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"trucchi" per street life e ritratti rubati


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avatarsenior
inviato il 14 Giugno 2019 ore 10:13

Un'osservazione corretta che ho letto è la distinzione tra chi come me fotografa per passione e chi invece fotografa per lavoro . Ecco , penso che le due macrocategorie abbiano un approccio differente e due pesi di valutazione differenti anche delle fotografie .

Io che sono amatore e fotografo per passione , non vedo nessuna differenza concettuale tra una modella che viene truccata da makeup artist per eseguire uno scatto in biancheria nella location di una villa abbandonata rispetto ad una fotografia che viene passata attraverso una forte post produzione (tra coprire ogni asperità e macchie della pelle con trucchi piuttosto che plasmare la fotografia con Ps ... francamente non riesco a percepire nessuna differenza se non negli strumenti cipria vs Photoshop)

Poi qui , come dicevo prima , ognuno ha il suo metro . Io ad esempio se fotografo mia cugina che ha lentiggini sul visto , in post produzione me ne guardo bene di mantenere questo particolare perchè è qualcosa che la contraddistingue . Se una persona ha una voglia , un neo o qualsiasi elemento distintivo , eviterei di mascherarlo ma non ho nemmeno niente in contrario se qualche altro lo facesse . Ritengo la fotografia come un'opera d'arte che rappresenta la realtà dal punto di vista del fotografo .

Prima mi è stato tirato in ballo il fotogiornalismo : anche in tal caso non vi è la post produzione spinta (e pure qui avrei i miei dubbi) ma il semplice crop o la scelta del punto di ripresa o del momento di ripresa o la scelta di diaframma piuttosto che di ogni dettaglio che concorre alla produzione dello scatto , io la ritengo come soggettività del fotografo .

Ho letto molto ed il contrario di molto ... ma l'idea che mi sono fatto è questa . La post produzione è troppo demonizzata secondo me .

Forse la vedo positivamente perchè sono ancora un brocco e non la so fare come si deve ... Ps è bello ma immenso da imparare !

avatarsenior
inviato il 14 Giugno 2019 ore 10:14

Mirko le tue sembrano delle provocazioni ma preferisco non risponderti perché poi te la giri che vado sul personale. Quello che scrivo è una mia visione o riflessione che non nasce dal nulla la tua mi sa un copia incolla dal web. ;-)

avatarsenior
inviato il 14 Giugno 2019 ore 10:25

We però non bisticciate eh ! Altrimenti mi sento in colpa visto che il topic l'ho aperto io ! :-P

avatarsenior
inviato il 14 Giugno 2019 ore 10:36

le tue sembrano delle provocazioni

le mie sono domande.
Le domande sono fatte per provocare delle risposte.
In un dialogo funziona così, credo.

Quello che scrivo è una mia visione o riflessione che non nasce dal nulla la tua mi sa un copia incolla dal web

Provoco io?
MrGreen
Il copia incolla dal web può essere utile per dare supporto visivo e indicazione su quanto scriviamo.
Scansionare testi o fotografie renderebbe il tutto meno agevole. ;-)
Indicare le fonti credo sia un buon criterio per agevolare chi segue.

Mi piacerebbe conoscere le fonti che ritengono corretto ed ininfluente costruire una situazione nella fotografia di strada.


Ripeto che non scendere nel concreto serve a poco.
Se poi qualcuno ha il dono della scienza infusa, allora va bene tutto.



avatarsenior
inviato il 14 Giugno 2019 ore 10:57

Caro Yellowstone, mi pare che tu abbia espresso il tuo intendimento e il tuo punto di vista.
Molte cose sono state dette, su fronti diversi e quasi tutte possono avere buona condivisione o meno.

Però c'è un punto a monte, che è importante avere chiaro, perché è poi l'unico che conta, e perché se non se ne tiene conto si finisce per confondere etica, regole, gusti, convenzioni.
Cosa, questa, che difficilmente favorisce la formazione di un punto di vista sufficientemente "maturo" (mi si passi il termine.... Sorriso )

E cioè "PERCHE'" qualcosa va bene o va male, "PERCHE'" si decide che qualcosa si fa o non si fa.

Se ci pensi (tu, come fotoamatore intendo) se tarocchi poco, niente o moltissimo non commetterai reati, non violerai principi umani di qualche rilievo (se rispetti valori etici condivisi), non andrai probebimente nemmeno all'inferno.

