| inviato il 25 Gennaio 2016 ore 10:32
ascoltami,non so di quale scuola paritaria tu faccia parte ma dalle mie parti in toscana sono alle stregua delle pubbliche se parliamo di scuole materne. si paga una piccola quota di iscrizione,30 euro, poi si paga la mensa e i pulmino se ne facciamo uso,stop. i soldi alle maestre lo da lo stato,sono tutte ovviamente stipendiate,non ci sono buchi o altro,se ci sono non sono certo io che me ne accollo la responsabilità visto che già pago le mie tasse e se voglio un servizio me lo pago. se mi parli di paritarie a livello di scuole di infanzia,sono private e costano dalle mie parti,dove mandavo i bimbi un 500 euro a bimbo,e figurati se pure lì io avrei regalato qualcosa. alla fine,di volontari,siete solo voi genitori e basta...la scuola non è quella,cambia istituto. |
user61069 | inviato il 25 Gennaio 2016 ore 10:49
“ Sono convinto che qualunque mestiere artigianale che diventa "facile" ed in grado di essere praticato con molta facilità da un gran numero di persone, subirà la stessa sorte. „ ma fare il fotografo non è per niente facile... è facile utilizzare la macchinetta... ma fare il fotografo non è solo quello... questo secondo me è l'equivoco di fondo che genera il malinteso... la gente che pensa che fare il fotografo sia solo "scattare fotografie"... |
| inviato il 25 Gennaio 2016 ore 11:12
È unica scuola materna nel paese,altrimenti bisogna spostarsi e li sono dolori.Quindi,per il bene di tutti ci impegniamo di farla resistere così com'è.Abbiamo discusso se fare domanda di passare istituzione statale ma livello didattico ed educativo ne risentirebbe.sono scelte insomma. Sia chiaro,io non regalo niente,le foto le paga asilo io mi presto solamente a fare foto(che comunque mai verrebbe ingaggiato un professionista). E viviamo tutti felici e contenti |
user15476 | inviato il 25 Gennaio 2016 ore 11:37
“ ma fare il fotografo non è per niente facile... è facile utilizzare la macchinetta „ Probabilmente chi chiede la foto a gratis o quasi cerca un immagine restituita dalla macchina e non quella fatta dal fotografo. Il problema è se il fotografo con la sua visione riesce o non a caricare di magia la foto rispetto a quella dell'amatore, altrimenti a chi ne usufruisce sembreranno uguali. A questo punto per strizzare l'occhio a quei clienti che ne capiscono poco, un fotografo dovrebbe passare a formati diversi che garantiscono una qualità d'immagine maggiore giustificando la diversa retribuzione. |
| inviato il 25 Gennaio 2016 ore 11:55
“ ma fare il fotografo non è per niente facile... è facile utilizzare la macchinetta... ma fare il fotografo non è solo quello... questo secondo me è l'equivoco di fondo che genera il malinteso... la gente che pensa che fare il fotografo sia solo "scattare fotografie"... „ Intendevo facile nel senso che hai descritto tu e Giovanni-bg: “ Il problema non è la facilità Giorgio ma le barriere all'ingresso costituite dagli investimenti iniziali e dai costi di produzione. „ Giorgio B. |
| inviato il 25 Gennaio 2016 ore 12:08
Premesso che non regalerei mai delle mie foto a chi intende usarle a fini di lucro, non credo che l'amatore che le cede accontentandosi di vedere pubblicato il suo nome sia un problema per chi lo fa di professione, secondo me la questione di fondo è che la maggior parte della gente non è disposta a pagare quello che comprensibilmente chiede un professionista per coprire i costi e guadagnare qualcosa. Si può parlare quanto si vuole di competenza, esperienza, professionalità, dotazione tecnica, ecc., ma la verità è che per molti queste cose hanno un'importanza relativa, considerano un fotografo chiunque possieda una fotocamera, sono più che soddisfatti da quello che offre un amatore e non spenderebbero mai certe cifre. |
| inviato il 25 Gennaio 2016 ore 12:12
“ Probabilmente chi chiede la foto a gratis o quasi cerca un immagine restituita dalla macchina e non quella fatta dal fotografo. „ Ma voi credete che per mettere delle fotine su un libro o catalogo servano sempre foto fatte a regola d'arte? Vi racconto una mia esperienza. Un mio caro amico ed ex collega, con la passione del clown, ha ricevuto la richiesta dal suo editore, che pubblica un suo libro scritto una ventina di anni prima ed illustrato con disegni, di rifare il libro sostituendo i disegni con foto in bianco e nero. L'editore gli ha detto che bastavano delle semplici foto fatte con una compatta, perché nel libro sarebbero state molto piccole. Visto che il mio amico non poteva permettersi di pagare un professionista ha chiesto a me di farle. Non poteva pagarmi, ma visto che il luogo delle riprese era nel veronese (in una palestra di Sant'Ambrogio di Valpolicella) e ci saremmo stati l'intero weekend, mi avrebbe pagato albergo, pranzi e cene, io non dovevo pagare neppure il caffé. Le foto sono state fatte, postprodotte da un altro ex collega che lavora come grafico pubblicitario e spedite all'editore. L'editore disse che non era necessario fare un lavoro come avevamo fatto noi, visto che le foto venivano ridotte per farle stare nel libro. Credo che un discorso analogo valga per molti cataloghi pubblicitari che vengono consegnati gratis, quindi devono essere prodotti all'insegna dell'economia. Diverso è il discorso delle riviste specializzate di sport, natura, motori, cucina, ecc. ecc., dove la qualità delle foto può incidere sulla popolarità e qualità della rivista. Infatti dubito che queste riviste si accontentino di fotine fatte dal reflextaro di turno, penso si servano prevalentemente di pro (Eosman, che fa foto di motociclismo a livello professionale, ha scritto che le riviste chiedono foto nel formato 3000x2000 pixel). Giorgio B. |
