| inviato il 20 Maggio 2020 ore 13:36
Non ho letto quanto precede. Negli anni 60 fotografavo con Kodak instamatic 50 della I comunione e pellicola bn. Niente esposimetro, messa a fuoco fissa. Scattavo e basta. Il sistema era molto conservativo. Le foto venivano sempre. Primi anni 70 con la Vitoret di mio padre. Niente esposimetro e niente ausili di maf. Aveva scritto a macchina un foglietto con 4-5 situazioni tipo e lo aveva incollato all'interno della borsetta pronto. Negativi bn e colore. Le foto venivano sempre. Metà anni 70, prima reflex, Pentax KX, fantastica, esposimetro molto buono, maf reflex. Kodachrome 25 fisso. Una droga. Da allora mai più senza esposimetro. Anni 80, varie MF, ma sempre dotate di esposimetro. Zenza GS-1 e Rolleiflex 6006, e 35mm coi primi esposimetri avanzati a matrice. Proseguendo col MF, anche qui, facendo quasi esclusivamente diapositive, ho sempre comprato prima il pentaprisma esposimetrico e poi la macchina, se questa non lo aveva già incorporato (es. Bronica SQAi). A quelli che affermano di fare diapositive senza esposimetro dico... |
| inviato il 20 Maggio 2020 ore 13:51
Non credo che nessuno abbia detto di fare diapositive senza esposimetro (anche se in ipotesi si possono fare, ma con il rischio di sbagliare parecchio e quindi dover fare bracketing) Io ho detto spesso che, con la dovuta esperienza, si può esporre "ad occhio" come peraltro fanno quasi sempre molti vecchi professionisti il BN. Quando uscivo negli anni 60' con un mio vecchio maestro, grande ritrattista udinese, per fotografie all'aperto, la prima volta gli ho chiesto (avevo 7-8 anni) "ma scusi non usa l'esposimetro?" mi rispose: se uno che fotografa da 50 anni come me, deve usare l'esposimetro per foto all'aperto allora è meglio che cambi mestiere. Da quella volta ho cercato di imparare a leggere la luce. E' più un gioco che altro, però è divertente. Specie quando esci con la LEICA IIIb e ti sei dimenticato l'esposimetro, cosa che però non accade più perchè è il telefonino a fare da esposimetro. |
| inviato il 20 Maggio 2020 ore 22:29
“ Non solo le Contax G, ma mi sembra che anche le reflex Contax C/Y fossero prodotte in Giappone da Kyocera, che nella 1983 aveva acquistato Yashica. Gli obiettivi Zeiss erano progettati in Germania, dove erano fabbricati alcuni di essi, in genere i più costosi; altrimenti erano prodotti in Giappone nelle manifatture di Kyocera. Ad esempio, delle due varianti del Distagon 28, quella più economica (ma, in base alla mia esperienza, comunque buona), l'f/2.8, disegnato dal grande Walter Woeltche, era appunto Made in Japan. La versione più prestigiosa, ovvero l'f/2 detta "Holliwood" (uno degli ultimi progetti del grandissimo Erhard Glatzel), era Made in Germany. Su di esso c'è questo eccellente articolo di Marco Cavina: www.marcocavina.com/articoli_fotografici/Glatzel-2-28/00_pag.htm Le ottiche Yashica C/Y, ovviamante prodotte in Giappone, in ceri casi avevano gli stessi schemi degli Zeiss, ma un trattamento antiriflesso meno buono del T*, che era esclusivo del marchio tedesco. „ La foto del 28 Distagon Germany di Cavina mi ha fatto venire gli occhi lucidi, perchè anch'io usavi spessissimo il 28/2 e proprio su Contax AX !! L'AX era fantastica: metteva a fuoco in automatico con le ottiche manuali, spostando il piano pellicola, che scorreva su guide in ceramica !! Spettacolare !! Ai tempi altri due obiettivi Contax Germany che amavo molto erano l'85/1.4 e il 135/2 Planar. Ilcatalano |
| inviato il 20 Maggio 2020 ore 22:49
“ Ilcatalano „ tra qualche gg mi arriva la AX ... Gli metterò il planar dei poveri ... Domanda da incompetente visto che ci siamo ... esiste l'anello adattatore Nikon/CY ? |
| inviato il 20 Maggio 2020 ore 23:32
Quindi l'ax funzionava come un anello Techart pro attuale su Sony con obiettivi manuali. Sbaglio? |
| inviato il 20 Maggio 2020 ore 23:54
“ Tiber „ a livello funzionale si ... rende autofocus lenti manuali. La differenza è/era nel metodo... nella AX tutto il piano pellicola si sposta micrometricamente. La fotocamera quindi risulta ingigantita in profondità ... come se avesse preso steroidi ! |
| inviato il 21 Maggio 2020 ore 0:37
Secondo me il concetto è lo stesso. Anche il techart scorre in avanti e indietro spostando il piano focale. |