Cosa cambierà di significativo, che potrebbe spingerti a mettere o meno un certo limite, un certo paletto?
Fondamentalmente quella cosa che alcuni filosofi definiscono "onore".

Mi spiego meglio, così si focalizza meglio anche in relazione a "livelli alti" e "livelli bassi".

Se una squadra di serie A ottiene favori da un arbitro si profila un illecito, con possibili sanzioni.
Alcune lo farebbero volentieri, ma la possibile sanzione li frena (come noi col divieto di sosta).

Ma se una squadra si "scapoli" o "ammogliati" è molto amica di un arbitro e questo la favorisce indegnamente, dubito qualcuno vada in galera.
Perché allora riteniamo tutti che non si fa?
Perché barare è disonorevole, e dovremmo poi vergognarcene. E avremmo giudizi negativi. E' un patto sociale, oltre le regole scritte.
Come restituire un prestito quando non c'è niente di scritto: se non lo fai sei senza onore e verrai considerato di conseguenza.

Qui, fatta la tara, il principio non cambia.

Perché si considerano dei paletti oltre i quali non si vuole andare, oppure oltre i quali si giudica male il lavoro altrui?
Perché si ritiene che una certa cosa abbia un valore aggiunto, e non farla le toglie quel valore (se non addirittura la rende, nella pecezione di qualcuno, una tru.ffa, un modo di barare).

Il "limite" che ci si pone, diventa soggettivamente la prova delle abilità, e quindi, restare nel limite, vuole dire esprimere abilità, laddove andare oltre significa barare.
Se cioè qualcuno considera come il vero elemento di abilità, per esempio, comporre bene in fase di scatto, è chiaro che (per lui) croppare selvaggiamente sarà un valore negativo.

Ed è per questo che, nel fissare i limiti, entrano in gioco le scuole di pensiero.
(Scrivo, per Mirko F, che con "scuola di pensiero" non intendo chissà quale corrente culturale, ma semplicemente "quelli che troppa post non va bene" e "quelli si", intendo "quelli che conta vincere" e "quelli che conta partecipare" e così via)

Semplicemente tu aderisci quindi a questo o quel modo di giudicare, in base ai valori che tu consideri meritevoli, e li segui.
Il risultato, come mi pare si sia già detto, è che, in ogni caso, avrai il grossomodo il consenso di chi condivide gli stessi valori e il dissenso di chi ne ha altri. Nè più né meno.

Sempre escludendo, ovviamente, quelle condizioni che per varie ragioni hanno regole precise (che so, il contest che pretende determinati requisiti ecc.) o dove ci siano determintati vincoli legali, etici, contrattuali o altro.

avatarsenior
inviato il 14 Giugno 2019 ore 11:18

Francesco.Merenda è un piacere leggerti ! ;-)

Quanto a me , penso che un sunto al tutto sia in questa mia domanda :
Io che sono amatore e fotografo per passione , non vedo nessuna differenza concettuale tra una modella che viene truccata da makeup artist per eseguire uno scatto in biancheria nella location di una villa abbandonata rispetto ad una fotografia che viene passata attraverso una forte post produzione


Tu , tra queste tre condizioni , vedi delle differenze etiche ?

Qualcuno ha postato la fotografia del passeggero sull'uscio di un treno che si accende una sigaretta . Ha pure specificato che era una foto studiata e che hanno speso del tempo a cercare location , luce e posta migliori per trasmettere su fotografia l'idea che avevano in testa .

Per quanto mi riguarda hanno vinto . Ovvero hanno costruito piacevolmente insieme un bello scatto . Non vedo niente di sbaglaito o di migliorabile . win .

A chi muoverebbe delle critiche io pongo una domanda tornando a quanto ho scritto su : che differenza etica potrebbe esserci tra questa situazione creata ed una modella con tacchi a spillo su un percorso di montagna e magari anche mezza svestita o vestita con abito da sera ?

avatarsenior
inviato il 14 Giugno 2019 ore 11:35

E' un'ora che cerco di rispondere e ci sono continui aggiornamenti... ve possino! MrGreen

Fondamentalmente non ci sarebbe nessuna differenza, cambia solo che chi ottiene lo scatto in camera facilmente è un buon fotografo (conoscenza dell'attrezzatura, delle luci, probabilmente del set, truccatore e modella ad hoc e botta di fortuna nella condizione che ha permesso di fare lo scatto, salvo che sia dovuto fare e rifare diverse volte per imprevisti vari) mentre chi ottiene lo scatto al pc facilmente è un buon buon fotografo (la foto l'ha comunque scattata) ma sicuramente è un buon visual/graphic artist o qualcosa del genere; alla fine la foto la vedi lo stesso (non cambia niente se mi iniviti a cena e prepari tu o compri al take away se poi mi piace la cena, no?)...
Il discorso è nostro: ti piace allo stesso modo una foto SE sai che una è fatta con il mazzo tanto del fotografo e l'altra con quello del grafico?

