| inviato il 24 Maggio 2022 ore 20:22
Come da titolo del libro essenzialmente per gestione e correzione colore, illustra brevemente anche un utilizzo fine di selezione ma è proprio uno dei punti che sia a me che anche a D4 erano sembrati un pò sbrigativi. |
| inviato il 24 Maggio 2022 ore 20:24
La cosa più comoda del lab, per me, è la sua innegabile superiorità quando si tratta di misurare i valori di un immagine rispetto all'RGB. Lo uso spesso anche per le conversioni difficili tra RGB e CMYK. Fotograficamente parlando però usando lightroom lo utilizzo solo per misurare i valori del file, come dicevo nettamente superiore all'RGB |
| inviato il 24 Maggio 2022 ore 20:51
giusto! il libro parte proprio da li |
| inviato il 24 Maggio 2022 ore 20:53
Per valutare i valori di un'immagine trovo più intuitivo il CMYK che ragiona in termini di percentuale. Comunque in generale personalmente non trovo vantaggi a lavorare su un file in LAB piuttosto che sul "passo precedente": il RAW. Poi mi sbaglierò… |
| inviato il 24 Maggio 2022 ore 21:30
Io sono nato con la quadricromia, lavoro in quello spazio colore da 23 anni ed ho iniziato con le quattro pellicole ed il lentino, la conosco perfettamente e con essa mi sento in casa oltre ad essere più semplice ma, perché c'è un grosso ma, è davvero ridotta e spesso ti costringe a fare salti mortali. Lavoro con stampa offset, digitale e plotter sia a base acqua che ecosolvent (avevo un fantastico canon 12 colori anni fa, una tragedia quando si ruppe in modo irreparabile, ora ho il fratello minore a 6 colori ed un roland a 8) principalmente facendo grafica e secondariamente con soggetti fotografici, e riuscire a riportare il colore in quadricromia non è banale soprattutto quando parti da spazi più ampi. Tornando invece in tema fotografico, misurare in LAB (io uso lightroom per le mie foto personali quindi lavoro in rgb) ti da un'idea sia precisa che un ottimo colpo d'occhio. Guardando il canale L, è come misurare il bianco e nero in pratica la chiarezza e luminosità senza che la tonalità o la saturazione possano distrarti, già basterebbe solo questo. Guardando A e B in una sola occhiata puoi invece capire se il colore è neutro, o se è caldo o freddo così a colpo d'occhio e la tendenza. A prescindere quindi dal monitor usato puoi capire subito se una zona neutra lo è, se un incarnato è corretto se il cielo non vira in modo strano ecc e tutto a colpo d'occhio. Anche guardando l'entità del valore senza approfondire puoi capire se un colore è naturale oppure è innaturalmente saturo. Ovviamente puoi poi soffermarti sui valori per capire esattamente di che colore si parli, ma potresti anche non arrivare a tale livello di approfondimento. I valori RGB non arrivano a tale profondità di informazione senza contare che per ogni spazio colore RGB i valori cambiano. Detto questo, invece, usare lo spazio lab per modificare il colore è un'altro paio di maniche. Può essere utile per fare del ritocco mirato, ogni spazio colore ha dei vantaggi in base alla modifica, ma a differenza di altri spazi il LAB li contiene tutti, viceversa convertire in quadricromia (cosa che mi trovo a fare per ragioni di stampa) ti facilita dei passaggi di foto ritocco, ma ti comprime la gamma. Insomma, trovo il LAB fondamentale per le misurazioni e comodo per la conversione tra spazi colore, e utile per fotoritocco mirato. Trovo la quadricromia la più facile ma con enormi limiti per le foto (limiti che però si azzerano quasi con grafica mirata volta alla stampa). E l'RGB, qualsiasi RGB, quello che personalmente amo meno anche se poi alla fine la post la faccio tutta in RGB (misurando LAB). |
| inviato il 24 Maggio 2022 ore 22:44
Se non ricordo male Olivotto definisce il Lab come il Martello e la quadricromia come cacciaviti di precisione. Personalmente quando faccio foto ritocco serio su PS per lo stesso file salto spesso tra uno spazio colore e l'altro. |
| inviato il 24 Maggio 2022 ore 23:57
Seguo |
| inviato il 25 Maggio 2022 ore 0:03
"salto spesso tra uno spazio colore e l'altro" in linea teorica però mi sembra che ad ogni passaggio ci sono approssimazioni per cui ad es. passare da RGB a Lab e poi tornare in RGB, anche senza avere fatto alcun intervento, produce un' immagine leggermente diversa da quella di partenza. O sbaglio? |
| inviato il 25 Maggio 2022 ore 0:52
“ Insomma, trovo il LAB fondamentale per le misurazioni „ La tua argomentazione è interessante. Capture One permette di fare misurazioni in LAB con il contagocce. Naturalmente mentre lavori su un RAW. |
| inviato il 25 Maggio 2022 ore 7:01
Perché invece non intervenite qua? “ Guardando il canale L, è come misurare il bianco e nero in pratica la chiarezza e luminosità senza che la tonalità o la saturazione possano distrarti, già basterebbe solo questo. Guardando A e B in una sola occhiata puoi invece capire se il colore è neutro, o se è caldo o freddo così a colpo d'occhio e la tendenza. A prescindere quindi dal monitor usato puoi capire subito se una zona neutra lo è, se un incarnato è corretto se il cielo non vira in modo strano ecc e tutto a colpo d'occhio. Anche guardando l'entità del valore senza approfondire puoi capire se un colore è naturale oppure è innaturalmente saturo. „ “ Olivotto definisce il Lab come il Martello e la quadricromia come cacciaviti di precisione. „ |
| inviato il 25 Maggio 2022 ore 7:50
+1 |
| inviato il 25 Maggio 2022 ore 8:39
Anche Lightroom ha la misurazione in Lab. Il contagocce di PS può misurare in Lab, CMYK anche mentre lavori in RGB |
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