| inviato il 22 Giugno 2021 ore 18:59
se volete la massima qualità occorre usare il digitale, con le lenti giuste si intende, la pellicola è per artisti dalla vista appannata |
| inviato il 22 Giugno 2021 ore 20:15
@Rulobich “ Esiste anche la semplice curiosità per aspetti tecnici... „ Figurati se non concordo !! Al 100% ... concordo ! Infatti gli aspetti tecnici mi interessano tantissimo dal punto di vista teorico e per il piacere di conoscere sempre cose nuove (queste pure datate) e continuo a ricercarle. Ci sono stati anni in cui perdevo ore e gg su queste cose. “ Comunque non è assolutamente detto che un interesse nei confronti di aspetti tecnici (come risolvenza, curve MFT, lp/mm, contrasto, formule che correlano la risolvenza totale con quella dei singoli elementi in gioco, confronti con il digitale) significhi attribuire a tutto ciò un'importanza fondamentale nel risultato finale di una fotografia. „ Ed infatti tutti i miei interventi (un po' in contrapposizione con Paolo) volevano semplicemente rimarcare quanto sia .... non mi viene il termine ... diciamo fuorviante ... fondare la propria scelta su una pellicola neg. b/n per il solo fattore relativo al potere risolvente. @Belles13 “ se volete la massima qualità occorre usare il digitale, con le lenti giuste si intende, la pellicola è per artisti dalla vista appannata „ Concordo ... anche se francamente concorro nel cercare di appartenere alla categoria "degli artisti dalla vista appannata" ..... immodestamente |
| inviato il 22 Giugno 2021 ore 20:45
che il digitale abbia la max qualità sono Balles al max ha la massima nitidezza |
| inviato il 22 Giugno 2021 ore 20:47
Da un po' di pagine c'è una eccessiva deriva verso le linee per millimetro e ci si è focalizzati solo su questo come se esistessero solo due...partiti. Io penso che ognuno insegua ciò che gli piace e gli serve. Io stesso per i paesaggi amo, tranne alcune anche importanti eccezioni, nitidezza, microcontrasto nel colore (di bianconero ne faccio poco e, quindi, al momento, non lo considero), oltre al fatto di potere fare regolazioni parziali anche su piccole aree della foto (è come se potessi usufruire di pellicole con caratteristiche diverse contemporaneamente o sviluppi, diluizioni e agitazioni, temperature diverse per effetti utili in piccole aree controllate dello scatto, utilizzando, insieme, programmi diversi) e perciò mi sta bene, comodo il digitale. Considero molto meno fondamentale la nitidezza per alcuni temi di paesaggi minimali ed "intimi" o per la street che, in qualche caso può anche avvalersi, per raggiungere determinati obiettivi, della grana simile alla pellicola o di effetti flou. Così come non vorrei contare i pori della pelle di una modella. Insomma per dire che, tutto sommato, per me poco è cambiato rispetto ai tempi della pellicola. Quindi, inutili le contrapposizioni e le rivendicazioni. Ripeto, in molti casi, in certi tipi di paesaggi, specie(per fare un esempio) con un bel primissimo piano (per esempio il...pino loricato contorrto, nodoso e pieno di spaccature) desidero che si legga ogni più piccola ruga. Oppure se fotografo il greto di un fiume con un 16 mm mi darebbe molto fastidio vedere in modo confuso i sassi in primissimo piano. Penso che qualche paesaggista abbia, per lo stesso scopo in passato utilizzato, nel colore, macchine fotografiche di grande formato. Quindi, niente di nuovo sotto il sole. Lomo: capisco le tue difficoltà nello sviluppo del RAW: io non sono così bravo, ma tantissimi sono così esperti da fare in pochi secondi quello che molti altri hanno difficoltà a fare. C'è sempre da imparare sia con le pellicole che con il digitale: non basta smanettare un po' per dirsi soddisfatti e pensare che tanto ci pensano gli algoritmi del pc: tutto questo porta a grandissime delusioni. |
user120016 | inviato il 22 Giugno 2021 ore 21:00
“ se volete la massima qualità occorre usare il digitale, con le lenti giuste si intende, la pellicola è per artisti dalla vista appannata „ Ma grazie! Adesso che lo so non ho più scuse... ho messo sul mercatino 200 fotocamere, 500 ottiche e qualche scatolone di pellicole varie. Prezzi buoni per chi compra in blocco... Con il ricavato comprerò una macchina digitale di quelle che fanno solo foto belle e con le lenti giuste, si intende (basta chiedere al negoziante e lui capirà, vero?). Ovviamente il resto lo spenderò per una visita oculistica e un paio di occhiali nuovi che non si appannano mai... Volessi mai che dopo tanta fatica mi si appanna la vista pure con il digitale... |
| inviato il 22 Giugno 2021 ore 21:22
