| inviato il 16 Dicembre 2022 ore 14:53
@Angor: “ io non andrei a vivere come vivevano nel 1800, ma nemmeno nel 1990 (quando avevo 20 anni) anche se tutto, adesso, sembrava più bello „ A me nel 1990 non mancava proprio nulla... Avevo già anche un Mac II, che a saperlo, mi sarei risparmiato i 10.000 CHF che ho dovuto sborsare per averlo (usato!!!). Ma all'epoca ero parecchio più ottimista (leggi: pollo), e infatti ho buttato una marea di soldi per cose rivelatesi poi perfettamente inutili. Ma si sa, col senno di poi... Del resto anche nel 1980 non mancava proprio nulla! Nel 1970 ero un ragazzino e me la spassavo ancora parecchio. Non ricordo particolari problemi Certo, non c'erano i PC, nemmeno i telefonini, alla TV c'erano 2 canali invece che 200, ma la TV non l'ho comunque più da un pezzo, anche se ogni tanto guardo qualcosa sul portatile. In compenso mi sembra che la vita fosse più tranquilla e serena, ma forse è solo un'impressione da ragazzino. Le strade erano semi-deserte e le campagne ancora belle verdi. Ora si sono riempite di case, casette, palazzine, centri commerciali e parcheggi. Oggi un ragazzino per strada in bicicletta rischia la vita. |
| inviato il 16 Dicembre 2022 ore 15:50
“ difficilmente le rinunce che fai di tua volontà ti pesano...quelle che pesano, spesso come macigni, sono quelle che invece ti vengono imposte, magari anche in nome di obiettivi che non condividi „ Ma il segreto è proprio questo; non occorre che tutti rinuncino alle stesse cose, altrimenti quelle cose andrebbero a sparire davvero, ma che ognuno rinunci a ciò che "per lui" non è necessario; non siamo tutti uguali (altrimenti non servirebbero concetti come "diritti" o "rivendicazioni"). Il superfluo non è uguale per tutti ma, se escludiamo le funzioni vitali come respirare o mangiare, nemmeno il necessario è identico per tutti. Non c'è bisogno di vivere come nel 1800, ma solo di recuperare il concetto di persona al posto di quello di consumatore. Nemmeno io rinuncio al computer, ma quello che ho cercherò di farlo durare come quello che avevo prima (cioè dal 2004 al 2017), e come fotocamera mi terrò quella acquistata nel 2011 finché non avrò "realmente" necessità di un implemento di prestazioni, o finché smetterà di funzionare. E' per questo che trovo delinquenziale l'obsolescenza programmata, perché non è vero che i produttori fallirebbero se tutti loro, indistintamente, dovessero rallentare; fallisci se sei l'unico a farlo. E' lo spreco che va evitato, o quanto meno ridimensionato, non le cose in quanto tali. Anche una società che ti impone di avere tutto ciò che hanno anche gli altri è una società altrettanto deleteria di quelle che ti impongono rinunce calate dall'alto. L'idea "moderna" che non sia più la "domanda" a comandare il mercato nasce proprio dall'imposizione, prima di tutto, di una mentalità volta a mitigare, con la bulimia da consumatori, la rassegnazione all'idea di essere diventati succubi del mercato stesso; è solo questo "effetto placebo" che ha permesso al sistema capitalistico di non fare la stessa fine di quello sovietico, perché quel sistema non aveva previsto nulla di "compensativo" per il fatto che anche in quel caso il sistema fosse stato imposto dall'alto. |
| inviato il 16 Dicembre 2022 ore 16:01
Spesso è meglio il sogno della realtà. (Old_pentax) |
| inviato il 16 Dicembre 2022 ore 16:23
@Daniele e @Skylab, potreste anche aver ragione, per quello che posso saperne io. ma andare in una direzione o l'altra, è un salto nel buio perchè ora che ne vedi i risultati, può essere troppo tardi per cambiare rotta. E' per quello che vedo malissimo quelle decisioni così drastiche che l'UE sta imponendo, unilateralmente, al mercato ed alla economia. E non è solo una questione di sfiducia in quelli che, personalmente, ritengo scarti delle politiche nazionali. Ma avrei le stesse preoccupazioni se fossero stati altri a prendere quelle decisioni, perchè comunque si tratta di persone che comunque possono sbagliare, anche in buona fede. Poi è vero che singolarmente possiamo fare quasi quello che vogliamo per cambiare il sistema...ma resta il fatto che l'effetto è praticamente nullo. Ma se anche ciascuno di noi, proprio tutti intendo, dovesse rinunciare al proprio superfluo rinunciabile, essendo tutti diversi alla fine non vai ad impattare più di tanto, perchè non elimini nessuna filiera. Chi fabbrica racchette da neve, oggi ha una struttura che rimane pressochè invariata se anche diminuisce di un 5% il proprio mercato. Per assurdo, se togli il 5% (che è comunque tanto) a ciascuna azienda, rimane tutto esattamente uguale. |
| inviato il 16 Dicembre 2022 ore 16:30
