| inviato il 11 Novembre 2018 ore 12:01
“ E taglienti. „ Vero però su un lavoro così fortemente introspettivo starei attento a non scivolare Si scherza eh Buona Domenica Ettore, sinceramente! |
user90373 | inviato il 11 Novembre 2018 ore 13:48
@ Mauro266 Per lavoro, intendo quello che mi permette di portare a casa la pagnotta, ottimizzo e taglio vetro piano e specchi per l'industria del mobile, quindi conosco abbastanza bene la pericolosità che viene a crearsi in certe situazioni. Nel tempo ho scoperto che la miglior cosa da fare per non farsi del male è sedersi, valutare, decidere il da farsi e procedere con sicurezza unita ad una certa dose di fatalismo, perchè se qualcosa si deve rompere state pur certi che lo farà, basta saperlo. |
| inviato il 11 Novembre 2018 ore 19:53
Sarebbe interessante sapere se i grandi fotografi diventano riconosciuti tali perché pubblicano le fotografie che sentono speciali per loro o quelle che reputano speciali per il pubblico. Ma chi sarà onesto nel rispondere? Attenzione, soddisfare l'osservatore non è un delitto, bisogna comunque avere senso estetico e tanta preparazione, cose non comuni a tutti. |
| inviato il 11 Novembre 2018 ore 21:25
Si ipotizza un clima da caccia alle streghe,visto che siamo in tema, o di censori ipotetici che non c'è mai stato. Da fuori ,si osserva tristemente oltre la citazione storica la cui attinenza con le foto amatoriali è tutta da dimostrare, poi con quale considerazione sono bistrattati i vari utenti. Un palo al centro resta un palo al centro con due alberelli in un piazzale, con mare e cielo da costa Turchese,piuttosto che un novembre piovoso al lago. Si vedono immagini dozzinali di continuo che attingono a piene mani ,dall'utilizzo smisurato del software di foto ritocco ma poi scelte e messe in evidenza da chi evidentemente ha quell'immagine nelle proprie corde,oppure perchè segue soltanto la scia. |
| inviato il 11 Novembre 2018 ore 21:37
Inutile.... I fotografi di oggi non hanno più idee..... Photoshop sta uccidendo la fotografia...... I neri hanno il ritmo nel sangue.... E non esistono più le mezze stagioni...... |
| inviato il 12 Novembre 2018 ore 8:34
“ Tanto per chiarire il mio pensiero, tra un paesaggio scattato alla come viene e uno scattato nel modo in voga, magari con un certo tipo di controluce, di postproduzione e con l'effetto silky, che ha magari resa necessaria l'alzataccia all'alba, il cavalletto, la lente ipernitida ecc. ecc. io preferisco il primo. Mentre nel secondo tipo di paesaggio io ravviso una proceduralità tutta convergente, tutta tesa a far collimare la propria immagine con il modello, quindi eliminando in produzione o in postproduzione tutto ciò che la allontana dal modello, nel primo tipo posso invece trovare qualche traccia di pensiero divergente, di pensiero tout-court, se sono fortunato qualche granello di poesia, comunque un modo di porsi di fronte al mondo; diceva la Arbus "è importante fare brutte fotografie, sono proprio le brutte fotografie che rappresentano quello che non si è mai fatto prima". „ Premetto che anche io "caratterialmente" sono più vicino alla fotografia documentaristica o meglio ancora quello dell'errore fotografico e dell'inconscio tecnologico (quello dove a volte la parte più interessante diventa quella che non si è subito notata). Detto questo contesto comunque un errore di fondo comune a tutte le campane della discussione. Nel senso che se parliamo di fotografia amatoriale - di cui siamo, almeno io, i rappresentanti - i fotografi molte volte non sono in grado di produrre scatti validi a sostegno del loro pensiero fotografico. Per cui quelli che sostengono la filosofia (scusate le semplificazioni) della post spesso, secondo me, errano nel ritenere qualche photoshoppata eseguita secondo procedure scopiazzate da qualche videocorso, l'unico valore aggiunto della foto (e del fotografo). Così come d'altra parte i fanatici della "thing itself" (e mi ci metto anche io) spesso non avendo un'adeguata preparazione "culturale" sopravvalutano la potenza espressiva del referente (la cosa fotografata) esaltando qualsiasi foto fatta a caso. Se spostiamo invece il confronto su fotografi che dominano le loro forme espressive (un La Chapelle o un Gursky da una parte, un Bresson o uno Shore dall'altra) ... si possono ancora tentare i confronti su cui sia "migliore", ma la questione viene a spostarsi su piani più filosofici tutti però pienamente giustificati dai corpus dell'opera degli autori. |
| inviato il 12 Novembre 2018 ore 8:41
Ragazzi semplicemente c'è una confusione inutile che tutti chiedono di dirimere dall'inizio ma evidentemente è impossibile. Il discorso sembra essere contro la standardizzazione delle fotografia in senso estetico, come inquadrature, post, e risultati, solo che poi entra in ballo una critica casuale alla post in genere, citazioni errate che sembrano un elogio alla mediocrità cosa che in originale non erano e non un esempio specifico, ma solo discorsi un po' campata in aria. Quindi diciamocelo stiamo parlando del nulla come Angus ha giustamente sottolineato si va per luoghi comuni mascherati da ragionamenti profondi |
| inviato il 12 Novembre 2018 ore 9:29
In effetti, un conto è parlare dell'utilizzo di una determinata procedura o di un certo stile in quanto tale, un altro è parlare di quando questo utilizzo diventa una moda. In entrambi i casi la discriminante dovrebbe essere la presenza o meno di una progettualità personale; indubbiamente nel secondo caso questo tende a venire a mancare, ma è quello che in altre epoche prendeva il nome di "manierismo" o "scuola di ...": accadeva in epoca greco-romana e non possiamo certo stracciarci le vesti se accade al giorno d'oggi. Mi lascia perplesso invece una certa ostilità verso la progettualità che traspare da alcuni interventi; la progettualità dovrebbe essere sempre alla base di qualunque forma espressiva, comprese quelle che apparentemente non ne fanno uso, come l'astrattismo (tranne forse per i quadri di Pollock), quindi appartiene anche alla fotografia, indipendentemente dall'utilizzo di post o meno, o dalle levatacce mattutine: se mi metto a fare still life in studio alle due del pomeriggio non ho bisogno di progettualità? Uno dei generi (pochi) che pratico più frequentemente è la macro e posso dire che, in genere, le mie foto migliori sono scaturite all'interno di un percorso già avviato |
| inviato il 12 Novembre 2018 ore 9:47
“ In entrambi i casi la discriminante dovrebbe essere la presenza o meno di una progettualità personale; indubbiamente nel secondo caso questo tende a venire a mancare, ma è quello che in altre epoche prendeva il nome di "manierismo" o "scuola di ...": accadeva in epoca greco-romana e non possiamo certo stracciarci le vesti se accade al giorno d'oggi. „ Interessante questo discorso anche se non è facile discriminare fra "manierismo" e "forme di linguaggio acquisito". E la discriminazione è ancora più ardua considerando che alcuni tipi di "procedure" attecchiscono più facilmente in alcuni media piuttosto che in altri. E quindi guardando il proprio orticello spesso non si capisce che il "fan tutti così" spesso non è che uno stile (che può diventare come dici tu manierismo) ben preciso e "settoriale"... |
| inviato il 12 Novembre 2018 ore 11:30
Concordo con il succo degli ultimi 5 passaggi In realtà però in questa discussione di campane ne vedo una sola...quella di chi stronca praticamente la totalità della fotografia contemporanea, perchè la mano alla fondina in relazione alla concettualità e il non è fotografia riferito a Lachappelle, non sono appunti alla fotografia amatoriale, inneggiando ad una nuova visione che proponga qualcosa mai fatto prima...gli altri cercano solo di capire su cosa si basino le stroncature e cosa sia questa nuova visione. Per le stroncature pur tra mille equivoci ed errori qualcosa di confuso, opinabile ma non del tutto respingibile s'intuisce. La nuova visione rimane un punto interrogativo immenso tante chiacchere ma immagini niente... solo uno scatto di Ghirri, un grande ma definirlo nuova visione oggi nel 2018 mi sembra un po' bizzarro ed uno scatto Wow da flikr su un tema riproposto qualche milione di volte in varie salse...quindi? Mi è sfuggito qualcosa? |
| inviato il 12 Novembre 2018 ore 11:35
