| inviato il 28 Febbraio 2020 ore 8:12
Quotone al cubo per Husqy ... |
| inviato il 28 Febbraio 2020 ore 8:44
“ Grazie Diebu ho chiesto perchè ho visto che è più facile scansione dia che negativi „ non è solo più facile, ma puoi valutare ad occhio il risultato, metti la dia sotto il visore e vedi se è il caso di scansionarla o sceglienre un altra o aggiustare i colori della scansione. Infine contano moltissimo le dimensioni della dia, in scansione andare oltre il 4/500% di ingrandimento con scanner ottimi non porta mai a buoni risultati, figuriamoci su scanner consumer... Fare una proiezione da dia ha una qualità sicuramente più alta rispetto ad una scansione ed i colori solitamente non vengono mai alterati in modo grossolano come può accadere su uno scanner che necessità di un minimo di conoscenza per non fare pastrocchi. |
| inviato il 28 Febbraio 2020 ore 9:19
“ Questa è proprio bella Maserc: ma davvero vuoi simulare l'effetto pellicola sul digitale? „ Certo che no. Era per dire che una volta digitalizzata un'immagine, perde tutte le sue unicità. Tramite post posso rendere simile a quella di provenienza analogica, una qualsiasi nata digitale. |
| inviato il 28 Febbraio 2020 ore 9:23
“ tra parentesi ho precisato "con le macchine giuste" e non con la prima che capita, e ciò significa che, se prendi foto fatte da certe MF analogiche, come per esempio qualche foto messa da Paco, in certi casi ho visto che si può ricavare una certa qualità... „ Cioè. Tu mi stai dicendo che le foto postate ad inizio topic non sono un ottimo esempio di qualità? Serio? |
| inviato il 28 Febbraio 2020 ore 9:49
Ok Maserc, su questo sono d'accordo! Digitalizzare un negativo, o un positivo, porta inevitabilmente a snaturare l'essenza di una immagine chimina. |
| inviato il 28 Febbraio 2020 ore 9:52
“ mah, che il digitale non riproduca le transizioni tonali e l'analogico si fatemelo vedere e dimostratemelo con un bel test scientifico p.f. (con esposizioni corrette intendo) „ . . . . Andrea, . . . . anche il digitale ha le sue buone transizioni tonali (e ci mancherebbe, non potremmo apprezzare una foto come tale) ma non le esprime allo stesso modo del negativo colori e B&N o diapositiva, sono due mondi e modi diversi di fare fotografie. Nella pellicola le transizioni tonali sono più delicate, naturali e più coerenti con la visione umana, la pellicola contiene + informazioni dell'equivalente supporto Bayer. Nel digitale le transizioni tonali emergono più dalla sofisticata interpolazione dei dati del sensore che dall'effettiva capacita del sensore di registrare ogni minima variazione di tono, nel digitale i passaggi tonali sono in genere + duri e repentini; molto dipende da come si fa PP e da che software si utilizza e dalla precisione del sensore e dell'elettronica di contorno. Nella pellicola a decidere le sorti del risultato finale sono sopratutto la struttura chimica fisica della stessa, l'ottica, l'esposizione e lo sviluppo e chiaramente la scena, nel digitale entrano in gioco molti altri fattori non ultima la tendenza a fare PP spinte nei dettagli, sature, contrastate e a volte recuperi spinti delle ombre. . . . non sarebbe male ragionare sul un modo di fare una PP + rispettosa della visione umana. |
| inviato il 28 Febbraio 2020 ore 9:55
Che poi, come nel caso della scansione di una diapositiva, essa possa essere l'unico modo per ottenerne una stampa è un altro discorso che fa passare in secondo piano la forzatura, anzi la volenza che la diapositiva deve subire. |
user33434 | inviato il 28 Febbraio 2020 ore 9:56
“ che il digitale non riproduca le transizioni tonali e l'analogico si fatemelo vedere e dimostratemelo con un bel test scientifico „ Concordo con te Andrea, la registrazione delle differenze tra due toni molto vicini dipende dal formato e dai bit del raw. La differenza cui credo si faccia riferimento sta principalmente nella diminuzione del contrasto che si evidenzia sulle alte luci partendo da una negativa. |
| inviato il 28 Febbraio 2020 ore 10:10
