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quale futuro per i negozi di materiale ottico ...


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avatarsenior
inviato il 21 Novembre 2019 ore 11:50

E' una scelta artistica collettiva o e' il commercio che lo impone…?

C'è bisogno di una risposta?MrGreen

il destino della vendita e' conseguenza della produzione e non viceversa.

Hmmm, secondo me no.
Le aziende producono in base a quello che vogliono vendere.
E' "la vendita" (il marketing) che guida.

avatarsenior
inviato il 21 Novembre 2019 ore 12:00

Da consumatori aiutiamo il fenomeno del gigantismo monopolistico, in tutti i settori, dalla produzione alla vendita, con due atteggiamenti (che non critico, sono umani, anche se poco lungimiranti

Sai anche, a proposito di stato, dovrebbe iniziare, oltre a regolamentare, anche ad informare il consumatore di quello che è davvero Amazon, Google, Facebook: sai quanti hanno idea che si tratti di servizi gratis? La stragrande maggioranza delle persone.
Comodo whatsapp, dicono, poi mi tocca spiegare che WhatsApp ascolta tutto quello che si dice mentre mi guardano con occhi da pesce lesso Eeeek!!!Eeeek!!!

avatarsenior
inviato il 21 Novembre 2019 ore 12:06

Le aziende producono in base a quello che vogliono vendere.

non sempre.

La storia del successo della ferrero e' esemplificativa.
Produceva cioccolata… In tempo di guerra la cioccolata era rara e costosa. Cercavano qualcosa per surrogare l'uso del cioccolato e pensarono di utilizzare un prodotto locale molto economico e abbondante. La nocciola piemontese. Che allora valeva pochissimo, ma oggi (dopo il successo planetario) sta alla produzione a piu di cinque euro al kg punto resa.. Ancora da sgusciare.. Ora in Ferrero passano il tempo a pensare come sostituire la nocciola ;-)


Spesso le scelte commerciali sono fatte non in base alla domanda, ma in base alle disponibilita' produttive.
Il marketing compie il miracolo di far collimare la domanda con gli stock disponibili MrGreen
MrGreen

avatarjunior
inviato il 21 Novembre 2019 ore 12:06

il destino della vendita e' conseguenza della produzione e non viceversa.


Diciamo che sono correlati, anche la vendita influenza la produzione, sia in quantità che in qualità. Non sarai mica un offertista MrGreen? Però, mentre la produzione, per i "piccoli", è già andata (se parliamo di tecnologia e non di formaggi MrGreen), la vendita di quei beni al dettaglio ancora esiste. È molto probabile che seguirà lo stesso destino (il "piccolo" muore), ma c'è un margine di incertezza in più. La produzione tecnologica, ormai, richiede capitali che solo un gigante può mettere in campo e, soprattutto, non ha contatto diretto con l'acquirente (parlo di tecnologia consumer). La piccola vendita, forse, può essere ancora salvata dal contatto umano, dalla relazione diretta con il cliente, se si dedica con tanta intelligenza e attenzione a tutti quei servizi che è ancora difficile ottenere on-line. Poi, ovviamente, gran parte del destino dipende dal contesto economico-politico, perché se le spese di un negozio reale diventano insostenibili rispetto all'"on-line" elusore del fisco, non c'è trippa pe' gatti!
La vendita di prodotti industriali è un gran brutto terreno su cui competere oggi, crollano pure supermercati del settore. Per questo, nel mio personale, piccolo investimento alternativo (all'attività principale, che è tecnologica) ho puntato sul cibo di qualità estrema. Voglio vedere quanto passerà prima che Amazon o anche solo la GDO possa proporre formaggi a latte crudo prodotti a 2000 metri in tiratura limitatissima MrGreen;-)! Il piccolo può tentare (!) di vincere solo coccolando il cliente come un gigante, con le sue manone, non potrebbe mai fare.

avatarsenior
inviato il 21 Novembre 2019 ore 12:18

Il piccolo può tentare (!) di vincere solo coccolando il cliente

Si ma il significato nascosto dietro a questa frase e' drammatico.

Se io ho una produzione di vino di 1000 bottiglie anno.
SOLO TRE PERSONE AL MONDO potranno berlo tutti i giorni. Non c'e' disponibilita' per avere piu clienti.

Significa che per sostenere una azienda cosi verticalizzata ed artigianale, il prodotto sara' destinato ad una elite ristrettissima. Solo mille persone al mondo potranno berlo una volta l'anno.

Intendiamoci oggi e' gia cosi.. c'e' chi si fa fare il teleobiettivo su misura da Zeiss.. Alla fine, non costa neppure cosi caro avere Zeiss a disposizione.
Chi Va in Ferrari o in mercedes e si compra una formula uno, Poi affitta il team per un pomeriggio ogni tanto per girare in pista. Giuro che ne conosco che lo fanno.