| inviato il 25 Gennaio 2016 ore 12:16
@Plankter: no certo, nessuno é disposto a pagare nel momento in cui "Pippo" puó fornigli tale materiale (seppur magari di qualitá inferiore) gratuitamente. E sarebbe cosí in moltissimi altri ambiti lavorativi. |
| inviato il 25 Gennaio 2016 ore 12:26
“ Premesso che non regalerei mai delle mie foto a chi intende usarle a fini di lucro, non credo che l'amatore che le cede accontentandosi di vedere pubblicato il suo nome sia un problema per chi lo fa di professione, secondo me la questione di fondo è che la maggior parte della gente non è disposta a pagare quello che comprensibilmente chiede un professionista per coprire i costi e guadagnare qualcosa. Si può parlare quanto si vuole di competenza, esperienza, professionalità, dotazione tecnica, ecc., ma la verità è che per molti queste cose hanno un'importanza relativa, considerano un fotografo chiunque possieda una fotocamera, sono più che soddisfatti da quello che offre un amatore e non spenderebbero mai certe cifre. „ Se un PRO fa 4 matrimoni al mese da 2000€, ci ricava 8.000€. Da questo taglia di brutto il 50% che vanno per la fiscalità, dalle 4.000 che rimangono togli le spese di spostamento, pagare gli aiutanti (se sono dipendenti so caxxi ), usura attrezzatura, ecc. ecc. Moltiplica per 11 mesi (se vuole fare ferie), sperando di non ammalarti. Se un PRO guadagna netti 2.000€ al mese per 11 mesi, non conviene andare a lavorare da dipendente a 1500€ al mese per 13 o 14 mesi con ferie pagate, infortunio pagato, malattie pagate? Ecco perché le P.IVA "sono dei ladri" (tra virgolette quello che pensa la gente), mentre molti dipendenti si cercano un secondo lavoro in nero da fare nel tempo libero (soprattutto se sono dipendenti nel pubblico) e si ritengono "degli onesti lavoratori". Naturalmente IMHO. Giorgio B. |
| inviato il 25 Gennaio 2016 ore 12:37
Nenad non capisco il discorso maternità, la legge parla chiaro: (CCNL contratto scuole materne non statali) ART. 51 Tutela delle lavoratrici madri e congedi parentali A) - NORME DI CARATTERE GENERALE 1) A tutti i dipendenti si applicano le disposizioni legislative ed economiche in materia di tutela e di sostegno della maternità e della paternità previste dal D.lgs. 26.3.01 n. 151 e a cui si fa espressamente riferimento per quanto non previsto nel presente contratto e stabilito nel presente articolo. |
user15476 | inviato il 25 Gennaio 2016 ore 13:50
“ nessuno é disposto a pagare nel momento in cui "Pippo" puó fornigli tale materiale (seppur magari di qualitá inferiore) gratuitamente „ ma questo dipende; se la foto è di qualità uguale a quella del pro allora sarebbe economicamente irrazionale pagare quanto il pro, ma se la qualità è inferiore allora c'è la scelta: risparmiare con le dovute conseguenze o pagare. |
| inviato il 25 Gennaio 2016 ore 14:25
Molti insistono sulla vanità. Non è sempre così, almeno nel mio caso. Richiedo sempre che non sia inserito il nome (se necessario, le iniziali). Se cedo una foto è perché ho dei piacevoli ricordi di quei momenti e trovo sorprendente vederla stampata. Mi rende felice e non devo dar conto ad altri. Se la rivista ci lucra, contento per loro. Nel mio lavoro è un bene che il settore non sia sofferente. In quanto a un servizio matrimoniale regalato a un amico, è stato già detto. Ritengo tra l'altro che non tutti i professionisti abbiano occhio o gusto. Il matrimonialista della mia zona è l'esempio della mancanza di questi due elementi (raffica e arti tagliati, composizioni casuali o pose standard per tutti). Non ha mai investito in attrezzatura, sebbene non abbia quasi concorrenza. Conta poco, o quasi niente, ma io avevo attrezzatura per il valore di oltre diecimila euro. Non voglio scadere nel tecnicismo, ma molti scatti col summilux hanno fatto una notevole differenza. Pertanto non ho solo fatto risparmiare soldi. Ho consegnato un album che fa impallidire quello del professionista in questione. |
| inviato il 25 Gennaio 2016 ore 14:30
“ Se la rivista ci lucra, contento per loro „ e a te non interessa guadagnare se c'è da guadagnare? bon per te che guadagni così bene |
| inviato il 25 Gennaio 2016 ore 14:37
Ripeto, per me è una questiona di correttezza, ma la correttezza purtroppo è per sua stessa natura "soggettiva". Ciao LC |
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