Che risoluzioni! Ma siamo sicuri che siano lp/mm e non l/mm? Per la Rollei Ortho 25 ho trovato una scheda tecnica che riporta una risoluzione di 330linees/mm. In ogni caso sono risoluzioni molto alte, superiori a quelle di un sensore FF da 40/50MP. Ma pellicole con queste prestazioni c'erano anche una volta? Ed erano pellicole molto specialistiche oppure di uso abbastanza comune? E necessitavano di obiettivi speciali o venivano usati con quelli comuni? Lo chiedo perchè si sente spesso dire che le pellicole comuni equivalgono al massimo ad una FF da 20/24MP, derivando da questo che gli obiettivi del tempo erano progettati per queste basse risoluzioni e che quindi sono inadatti a sensori con una certa densità. Invece ho sempre riscontrato che in genere i vecchi (anche più di 50 anni) obiettivi hanno altri difetti ma non quello della scarsa risolvenza anche su sensore FF da 42MP, almeno ai diaframmi migliori. L'esistenza di pellicole ad alta prestazioni di uso relativamente diffuso spiegherebbe il motivo. Ovviamente sono coppie di linee/mm. A prescindere dal fatto che in genere lp/mm e l/mm sono usati come sinonimi alla fine specificare coppie di linee per mm invece del più semplice e immediato linee per mm è una precisazione inutile perché in una mira ottica le linee nere, per poter essere considerate delle linee appunto, devono essere separate l'una dall'altra da una linea bianca... altrimenti come le distingueresti? Per cui, detto francamente, solo l'estrema pignoleria teutonica tende a fare distinzioni del genere che, come ho appena dimostrato, sono francamente inutili! A meno che, ovviamente, l'obiettivo che si va a esaminare con quelle famose mire ottiche sia mezzo orbo e legga quindi solo le linee nere e non quelle bianche! Questa cosa della risoluzione della Rollei Ortho non l'ho mai capita francamente. La rollei Ortho, come del resto le tre Rollei RPX, sono l'equivalente firmato Rollei di precedenti emulsioni Agfa. L'Agfa Ortho era accreditata di una risoluzione pari a 350 linee/mm invece di sole, per modo di dire, 330 linee/mm della Rollei, non so, forse ricordo male io, anche se non credo, ma in fondo che siano 330 o 350 la differenza è risibile visto che ce n'è d'avanzo in ogni caso. La risoluzione di una comune pellicola colore 100 ASA degli anni '80 come le classiche: 3M, ScotchColor, Perucolor et similia, arrivava a valori che mediamente erano di 80/85 coppie di linee/mm che equivalgono appunto a circa 22 milioni di pixels. |
| inviato il 22 Giugno 2021 ore 21:27
“ ho messo sul mercatino 200 fotocamere „ è salita la quotazione del ferro alla borsa di Londra ??? |
| inviato il 22 Giugno 2021 ore 21:33
Pellicole così risolventi sono sempre esistite, almeno negli ultimi 50 anni, prima non saprei dirlo. E gli obiettivi in grado di tenere testa a tanta risoluzione ce ne sono molti. Alcuni anche insospettabilmente economici. Poi, la corrispondenza con i megapixel delle digitali non saprei farla oltre a trovarla piuttosto sterile visto che, come hai scritto correttamente tu, le variabili che entrano in gioco quando si monta un'ottica progettata per la pellicola su una digitale sono altre (trattamenti anti-riflesso ed aberrazioni varie). E comunque, per me, il pregio di certe pellicole non sta nelle coppie di linee quanto nella ricchezza e nella progressività dei passaggi tonali e dei piani di messa a fuoco. Il resto lo trovo utile in campi specialistici che non pratico. Se siano sempre esistiti non lo saprei dire caro Domenico, ma le pellicole usate nelle ricognizioni aeree sulla Germania (nei primi anni '40) dagli angloamericani avevano certamente delle risoluzioni altissime. Per la qualità ottica degli obiettivi di ripresa non saprei dire, ma il fatto che le additivazioni a base di terre rare furono tutte brevettate da Kodak entro il 1936 mi lascia immaginare che le ottiche da ricognizione aerea fossero all'altezza di quelle pellicole |
| inviato il 22 Giugno 2021 ore 21:41
Paolo, grazie per la precisazione. Ovviamente, ripeto, non è la nitidezza l'unico parametro che possa interessare in una foto, anche se può esserlo. E non in tutti i tipi di scatti, di generi fotografici. Senza contare che non conta solo la nitidezza, ma la impressione di nitidezza, come nel caso delle varie maschere di contrasto e i vari algoritmi che hanno questo scopo epr esaltarla, appunto, anche in maniera selettiva ;classico esempio, in un paesaggio, l'esaltazione della sensazione di nitidezza va bene per le case ma non in quelle gravemente sottoesposte perche questo aumenterebbe il rumore o la grana, se volete. Nello stesso paesaggio si dovrebbe evitare di applicare maggiore nitidezza e maschere nel cielo e sulle nuvole. Insomma, come dicevo, ogni scatto ha le sue esigenze e richiede la risoluzione di tali esigenze. |
| inviato il 22 Giugno 2021 ore 21:44