Paolo, . . . c'è modo e modo di digitalizzare un negativo, è chiaro che in "parte" si va a snaturare l'essenza dell'immagine chimica, ma solo in una piccola % si deteriora l'informazione contenuta nella struttura della pellicola. Vi invito a fare esperimento banale e facile: scattate la stessa scena con la stessa ottica e gli stessi parametri una con un corpo analogico/pellicola e una con un corpo digitale, fatta la scansione della pellicola ci accorgeremo che i passaggi tonali saranno diversi e la struttura della pellicola sarà in buona parte conservata e visibile anche in una visione digitale con monitor tarato di qualità. Poi Paolo, comprendo benissimo la tua lecita visione purista, coerente e a difesa del mondo analogico, pensa oggi tutti noi che dialoghiamo attraverso PC, monitor, collegamenti adsl, Wifi, ecc. Le immagini girano eccome ! e anche quelle analogiche non si osservano esclusivamente in un libro o una mostra d'arte fotografica purtroppo, molte le vediamo su uno schermo con le debite differenze tra digitale e analogico. |
| inviato il 28 Febbraio 2020 ore 10:16
mah, con la scansione non si snatura la pellicola, il problema è farla bene, e oggi non ci sono più gli strumenti adatti, gli scanner professionali sono stati dismessi nella quasi totalità... resta ben poco. Discorso sfumature/passaggi tonali, il digitale non ne ha meno, anzi è l'opposto, quello che fa perdere i passaggi tonali nel digitale è l'eccessivo contrasto che viene dato in post, se abbassate un pò il contrasto vedrete che i passaggi diventano più morbidi e i transienti dei colori più sfumati e meno secchi. La pellicola mantiene ottime sfumature sulla gamma media, ma nelle ombre pialla tutto e nelle alte luci è facile perdere passaggi, si vedrà più la grana che il colore reale. |
| inviato il 28 Febbraio 2020 ore 10:24
Ma infatti Cirillo il punto è proprio l'ultimo che hai inidicato, e verte sulla scarsa "flessibilità" della fotografia chimica che, per sua stessa essenza, non si attaglia alla moderna visione/condivisione in rete ... e del resto, a conferma di questa tesi che sia chiaro non contesto, anche le poche immagini presenti nella mia galleria sono frutto di scansioni Quello che non mi piace, e che contesto, è il fatto di essere arrivati al punto di considerare la scansione, e con essa quindi la DIGITALIZZAZIONE di una immagine chimica, come parte integrante di tutto il processo e non una forzatura alla quale, obtorto collo, doversi rassegnare. |
| inviato il 28 Febbraio 2020 ore 10:26
Bisognerebbe anche andare da stampatori validi. capisco che non sia facile trovarli ma ci sono ancora coloro che stampano analogico per bene senza scansioni ecc. Giulio Limongelli a Bologna è un bravo stampatore ad esempio. |
| inviato il 28 Febbraio 2020 ore 10:32
Ma infatti Zuorro hai ragione, gli stampatori validi ci sono ancora, solo che come tutti gli artigiani costano ... e in un mondo dove tutti ormai fotografano gratis il fatto di dover pagare finisce per risultare insoppottabile! |
| inviato il 28 Febbraio 2020 ore 10:43
Paolo, se dipendesse da me si potrebbe tranquillamente tornare in massa a proiettare diapositive e fare mostre fotografiche da stampa analogica, in fondo era un mondo che mi piaceva assai di più! (l'attrezzatura c'è l'ho ancora tutta). Per comunicare in modo cosi detto "moderno" ho dovuto fare violenza (la minore possibile) a me stesso e ai mie supporti analogici, si considero pure io la digitalizzazione dell'analogico una forzatura, ma la voglia di comunicare gli scatti del passato ha prevalso. |
| inviato il 28 Febbraio 2020 ore 10:54
“ e in un mondo dove tutti ormai fotografano gratis il fatto di dover pagare finisce per risultare insopportabile! „ é così difatti . . . Ho un parente col quale condivido la passione fotografica, fa il fotografo di professione da + di 40 anni. Gli ho chiesto perchè ogni tanto non tira fuori il banco ottico per qualche esperimento e non mi stampa qualche ingrandimento analogico, mi ha guardato un po così risposta: nessuno mi pagherebbe per cose del genere . . pagano a fatica anche il minino di ritocco digitale che i clienti mi chiedono! mi ha fatto vedere il campionario delle foto che faceva col banco ottico per le aziende locali di salumi, vini, manifatture varie ecc. restaurava perfino i negativi analogico su vetro, guardando quelle immagini si guarda un'altro mondo. |
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