dicendo "non può essere, non può fare, non si può paragonare" e quant'altro, solo perché non sono in grado di usarlo. Non è da tutti ottenere buoni (o ottimi) risultati con uno zoom che arriva a 600mm, soprattutto a 600mm. Come se bastasse cacciare qualche millino per diventare automaticamente in grado di usare questi obici |
| inviato il 22 Agosto 2023 ore 18:00
Claudio, Leone iniziamo con le diatribe tre fanboy di X, J, Y, ebbene queste ci possono pure stare, anzi danno brio a uno specifico thread, ma quando si va oltre l'educazione o si cerca di stravolgere la realtà la cosa diventa squalificante e non intendo parteciparvi e neppure (avendo avuto un blocco reciproco) sloggiarmi per leggerli. Ora rientriamo in questo interessante argomento, l'attrezzatura e iniziamo da ciò che sta nel mezzo, l'ottica importante, ma non essenziale di questo binomio, mi spiego meglio: nello specifico parlando di A1, fotocamera con mille possibilità di personalizzazione; dal modo di misurazione esposimetrica, dall' area di messa a fuoco, dalle 7 modalità inseguimento della stessa, della sensibilità nel inseguimento soggetto, ecc. ecc., imparato questo, allora si l'ottica da il meglio di se stessa, allora la sua scelta è determinante, e qui entrano in gioco, il tipo di ripresa che si vuole fare, dove la devi portare, per quanto tempo te la devi portare, la disponibilità economica e pure il soggetto che vuoi fotografare grande, piccolo, vicino lontano, posato, in volo .... e quale volo. Concludo solo dicendo; oltre al binomio fotocamera/ottica, vi è un terzo elemento di primaria importanza, l'uomo con il suo sapere o non sapere.. |
| inviato il 22 Agosto 2023 ore 18:09
Certamente Cavolo c'è molta gente che attribuisce all'attrezzatura qualità divine e onnipotenti. Prima bisognava avere per forza supertele supeluminosi e Maurizio Baldari usava il 400 5.6 L e faceva la miglior bif di vent'anni fa. Penso che internet, come la vita reale, sia un luogo di incontri. Io ho avuto la fortuna di incontrare diversi fotografi naturalisti di grande spessore, da cui ho imparato tanto. Anche internet più recentemente mi ha fatto incontrare Leone e se lo prendiamo per le opportunità che dà è un'ottima cosa. Ma ci sono anche persone inattendibili o inaffidabili... fino a donne che ci provano (parlo di istagram e facebook)... ognuno può prendere quello che crede. Come in tutti gli ambiti della vita però ci vuole prudenza, in internet più ancora che ne vita reale. Qui ci sono sedicenti fotografi professionisti senza foto e senza competenze e sedicenti fotoamatori che sembrano più venditori o dipendenti di qualche brand.... non si può bere tutto quello che è pubblicato su internet. Sarebbe una follia. Per non parlare dei tifosi disposti a farsi prendere in giro dal proprio brand. Insomma gente che pensa che le donne son tutte p.ttane tranne la propria mamma. Tifosi ultras... sottosviluppo culturale italico insomma: quello non muore mai e non finirà mai. |
| inviato il 22 Agosto 2023 ore 18:34
cambiando discorso... qual è la maggiore difficoltà che s'incontra in questo tipo di fotografia? La cosa più ostica? Parlo proprio specificatamente di uccelli in volo e non mi riferisco solo alla tecnica fotografica. |
| inviato il 22 Agosto 2023 ore 18:38
In Italia la distanza di fuga dell'avifauna, sicuramente. Perciò la maggior difficoltà è riuscire a fotografare da vicino. |
| inviato il 22 Agosto 2023 ore 18:44
“ cambiando discorso... qual è la maggiore difficoltà che s'incontra in questo tipo di fotografia? La cosa più ostica? Parlo proprio specificatamente di uccelli in volo e non mi riferisco solo alla tecnica fotografica. „ La cosa piu difficile da fotografare sono le rondini in volo con sfondi confusi hanno un volo errattico e li se non hai un buon tracking e fps a disposizione e zero blackout ti perdi qualche scatto ,se hai un po di allenamento si fanno anche con macchine non stacked tipo a7r5 ti perdi qualche scatto con il blackout ma quei pochi che porti a casa ti ripagano nella qualità del file , poi ovvio sono miei considerazioni personali io lo faccio per divertimento non ci lavoro e non mi strappo le vesti se perdo quaalche scatto |
