| inviato il 12 Novembre 2020 ore 19:48
@blackdiamond se dichiari la foto come "naturalistica" allora stai usando un termine improprio, se invece è una foto a uccelli random senza classificazioni varie allora fai benissimo a fare come ti piace. Il termine naturalistico purtroppo è un termine stringente proprio per il significato alla base, cioè richiede una certa fedeltà a come dovrebbe apparire nella realtà |
| inviato il 12 Novembre 2020 ore 19:50
Esattamente. Osservo però che stiamo sempre parlando dentro i limiti basati sul riportare la foto analogica dentro le potenzialità della fotografia digitale. Continuiamo a ragionare nel passato, mentre la tecnologia digitale permettere oggi di disegnare con gli scatti, ricostruendo ad esempio con più foto quello che l' occhio ha visto e non si è riusciti a catturare. |
| inviato il 12 Novembre 2020 ore 20:00
@claudio sono perfettamente d'accordo, ma come ho scritto prima ci vuole onestà intellettuale nell'evitare che si inizi con un "più fedele alla realtà osservata" e si finisca con un più becero "questo effetto Orton ci sta da paura". La pp se atta a restituire il messaggio, rispettando il contesto, va usata. |
| inviato il 12 Novembre 2020 ore 20:09
Scheletro, capisco cosa intendi, ma la fotografia naturalistica è un tipo di fotografia che ha come soggetto la natura e chi la pratica dovrebbe evitare di maltrattare animali o piante, poi la sfumatura di verde "giusta" non esiste. Diverso il discorso di fare fotomontaggi con animali che non starebbero mai uno vicino all'altro o non presenti in determinate zone del globo. |
| inviato il 12 Novembre 2020 ore 22:18
Però scusate non è che manca un anello in questo ragionamento? La pubblicazione. Cioè quando pubblichiamo restituiamo un nostro prodotto (frutto di cattura ed elaborazione dopo lo scatto) ad una audience. Nel farlo, fondiamo le nostre aspettative sulla reazione dell'audience con il sistema di valori dominante in quell'audience. E qui possiamo avere diverse strategie. Come dare all'audience quello che si aspetta per Provocare reazione di consenso, o quello che considera deviante (e magari noi no) e provocare reazione di dissenso. Prendiamo un passeriforme. Usiamo semi per attirarlo su un posatoio creato ad arte. Cloniamo gli elementi di disturbo. Spingiamo sulla saturazione del background. Aumentiamo il blur artificialmente. Fatto. L'immagine che restituiamo della realtà non è più realistica o descrittiva, ma interpretativa o creativa. Va bene o va male? Pubblichiamo su Juza. Chances che qualcuno critichi perché ha valori opposti alte. Pubblichiamo su Facebook. Chance che manco la vedano e si soffermino alte. Pubblichiamo su Instagram. Chance che gradiscano alte. Pubblichiamo su 500px. Chance che apprezzino alte, che critichino basse. Cosa cambia? Cambia la scelta del fotografo di a chi comunicare cosa, e la legittimità del dialogo in funzione del sistema di valori di entrambi. Quindi, se facciamo post produzione pesante e pubblichiamo su Juza dove ci sono alcuni naturalisti integralisti e poi piovono critiche o ci siamo (sottovalutiamo ) o ci facciamo (provocatori ) |
| inviato il 12 Novembre 2020 ore 22:20
@black ripeto sta a chi scatta il compito di sapere quando fermarsi, ma se parli di naturalismo si parla di rendere la scena più attinente possibile alla realtà. Non c'è purtroppo un'interpretazione per il termine in quanto la definizione di naturalismo è una sola e ben definita |
| inviato il 12 Novembre 2020 ore 22:23
Beh scheletro si e no (purtroppo). Prendi concorsi rinomati come Wildlife photographer. Al di la delle frodi, vuoi dirmi che il paradigma è la riproduzione naturale della scena? Quello stile ne è ben lontano credo. Non è il mio desiderata personalmente. Ma quello di molti, penso di sì |
| inviato il 12 Novembre 2020 ore 22:57
Scheletro, quindi la maggior parte delle foto di naturalistica presenti su questo forum andrebbero cancellate... Qui mediamente di naturale c'è poco perché se non si ha l'effetto "wow" non hai fatto la bella foto. |
| inviato il 12 Novembre 2020 ore 23:10