“ La risoluzione di una comune pellicola colore 100 ASA degli anni '80 come le classiche: 3M, ScotchColor, Perucolor et similia, arrivava a valori che mediamente erano di 80/85 coppie di linee/mm che equivalgono appunto a circa 22 milioni di pixels. „ Paolo é nominale non effettiva, ti sei perdo questo passaggio ripreso da Schyter, lo avevo pure tradotto “ “ Equazioni utilizzate sia da Kodak che da Fuji, la risoluzione effettiva di un "sistema di pellicola e fotocamera" deve essere ridotto del 30-80%, dalla risoluzione nativa. Maggiore è la risoluzione "nativa" di pellicola, maggiore è la perdita di risoluzione nel sistema, dovuta all'utilizzo di un obiettivo specifico. ? „ |
| inviato il 22 Giugno 2021 ore 21:46
E invece per le pellicole a colori cosa mi dite? Ci sono novità negli ultimi anni? Non sono aggiornato. Domenico e Paolo: negativi e dia propongono qualcosa di nuovo? Ovviamente per le dia io sono rimasto alle Velvia 50 e 100 e alle Provia 100 F che preferivo se volevo tonalità più fredde come per paesaggi marini. Per il negativo colore, non so, non mi è mai piaciuta la stampa ottenuta da negativo colore Ciao Claudio, purtroppo nel colore non ci sono grandi novità: le Velvia 50 (160 l/mm RMS 9) e 100 (RMS 8 e160 l/mm anche se Henning Serger sostiene che siano in realtà 170 l/mm) sono sempre le stesse, così come la Provia 100 F (140 l/mm e RMS 8), l'unica novità, a detta di Kodak ovviamente, dovrebbe essere la E 100 ma si sa che chiedere nuove a Kodak è come chiedere all'oste se il vino è buono infatti la nuova E 100 è la vecchia E 100G... comunque una buona pellicola, diciamo grosso modo equivalente a una via di mezzo fra la Astia 100 e la Provia 100 F. Per il negativo colore invece siamo sempre sulle solite Fuji 400 H (ex NPH), Kodak Portra 160 e 400 e per paesaggi Kodak Ektar 100... poco come vedi |
| inviato il 22 Giugno 2021 ore 21:59
Grazie Paolo, finalmente qualcuno che parla anche di colore! |
| inviato il 22 Giugno 2021 ore 22:04
Da un po' di pagine c'è una eccessiva deriva verso le linee per millimetro e ci si è focalizzati solo su questo come se esistessero solo due...partiti. Io penso che ognuno insegua ciò che gli piace e gli serve. Io stesso per i paesaggi amo, tranne alcune anche importanti eccezioni, nitidezza, microcontrasto nel colore (di bianconero ne faccio poco e, quindi, al momento, non lo considero), oltre al fatto di potere fare regolazioni parziali anche su piccole aree della foto (è come se potessi usufruire di pellicole con caratteristiche diverse contemporaneamente o sviluppi, diluizioni e agitazioni, temperature diverse per effetti utili in piccole aree controllate dello scatto, utilizzando, insieme, programmi diversi) e perciò mi sta bene, comodo il digitale. Considero molto meno fondamentale la nitidezza per alcuni temi di paesaggi minimali ed "intimi" o per la street che, in qualche caso può anche avvalersi, per raggiungere determinati obiettivi, della grana simile alla pellicola o di effetti flou. Così come non vorrei contare i pori della pelle di una modella. Insomma per dire che, tutto sommato, per me poco è cambiato rispetto ai tempi della pellicola. Quindi, inutili le contrapposizioni e le rivendicazioni. Ripeto, in molti casi, in certi tipi di paesaggi, specie(per fare un esempio) con un bel primissimo piano (per esempio il...pino loricato contorrto, nodoso e pieno di spaccature) desidero che si legga ogni più piccola ruga. Oppure se fotografo il greto di un fiume con un 16 mm mi darebbe molto fastidio vedere in modo confuso i sassi in primissimo piano. Penso che qualche paesaggista abbia, per lo stesso scopo in passato utilizzato, nel colore, macchine fotografiche di grande formato. Quindi, niente di nuovo sotto il sole. Lomo: capisco le tue difficoltà nello sviluppo del RAW: io non sono così bravo, ma tantissimi sono così esperti da fare in pochi secondi quello che molti altri hanno difficoltà a fare. C'è sempre da imparare sia con le pellicole che con il digitale: non basta smanettare un po' per dirsi soddisfatti e pensare che tanto ci pensano gli algoritmi del pc: tutto questo porta a grandissime delusioni. Concordo in pieno Claudio, alla fine la conoscenza del mezzo che si sta adoperando serve proprio a questo... ad adoperarlo al meglio. Quindi bisogna conoscere certi aspetti tecnici della pellicola così come se ne devono conoscere altri legati alla tecnologia digitale... poi sta tutto alla sensibilità del fotografo cercare di andare oltre i semplici dati tecnici che, ripeto, sono utili, anzi essenziali, se al servizio di una causa... e la causa è cercare di pensare e realizzare delle belle fotografie senza illudersi che la pellicola iperrisolvente, o quella in grado di assicurare la maggiore gamma possibile di sfumature cromatiche o chiaroscurali ci renda necessariamente dei fotografi migliori. |
| inviato il 22 Giugno 2021 ore 22:17
Concordo... |
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