| inviato il 25 Dicembre 2022 ore 0:10
Personalmente non ho scelto nessuna via poiché le pratico entrambe. Sulla questione dei computer e dei dischi HD o SD e delle batterie: tutto vero anche questi sono possibili fonti di inquinamento. Io non sono in grado di calcolare chi o cosa inquini di più. Faccio però semplici considerazioni: se uno segue il procedimento misto o anche solo un'archiviazione digitale inquina in entrambi i modi, senza contare che de facto oggi il cellulare lo hanno tutti, un PC o un tablet in molti, anche se non sono fotoamatori. |
| inviato il 25 Dicembre 2022 ore 0:18
“ Ora, anche ammesso che sia tutto vero (e non lo è affatto) ma ognuno sarà libero di scegliere l'albero a cui impiccarsi? Da cosa ci si sente minacciati? Se la cosa vi tranquillizza, sì, è vero, siamo una nicchia, una minoranza e lo resteremo „ “ Ma a breve sarà una minoranza anche chi utilizzerà fotocamere rispetto ai telefonini. „ lo è già da un po.. |
| inviato il 25 Dicembre 2022 ore 0:43
“ Personalmente non ho scelto nessuna via poiché le pratico entrambe. „ Non mi riferivo personalmente a te, ci mancherebbe. Era una considerazione generica “ Sulla questione dei computer e dei dischi HD o SD e delle batterie: tutto vero anche questi sono possibili fonti di inquinamento. Io non sono in grado di calcolare chi o cosa inquini di più. Faccio però semplici considerazioni: se uno segue il procedimento misto o anche solo un'archiviazione digitale inquina in entrambi i modi, senza contare che de facto oggi il cellulare lo hanno tutti, un PC o un tablet in molti, anche se non sono fotoamatori. „ A me andrebbe bene questo tipo di ragionamento se poi la stessa persona che mi rimprovera di inquinare con 50 rulli all'anno utilizzasse auto elettrica, se avesse i pannelli solari sul tetto, e se si nutrisse con il cibo del suo orto. Perché altrimenti è facile additare la pagliuzza nel mio occhio senza guardare la trave nel suo... No? |
| inviato il 25 Dicembre 2022 ore 2:18
La difficoltà di molte persone in questo forum è fare un semplice lavoro di astrazione per capire che ciò che è valido per noi non necessariamente è valido per altri.>>> Non ci crederai, ma era esattamente il senso del mio intervento. E dando una occhiata là fuori, nel mondo reale, sei probabilmente tu che dovresti riflettere da quale parte stai. Dal momento che TU scatti a pellicola pensi che possa aver senso per tutti gli altri scattare a pellicola. Basta guardare fuori dalla propria cornice di senso per vedere che le cose vanno diversamente... |
| inviato il 25 Dicembre 2022 ore 4:13
“ Dal momento che TU scatti a pellicola pensi che possa aver senso per tutti gli altri scattare a pellicola. Basta guardare fuori dalla propria cornice di senso per vedere che le cose vanno diversamente... „ Eh no, non è affatto così! Tanto è vero che come ho scritto precedentemente in questo post o in un altro post simile, io non consiglio a nessuno di scattare con pellicola; mi rendo conto che è una scelta particolare e che stiamo parlando di una nicchia e pertanto non ritengo che sua per tutti, ma per alcuni si, infatti Pentax ha condotto studi e analisi di mercato in proposito, quindi bocciare la scelta di Pentax sulla base di condiderazioni personali del tipo ...ma poi, come moltissime altre cose verranno lasciate sulla mensola, ...Andar bene faccio un sulla all'anno... e ritenere che quello sia il benchmark di riferimento (visto che con assoluta sicurezza predici che "verranno lasciate sulla mensola" , significa non considerare ciò che gli altri fanno/farebbero. |
| inviato il 25 Dicembre 2022 ore 6:52
Io vorrei fare una considerazione riguardo al mio auspicio di poter tornare al modo di scattare analogico. Deriva da un problema che non so se sia soltanto mio e se sia legato alla mia scarsa propensione all'utilizzo di software di postproduzione. Si tratta dei colori ottenuti con la fotografia digitale che non riesco a tenere sotto controllo vuoi perché il bilanciamento del bianco automatico non funziona alla perfezione vuoi perché comunque si è legati ai 'picture control' nativi della fotocamera o personalizzati con effetti non esattamente prevedibili sui jpeg in macchina. Quanto desidererei poter tornare ai colori delle diapositive Kodachrome che si mandavano a sviluppare negli Stati Uniti e sulle quali non bisognava