| inviato il 01 Gennaio 2023 ore 10:14
Da un punto di vista dei consumi energetici (complessivi, non solo elettrici) il futuro non può che averne molti di più di quanto sia il presente, vuoi perché una larghissima parte della popolazione mondiale migliorerà il suo stile di vita (c'è bisogno di spiegare che vivere in una capanna necessita di meno energia che vivere in una casa?) e vuoi perché alcuni processi necessari per la decarbonizzazione sono molto energivori (produzione di idrogeno, cattura di C02 dall'atmosfera) e non per cause tecniche superabili, ma a causa delle leggi fisiche |
| inviato il 01 Gennaio 2023 ore 10:48
Il grafico è esplicativo e di immediata lettura. Non vedo però esplicitati in modo evidente i consumi legati alla trasmissione dati e comunicazioni che è in forte crescita e già oggi rappresenta una parte significativa dei consumi e delle emissioni di CO2. Solo per Internet siamo già oltre il 7% dei consumi. Secondo un recente studio anticipato dal Guardian, l'industria delle comunicazioni nel 2025 potrebbe consumare un quinto dell'elettricità mondiale, ostacolando il raggiungimento degli obiettivi climatici, a causa della crescita esponenziale della domanda di server, che nei data center memorizzano i dati digitali provenienti da miliardi di smartphone, tablet, computer e oggetti connessi a internet. |
| inviato il 02 Gennaio 2023 ore 10:00
“ Si nota che elettrificare il settore trasporti su strada significa comprimere quel 12%, bisogna capire di quanto. „ parliamo di trasporti LEGGERI, automobili...che bene che vada sono il 50% di quel 12%. Ed elettrificando, non porti a ZERO le emissioni relative, le riduci...Ci sono diversi calcoli sul quanto le riduci, a seconda di come si consideri la produzione di energia elettrica per caricare le batterie. I calcoli sono controversi, considerando che addirittura in alcuni casi si arriva ad un bilancio addirittura negativo, es. nel caso di produzione con idrocarburi. Ma nel migliore, comunque sei ad un -20, -30% a dir tanto. Quindi, l'elettrificazione del trasporto leggero, attuata TOTALMENTE, porterà ad un forse -2, -3%. A me non sembra proprio un gran risultato. |
| inviato il 02 Gennaio 2023 ore 12:12
Si (anche se non so quanto pesino i trasporti leggeri vs pesanti). Al contrario, ridurre le emissioni per la produzione di energia sembra decisamente più interessante. Posto che una cosa non esclude l'altra, servirebbe valutare i costi di una e dell'altra iniziativa per avere un quadro decisionale più completo. Qui però la cosa si fa decisamente più complicata e non si può ragionare su "tutto" o "niente", ma andrebbero simulati degli scenari realistici di transizione. Probabilmente ci sono già valutazioni disponibili a riguardo (di quella sulla transizione verso i veicoli elettrici mi ricordo se ne parlò anche qui nel forum, però non mi pare ci fossero indicazioni sui costi, ma solo CO2). Comunque io sono del parere che non siano fenomeni che si possono definire e controllare dall'alto in modo dirigistico. |
| inviato il 02 Gennaio 2023 ore 13:18
le emissioni di co2 nell'intero arco di vita di un auto elettrica sono del 60% inferiori a quelle endotermiche in Europa, con l'attuale mix energetico alla produzione. Si riducono ad un 30% circa in quei paesi che usano mix dove gli idrocarburi la fanno da padrone. (L'india per esempio) Si parla solo di co2 e non di NOx, SO2, HC, PM10 ecc. Però alla fine è vero. Le auto nel complesso non incidono molto nella produzione globale di co2. E se è per questo, neanche l'agricoltura, la produzione tessile, le stufe a pelletts, i frigoriferi, le vetrerie, le raffinerie, le fabbriche di giocattoli, il riscaldamento domestico, l'asfalto, i server di aruba, i cellulari. Poca roba. Ogni cosa incide per piccole percentuali che in confronto al totale sono irrisorie. Lasciamo tutto come sta, che tanto a che serve ridurre un 3% qui e là. |
| inviato il 02 Gennaio 2023 ore 15:15
Senza andare in India, basta andare in Germania |
| inviato il 03 Gennaio 2023 ore 8:25
In Germania, il 43,6% sono rinnovabili, il 29,8% carbone il 14,4% gas In india siamo al 75% carbone, il resto è sostanzialmente petrolio con qualche percentuale di gas e rinnovabili. Tra le rinnovabili la maggiorparte è costituita da biomassa. Lasciamo perdere |
| inviato il 03 Gennaio 2023 ore 10:47
app.electricitymaps.com/map Relativamente all'India qua c'è solo il dato di una parte, comunque importante. Al momento in cui scrivo (è in real time l'applicazione) per produrre energia elettrica abbiamo: india ovest: 575g gCO?eq/kWh germania: 531g gCO?eq/kWh francia: 59g gCO?eq/kWh |
| inviato il 03 Gennaio 2023 ore 10:50
se guardo le ultime 24 ore (in gCO2 eq/kWh) Germania: min 335, max 575 (media circa 450) India: min 530, max 660 (media circa 600) Francia: min 47, max 65 (media poco sopra i 50) |
| inviato il 03 Gennaio 2023 ore 10:54
Ad Agosto, dove il solare è forte e quest'anno è stato particolarmente soleggiato, ad agosto la germania ha un dato aggregato medio di 556g, purtroppo l'Energiewende al momento è solo propaganda ed ideologia |