La differenza sostanziale sarebbe, se il discorso è ancora quello, che una modella svestita su una mulattiera in montagna sarebbe un ritratto ambientato o al massimo un glamour e non una street (un po' come anche "il caso del treno fumante"), poi che la foto sia bella o meno è tutto un altro conto!

avatarsenior
inviato il 14 Giugno 2019 ore 11:55

“ Io che sono amatore e fotografo per passione , non vedo nessuna differenza concettuale tra una modella che viene truccata da makeup artist per eseguire uno scatto in biancheria nella location di una villa abbandonata rispetto ad una fotografia che viene passata attraverso una forte post produzione ?

Tu , tra queste tre condizioni , vedi delle differenze etiche?


Caro Yellowstone, come dicevo sopra, bisogna distinguere i piani.
E nel tuo esempio, secondo me, si confondono "etica" e "valore"

ETICA:
1) se non hai commesso azioni moralmente discutibili, non mi pare tu stia violando particolari principi etici in ogni caso
2) il famoso "patto", di cui mi pare di aver parlato percedentemente, tra te e l'osservatore: se non lo hai violato, altrettanto non vedo problemi etici.

A questo proposito, magari è un altro spunto, potresti per esempio chiederti perché una "taroccatura" relativamente leggera di McCurry tende a fare scandalo, mentre si accettano tranquillamente libri di Eugene Smith, che taroccava ben di più...

VALORE:
1) qui torniamo alle "scuole di pensiero": se tu aderisci a quella secondo la quale è più "facile" tirare fuori uno scatto suggestivo attraverso una post spinta, è chiaro che aver agito con più qualità sul campo ha implicitamente, di per sé, un maggior valore.
E quindi, nel giudizio che esprimerai, quella meno taroccata vale di più. A prescindere da ogni etica.

Un po' come, per qualcuno, i soldi guadagnati e quelli vinti.
E, per evitare polemica rispetto alla post, può valere anche il contrario (cioè considerare come un forte valore l'abilità nella post)

Secondo me, anche se non sempre è un processo cosciente e chiaro a noi stessi, tutti tendiamo a ragionare grossomodo così.

Quello che magari cambia è la scala dei valori e il livello di aspettativa (se la post amplifica certi effetti, è chiaro che un paesaggio che ieri era eccezionale, oggi può apparire nella media, e per dire "bellissimo" deve saper andare più in la)

avatarsenior
inviato il 14 Giugno 2019 ore 12:28

Ecco , quello che volevo dire è proprio che se questa "manovra" di post produzione serviva a rendere più chiara la scena , allora secondo me è lecito .

Che differenza c'è tra post produrre piuttosto che scegliere un punto di inquadratura o un'altro ? Che differenza c'è tra post produrre piuttosto che stare ore ad aspettare il posizionamento corretto dei soggetti o chiedere al soggetto di posizionarsi in un loco ?


Credo che la prima e di gran lunga più importante domanda da porsi riguardi le finalità, più o meno dichiarate, della fotografia che si fa, perché poi tutto il resto vien quasi da sé.

user51067
avatar
inviato il 14 Giugno 2019 ore 12:34

Io posso portare la mia esperienza personale. Lo scatto di cui posto il Link aveva la maggior valenza nella scritta sulla colonna e ancor più ne avrebbe avuta unendo la scritta ad un soggetto che poteva in qualche maniera agganciarsi. Ora, date le condizioni di scatto, controluce, la scritta appariva molto più scura, quasi non visibile. Ho usato la post per renderla più leggibile al fine di dare un senso allo scatto e far apparire l'immagine come io pensavo che sarebbe stato utile farla apparire...