| inviato il 22 Agosto 2023 ore 19:09
“ Lomo gli uccelli hanno le ali, come le donne hanno le tette e i glutei. Se vuoi mostrare la loro bellezza devi farli vedere. Chiaro che può esserci una foto bellissima a una donna vestita. Colori, set, trucco... ma se fotografi una bella dama velata o nuda, avrai un impatto emotivo completamente diverso. Di molto superiore. Così i pennuti mostrano bellezza anche con le ali chiuse, ci mancherebbe. Ma con le ali aperte si apre un mondo..... anzi, un universo. „ Claudio, era quello che volevo dire con: “ … ma apprezzare il dettaglio di certi esemplari in volo non è proprio possibile se non con determinate tecniche ed attrezzature, insomma aquila, poiana, germano reale che sia, visti in azione hanno un senso diverso da quando sono posati.” ma forse sono stato un po' troppo ermetico! Grazie per aver chiarito il concetto in modo più comprensibile. |
| inviato il 22 Agosto 2023 ore 20:21
Considera anche che gli uccelli fanno quasi tutto in volo, per cui anche se volessi solo documentare gli aspetti della loro biologia, dovresti fotografarli in volo. Il rondone si posa solo per fare il nido e allevare i piccoli. Tutto il resto, anche dormire, lo fa in volo. Perciò gli estimatori degli uccelli posati magari in sfondi molto colorati normalmente non conoscono la biologia dei soggetti che fotografano. Perciò il loro lavoro fornisce più o meno immagini che magari aiutano a riconoscere le varie specie senza raccontare la loro vita o la loro biologia. Manca poi la grazia o la potenza del volo, una delle forme di movimento più armoniose e amate dell'umana specie di bipedi terrestri cui noi tutti apparteniamo. Per ultimo dal punto di vista visivo, l'occhio ha un interesse molto più forte a osservare un'azione veloce, che a malapena intravede, rispetto a una ripresa statica. |
| inviato il 22 Agosto 2023 ore 20:37
Dipende cosa si vuole fotografare. Ci si può divertire anche al laghetto con quello che c'è, con le specie più comuni, che in volo non sono così facili neanche loro. All'opposto ci sono altre specie, più rare e localizzate. Con queste la prima difficoltà è trovarle. Poi riuscire ad avvicinarle. Infine occorre esperienza, per non farsi trovare impreparati quelle rare volte che si convincono a concedersi. L'ideale è andare per gradi, come in ogni cosa |
| inviato il 22 Agosto 2023 ore 20:39
Ok siete bravi ma non sminuirei il lavoro o la passione di altri altrimenti si rischia di sembrare superbì |
| inviato il 22 Agosto 2023 ore 20:53
Ecco, siamo ai vizi capitali molto interessante, grazie dei chiarimenti. Mi sta venendo voglia di buttarmi al laghetto dell'Eur a sparare qualche scatto , così per vedere l'effetto che fa |
| inviato il 22 Agosto 2023 ore 20:55
Ciascuno fotografa ciò che lo interessa e rientra nelle sue possibilità. Se uno ha frequentato chi faceva la macro vent'anni fa fotografa insetti fermi e completamente nitidi grazie al focus stacking. Io con le tecnologie attuali preferisco vederli volare gi insetti. Ma lo fa chi sa farlo. Non è superbia. È cultura. È capacità. Questo è l'è.p. di ieri l'altro
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| inviato il 22 Agosto 2023 ore 20:56
Amen |
| inviato il 22 Agosto 2023 ore 21:16
Mai criticato né la foto né tantomeno la fotografa, (anzi mi piacciono entrambe) e riconosco la bravura di alcuni nel forum. È il modo di porsi, la saccenza e la presupponenza che non apprezzo. |
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