user90373 | inviato il 24 Febbraio 2019 ore 21:08
@ Filiberto “ Ettore forse dobbiamo capire cosa intendiamo per progetto. Per progetto io intendo non fotografare a caso quello che ci troviamo davanti. Non è roba da ingegneria. „ Per progetto potrei intendere una serie fotografica legata da un filo conduttore che potrebbe venir creato a posteriori, basta non farlo sapere in giro. |
user39791 | inviato il 24 Febbraio 2019 ore 21:10
Come si può creare un progetto a posteriori? |
user90373 | inviato il 24 Febbraio 2019 ore 21:12
“ Come si può creare un progetto a posteriori? „ Ci vuole fantasia. |
user148740 | inviato il 24 Febbraio 2019 ore 21:16
“ Come si può creare un progetto a posteriori? „ in realtà è fattibilissimo, anzi lo si può fare anche con foto non proprie anche se in questo caso non si ci può definire fotografi. a me è capitato, poi magari mi accorgevo che qualcosa mancava e completavo. l'importante comunque per me è fare tabula rasa mentre si scatta, il resto lo fa l'inconscio o altre parti di se |
user39791 | inviato il 24 Febbraio 2019 ore 21:20
Non sono d'accordo. A posteriori si possono assemblare delle foto in modo mirato. Avere un progetto è un'altra cosa. |
user90373 | inviato il 24 Febbraio 2019 ore 21:42
“ ...... Avere un progetto è un'altra cosa. „ Nessuno vuol metterlo in dubbio. L'altro approccio andrò a chiamarlo "realizzazione". |
user148740 | inviato il 24 Febbraio 2019 ore 22:08
Filiberto è che mi sembri un po' eccessivo. Ovvio che il progetto è importante, ma se sei un fotografo istintivo pensare durante lo scatto è controproducente. Per fortuna non siamo tutti uguali. In tutti i casi mi sembra che come progetto tu intenda spesso quella che io chiamo intenzione. |
| inviato il 24 Febbraio 2019 ore 22:17
Ilbradipo: secondo me hai introdotto un elemento di riflessione importante. Che rapporto c'è tra riflessione e istinto - non voglio dire in Fotografia - ma al momento dello scatto. |
user148740 | inviato il 24 Febbraio 2019 ore 22:25
ma in realtà lo aveva già introdotto filiberto qualche post fa, in cui ben descriveva il suo momento dello scatto, descrivendo il suo "annullamento". Che mi piace ma non mi ci ritrovo. secondo me in effetti bisogna staccare la testa ma non per annullarsi, ma per essere nel momento. di farne parte pienamente e di viverlo con ogni senso che abbiamo non solo con la vista. E' uno stato di consapevolezza e presenza. ci avevo scritto qualche post tempo fa, è un argomento che trovo interessante |
user148740 | inviato il 24 Febbraio 2019 ore 22:40
alcuni estratti da un post di qualche mese fa, mi autocito ma sono andato a rileggerli e la penso ancora così quindi perchè riscriverli? “ Sì in effetti mi da fastidio la ricerca dell'innovazione. Per il semplice motivo che può essere sterile, il volere trovare qualcosa di distintivo. Ci si perde a volere essere diversi e si ci sente in qualche modo frustrati se non la si ritrova. Quando per me è tutto molto più semplice. Si tratta di abbattere le proprie barriere in modo da mettere realmente te stesso in quello che fai. Se ci riesci quello che fai è già di per se unico e non fotocopiato perché ognuno di noi è unico. Discorso diverso per la progettualità che anche per me è fondamentale ed è quella che probabilmente mi è mancata finora. come dicevo è importante che ci sia ma secondo me mentre scattiamo dobbiamo dimenticarcene altrimenti può essere anch'essa un ostacolo „ “ Come si ci ho provato a pensare al motivo per cui ritengo indiscutibile che Salgado venga considerato artista, mentre ho dubbi su mccurry. Entrambi hanno una estetica predominante, ben definita e personale (e ovviamente ipercopiata). Al di là delle tematiche ovviamente molto più crude di salgado, penso che lui in quello vada proprio a fondo, al cuore delle cose senza sovrastrutture avvicinandosi di più a quello che dicevo di essere dello scatto. Ma quello che l'ha reso secondo me indiscutibilmente artista è il suo ultimo lavoro Genesi. Qua è il sunto di lui ed è evidente il progetto (e qua mi riallaccio forse un po' anche a Mauro) e si capisce che nulla nel suo lavoro è casuale. E chissà che sforzo c'è voluto per realizzarlo, è veramente enciclopedico. C'è tutto. „ |