fare alcun intervento di correzione alla loro consegna. La fruizione era diversa, non immediata ma vi garantisco che le mie diapositive degli anni 70 sono immediatamente e fisicamente oggi disponibili mentre non so fra 50 anni se le migliaia di mie foto digitali lo saranno ancora. Probabilmente qualche mio erede fra 50 anni potrà ancora godere della visione delle mie diapositive degli anni 70 ma sicuramente di nessuna delle migliaia di foto digitali archiviate in supporti di memoria vari e sparsi che non so che fine faranno. E se molti inizieranno a fare le mie stesse considerazioni riguardanti la fedeltà dei risultati e la certezza di mantenimento dei supporti fotografici nel tempo credo che la foto analogica avrà un sicuro sviluppo in futuro. |
| inviato il 25 Dicembre 2022 ore 7:30
Il discorso sulla durata di archiviazione viene spesso citato dai promotori dell'analogico in vari ambiti, io l'ho sempre trovata un'argomentazione molto debole. Mantenere la retrocompatibilità con qualsivoglia tipo di file digitale non va incontro a nessun limite tecnico, è limitato solo dalla volontà e dall' opportunità di farlo. Siamo condizionati a credere che in qualche modo possa accadere di perdere il contatto con informazione digitale perché abbiamo visto sparire i floppy disk e quant'altro. Ma l'informatica adesso è matura, ciò che è supportato ora lo sarà anche tra 50 anni, purché ne vengano mantenute delle copie. E questo è possibile proprio grazie al fatto che siamo ormai svincolati dallo specifico supporto fisico. Il problema è sempre quello, non c'è nessuna difficoltà a interpretare le informazioni scritte sui floppy disk del commodore 64, il problema è avere l'hardware per leggere il supporto, ma il software non è mai un problema. Il supporto fisico è invece inevitabilmente soggetto al degrado del tempo. Suo , e delle apparecchiature per leggerlo. La densità di archiviazione è anche fondamentale su una micro SD che ha un volume di 1/100 di diapositiva ci stanno non 100, ma 30.000 foto a risoluzione comparabile per ogni uso. Quando ci sono in gioco 3 ordini di grandezza non c'è niente da fare, la tecnologia vecchia muore. Pensare che possa emergere oltre una nicchia molto ristretta penso sia impensabile. Ma questo non significa che non sia una nicchia commercialmente sfruttabile, anche gli orologi di lusso sono di nicchia, e qualcuno evidentemente ci fa soldi. Pentax avrà fatto i suoi conti... Poi anche il VHS era fisico e analogico, ma è inutilizzabile perché caduto totalmente nel dimenticatoio e trovare un videoregistratore è un'impresa. |
| inviato il 25 Dicembre 2022 ore 8:33
"Probabilmente qualche mio erede fra 50 anni potrà ancora godere della visione delle mie diapositive degli anni 70 ma sicuramente di nessuna delle migliaia di foto digitali archiviate in supporti di memoria vari e sparsi che non so che fine faranno" Se uno ha un dubbio di questo tipo (a parte le considerazioni di Simone_S) nulla vieta di stamparle le foto digitali. In effetti quelle archiviate du supporti HD potrebbero anche passare del tutto inosservate dai nostri eredi alla nostra morte (prescindo dalle foto messe su cloud o social) ma quelle cartacee è presumibile che qualcuno di loro per forza le troverà (e le cestinerà subito dopo nel mio caso). Sul discorso della fedeltà dei colori, se ci si tiene così tanto un colorchecker ed un profilo neutro oppure meglio ancora un profilo Repro risolvono il problema |
| inviato il 25 Dicembre 2022 ore 11:13
“ In effetti quelle archiviate du supporti HD potrebbero anche passare del tutto inosservate dai nostri eredi alla nostra morte (prescindo dalle foto messe su cloud o social) ma quelle cartacee è presumibile che qualcuno di loro per forza le troverà... „ Si, certo, ma non si possono stampare migliaia di foto (costi e spazio), mentre si possono benissimo conservare migliaia di fotogrammi su pellicola. Senza considerare che da una stampa, soprattuttomse piccola, non ricavi successive copie di qualità, mentre da un fotogramma su pellicola si! Quindi la stampa dei file digitali come forma di assicurazione sulla persistenza nel tempo non è minimamanete paragonabile all'efficacia ed economicità della conservazione delle pellicole. |
| inviato il 25 Dicembre 2022 ore 11:23