Io continuo a pensare che, nonostante la correzione postuma, essa continui ad essere una foto di strada.

www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3213037&l=it

avatarsenior
inviato il 14 Giugno 2019 ore 13:08

A questo proposito, magari è un altro spunto, potresti per esempio chiederti perché una "taroccatura" relativamente leggera di McCurry tende a fare scandalo, mentre si accettano tranquillamente libri di Eugene Smith, che taroccava ben di più...


taroccava di più dici?
Mah.
Forse solo perchè Smith era un fenomeno in camera oscura, e MC Curry ha invece il post producer? (che ha licenziatoMrGreen)

Battute a parte stiamo confrontando un autore degli anni 50-60 con un autore che ha scavallato il secolo.
Più o meno medievo contro barocco, parlandone con i metri di giudizio contemporanei.
;-)

In un topic dove si usano termini come trucchi e rubare, il finale era scritto nelle stelle!
MrGreen

avatarsenior
inviato il 14 Giugno 2019 ore 13:19

Battute a parte stiamo confrontando un autore degli anni 50-60 con un autore che ha scavallato il secolo.
Più o meno medievo contro barocco, parlandone con i metri di giudizio contemporanei.


Caro Mirko, non credo abbia troppo rilievo: la prima intervista significativa a Eugene Smith aveva esattamente questi toni. E (parere mio) in prima battuta lui sbagliò anche "linea di difesa", dicendo che non intendeva rispettare regole che lui non aveva contribuito a creare

Del resto, per parlare del cosiddetto "patto" che ho richiamato, Smargiassi proprio a Smith si è riferito (non un secolo fa)

Rispetto al "taroccava di più": quando uno dice "se nella scena non cè un marine, ma secondo me serve, io ce lo metto", non mi sembra taroccatura da poco ;-)

Ma al di la di tutto Mirko, non facciamo prevalere la polemica (anche sana, non obietto), che mi pare permei interventi come questo: ci sono cose che, in epoche diverse, cambiano totalmente di senso. Ma ci sono anche principi relativamente universali, che possiamo tenere buoni, no?
Faccio fatica a pensare di scartare tutto il pensiero di Aristotele o Platone, solo perché è arrivato Kant, e poi scartare pure lui perché è comunque "antico" ;-)

avatarsenior
inviato il 14 Giugno 2019 ore 14:02

Provo a rispondere: scatto costruito o pensato spesso nasce sul momento e per quanto possa essere contestato se lo scatto rappresenta la realtà non si sta barando. Molte immagini che vedo potrei metter in risalto particolari e far riflettere sull'autenticità del momento colto ma per fortuna mi soffermo su tutt'altro. Il fotogiornalismo è un capitolo a parte, barare come già detto da Merenda non fa onore, ma barare non riguarda solo la foto ma tante altre cose che riguardano il servizio (ad esempio inserire immagini di archivio o realizzate in altri contesti). Mccurry nonostante non sia uno degli autori che seguo trovo ridicolo tutto ciò che viene scritto sul suo conto. È un maestro nel suo genere e per quel che mi riguarda in alcuni libri spiega il suo percorso da fotoreporter alla scelta del reportage di viaggio due cose diverse e da non confondere cosa si fa molto spesso (i testi dei libri sono più curati e dettagliati di quelli sul web). La cosa che mi ha colpito sulla storia dell'immagine incriminata è come hanno fatto a non accorgersi di quel braccio. Può capitare ma quando si lavora a livello professionale le immagini vengono visionate accuratamente e MCCURRY è sempre molto attento. Prima di considerare poco etico Mccurry suggerisco di fare una documentazione approfondita sul suo percorso professionale poi liberi di condividere o meno certe scelte dell'autore.


avatarsenior
inviato il 14 Giugno 2019 ore 14:06

Secondo me Vincenzo, il concetto di "barare" è semplicissimo: se c'è un "accordo", una "promessa", un "patto" e tu trasgredisci, stai barando. Sennò no. ;-)

E detto questo, la gravità del barare può andare dal "totalmente innocente" al "tutti in galera".
E qui, solo la capacità di discernimento può aiutare.

Aggiungo una nota: qui, ed è inevitabile, la fotografia sembra essere un fine. Ma nell'universo è un mezzo per mostrare qualcosa.
E, in questo senso, si può barare con una foto assolutamente "naturale" ed essere sinceri con una totalmente taroccata.
Credo non servano esempi per questo concetto... ;-)

avatarsenior
inviato il 14 Giugno 2019 ore 14:17

Francesco, il concetto è semplice: Smith barava?... non penso perché se conosci l'autore sai che costruiva le scene ma non per questo era al di sotto di altri. Se barare vuol dire criticare senza approfondire non è affar del fotografo. Sicuramente per chi non è conosciuto la cosa è più complicata e complessa diversamente da chi è un semplice amatore che se sbatte...e fa bene.



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