| inviato il 24 Febbraio 2019 ore 22:42
E' vero che il momento dello scatto è 'decisivo', altamente decisivo, tanto che HCB, se non sbaglio, parla di momento decisivo: nè prima nè dopo. C'è qualcosa di 'tragico', passatemi il termine, in questa cosa. Non vi sembri eccessivo dire che il momento dello scatto assomiglia allo sparo in cui, con un'arma, uccidi: con la fotocamera uccidi un momento e lo congeli, lo rendi morto/vivo per sempre. Per questo motivo non mi è facile capire se, in quel momento, prevale la lucidità della mira o la sete di preda ( sempre per seguire la metafora venatoria ). O forse, misteriosamente, i due atti convivono. |
| inviato il 24 Febbraio 2019 ore 22:42
Un progetto deve avere un oggetto ben definito. Se vado in citta' con l'intenzione di fare una street, quello non e' un progetto. Se faccio una serie di foto per descrivere la vita negli ospizi, per es, quello e' un progetto e in questo caso concordo nel dire che le fotografie possono raccontare una storia meglio intellegibile se lette nella loro sequenza, assumendo un maggior valore a livello documentaristico. Ma la fotografia e' un qualcosa di molto variegato; chi ha un approccio artistico, ha come progetto principale, se cosi' lo possiamo chiamare, quello di esprimere la propria personalita' traendo spunto anche dalla casualita', magica ed inafferrabile della realta' in cui viviamo. Non esiste solo la razionalita' a muovere il fotografo, c'è anche l'intuizione, l'emozione, lo stupore, la fantasia... Certo quando arte e documento convivono in un progetto di ampio respiro e' fantastico, il fotografo racconta se stesso raccontando il mondo, mi riferisco per es. a "Genesi" di Salgado. Ma forse e' un po' troppo anche per i più ambiziosi fra noi... i |
user39791 | inviato il 25 Febbraio 2019 ore 9:00
Avere un progetto non vuole dire essere ingessati dentro a quel progetto. Significa avere una linea guida quando si fotografa poi sul campo via libera a tutta la creatività che possediamo. Avere un progetto ci aiuta anche a costruire quel marchio di fabbrica che contraddistingue i grandi fotografi. Anche qua su Juza qualcuno lo ha. |
user90373 | inviato il 25 Febbraio 2019 ore 9:24
@ Filiberto Domandine facili, facili. Un progetto prevede un risultato? Il risultato può esser diverso da quanto progettato? Se si, era fallace il progetto? E' fallace il risultato? E' stato troppo creativo il fotografo? |
| inviato il 25 Febbraio 2019 ore 9:30
“ E' vero che il momento dello scatto è 'decisivo', altamente decisivo „ E' quello che distanzia realmente la fotografia dallle altre forme di rappresentazione visiva; io posso disegnare con tutta la perfezione di questo mondo, ma il tempo che impiego a riprodurre un oggetto me lo rende estraneo. E' una cosa di cui mi accorgo persino quando faccio macro: nel momento in cui scatto c'è un particolare feeling con l'intera situazione, come se l'insetto (o il fiore) ed io ci immedesimassimo. Negli anni in cui frequentavo l'Istituto d'Arte non provavo certo questa sensazione durante le lezioni di disegno dal vero, ma appena acquistata la prima fotocamera, al secondo anno di Università, mentre fotografavo la gente per strada (pur non facendo vera e propria street) già avvertivo questa cosa |
|

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |