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I pescatori cinesi con la lanterna e il volatile.


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avatarsupporter
inviato il 10 Febbraio 2018 ore 19:24

@Maurizio
Nessuna offesa.
Se fai riferimento a zone urbane sovrappopolate in cui l'accattonaggio è sistema, non faccio fatica a darti ragione. Mi basta fare un giro intorno a casa per vedere esempi di gente che si deturpa per suscitare pietà e ti si appiccica per raccattare qualche spicciolo. Non mi passa neanche per l'anticamera del cervello di fare una foto in quelle condizioni e quindi non ho il problema di dare mance.
Nel thread si faceva riferimento alle esplorazioni e alle zone remote del mondo che non sono ormai più così remote. Zone tipicamente rurali e isolate, dove i soggetti sono esposti alle mance dei turisti solo da poco e proprio per la bellezza dei luoghi. Per loro le mance sono opportunità e, come hai scritto anche tu, sono tanto.
Le mie esperienze sono in zone povere, ma non sovrappopolate, e mi insegnano l'opposto di quello che sostieni, pertinenza del micro credito e prestito d'onore inclusa.
Punti di vista.

avatarsenior
inviato il 10 Febbraio 2018 ore 19:36

microcredito e prestito d'onore sono molti importanti; per il genere femminile in India hanno rappresentato una grande opportunità. Non hanno nulla a che fare però con i figuranti e i bambini esibiti o spinti dai genitori o, se vuoi, dalla vita a cercare di rimediare qualche spicciolo.

Questo è ancor più vero nelle aree dove il turismo è arrivato da poco, anche poco popolate, ma è però in grado di mutare abitudini e modi di vita.

L'esempio dei pescatori del lago Inle è emblematico; pescavano con la nasca 30/40 anni fa; adesso hanno scoperto le reti e il motore e pescano in questo modo; alcuni però hanno cambiato mestiere e fanno i figuranti per i turisti; quanto potrà durare questo mestiere, essendo già i social di tutto il mondo inflazionati da queste foto. Non molto, e allora queste persone si ritroveranno presto senza un mestiere e senza le mancette dei turisti. Ancor peggio per i bambini.

Poi ovviamente ognuno ha le sue idee e nessuno è portatore della verità.

mt

avatarsupporter
inviato il 10 Febbraio 2018 ore 20:03

@Maurizio
Premesso che mi sono occupato di sostegno allo sviluppo per più di 10 anni (e marginalmente me ne occupo ancora) e che qui non si può parlare di politica, mi chiedo solo se non si possa valorizzare un territorio anche grazie al turismo fotografico.
In fondo, la maggiore preoccupazione che manifesti, è che la "festa" finisca presto. Anche condividendo questa preoccupazione, che alternativa di sviluppo sostenibile potrebbero avere quelle zone? Industrializzazione? Noi l'esperienza l'abbiamo fatta (ad esempio, penso ad alcune zone della Sardegna che conosco bene, o della Sicilia), e non mi sembra che sia finita benissimo.
Agricoltura e commercio locale? Sarebbe interessante in mondo che favorisce il benessere invece della crescita,specie in chiave territoriale.
Io ci metto anche la valorizzazione dei beni paesaggistici e culturali, modello di cui l'Italia potrebbe essere un grande esportatore. In questo scenario, non ci vedo nulla di male se ci sono i "figuranti" e il relativo indotto.
In una recente intervista di un fotografo diventato famoso con la rapidità che solo i social consentono, veniva spiegato che la chiave del successo di un fotografo contemporaneo non è più solo quella di fare belle foto, ma di mostrare anche il proprio "life style". I like arrivano perchè la gente si immedesima, vede i backstage, "vive e sogna" la vita del fotografo perchè la propria è monotona. In questo contesto, vedo del tutto possibile creare "oasi" fotografiche dove la gente va a fare foto e a farsi i selfie da postare su FB. Orribile? Per il fotografo esploratore, sicuramente. Per la gente che ci campa, per i turisti e i fotoamatori che ci vanno e per i professionisti che insegnano a fare foto in quel luogo è una opportunità.
Ovviamente è una mia opinione.


avatarsupporter
inviato il 10 Febbraio 2018 ore 20:39

Opinione condivisibile Moto

avatarsenior
inviato il 10 Febbraio 2018 ore 20:58

In questo scenario, non ci vedo nulla di male se ci sono i "figuranti" e il relativo indotto.


Ma sono così tante le foto dietro compenso? Cioè al punto da rappresentare un indotto significativo per un intero villaggio ad esempio?

avatarsenior
inviato il 10 Febbraio 2018 ore 21:12

Dammi retta una coltivatrice di riso in myanmar lavora dall'alba al tramonto per 0,7$ al giorno. Ho visto gente lasciare 5$ per una foto del caz.

avatarsupporter
inviato il 10 Febbraio 2018 ore 21:13

Dubito che possano vivere solo di mance per le foto, però se sono in pochi e si organizzano (network di promozione e connessione di percorso con altri nodi) aggiungi dormire, mangiare, le escursioni, l'artigianato, un po' di agricoltura e allevamento per il cibo e potrebbe essere già sostenibile. Mettici pure qualche progresso tecnologico nella produzione di energia, ben occultato per non deturpare i luoghi. Io chiamo questo modello "umanità territoriale", evoluzione di quello globalizzato...ma non è questo il luogo per questi temi.
Non dobbiamo immaginare il nostro stile e tenore di vita in quei luoghi remoti. Noi sprechiamo e consumiamo una enormità (e infatti non è più sostenibile) perchè puntiamo costantemente a crescere e non a stare bene. Anche un bambino capisce che non si può sempre crescere in un sistema limitato e finito. Eppure tutto si misura ancora col PIL, anche se qualcuno comincia a valutare anche il BES (Benessere equo e sostenibile).
D'altra parte, se non gli si offre una alternativa (studiata su di loro e non esportando stupidamente il nostro modello) è ovvio che ti assaltano i bambini o che sono tentati da venire qui in massa spinti da un'illusione. La spinta alla sopravvivenza non si può arginare. Quando la si contiene: prima o poi esplode. Sottovalutare la diffusione delle informazioni permesse dal web e pure la capacità di organizzare azioni di massa è molto pericoloso. Quando ci sarà la connettività globale grazie ai sistemi di connessione via aria/spazio non ci si potrà più nascondere e tutti vedranno le differenze di condizioni di vita.

@Misterg
Appunto.
...e non c'è neanche bisogno di andare in Myanmar. Considera lo stipendio medio di una ragazza di Sarajevo. Con una giornata da modella (inesperta) qui in Italia o lì con un fotografo italiano, ci fa quello che a casa sua prenderebbe in 15 giorni con un lavoro da estetista o da cassiera.

avatarsenior
inviato il 11 Febbraio 2018 ore 2:18

bella discussione.

avatarsenior
inviato il 11 Febbraio 2018 ore 7:15

@motofoto

Il turismo fotografico, intendendo per questo quello praticato da fotoamatori evoluti che viaggiano, pubblicano e diffondono le proprie foto, è un turismo che anticipa i grandi flussi turistici e in qualche modo li influenza con le immagini che produce. Il Myanmar è un caso emblematico per questo. Sotto questo punto di vista è importante; dal punto di vista quantitativo, invece, direttamente incide poco sull'economia complessiva e sullo sviluppo di un paese.

Per incidere effettivamente sullo sviluppo occorre riuscire a creare un turismo non solo ecosostenibile ma sopratutto che si mantenga quantomeno costante nel tempo. Per questo occorrono gli investimenti ma anche l' "educazione" della popolazione; la scuola quindi rimane fondamentale per indirizzare l'approccio delle future generazioni e, per esempio, l'insegnamento dell'inglese costituisce una qualità già sufficiente di per sé per assicurare un lavoro.

In italia, dove le critiche sollevate sono ovviamente del tutto condivisibili, esiste una rete di scuole, cosiddette alberghiere o per il turismo, che funziona piuttosto bene e credo che sarebbe possibile verificare il nesso di qualità dei servizi offerti e il grado/qualità di scolarizzazione per le diverse regioni italiane; questo per tornare all'affermazione originale che più i ragazzi vanno a scuola e vengono portati ad avere la capacità di fornire un servizio, più la loro vita futura avrà qualità; le mancette del turista distraggono da questo e favoriscono il crescere di valori ingannevoli. Certamente, portare penne, quaderni o, anche ad es. mandarini, è utile, ma solo se vengono donati a un capovillaggio o a un'insegnante per un equa distribuzione e non dati casualmente, specie in cambio di una prestazione fotografica.

Questo poi, a voler essere egoisti, rientra anche nell'interesse del fotoamatore perché una cosa è avere un bambino davanti che si fa fotografare volentieri, un'altra è averne una decina urlanti e insistenti che cercano di farsi fotografare, spingendosi reciprocamente: fatto che quando capita, e mi è capitato, personalmente mi induce a mettere via la macchina fotografica.