“ Mantenere la retrocompatibilità con qualsivoglia tipo di file digitale non va incontro a nessun limite tecnico, è limitato solo dalla volontà e dall' opportunità di farlo. „ È proprio questo il punto, se tizio muore e il suo HD rimane dimenticato in un cassetto per 50 anni (ma anche meno) chi ne fa le copie e aggiornamenti fi supporto? È chi ne garantisce la leggibilità con nuovi software per i format o RAW più vecchi? Nessuno! È quindi quei file andranno di fatto persi. Se Vivian Maier avesse avuto le sue foto su HD oghi di sicuro non avremmo le sue foto. “ ...non c'è nessuna difficoltà a interpretare le informazioni scritte sui floppy disk del commodore 64, il problema è avere l'hardware per leggere il supporto, ma il software non è mai un problema. Il supporto fisico è invece inevitabilmente soggetto al degrado del tempo. Suo , e delle apparecchiature per leggerlo. „ È ti pare un problema da poco? Una pellicola invece basta sosservarla controluce per vederla, anche tra 100 anni, e potrà essere osservata, stampata con ingranditore (se ce ne saranno disponibili, magari in un museo), oppure rifotograta e stampata digitalmente (se anche non fossero disponibili attrezzature e carte+prodotti chimici adatti). |
| inviato il 25 Dicembre 2022 ore 11:25
"Si, certo, ma non si possono stampare migliaia di foto (costi e spazio), mentre si possono benissimo conservare migliaia di fotogrammi su pellicola" È vero anche questo. Ma forse non tutte le migliaia scattate sono così degne della memoria dei posteri, diciamo che se ne lasciamo loro migliaia ogni anno riceveranno in eredità l'onore di una memoria estesa a cui attingere con l'onere di rivedersela tutta ed effettuare una eventuale selezione. Nel caso della stampa si ritroveranno o potrebbero ritrovarsi una selezione ragionata ed ordinata con i criteri di senso che l'autore voleva attribuire al proprio lavoro. |
| inviato il 25 Dicembre 2022 ore 11:40
Non so quale solidità nel tempo abbiano gli attuali supporti immagine analogici. Quelli della metà degli anni 70 era scarsa. Qualche anno fa 2010 la Steidl ha ripubblicato il catalogo della famosissima ed epocale esposizione fotografica del 1975 intitolata "New Topographics". All'epoca esposero 10 fotografi dei quali solo Stephen Shore scattava a colori. Mentre gli autori in B/N hanno avuto tutte le opere del precedente catalogo ripubblicate, per Shore solo poche delle foto presenti nel catalogo originale poterono trovare posto nella riedizione poiché gli originali erano troppo degradati nei colori per essere riscansionati. |
| inviato il 25 Dicembre 2022 ore 11:59
Come si fa a dire che la pellicola è morta? Si è arrivati a riempire 15 pagine di discussione su una macchina a pellicola che per il momento è solo nella fantasia di qualche progettista, e non si sa se vedrà la luce... Chissà cosa succederebbe se uscisse veramente! Si fa per ridere, eh!. Ma fino a un certo punto.. Buone feste a tutti |
user172585 | inviato il 25 Dicembre 2022 ore 12:16
La tenuta dei supporti è problematica in entrambi i casi, è una cosa che bisogna sapere per porvi rimedio... E non spetta a nessun altro se non a noi stessi attivarci per fare durare il dato (negativo o files) il più a lungo possibile. Credo che la cosa più opportuna da fare sia stampare le proprie foto migliori: nel mio caso, su migliaia di foto archiviate (anche se ora archivio molto meno perché faccio già una pesante selezione in fotocamera) si tratterebbe di fare stampare poche decine di immagini, ad essere di manica larga nella scelta |
| inviato il 25 Dicembre 2022 ore 12:26
“ Ma forse non tutte le migliaia scattate sono così degne della memoria dei posteri,... „ Vero, ma fino a un certo punto, una foto a cui oggi non diamo valore, o almeno non così tanto da farne una stampa, potrebbe assumerne tra 10, 20, 50 anni, pensiamo alla foto del parente scomparso, a un edificio che va distrutto, alla vecchia stanza di casa della nonna, alla festa del paese, a una banale veduta di una campagna che poi viene invasa da costruzioni, magari capannoni e fabbriche..... non sempre è possibile prevedere quali foto potrebbero interessare qualcuno tra 50 anni e per quale motivo. |
Che cosa ne pensi di questo argomento?Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 251000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista. |

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |