| inviato il 18 Gennaio 2017 ore 13:13
barbarainwonderlart.com/wp-content/uploads/2015/04/William-Eggleston-S Se questa foto non è spiegata, e buttata lì senza due righe, arriva il primo × di turno che afferma: "ma questa la sa fare anche mio figlio". Questo per ribadire che vi sono foto ( non tutte, eh, non faccio di tutta l'erba un fascio ), o serie di foto, o visioni del mondo tramite foto, così come tantissima arte, che se non spiegate, si pigliano fischi per fiaschi. Poi, se qualcuno afferma che tale immagine è uno schifo e la spiegazione "falsa" la percezione, che indori la pillola di una foto da cestinare, tenetevi le vostre foto di gabbiani e fondoschiena, potete stare tranquilli, quelle non sono da spiegare. |
| inviato il 18 Gennaio 2017 ore 13:17
Cosa intendi per opera grafica? |
| inviato il 18 Gennaio 2017 ore 13:22
e per chiarire, gli ultimi esempi portati da Labirint, sono molto esplicativi. p.s. ripeto per l'ennesima volta: la democrazia dell'opinione, significa che si può esprimere, non che ciò che viene espresso (spesso senza buon senso e conoscenze) sia "nel giusto perchè le opinioni le hanno tutti e ognuno ha la sua, volemose bene", perchè ci sono opinioni sensate e non è detto che debbano essere d'accordo intendiamoci (buonsenso e razionalità docet), poi ci sono quelle sbagliate. |
| inviato il 18 Gennaio 2017 ore 13:27
Boh, tema ricorrente (e non ne capisco il motivo). Ci sono foto per le quali la didascalia, la spiegazione, il titolo sono necessarie e parte dell'opera, per altre foto l'autore volutamente non le mette. Titolare è un arte, non titolare pure, basta dare un'occhiata alle gallerie per rendersene conto. |
| inviato il 18 Gennaio 2017 ore 13:46
“ buonsenso e razionalità docet „ esatto, quindi non ho bloccato Ooo per disaccordo, ma semplicemente perchè era totalmente sensa senzo quello scritto e si continuava a ribadire la cosa senza andare in nessuna logica discussione. Mi spiece se il buon Ooo si è offeso, ma non ha senso discutere sul sesso degli angeli |
| inviato il 18 Gennaio 2017 ore 14:17
Non credo sia corretto bloccare un utente anche se quello che scrive può essere (per te) senza senso. E' come sbattere la porta in faccia a qualcuno solo perchè giudichi ciò che scrive senza senso. Ti sei chiesto se magari sei tu che non riesci a comprendere? Non difendo nessuno e non attacco nessuno solo un pò di buone maniere fintanto che il dialogo rimane sulla buona educazione e rispetto reciproco. Secondo me, soltanto se qualcuno fa lo s.ronzo ed il maleducato merita di essere bloccato. Questa la mia visione. |
| inviato il 18 Gennaio 2017 ore 14:37
diogene, se uno dice 2+2=4, chi afferma 5 ovviamente è in errore giusto? ok. Se chi afferma 5, dopo svariate spiegazioni, educate, continua a insistere, c'è un problema. Parlando per mia esperienza, anche io ho bloccato tempo fa un utente che era arrivato al limite di prendermi per il culo, pur di non affrontare il problema, rigirando i discorsi in maniera illogica, cestinando il buon senso. Capirai bene che oltre un certo limite, chi investe tempo nello spiegare agli altri, in una discussione intelligente, può stancarsi se arriva il piccione che scagazza ovunque. scusate per l'ot |
| inviato il 18 Gennaio 2017 ore 14:43
Io, semmai, non lo cago più. |
| inviato il 18 Gennaio 2017 ore 14:56
Beh, capisco, però è anche vero che discussioni degenerino spesso per apporti insensati nelle discussioni. Concordo che non sia bella la "censura", però è altrettanto vero che disturbatori, apologi di ignoranza, analfabeti funzionali e più geneticamente "sciocchi con la verità in tasca per grazia divina", danneggiano “ "Se ci sentiamo in dovere di spiegare una foto vuol dire che siamo alla frutta. Non mi ricordo bene chi ha detto che una foto vale mille parole. Ha ragione. Ci vuole chiarezza, ragazzi, non chiacchiere. Fotografare vuol dire essere chiari e concisi. Niente retorica, poche parole e fotografie che dicono subito qualcosa senza intermediazioni che fanno confusione. La confusione si addice alle mezze calzette, a qualli che sguazzano nel vuoto." „ Ribadisco qua, dato che non ci sono più pagine: Quindi immagino tu, che scrivi questo, sai benissimo ogni dettaglio di un qualsiasi lavoro, cioè lo capisci al volo. Ad esempio Aliqual