Poi come già detto, le opinioni non possone essere sempre convergenti, ma è proprio la discussione reciproca che aiuta la crescita di tutto.

mt

avatarsupporter
inviato il 11 Febbraio 2018 ore 7:17

Troppo spesso si tende a moralizzare il prossimo con grande ardore, dimenticando che noi per primi siamo all'occorrenza e in misura diversa, finti pescatori e/o furbi fotografi nel nostro habitat di sopravvivenza.

avatarsenior
inviato il 11 Febbraio 2018 ore 7:36


dovrei capire cosa intende per
finti pescatori e/o furbi fotografi nel nostro habitat di sopravvivenza
per intendere il senso del suo intervento ....

avatarsenior
inviato il 11 Febbraio 2018 ore 8:19

La discussione è anche interessante però ragazzi vorrei ricordarvi che l'onere di tirare fuori quella gente dalla miseria spetta ai loro governi ... e non certo ai turisti!
Per cui, fermo restando che per me pagare per una foto è patetico tanto quanto pagare una donna per andarci a letto (e ovviamente questo concetto vale pure all'opposto), se quelle mance servono a qualcosa ben vengano ma non vi illudete di poter davvero contribuire a cambiare il mondo con quella che alla fine altro non è se non una vera e propria induzione alla prostituzione ...

avatarsupporter
inviato il 11 Febbraio 2018 ore 11:29

@Maurizio
Concordo. Il mio riferimento ai network è proprio legato alla necessità di un sistema di valorizzazione che includa l'istruzione, ma una specifica e mirata, non necessariamente la nostra. L'antropologia insegna che popolazioni "primitive" possono tranquillamente sviluppare autonomamente culture e modelli di sopravvivenza sostenibile, se sono isolati. Invece, quando ci sono interazioni con sistemi esterni molto diversi, il modello va trovato assieme, altrimenti uno finisce per prevalere sull'altro (la storia è piena di casi del genere).

@PaoloMcmlx
Per un popolo dell'Amazzonia o per i nomadi mongoli, termini come gente, miseria, governi, turisti hanno significati molti diversi dai nostri.
Anche da noi le cose sono complesse. Principi come sussidiarietà e federazione portano le decisioni fino al livello di strutture locali coinvolgendo i singoli. Mia opinione personale è che le nuove tecnologie di comunicazione aumenteranno ancora di più il coinvolgimento dei singoli nei processi di governance.
"Pagare per una foto è patetico"? No, è la norma. Paghi il viaggio, paghi l'attrezzatura, paghi la guide...insomma paghi tanta gente che concorre alla realizzazione della foto. Pagare il soggetto o meno dipende dall'interazione e dallo scambio conseguente. Se c'è una interazione significativa e lui ci mette tempo, posa, abbigliamento, qualcosa ci devi mettere anche tu, altrimenti non è patetico, ma furto. Non deve essere per forza denaro. C'è chi riesce a rendere lo scatto un momento piacevole per il soggetto, un gioco divertente. Oppure si può pattuire l'invio della foto per email. Dipende da quanto sei bravo a trovare forme alternative di remunerazione gradite.
Penso, ad esempio, alla street qui da noi, quando si fotografa un clochard. Si può stare lontani e fare il classico scatto "rubato" senza che neanche si accorga. Si capisce anche dalla foto che il soggetto non partecipa.
C'è chi invece sa andare vicino, parlare e dare un po' del proprio tempo al soggetto e tanto gli basta per uno scambio equo. La foto risulterà molto diversa da quella rubata, di sicuro meno noiosa.
Quando non interagisci o interagisci per un tempo brevissimo (es.: soggetto di spalle, scatto fatto al volo), allora non c'è scambio e ognuno se ne va per la sua strada. Considera però che da noi, anche in questi casi senza scambio, può essere richiesto un accordo tra le parti quando c'è uno sfruttamento commerciale dell'immagine e il soggetto è identificabile. Non è patetico, ma legge.

avatarjunior
inviato il 11 Febbraio 2018 ore 11:46

Per quanto mi riguarda io non ho mai dato denaro per fare uno scatto , anzi quando mi veniva chiaramente richiesto (con parole o con gesti) ho sempre orientato la macchina altrove.
Ho invece usato abbastanza spesso , fino a quando esistevano le pellicole, una vecchia Polaroid facendo una foto del soggetto e una foto con il soggetto, foto che poi regalavo, Spesso era più che sufficiente. E' vero che è un modo indiretto di pagare ma io questa mia scelta l'ho sempre vissuta come scambio di cortesie.


avatarsupporter
inviato il 11 Febbraio 2018 ore 11:52

Uguale per me: mai pagata una modella. Quando le cose si fanno insieme, si trova sempre qualcosa che remunera entrambi.



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