Voglio dire.. il mondo ha sempre avuto i suoi imperatori...


avatarjunior
inviato il 21 Novembre 2019 ore 12:37

SOLO TRE PERSONE AL MONDO potranno berlo tutti i giorni


Per fortuna, sul cibo, non è ancora del tutto così. Non è detto che prodotti "assoluti" debbano costare un occhio della testa, magari solo il giusto per retribuire la passione e il lavoro di un artigiano. Chi viene a trovarmi può gustare cose che probabilmente nemmeno Trump o Putin (o altro potente a scelta) hanno mai assaggiato, al prezzo di una cena normalissima. Ho tanti clienti di scarse risorse che però, oltre a soddisfare il gusto, godono anche di prendersi questa piccola rivincita sugli "imperatori". Ovviamente, non tutti possono mangiare così tutti i giorni, ma solo il fatto di conoscere e apprezzare certe cose ti permette di goderne ogni tanto. In questo caso, raro, in effetti, nel consumo di beni e servizi, la conoscenza è meglio dei soldi ;-).

Come dicevo, per questo, da "piccolissimo", ho scelto come campo di battaglia il cibo e non la tecnologia. Un piccolo negozio di ottica avrebbe molti più problemi a farsi riconoscere come speciale e meritevole del sovrapprezzo dalla clientela.

avatarsenior
inviato il 21 Novembre 2019 ore 12:57

Dove sei Thor? dove si puo' assaggiare il tuo prodotto? sono curioso.

Vedi, se produci 1000 bottiglie perche' la capacita' produttiva e' quella e non puoi aumentare, il prezzo e' ininfluente. Anche se le vendessi ad un euro l'una.. resterebbero solo tre persone a poter bere tutti i giorni. Finite le bottiglie aspetti l'anno prossimo. E' questione di disponibilita'.

E di mentalita'.. se hai 1000 persone che vogliono bere e tu hai 800 bottiglie… il prezzo inevitabilmente sale.

Il marketing invece ti convince che il vino in tetrapack e' migliore e che non vale la pena di acquistare la bottiglia.

E' una questione di mentalita', di cultura e di marketing

Parlando di marketing..Che differenza c'e' tra questo:
it.louisvuitton.com/ita-it/prodotti/pallone-da-volley-monogram-nvprod1

e questo?
www.interdiscount.ch/it/foto-e-video/obiettivi/obiettivi--c322000/cano

avatarjunior
inviato il 21 Novembre 2019 ore 13:36

Dove sei Thor? dove si puo' assaggiare il tuo prodotto? sono curioso.


Roma. Ma non intendevo farmi pubblicità, se sei in zona, MP e ti offro volentieri un tagliere di assaggi ;-).

Il tuo ragionamento è giusto. Ci sono tante produzioni limitate dove, più che il prezzo, conta il fatto di poterci arrivare. Appunto, competere nella vendita di cose del genere diventa più facile per il piccolo (agile... per logistica, prezzi, quantitativi, rapporti personali, pagamenti, accordi di fornitura, accettazione stagionalità...) che per il grande (rigido, per le stesse cose). Motivo per il quale io sopravvivo. E motivo per cui l'ottico stenta, perché non esistono vincoli di stagionalità, quantitativi prodotti, logistica, ecc sulle macchine fotografiche... chiunque ne voglia comprare una la trova ovunque, esattamente uguale e chi ne vende di più ha un prezzo migliore e meno costi (servizio on-line, sede in paradiso fiscale, ecc.). Lì, dare un motivo al cliente per venire da te e pagare di più, è dura.

Che differenza c'e' tra questo...
Di sicuro, il target. Il che comporta che c'è maggiore relazione tra costo e prezzo nella seconda offerta che nella prima. ;-) A meno che ideare "i colori pop e le iconiche lettere" non sia più costoso della progettazione di un'ottica coi controcoglioni MrGreen;-)

avatarsenior
inviato il 21 Novembre 2019 ore 14:17

Personalmente non sono mai stato un consumista sfrenato, ho 65 anni ed ho iniziato a fotografare a 15.
Ho usato per 40 (QUARANTA!!!) anni sempre lo stesso corredo, 2 corpi macchina Topcon con le ottiche originali, poi sono passato al digitale, e non sono stato certo tra i primi, usando per dieci anni un corredo Pentax APSC.
Un anno fa, per una serie di cause di forza maggiore, ho sbaraccato tutto per passare alla Sony A7II.
La macchina principale (Sony K50), era uno dei modelli affetti dal famoso problema delle foto scure (il magnete che comandava l'apertura del diaframma non funzionava e l'apparecchio scattava sempre con il diaframma tutto chiuso). L'ho fatta riparare una prima volta, dopo sei mesi si è manifestato di nuovo il difetto, così l'ho fatta riparare ancora e poi ho venduto tutto, considerando anche che l'obiettivo principale (il 16-45) si era rotto irreparabilmente e restavo con il 18-55 kit, un 10-24 Tamron che non era memorabile ed un 55-200 Sigma, il secondo corpo era una K10, a dir poco obsoleta.
Il passaggio alla Sony full frame mi ha permesso anche di recuperare le vecchie lenti Topcor.
Insomma, non mi sento proprio uno sconsiderato spendaccione consumista, almeno a confronto di gente che una volta l'anno sbaracca corredi recenti e costosi, perché magari attratto dall'ultima novità, almeno da quello che leggo qui.
Certo, potrei continuare a fare le foto con le vecchie Topcon, venivano bene allora e verrebbero bene anche oggi, ma sinceramente non lo trovo comodo.

