user41490 | inviato il 22 Marzo 2017 ore 13:28
Be dare un titolo significativo che mostri la chiave di lettura della fotografia eseguita serve più che altro a stimolare la curiosità individuale! Se poi la foto non regge il titolo siamo punto da capo ! Di mio cerco sempre di dare un invito alla chiave di lettura di una mia fotografia! Nella gioconda esistono molteplici chiavi di lettura è normale questo ! |
user90373 | inviato il 22 Marzo 2017 ore 14:11
@ Opisso quell'Opisso! “ Un commento non ha bisogno di essere fotografato, perché una foto dovrebbe avere bisogno di essere commentata? Se una foto deve essere spiegata vuol dire che il messaggio non è passato. „ Chi, come me, non è un fenomeno a volte si rende conto della difficoltà di veicolare un certo tipo di messaggi utilizzando un solo media. Qualche parola può aiutare, e invece di far battutine sulle barzellette o citazioni celeberrime alla Ansel Adams, vediamo il tutto come la oggigiorno decantata "contaminazione" tanto cara ai creativi dell'ultima ora. |
| inviato il 22 Marzo 2017 ore 15:21
la cosa che mi incuriosisce di più è come praticamente non si affronti la questione sullo stato di necessità. Provate a porvi la domanda in questo modo: " La foto necessita d'essere spiegata? " Questo perchè alla fine ciascuno fa quello che vuole, ma resta di fondo il fatto che una foto è una foto. Una foto accompagnata da commento e/o musica è un'opera multimediale in cui c'è anche una foto. |
| inviato il 22 Marzo 2017 ore 16:01
Io penso che una foto come ebbi a dire anche in altri post non vada spiegata ma è sufficiente che gli si dia il titolo per agevolare il visitatore nella comprensione. Se il titolo non è sufficiente a darle la giusta interpretazione la foto è sbagliata. Dicevo in altro post: un libro non lo si spiega lo si legge e poi si tirano le proprie considerazioni lo stesso vale per la fotografia se non viene capita non sono gli altri che non sanno interpretare/leggere siamo noi che non ci siamo stati capaci a trasmettere tramite l'immagine quanto ci proponevamo. Spesso assistiamo a serate foto amatoriali dove l'autore impiega più tempo nello spiegare il suo lavoro che il tempo della visione dell'intera proiezione/esposizione. |
| inviato il 22 Marzo 2017 ore 16:08
inoltre, non esiste UN messaggio, ma una serie di metamessaggi. Un alcolista con questa immagine pensa al vino, un bebè alla pappa.
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| inviato il 22 Marzo 2017 ore 16:13
Il titolo? |
| inviato il 22 Marzo 2017 ore 16:20
“ Il titolo? „ il titolo lo considero diversamente. Nomen omen , dicevano gli antichi romani, il nome è un segno, un destino. Un ottimo metodo di archiviazione, riconoscimento, tag, oggi. |
user16612 | inviato il 22 Marzo 2017 ore 16:21
“ un bebè alla pappa „ Mah... |
| inviato il 22 Marzo 2017 ore 16:23
In piemontese, " Buta stupa " . |
| inviato il 22 Marzo 2017 ore 16:23
si, si, i bebè sono molto attrati dalle bottiglie. associano la figura slanciata al biberon. |
user16612 | inviato il 22 Marzo 2017 ore 16:27
Mah, io di bebè ne ho avuti sette e nessuno di loro era così strambo da scambiare una bottiglia da tre quarti per il proprio biberon. |
| inviato il 22 Marzo 2017 ore 16:28
dipende dall'età forse, io ho avuto esperienze differenti. in ogni caso il concetto di fondo era un'altro. la bottiglia voleva essere l'apripista per dire che in una stessa immagine ciascuno può essere interessato ad una cosa o all'altra. Qualcuno può commuversi, qualcuno disgustarsi, ecc..., ecc... Quindi un'immagine non è un ordine verbale che il soldato esegue, ma uno stimolo visivo che va a toccare le differenti corde di ciascuno di noi. |
user90373 | inviato il 22 Marzo 2017 ore 16:43
Diciamo che le foto (alcune) potrebbero venir rese comprensibili, calibrando la spiegazione sul tipo di interlocutore, visto e considerato che l'univocità di intenti non è propria dell'uomo nel suo voler esser arbitro di se stesso e, più o meno sommessamente, degli altri. |
| inviato il 22 Marzo 2017 ore 16:48
“ Quando ho fatto delle mostre (disegni, foto, computergrafica... il link è nel mio profilo) ho sempre odiato chi mi veniva a chiedere " cosa hai voluto dire ". Non sono uno scrittore o un filosofo e penso che il pubblico dovrebbe fare la sua parte sforzandosi di essere creativo. Sono stato molto contento le pochissime volte (ne ricordo non più di quattro, forse cinque) in cui qualcuno mi ha detto il motivo per cui i miei lavori gli erano piaciuti (o non piaciuti). In quel momento è scattato qualcosa di positivo e ci siamo messi a parlare alla pari, senza che ci si aspettasse da me chissà quale discorso sulla vita, l'universo e tutto quanto (cit.). „ Quindi un introduzione ad un progetto fotografico, che non si basi puramente sull'estetica (o come scrive Fontana, la "muiscalità"), serve o non serve? Non dico la spiegazione didascalica, ma contestualizzare. Non dico che è il fotogrofa in primis a farlo , ma solitamente è un curatore per intenderci, inseme al fotografo |
| inviato il 22 Marzo 2017 ore 16:51
@Roberto Sgnaolin Roberto, ma portando come esempio le tue foto, ad esempio gli scatti ad una marmotta o cicogna, scusami ma è ovvio che non ci sia da spiegare nulla, se non dove sia stata fatta la foto. |
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