di Mastrorillo, per te, non ha bisogno di nemmeno due righe di introduzione. Ma senza andare lontano, Americans di Frank (che tu conoscerai ovviamente, eh), senza introduzione, tu ovviamente hai capito che sono foto scattate in un anno, dove, il PERCHE', il motivo per cui è stato un punto di stacco dalle produzione di quel periodo e ha cambiato il modo di fotografare, il perchè le foto sono disposte in quel modo. CHapeau “ Sarà forse una civetteria, ma le foto criptiche non corrispondono al mio ideale di semplicità. Sono sempre del parere, lo ripeto, che una foto veramente buona non ha bisogno di spiegazioni. Mi devi perdonare, ma questa è un'idea che molti condividono. „ Ma allora sei TU che non sei a tuo agio con foto che necessitino di minimo impegno (impegno poi, un filo, bastarebbe un piccolo passo, non strapparsi i capelli in un monastero per anni). E per chiarire, Il fatto che in molti condividano una cosa, bisogna vedere chi sono i molti. Molti condividono che i vaccini facciano male e sia tutto opera delle "big pharma", ciò non toglie che la realtà dei fatti, sia una c.a.z.z.a.t.a. atomica, e pericolosa. EH. “ Matteo 1+1 = 2 certo! Ma nel sistema decimale. Nel binario il risultato è diverso. Se si parte da basi diverse.... Genio e cultura non sono la stessa cosa, spesso il più acculturato non accetta il genio. La cultura e chi se ne ciba richiede delle regole, fissa dei paletti . Perchè si vuole essere giudicati, si, ma solo da chi si ciba dello stesso pane. Il genio non lo spieghi, non lo puoi delimitare, se lo fai non è un'opera, è una riproduzione. E l'umano volge al genio e prova razionalmente a creare cose e poi le spiega, temendo magari di essere incompreso. „ Oh! Finalmente, mi mancava il discorso che la conoscenza, la cultura, rischia di frenare la propria espressività. Madò, ho quasi un orgasmo. Non posso offendere perchè c'è il ban, immaginate però cosa avrei scritto, sareste nel giusto. Forse |
| inviato il 18 Gennaio 2017 ore 15:00
ritornerei in topc riportando un'intervento a mio avviso interessante: “ Innanzitutto facciamo una riflessione: la pittura, che è l'arte più simile alla fotografia ( anzi da dove deriva quest' ultima ) ha sempre fatto larghissimo uso del titolo , in taluni casi banalizzando ( vedi opere intitolate ” Natura morta” , ” Tramonto sul mare” , “ Fanciulle al lago “ etc…..) ma pur sempre mettendo un titolo. La fotografia ( come la pittura e tutte le altre arti ) è comunicazione. E la comunicazione necessita che l'emittente parli il solito linguaggio del ricevente, altrimenti il messaggio non arriva. Ciò non è sempre scontato: sia per fattori culturali sia per limiti intellettuali dovuti all'età od al ruolo sociale. Qualcuno di voi ha mai messo sotto la propria foto: “se ne consiglia la visione solo ad una categoria di persone” o ad una fascia di età? Vi siete mai posti la domanda, pubblicando una foto di un bambino piccolo magari in braccio alla madre , cosa ne avrebbe pensato chi figli non ne ha ancora, oppure non ne può avere, oppure chi è comunque lui stesso ancora adolescente? Non credo. Siamo convinti che – dato il messaggio dell'autore sull'amore materno ( ad esempio ) – queste tre categorie di individui vivano tutte la stessa emozione guardando quello scatto? Qualcuno dice che la fotografia è come una barzelletta etc…. Ma anche la barzelletta fa ridere solo se il suo linguaggio/ messaggio è coerente con la capacità intellettuale di chi l'ascolta. Infatti ci sono barzellette esilaranti per alcuni ed incomprensibili per altri, e non sempre la causa è una carenza intellettiva di chi ascolta, anzì spesso il contrario. Non è pertanto così scontato che il nostro messaggio, veicolato attraverso un'immagine, arrivi così forte e chiaro a tutti nel modo in cui vorremmo noi. E' bene, a mio avviso, che l'autore fornisca delle chiavi che aiutino la lettura dell'immagine ( il titolo, appunto ) per rendere la sua fotografia più democratica e non aristocratica e quindi destinata a pochi ( chi ha la capacità, appunto, di leggere e di codificare i messaggi dell'autore). Come osservatore desidero sapere con sufficiente certezza quale messaggio volesse darmi l'autore ( e qui ovviamente si parla della singola fotografia, perchè un portfolio che cmq ha già un titolo, conduce lentamente ad una conclusione ) dopo di che ne valuterò la coerenza secondo il mio modo di vedere le cose confermando l'efficacia dell'immagine o dando una mia personalissima chiave di lettura. „ |