| inviato il 21 Maggio 2020 ore 0:44
Non ho letto prima, ma si parla di Contax... AX macchina bellissima. Da contaxiano a partire dagli anni 70, però squattrinato, a metà anni 2000 mi venne una vera passione per questa macchina, e ne comprai ben due che ho ancora, perfettamente funzionanti, anche se non le uso da un bel po'. Mie ottiche preferite tra quelle possedute, 18..28/2..50/1.4..60M..100/2..135/2..180/2.8 old..300/4. A parte il 18 le ho ancora tutte (e molte altre). Prendere in mano un gioiello di questi, mettere a fuoco, girare i diaframmi, restituisce un piacere che non provo nemmeno con i Leitz, più massicci, ma meccanicamente meno raffinati |
| inviato il 21 Maggio 2020 ore 7:27
@Tiber Non proprio: la Contax muoveva il piano pellicola, il TECHART PRO muove l'ottica. Il risultato è ovviamente lo stesso, perchè non ci può essere risultato diverso: occorre ottenere la giusta distanza muovendo ottica (come fanno tutte le fotocamere) o piano focale (come faceva solo quella Contax), indifferentemente, per mettere a fuoco. La cosa che non riesco a comprendere perchè questi testoni della Leica, che tanto innovatori sono stati negli anni 30' e tanto indietro sono oggi, non mettano l'AF sullo loro range finder digitali di oggi con un sistema tipo quello del TAP. Il sistema di messa a fuoco a telemetro a suoi limiti, il fatto che sia manuale rallenta l'azione, ed il fatto di poter mettere a fuoco sul sensore (come fa il TAP) non ha rivali. Misteri del modo di pensare dei tedeschi ... |
| inviato il 21 Maggio 2020 ore 8:18
“ La Nikkormat Roberto, l'alternativa economica alla Nikon F era la Nikkormat... la Nikomat non era altro che la Nikkormat per il mercato statunitense. „ Veramente mi risulta che il nome originario fosse proprio Nikomat, però troppo simile a Ikomat, che era un marchio registrato Zeiss Ikon, con cui erano stati commercializzati proiettori e macchine. Così Nikon ripiegò su Nikkormat, per evitare guai, ma le macchine destinate al mercato interno continuarono ad essere prodotte come Nikomat. Negli anni '70 lavoravo in un negozio e ricordo che spesso le macchine di importazione parallela, erano marchiate così. |
| inviato il 21 Maggio 2020 ore 8:41
In effetti qui www.bensaver.it/Forumfoto/nikkormat.htm si legge: "Sul mercato giapponese viene marchiata Nikomat mentre il marchio Nikkormat viene usato per il mercato estero." Tra l'altro circola la tesi secondo cui la Nippon Kogaku, che già da prima della guerra produceva ottiche con la sigla Nikkor (ancora in uso) quando, nel dopoguerra, iniziò a produrre corpi a telemetro (evidentemente copiate dalle Contax), avesse scelto la dicitura Nikon in quanto evocativa di Zeiss Icon. |
| inviato il 21 Maggio 2020 ore 8:42
le macchine destinate al mercato interno continuarono ad essere prodotte come Nikomat. Boh! Io sapevo che le Nikomat erano appunto quelle destinate al mercato interno e, per l'esportazione, solo a quello statunitense... |
| inviato il 21 Maggio 2020 ore 9:18
Se era problema di esportazione, credo che anche il mercato USA avrebbe dovuto usare il nome Nikkormat. Poi, da quello che ricordo, non ci furono cause tra le due case, ma soltanto dei contatti ed i giapponesi, probabilmente anche per rispetto verso quella che era la più importante realtà nella fotografia (insieme a Leitz), acconsentirono a rinunciare al nome Nikomat, che era sicuramente più consono, visto che l'altro richiamava gli obiettivi piuttosto che la macchina. |
| inviato il 21 Maggio 2020 ore 9:35
Vorrei ricordare una cosa curiosa, i fabbricanti giapponesi, nel dare i nomi ai propri obiettivi, hanno seguito due strade, usare lo stesso nome, magari con un suffisso (tipo or oppure on), o chiamarli in maniera completamente diversa, tanto da creare dubbi sull'originalità da parte del pubblico meno informato. Esempi del primo caso (con lo stesso nome): Canon - Canon Miranda - Miranda Pentax - Pentax (in un secondo tempo) Mamiya - Mamiya Esempi del primo caso (con suffisso): Topcon - Topcor Nikon - Nikkor Yashica - Yashinon Cosina - Cosinon Fujica - Fujinon Esempi del secondo caso: Konica - Hexanon Pentax - Takumar (all'inizio) Minolta - Rokkor Olympus - Zuiko |
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