| inviato il 07 Gennaio 2018 ore 17:47
Troppo manicheismo ragazzi, allora chiudiamo anche gli acquari e tutte le strutture dove gli animali vivono in cattività magari per fini di studio e allevamento e tutela sotto la sorveglianza di istituzioni naturalistiche. Chiudiamo gli zoo e i circhi (qui sarei d'accordo, se uno vuol vedere un leone vada a vederselo in Africa..) . Fare posatoi dove gli animali vengono alimentati per poterli fotografare non credo abbia un tale impatto sull'avifauna globale da influire sull'ecosistema generale. Le oasi dove ci sono i capanni sono perlopiù gestite da associazioni come Lipu, WWF, ecc. credete che queste associazioni non tutelino gli animali? Chiudiamo anche quelle. |
| inviato il 07 Gennaio 2018 ore 17:56
Per come la vedo io scattare una foto ad un animale da un capanno a pagamento dove è stato tutto preparato è facile quanto per un cacciatore sparare ad una lepre in gabbia ...in questi casi di naturale resta poco . |
| inviato il 07 Gennaio 2018 ore 17:57
@Ciccio59 Di solito buttarla in caciara serve a poco anzi... si alza la polvere e non si vede più niente. Vediamo un pò di fare chiarezza.... I capanni del WWF o della Lipu sono all'interno di oasi naturali dove i fotografi non devono alterare l'ambiente, spaventare i selvatici sdraiandosi nel fango o nel terreno libero. Questo è rispetto della natura. Non c'entra nulla con il manicheismo, atteggiamento altrettanto privo di rispetto. Gli acquari (sono acquariofilo dal 1970) ospitano pesci nati e selezionati in cattività non pesci selvatici. I circhi sono stati messi in discussione da almeno trent'anni perché gli animali in gran parte provenienti da catture sono sfruttati, ingabbiati e torturati per addestrarli a comportamenti innaturali e del tutto artificiosi. @Lori Costruirsi un capanno e mettere un posatoio non è stato messo in discussione. Attirare artificiosamente gli animali ad avvicinarsi offrendo cibo, acqua o con richiami canori è invece oggetto di questo 3d. |
| inviato il 07 Gennaio 2018 ore 18:09
Nessuno mette in discussine che sia più facile, sbagliato è dire che l animale è manipolato o controllato. Sabato ad esempio proverò un capanno a pagamento in un bosco per picchi e passeriformi ma nessuno mi garantisce di poter osservare o scattere una foto ad picchio verde anche perchè non vengono avvicinati con del cibo. Può essere più o meno appagante ma bisogna considerare una serie di fattori: il tempo e l attrezzarura che si hanno a disposizione per questa passione su tutti. |
| inviato il 07 Gennaio 2018 ore 18:09
Non è caciara le posizioni assolutiste non sono mai produttive. Se le foto sono fatte in oasi ben gestite non vedo il problema. Vanno fatti mille distinguo, come sempre in ogni situazione e in ogni contesto è la civiltà e la coscienza degli operatori (fotografi, gestori del capanno ecc) che fanno la differenza. Ognuno è responsabile delle proprie azioni di fronte alla propria coscienza, se ce l'ha. Mi pare che questo sito abbia speso molte pagine per educare la gente. Apprezzate sono le posizioni moderate e gli interventi educati (senza allusione a nessuno). "I capanni del WWF o della Lipu sono all'interno di oasi naturali dove i fotografi non devono alterare l'ambiente, spaventare i selvatici sdraiarsi nel fango o nel terreno libero." Onestamente dove sono stato io non ho mai visto scene del genere. |
| inviato il 07 Gennaio 2018 ore 18:12
Sono d accordo anche io che attirare un gheppio con cibo possa essere messo in discussione...ma i gheppi non si nutrono di animali vivi? le carcasse le evitano...legare un tipino per facilitare l arrivo del gheppio è senz altro sbagliato. Su questo siamo pienamente d'accordo |
| inviato il 07 Gennaio 2018 ore 18:15
@Ciccio59 Perché la natura lì è tutelata. Tuttavia i comportamenti di alcuni fotografi hanno portato all'elaborazione di rigidi protocolli da sottoscrivere per frequentare i capanni proprio perché in questo paese ognuno fa un pò come gli pare. Ad esempio uno è stato sorpreso vicino a un nido di aironi rossi per fotografarlo. Parlo del CHM di Ostia tanto per non parlare a caso. Una volta sulla stradina che costeggia i pantani dell'inferno notammo che i corrieri piccoli divoravano molti bigattini che qualche fotografo aveva lanciato nell'ambiente per attirarli nella sponda più vicina: questo la Lipu e il WWF lo vietano. |
| inviato il 07 Gennaio 2018 ore 18:19
“ Preferisce essere bovina e osservare stupita piuttosto che pensare a come si fanno certe cose. „ Completamente d'accordo. Vogliamo parlare dei "fotografi into the wild" in Africa? Tra quest'ultimi e i bracconieri, non so chi sia peggio... |
| inviato il 07 Gennaio 2018 ore 18:20
Boh la mia esperienza è diversa per fortuna le oasi qui nel triveneto sono ben gestite e ben frequentate. Allora quando vai a fotografare oltre agli zoom portati una carabina ma non per gli uccelli |
| inviato il 07 Gennaio 2018 ore 18:23
Quindi secondo voi, se vado in montagna e creo una minipozza di acqua artificiale e costruisco un capanno perfettamente mimetizzato in natura non è più fotografia naturalistica? In che modo altererei l'ambiente o il comportamento degli animali? Se non ci sono io non bevono allo stesso modo? Smettono di imparare a cercarsi acqua? Se invece di creare una pozza da tenere sempre con acqua fresca il capanno lo creo davanti ad un piccolo laghetto artificiale anche'esso fatto per abbeverare le vacche) o davanti ad un fontanile fatto per le pecore allora in questo caso si parla di fotografia naturalistica???? Questo perchè la pozza laghetto non l'ho messa lì io, ma il pastore 10 anni prima per le sue pecore??? Se invece vicino ai nidi di gruccione piazzo un semplice posatoio e costruisco 2 mesi prima un capanno allora è fotografia naturalistica? Mi sembra che quì il talebanesimo sta un pò troppo dilagando, ci sono sempre le vie di mezzo. E' semplicemente che ogni specie di animale/vegetale, per essere fotografata, ha bisogno della sua strategia, e asta a noi presunti fotografi naturalisti trovare quella più naturale e meno invasiva. Cervi, camosci, stambecchi, marmotte ecc... si fotografano camminando in montagna ed appostandosi con reti mimetiche. Animali acquatici facendo appostamenti temporanei/fissi nei loro luoghi di permanenza/pesca, così come per fotografare gli animali del bosco è necessario creare un punto di incontro più naturale possibile quale può essere una fonte di acqua. Poi il birdgardening ed i carnai fanno un discorso a sè. I verzellini ad esempio li fotografo sia con capanno fisso e mangiatoia che a giugno con capanno mobile mentre mangiano i semi della cicoria selvatica, ma non per questo trovo l'uno o l'altro sistema più brutto o fuorilegge, semplicemente in un caso abbiamo un set naturale ed in un altro uno artificiale, ma il verzellino è lo stesso e non ha disimparato a mangiare quello che trova in giro se da novembre a febbraio gli davo i semi. Anzi, probabilmente li ho aiutati a svernare quando qualcuno di loro non ce l'avrebbe fatta. |
| inviato il 07 Gennaio 2018 ore 18:26
@Ciccio59 In Veneto accadono cose anche più gravi.... Le riserve di caccia per attirare centinaia di migliaia di anatre spargono tonnellate di grano in inverno. Questi animali vengono in buona parte abbattuti dai cacciatori. Fine OT. @Lufranco Ottimi i tuoi distinguo. Concordo con la gran parte. I fotografi maleducati purtroppo restano. Nella stradina di cui parlavo prima oggi non si posa quasi più nulla per i fotografi (pochi) che terrarizzano gli uccelli correndogli dietro |
| inviato il 07 Gennaio 2018 ore 18:40
“ Per come la vedo io scattare una foto ad un animale da un capanno a pagamento dove è stato tutto preparato è facile quanto per un cacciatore sparare ad una lepre in gabbia ...in questi casi di naturale resta poco . „ Esatto. Più o meno come scattare una foto ad un gufo reale durante uno spettacolo di falconeria. |
| inviato il 07 Gennaio 2018 ore 18:46
Il capanno in sé non comporta alcun problema, non è la presenza del capanno che rende meno wild il comportamento degli animali, anzi, serve proprio per evitare il più possibile di interferire con loro. Persino l'uso "occasionale" di un'esca (fermo restando il problema etico se quell'esca è un altro animale) non altera il comportamento degli animali. Il problema sorge se determinati comportamenti (uso di esche ecc.) sono così ripetitivi da far diventare abitudinari gli animali rispetto a quei comportamenti. |
| inviato il 07 Gennaio 2018 ore 18:49
Robertodp infatti se vai a leggere c'è anche scritto cosa penso di quella foto |
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