Intanto spiegatemi cosa intendete per progetto...... Il significato di progetto in senso lato e' estensibile ad ogni attivita' umana autodeterminata, ed e' sinonimo di "intenzione". Le mie vacanze per es. sono finalizzate da qualche anno a far foto in luoghi che desidero vedere. Se mi alzo all'aba per fotografare le prime luci, non credo che il termine progetto sia piu' appropriatodella parola intenzione, anzi. A costo di annoiarvi vi racconto come sono nate due mie fotografie. Un pomeriggio. sono andato a Camogli con l'intenzione di fotografare il tramonto, a colori, naturalmente. Mentre fotografavo, poco convinto per la mancanza di nuvole, mi e' apparsa davanti una donna elegantemente vestita e un mazzolino di fiori in mano che sale sul muretto per ripararsi dall'onda in arrivo. Ho scattato una street e l'ho sviluppata in bn. Si puo' parlare in questo caso di progetto o di capcita' di cogliere l'attimo, di attenzione alla realta' che ci circonda? Diverso il caso di una foto, che, seppur pubblicata su 1x qui ha avuto poca popolarita' qui su juza. Volevo ricordare mio nonno, fotografo amatore, con una immagine che lo ricordasse degnamente. Di lui avevo la sua Kodak a soffietto dei primi del 900 e una foto di quando, diciottenne, stava per partire militare. Ho preso la sua foto, l'ho messa davanti alla sua macchina fotografica inquadrandola nel piccolo mirino a pozzetto. Ho fatto una macro alla sua immagine riflessa e parte della Kodak simulando un salto nel passato, come lo avessi personalmente fotografato con la sua macchina fotografica. In questo caso sono certo che esisteva una mia finalita' specifica e ben definita (ricordare mio nonno) ed un progetto ben dettagliato per realizzare quanto voluto. Amo entrambe queste due foto, e per diversi motivi ne sono orgoglioso. . |
| inviato il 12 Novembre 2018 ore 11:51
Alessandro vedi che c'è una confusione assurda? ripartiamo dall'inizio: “ il 90% dei fotografi che pubblicano foto (magari qui su juza un po' di meno) sono consapevoli che quello che stanno cercando di ottenere è una "immagine stupenda" che sia in grado di "suscitare un'emozione" e ottenere molti like nei social. Per loro la foto deve "scatenare la fantasia", intrattenere con magia, dare meraviglia; per riuscirci sono disposti all'utilizzo di schemi compositivi spettacolarizzanti o pesanti postproduzioni estetizzanti che facciano sì che "la foto sembra un quadro". Vi riconoscete? „ Dove il discorso sembra incentrato su una certa standardizzazione del gusto comune che porta a scatti tutti molto simili,ma alla fine dopo numerose pagine il chiarimento delle intenzioni sembra differente: “ Tanto per chiarire il mio pensiero, tra un paesaggio scattato alla come viene e uno scattato nel modo in voga, magari con un certo tipo di controluce, di postproduzione e con l'effetto silky, che ha magari resa necessaria l'alzataccia all'alba, il cavalletto, la lente ipernitida ecc. ecc. io preferisco il primo. Mentre nel secondo tipo di paesaggio io ravviso una proceduralità tutta convergente, tutta tesa a far collimare la propria immagine con il modello, quindi eliminando in produzione o in postproduzione tutto ciò che la allontana dal modello, nel primo tipo posso invece trovare qualche traccia di pensiero divergente, di pensiero tout-court, se sono fortunato qualche granello di poesia, comunque un modo di porsi di fronte al mondo; diceva la Arbus "è importante fare brutte fotografie, sono proprio le brutte fotografie che rappresentano quello che non si è mai fatto prima". „ quindi secondo quanto espresso sembra che partire con un'idea precisa sia un limite perchè si è condizionati, mentre facendo foto di getto e non essendoci alcune progettualità sembra più poetico o comunque ci sono probabilità maggiori di imbattersi nel famoso pensiero divergente. Ho parafrasato perchè “ un paesaggio scattato alla come viene „ come elogio alla mediocrità credo sia solo un errore di scrittura fatta di getto, come la citazione non precisa della Arbus Detto ciò in tutto questo marasma quindi sembra che non si parli di post, ma poi invece si perchè sembra che avere una progettualità iniziale sia legato al post produrre ovviamente secondo canoni prestabiliti perchè sembra non concepito nel messaggio una progettualità e una post non canonica. Insomma come scritto si parla del niente |
| inviato il 12 Novembre 2018 ore 11:59
“ La nuova visione rimane un punto interrogativo immenso tante chiacchere ma immagini niente... „ Sulla nuova visione... ci stanno lavorando Comunque questa faccenda della fotografia contemporanea non è che mi sia ben chiara. Cosa intendiamo? Solo fotografia concettuale basta su "correnti artistiche"? Non si può in ambito amatoriale cercare di essere contemporanei aggiornando il linguaggio (svecchiandolo ed evolvendolo) anche se magari i contenuti restano appunto "amatoriali". Visto che quelli che sanno veramente cose nuove sono pochi anche fra i grandi autori... |
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