user111807
avatar
inviato il 21 Novembre 2019 ore 16:19

Thor concordo in toto con quello che tu dici .
Io nel mio piccolo cerco di dare il mio contributo contro queste multinazionali , prima di tutto se posso privilegio il piccolo punto vendita quando faccio la spesa alimentare , i prodotti che consumo non fanno parte delle multinazionali alimentari piuttosto sto senza .
Però purtroppo mi rendo conto di fare parte di una minoranza di una minoranza Triste
Quando compro certi prodotti dal costo irrisorio mi faccio delle domande , se costa così poco al consumatore finale a chi produce quanto viene pagata la merce e chi vi lavora .MrGreen

avatarsenior
inviato il 21 Novembre 2019 ore 17:12

Lasciamo stare le paghe e il prezzo della materia prima da agricoltura e il salario.
Io mi son pagato l'università a raccogliere cocomere e meloni. Son passati quasi 20 anni, allora ero Italiano tra Senegalesi Muridi e qualche Indiano.
Tutti prendevano molto bene per il periodo.
Oggi chi ci lavora (sempre stranieri) prende meno di allora.
Il contadino che assume però prende credo circa uguale se non meno ma, i costi di produzione sono aumentati.
In pratica il suo margine, si è ridotto rispetto ai tempi.

user177356
avatar
inviato il 21 Novembre 2019 ore 22:45

Vivo in una piccola città, circondata da campagne. Mi servo, per frutta e verdura, da un contadino che ha capito da tempo che produrre per la grande distribuzione è un suicidio, e quindi vende direttamente ai clienti, presso la sua azienda o tre volte alla settimana ai mercati della Coldiretti. Ha prezzi competitivi con quelli del supermercato, più bassi di quelli dei negozi, e qualità spettacolare (anche perché vla verdura che compro a metà mattinata qualche ora prima era ancora nel campo).

Lui prospera e si ingrandisce, i suoi colleghi sono tutti in crisi.

Una mia amica fa la casara, ciclo completo dall'allevamento delle pecore alla produzione alla vendita. Non sa come star dietro alla domanda. Il marito lavorava come dirigente in un caseificio semi-industriale, che lo ha licenziato perché è in crisi. Ora lavora con la moglie.

Insomma, quelli in gamba se la cavano nonostante Amazon, Esselunga, etc.

avatarsenior
inviato il 22 Novembre 2019 ore 1:42

Insomma, quelli in gamba se la cavano nonostante Amazon, Esselunga,


;-);-);-)

avatarsenior
inviato il 22 Novembre 2019 ore 7:42

Ho conosciuto personalmente il Dott Caprotti. Ho lavorato per lui. Siamo stati in barca insieme.
Penso di poter affermare che tra esselunga e Amazon, eticamente, ci sia una differenza incolmabile.
Sono due aziende agli antipodi.

avatarsenior
inviato il 22 Novembre 2019 ore 7:57

Non confondiamo la produzione con il commercio.
Io tutti i giorni mangio in una azienda agricola che risulta abbastanza vicina al mio posto di lavoro, e naturalmente ne approfitto per fare la spesa di tutto ciò che non è confezionato: frutta, verdura, formaggi, carne, pane ecc ...
Sono riusciti ad evitare di farsi strangolare da grossisti e grande distribuzione perché hanno la dimensione che gli permette di diversificare i prodotti ed offrire quindi una buona scelta, ma soprattutto hanno la fortuna di avere a portata di mano il bacino d'utenza di una città di 3.500.000 di abitanti.
Così compro, a prezzi paragonabili al supermercato o al mercato rionale, prodotti di qualità nettamente superiore (tutta la loro produzione è biologica) e freschissimi, tanto che le poche volte che mia moglie è passata al mercato, le verdure le sembravano cadaveri.
Ho enorme rispetto e mi sento solidale con chi coltiva la terra e spesso si vede offrire, dopo un anno di lavoro, una cifra che non copre neanche la raccolta del prodotto, ma il commercio è una cosa diversa, lì mi viene offerto il servizio di poter acquistare un prodotto industriale, nel nostro caso macchina fotografica, che può essere costruito in 1000 o 2.000.000 di pezzi, in un sito industriale lontano.
Siccome non posso andare in Giappone, o in Corea oppure in Cina a comprarmi la mia Canikon, Sony, Pentax, Fuji ecc ..., ci sarà un soggetto che la compra per me, e fa in modo che io ne entri in possesso.
Tale soggetto può chiamarsi Amazon, Mediaworld oppure negoziettosottocasa, ma la sostanza non cambia, per cui comprerò da quello che riterrò più conveniente, più comodo e/o più sicuro.



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