Nel concetto di marketing sviluppatosi 40 anni fa il principio non è di creare prodotti sulla base delle necessità dei consumatori ma bensì quello di creare un prodotto e poi far nascere nelle persone il desiderio di averlo. Del resto per milioni di anni abbiamo fatto a meno di Sky, Netflix, ecc. La Coca Cola è uno degli esempi più ecclatanti di un prodotto che non è necessario a nessuno ma del quale, con l'adeguata pubblicità, si è provveduto a farne insorgere il desiderio nei consumatori a livello mondiale. Ricordo di aver visto un cartello pubblicitario della suddetta bevanda appeso a una capanna nel bel mezzo della savana africana. Praticamente nel nulla fritto. Mi spiace di non avergli fatto una foto. |
| inviato il 16 Dicembre 2022 ore 16:34
Angor L'ho scritto prima. Un litro di carburante a testa equivale a 22 mega petroliere da 300.000 tonnellate ciascuna. Cioè 6,8 milioni di tonnellate. Ho detto: 1 litro. |
user198779 | inviato il 16 Dicembre 2022 ore 16:40
Come si suol dire , "vai avanti te che a me mi scappa da ridere " |
| inviato il 16 Dicembre 2022 ore 16:43
“ Nel concetto di marketing sviluppatosi 40 anni fa il principio non è di creare prodotti sulla base delle necessità dei consumatori ma bensì quello di creare un prodotto e poi far nascere nelle persone il desiderio di averlo. „ E' esattamente questo che non va bene. Oltretutto sovente sono prodotti che si "autodistruggono", o si fa in modo che non siano riparabili. Abbiamo appena buttato una lavatrice ancora perfetta, salvo che... era saltata la scheda elettronica. Ovviamente non sono disponibili i ricambi... ovviamente. |
user203495 | inviato il 16 Dicembre 2022 ore 16:45
“ (quando avevo 20 anni) „ Io si.Ci spaccavo le noci.  |
| inviato il 16 Dicembre 2022 ore 16:55
Con cos'è che spaccavi le noci? ...mi sono perso. |
user198779 | inviato il 16 Dicembre 2022 ore 17:44
dalle mie parti so cosa intende dire questa frase. |
user198779 | inviato il 16 Dicembre 2022 ore 17:49
E'inutile se non si ha un po' di sensibilità e rispetto civico per quasi tutti non ne vale la pena fare anche un piccolo "sacrificio" , si perché per loro è un sacrificio per chi invece ci crede una gratificazione. |
| inviato il 16 Dicembre 2022 ore 18:33
“ E'inutile se non si ha un po' di sensibilità e rispetto civico per quasi tutti non ne vale la pena fare anche un piccolo "sacrificio" „ Ma è esattamente questa insensibilità di fondo quella che è stata costruita ad arte dal marketing; sono almeno 40 anni che il marketing ci mostra cosa dobbiamo acquistare, e persino come dobbiamo comportarci per "primeggiare" (in Italia sono almeno 40 anni, ma in parecchi altri Stati sono ben di più), e che quello di "primeggiare" debba essere il reale scopo del nostro essere consumatori. Alcuni anni fa mi capitò di leggere un articolo del Sole 24 ore che parlava di un sondaggio fatto in America negli anni '90. Agli intervistati veniva chiesto se avrebbero preferito guadagnare 100.000 Dollari, ma a patto che anche il vicino di casa guadagnasse altrettanto, o solo 50.000 purché il vicino di casa ne guadagnasse la metà; ebbene la maggioranza, e nemmeno risicata, optò per i 50.000. Anche ammesso che gli americani siano da sempre più individualisti degli europei, questo aneddoto la dice lunga sul meccanismo di indottrinamento del sistema consumistico. |
| inviato il 16 Dicembre 2022 ore 21:34
Non serve andare negli USA, basta guardarci attorno. Conosco il mondo degli orafi di Valenza Po. Non era il mio lavoro ma abitando in zona conoscevo diversi orafi e le loro logiche. Nella città di Valenza, tra gli anni '60 e gli inizi del nuovo millenio erano attive circa 1.200 ditte artigianali orafe oltre a diverse centinaia di aziende che commercializzavano la produzione di gioielleria/oreficeria. Buona parte dei titolari di queste aziende si conoscevano perfettamente. L'invidia imperversava. Ognuno di loro augurava al proprio vicino di fallire malamente (e viceversa). Non li ha mai sfiorati l'idea che se il vicino andava ad Aramengo ( ) con buona probabilità era perchè il lavoro scarseggiava. SE non c'era lavoro per il vicino, poteva non essercene anche per te (l'altro vicino). A rigor di logica colui che vedeva fallire il proprio vicino di laboratorio non avrebbe dovuto gioire ma essere preoccupato per il proprio futuro. Invece niente, hanno continuato ad odiarsi senza mai collaborare. Hanno distrutto il settore che ora sopravvive per merito di grandi aziende come Bulgari che ha concentrato la produzione in loco. Dal punto di vista economico è stato un disastro, gli orafi guadagnavano molto bene, adesso si accontentano della paga da metalmeccanico. Quindi capisco perfettamente il ragionamento di Daniele che ha citato il sondaggio USA. Diciamo che spesso è una logica che gli esseri umani, di qualunque colore siano, applicano. Questo mi fa venire in mente la tratta dei neri dove erano i neri stessi che catturavano quelli della tribù vicina per portarli sulla costa dove gli arabi per primi e gli occidentali in seguito, li compravano. Homo homini lupus. |
user198779 | inviato il 16 Dicembre 2022 ore 21:56
Il marito di mia cugina classe 1948 era proprio uno di quelli Old aveva il laboratorio a casa a Breme una bravissima persona posso confermare ciò che dici purtroppo. |
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