| inviato il 26 Luglio 2016 ore 19:13
Allora ragazzi, vi devo ringraziare perché con il vostro metodo ho risolto grandissima parte dei miei problemi. Tolto il 35 che rispondeva bene, il 18 mi sembra rientrato nella sua norma impostando la messa a fuoco su manuale e mettendo a fuoco con il tasto ae-L. Aiuta molto la scala delle distanza di messa a fuoco sovraimpressa sull'EVF. Su 300 foto fatte in un weekend lungo con il 18 non ho assolutamente avuto problemi, anche in situazioni dove sarebbe sicuramente entrato in crisi con il vecchio metodo ( uso del pulsante di scatto). Su 3 0 4 scatti ho rifocheggiato guardando questa scala, le uniche situazioni che avrebbero potuto seriamente mettere in crisi l'autofocus per lo sfondo particolare. Nei panorami la messa a fuoco su infinito aiuta molto (la visualizzazione sulla scala, intendo). I bordi ad f7.1 sono accettabili e non ho traccia particolare del decadimento ottico. Il 60 è una bella lente, mi permane qualche piccolo dubbio sulla precisione con xpro2 alle brevi distanze con evf. Sulle medie distanze e lunghe non c'è problema. Mi è sembrato che qualche volta in controluce sulla breve distanza la nitidezza non sia costante ad f 2.4. Devo però ancora verificare bene... In conclusione GRAZIE!!!!!! Mi rimane da capire il razionale del tutto ma con questo sistema ( ci si abitua in fretta anche dopo 20 anni di fotografia) sono più tranquillo. |
user80653 | inviato il 27 Luglio 2016 ore 0:03
Giangenti “ Allora ragazzi, vi devo ringraziare „ Prepara il Franciacorta... minimo una botte! Avevo fatto una supposizione campata in aria circa il fatto che il tasto AF-L esaminasse un'area ancor più piccola del quadratino verde. Visti i risultati non si può escludere che le cose stiano davvero così. |
| inviato il 27 Luglio 2016 ore 0:51
Bene Giangenti, ci fa piacere, anche per il Franciacorta. Alex, può essere che la miglior precisione del tasto, dichiarata anche dalla Fujifilm, possa dipendere proprio da una cornice virtuale dentro la cornice. Per conferma bisognerebbe provare il tasto mettendo a fuoco con il bordo della cornice visibile, che ne so tipo un rametto con lo sfondo del cielo. Per la scala delle distanze io la uso in iperfocale a diaframma 8, che come abbiamo detto è ancora un diaframma accettabile per il centro del fotogramma e migliora un poco il bordo ( cambierà poco con f/7.1 ). La stessa scala oltre a darti la profondità di campo, che io ho impostato per la stampa e non per il pixel, è utile anche per la distanza di messa a fuoco. Quello che non ho ancora esattamente capito, perché la uso poco, è se è meglio arrivare a fine corsa del grafico, oppure fermarsi giusto una tacchetta prima. Comunque sia si è sempre sotto il simbolo dell'infinito ma ho l'impressione che per il primo piano qualcosa cambi. Forse è meglio fermarsi una tacchetta prima. Però normalmente se voglio la messa a fuoco in un punto preciso, ma non sono sicuro di averlo azzeccato a causa della complessità del punto di messa a fuoco, preferisco ripetere l'operazione di messa a fuoco piuttosto che basarmi sulla scala. Il punto di messa a fuoco indicato sulla scala mi è utile come riferimento indicativo per dove mi cade la massima nitidezza nel momento in cui lavoro con l'iperfocale. |
user80653 | inviato il 27 Luglio 2016 ore 12:59
“ può essere che la miglior precisione del tasto, dichiarata anche dalla Fujifilm, possa dipendere proprio da una cornice virtuale dentro la cornice. „ Io penso che sia proprio così. Il quadratino verde (modificabile nelle sue dimensioni) non può essere settato in dimensioni microscopiche perchè, se eccessivamente piccolo, risulterebbe invisibile a occhio nudo. Ecco allora che è probabile che il tasto AF-L analizzi un'area piccolissima che non può essere "disegnata" nel display sotto forma di quadratino visibile. La maggior precisione nella messa a fuoco con il tasto AF-L dipende anche da un altro aspetto fondamentale che ho verificato poco fa: l'AF con pressione a metà corsa del pulsante di scatto viene fatto a diaframma medio di default, mentre l'AF con pressione del tasto AF-L viene fatto sempre a TA e questo rende la maf più precisa in quanto non influenzata dalla profondità di campo. Vi invito a verificare con diverse prove e in diverse modalità di scatto, osservando l'obiettivo dal davanti. ____________________________ Qui si apre un nuovo capitolo a riguardo delle imprecisioni nella maf quando si fotografa a brevi distanze . La causa delle imprecisioni ha a che fare col noto problema della trasfocazione, ovvero con lo spostamento (di solito in avanti) del punto di fuoco dopo aver diaframmato. Ho fatto solo qualche veloce prova osservando i movimenti del diaframma. Due esempi con apparecchio settato a f/11 e otturatore in A: 1- La pressione a metà corsa del pulsante di scatto esegue l'AF a diaframma medio e variabile (non a f/11). Il diaframma viene chiuso a f/11 solo una frazione di secondo dopo aver raggiunto il fuoco. Ciò genera trasfocazione perchè la maf non è stata eseguita al diaframma di lavoro f/11. 2 - La pressione del tasto AF-L esegue la maf sempre a TA. La chiusura a f/11 avviene solo al momento dello scatto e anche questo sistema genera trasfocazione perchè la maf non è stata eseguita al diaframma di lavoro f/11. Come rimediare quando si fotografa a brevi distanze? Io ho avuto modo di verificare che la trasfocazione mi sposta sempre il fuoco leggermente più lontano del punto focheggiato. Direi quindi che, quando si fotografa a brevi distanze, bisognerebbe mettere a fuoco MANUALMENTE in un punto un po' più vicino di quello desiderato. Durante la maf manuale, infatti, il diaframma è sempre a TA, si chiuderà solo al momento dello scatto e sposterà il fuoco leggermente più lontano. Mettendo a fuoco un punto leggermente più vicino si risolve il problema della trasfocazione che, come detto, sposta il fuoco leggermente più lontano quando il diaframma verrà chiuso. Sono quasi sicuro di non essere riuscito a spiegarmi.... Ad ogni modo vi invito a fare prove, in diverse modalità di fuoco e di esposizione, esservando attentamente il diaframma. Vi renderete conto che la chiusura del diaframma all'esatto valore impostato avviene solo al momento dello scatto. Questo provoca trasfocazione e, di conseguenza, piccole imprecisioni nella maf a brevi distanze. |
| inviato il 27 Luglio 2016 ore 13:31
Sei stato chiaro, non c'era qualche ottica Leica affetta pesantemente da questo problema? Non so dove lo avevo letto... |
| inviato il 27 Luglio 2016 ore 14:05
Tutto chiaro sembri un libro stampato |
user80653 | inviato il 27 Luglio 2016 ore 15:20
“ Sei stato chiaro, non c'era qualche ottica Leica affetta pesantemente da questo problema? „ Non conosco in maniera approfondita il fenomeno della trasfocazione. Non è necessario conoscerlo in profondità, basta fare qualche prova per veriificare se il fenomeno è presente sulle ottiche che si possiedono. La presenza o meno di trasfocazione dipende anche dallo spostamento delle lenti durante la maf, ovvero se si sposta avanti/indietro l'intero gruppo di lenti o invece solo alcune lenti interne. Le vecchie ottiche Leitz che possiedo, sia M che R, più o meno trasfocano tutte. Questo è un esempio di trasfocazione con Summicrom M 50 su Fuji X Pro2 fissata al treppiedi.
 Con diaframma a TA, la maf era stata fatta manualmente sul 20. Prima dello scatto il diaframma era stato chiuso a f/11. Come si può notare, con la chiusura del diaframma il fuoco si è spostato più lontano.
 Questo è un altro scatto. Per avere la nitidezza sul 20 ho focheggiato a TA un'area un po' più vicina del 20. La successiva chiusura a f/11 ha spostato il fuoco leggermente più lontano, cioè esattamente sul 20. |
| inviato il 27 Luglio 2016 ore 17:02
Però è laborioso come metodo di messa a fuoco a T.A. Preferisco mettere a fuoco con diaframma impostato, almeno per quel che riguarda le ottiche manuali. |
user80653 | inviato il 27 Luglio 2016 ore 19:59
“ Però è laborioso come metodo di messa a fuoco a T.A. Preferisco mettere a fuoco con diaframma impostato, almeno per quel che riguarda le ottiche manuali „ Certo, con ottiche manuali è meglio focheggiare col diaframma già chiuso. Invece con ottiche Fuji è consentito focheggiare manualmente solo con diaframma a TA e quindi, per evitare la trasfocazione, bisogna adottare un sistema laborioso. |
| inviato il 27 Luglio 2016 ore 20:49
Questo deve essere il motivo di quando leggevo, ancor prima di acquistare la x-pro2, che mettere a fuoco con le ottiche Fujifilm non era la cosa più semplice del mondo. E intanto io continuo ad usare il Fujifilm in manuale solo per l'iperfocale. |
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