| inviato il 18 Gennaio 2017 ore 15:06
inutile sottoscrivere...ogni rigo. |
| inviato il 18 Gennaio 2017 ore 15:12
Ogni fotografia come un libro, un film, ha un suo pubblico di genere. Ciascuno in base alla sua esperienza, competenza e alla sua vita che forgia nel tempo i suoi gusti coltiva le sue predilezioni. Per me il titolo è identità della fotografia e il marchio di fabbrica del suo autore. Per la spiegazione didascalica, in una fotografia non è affatto necessaria. Gli autori si studiano nei libri e nelle mostre o se si può incontrarli si parla con loro direttamente. Saluti cordiali a tutti gli intervenuti. Patrizio |
| inviato il 18 Gennaio 2017 ore 16:05
Mesi fa ho avuto una discussione sul cinema. Sostenevo che Kubrick a me non piacesse e portavo come esempio il film Eyes Wide Shut. Il film in questione, come altri del regista, secondo il mio gusto (quindi parlo in modo soggettivo) è brutto perché per essere compreso non basta una visione approssimativa. Superficialmente il film non mi trasmette nulla. Io ho spiegato come preferisca i film che, pur trattando argomenti seri, non necessitano di una guida per essere capiti. La chiave del discorso però era che Kubrick, ma anche Fellini o David Lynch per esempio, nella loro complessità non dovessero essere considerati superiori ad altri registi che hanno fatto la comunque la storia del cinema pur non proponendo al pubblico film impegnati. Concludevo la discussione quindi dicendo che ci sono differenti modi di trasmettere un messaggio in un film e non per forza il film che richiede cultura e conoscenza alle spalle deve essere considerato migliore. Portando tutto questo alla fotografia, essa credo possa esser fatta senza titoli, e senza essere spiegata, ma allo stesso tempo può e deve essere spiegata se ha necessità di esserlo. Un grande fotografo può potenzialmente fare vera e propria arte sia lasciando che la foto parli da sola, come no. |
| inviato il 18 Gennaio 2017 ore 16:09
“ ...E' bene, a mio avviso, che l'autore fornisca delle chiavi che aiutino la lettura dell'immagine... „ 1) Umberto Eco, non un tizio qualsiasi, la pensa esattamente all'opposto. (Vedasi postille a "Il Nome della Rosa") e questo per lasciare democraticamente libero il lettore di leggere il libro secondo le sue interpretazioni 2) mi sono appena visto "Genesi" di Salgado, non ricordo neppure un titolo delle sue foto, tutti però li ho letti e mi sono serviti. Il titolo della mostra e le didascalie sono fondamentali a seguire la serie 3) Non mi risultano esistere artisti (in pittura) non dotati di cultura |
| inviato il 18 Gennaio 2017 ore 16:30
Ma non è che si può generalizzare neanche qua. Estremizzando (ci sono anche le vie di mezzo). Se sono foto di una campagna pubblicitaria o giornalistiche o di denuncia e non arrivano al "target" di osservatori (in questo caso la gente "comune") ho toppato a prescindere anche se il lavoro era "geniale". Ho toppato perché il mio obiettivo era raggiungere più pubblico (o quella fetta di) possibile. Se faccio parte dell'avanguardia XYZ l'opera avrà funzionato se sarà stata apprezzata da chi segue quell'avanguardia. Se poi uno entra alla mostra per ripararsi dalla pioggia e non capisce un'acca ha relativamente poca importanza. Se uno scatta per se può fregarsene di tutto e magari se il prodotto è valido gli sarà prima o poi riconosciuto. Sto un po' divagando ma in tutti questi casi la possibile spiegazione da associare avrà significati/valenze diverse. In una campagna di sensibilizzazione si aggiungono normalmente anche parti scritte e altri contributi se può servire a portare consensi alla "causa". E poi da considerare come diceva "Mtdbo" che molti ritengono la loro opera "autoconclusiva" e che anche eventuali "letture" non previste dall'autore siano comunque "lecite"e/o previste. Mi viene in mente un'intervista del citato Lynch su un film incomprensibile alla stessa critica: Intervistatore: Mr. Lynch, ci può spiegare la presenza dei conigli nel film? Lynch: No, non posso spiegarlo. |
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