| inviato il 03 Gennaio 2023 ore 11:11
È anche ideologia misurare l'inquinamento in CO2. Soprattutto CO2 equivalenti. Esemplare la Francia. Sembra che inquini poco ma perché emette scorie radioattive e non CO2. Inoltre, dei gas serra la CO2 è il meno problematico come potenziale (effetto schermate specifico). NOx, metano, composti volatili e SOPRATTUTTO umidità sono di gran lunga peggiori. Ovviamente, di CO2 se ne produce troppa e va gestita ( limitando l'emissione o convertendola). Ed è un grandissimo problema. Ma usare il solo CO2 eq come indicatore è fuorviante e distoglie l'attenzione dal significato di inquinante, che per me è qualcosa che non può essere immesso in un ciclo sostenibile. |
| inviato il 03 Gennaio 2023 ore 12:07
Per capire meglio il discorso sull'effetto serra: I gas effetto serra e i loro effetti nocivi. @simolucca Ti ringrazio per il collegamento e per le cifre. Sono ancora più convinto di quanto pensavo, ora. Capisco il tuo ragionamento e sembrerebbe effettivamente che 200g di scorie radioattive ad alta intensità (in realtà il rapporto le chiama "long-lasting", quindi a lento decadimento) siano nulla. Però, se ho capito bene, 0.2 kg * 80.000.000 di cittadini francesi = 16.000.000 kg per anno = 16.000 tonnellate per ANNO. Mi sembra tantissimo per una sola nazione per qualcosa che dura secoli e NON ha nessuna possibilità in vista di riciclo (al contrario della CO2). Che ne dici? Pensa se tutte le nazioni impostassero la loro politica energetica ELETTRICA solo in questo modo. Inoltre, il nucleare è utile per la produzione di energia elettrica ma nulla può per gli altri usi dell'energia. Vedi questi interessantissimi grafici su ourworldindata: 1. Consumo di energia primaria per fonte 2. Consumo di energia per fonte (in %) 3. Consumo di energia per paese (in % del relativo totale) In fondo alla pagina ci sono decine di collegamenti ad altri grafici. Si nota in definitiva come il nucleare sia, a livello di uso complessivo di energia, marginale. E' utilizzabile ESCLUSIVAMENTE come fonte di energia ELETTRICA mentre non ha usi diversi. Quando si ragiona con le cifre di CO2 occorrerebbe scorporare la CO2 relativa alla produzione di elettricità da quella per il resto degli usi. Questo è un grafico che mostra la produzione di energia elettrica da fonti fossili, nucleare e rinnovabili nel mondo. fa capire cosa sia il nucleare oggi e, soprattutto, ci può consentire di capire cosa succederebbe se il nucleare fosse usato per sostituire le fonti fossili. le cifre relative alle scorie come cambierebbero? Ti chiedo, inoltre, come fai a dire che 7 tonnellate di CO2 sono peggio di 200 g di scorie nucleari? Hai un metodo per paragonare queste due sostanze differenti? Inoltre, io sono critico sul paragonare la CO2 agli ossidi di azoto, ai composti organici volatili, ai fluorocarburi, alle particelle liberate nell'aria dalla combustione di fonti complesse come carbone e derivati del petrolio (per non parlare di quanto immettono i processi industriali). L'equivalenza attualmente in voga nasconde la pericolosità intrinseca per gli esseri viventi delle sostanze diverse dalla CO2. Tale pericolosità NON è misurata né se ne tiene conto in alcun modo. |
| inviato il 03 Gennaio 2023 ore 14:00
Parto dandoti ragione su una cosa, e cioè del fatto che trattandosi di cose differenti non sono comparabili tra di loro la CO2 e le scorie. Il totale delle scorie di alto livello generato dall'industria nucleare mondiale nella sua storia corrisponde a 440.000t (un cubo di 3m), non è poco ma è una frazione abbastanza irrilevante rispetto a quelli che sono i cosiddetti rifiuti speciali (rifiuti tossici che non possono essere gestiti in maniera semplice), di vari ordini di grandezza superiori (e in molti casi si tratta di sostanze non meno pericolose per l'uomo e per la natura, e che tali rimarranno nei millenni) Nel mondo ci sono vari reattori sperimentali, ed uno operativo in Russia, che riprocessano il combustibile esausto, riducendo di un fattore tra 20 e 100 la quantità di rifiuti ad alta intensità. |
| inviato il 03 Gennaio 2023 ore 14:49
Che ci siano altre sostanze tossiche e nocive per tutta la natura (della quale facciamo parte) non ci piove. Però qui stiamo discutendo di una parte limitata dei rifiuti tossici. Il discorso sarebbe molto più ampio. Peraltro, anche se riduci di 20 volte i rifiuti ad alta intensità, questo non toglie che se si seguisse l'auspicio di alcuni degli amici del forum (moltiplicare il nucleare) si tornerebbe al punto di partenza (più o meno): faccio 10 volte le centrali di oggi e mi ritrovo con 10 volte le scorie di oggi. Un piccolo appunto: ipotizzando che le scorie siano uranio (e ovviamente non lo sono, quindi hanno densità più bassa ed il risultato è molto più alto di quello che calcolo) la massa di 440.000 tonnellate corrisponde a 440.000.000 kg /19 kg/dm3 / 1000 dm3/m3 >23.000 m3 = un cubo di 27 metri di lato cioè un palazzo di appartamenti da 100 m2 alto 230 metri. a me fa impressione. |
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