“ Scheletro, quindi la maggior parte delle foto di naturalistica presenti su questo forum andrebbero cancellate... Qui mediamente di naturale c'è poco perché se non si ha l'effetto "wow" non hai fatto la bella foto. „ purtroppo funziona un pò come per il cinema, a sbancare al botteghino sono delle baggianate piene di effetti speciali dalla trama poco credibile, mentre bei film ben recitati passano quasi inosservati. il voler sempre alzare l'asticella dell'effetto wow ha portato il gusto della maggior parte delle persone, soprattutto di chi non conosce la natura, a preferire foto del tutto innaturali. credo inoltre che il fotografo naturalista abbia il dovere di rappresentaare gli animali per quello che sono e non per quello che l'uomo pensa che siano. classico esempio le volpi fiabesche e gli squali immancabilmente cattivi |
| inviato il 12 Novembre 2020 ore 23:20
Belle, ma tutte dai colori innaturali. |
| inviato il 12 Novembre 2020 ore 23:21
Spesso si confonde il soggetto della foto con la finalità di quella stessa foto. L'animale come soggetto principale non rende necessariamente "naturalistica" quella foto (quanti, al giorno d'oggi, considererebbero "naturalistici" i vecchi documentari Disney degli anni '60?). Un medesimo soggetto può essere fotografato per le finalità più disparate, che comportano anche un possibile ventaglio di preparazioni della scena e/o elaborazioni in post altrettanto ampio; a maggior ragione con le possibilità operative offerte dal digitale. E' la finalità (contesto) in cui andremo a mostrare quella determinata foto che determina la correttezza o meno del risultato del nostro lavoro, e quindi delle nostre scelte narrative prima ancora che operative. Il concetto di "naturalistica" corrisponde ad "una" e una soltanto di queste finalità, per cui elaborazioni che sono perfettamente lecite per altri contesti non sono altrettanto corrette in questo. Non è che la sostituzione di un cielo con quello di un altro continente, o di altra latitudine, o ancora di un'altra ora del giorno sia da condannare a prescindere, ma è possibile che, con quella situazione di luce che andiamo a ricreare, quell'animale non potremmo mai trovarlo in quella posizione, ma forse un po' più defilato e nascosto, o al contrario in posizione più scoperta; è ovvio quindi che in un contesto tipicamente documentaristico come quello naturalistico questo tipo di elaborazioni faccia quanto meno arricciare il naso; per non parlare, come è già stato fatto, dei pesanti interventi di preparazione della scena o di pericoloso disturbo della normale vita degli animali in questione (in particolare nidiacei e situazioni altrettanto delicate). Anche per quanto riguarda le novità introdotte dal digitale, come le tecniche multiscatto (focus stacking, super-resolution ecc.), se possono essere applicate senza uscire dai canoni della foto documentaristica credo che siano comunque un arricchimento. Se invece l'intento non è documentaristico, ma più interpretativo o persino artistico, allora ci si muove verso una libertà operativa sempre maggiore, ma si esce dall'ambito naturalistico per spostarsi verso l'idealizzazione, il simbolismo ecc.; sono contesti diversi. |
| inviato il 12 Novembre 2020 ore 23:30
sicuramente ci sono anche fotografi che riescono a ottenere risultati meravigliosi. l'autore della foto del verdone è persona molto appassionata, vedo molti suoi filmati in unn gruppo di fototrappolaggio. detto questo si potrebbero mettere altrettanti scatti che fra postproduzione e preproduzione di naturalistico hanno ben poco |
| inviato il 12 Novembre 2020 ore 23:34
@Daniele Perché tu associ naturalistico a documentaristico. Un altro potrebbe considerare buona naturalistica una esaltazione della specie. Un altro una cattura del soggetto senza interferire con la natura. Il problema è che rappresentazione accettabile, o apprezzabile non coincide per tutti con attendibile, nè con non invasiva. Per me una buona naturalistica deve essere il meno invasiva possibile ma può essere una esaltazione della specie e della sua interazione con l'ambiente naturale. Ma per qualcun altro e lo capisco magari no. E' difficile raggiungere una interpretazione universale |
| inviato il 12 Novembre 2020 ore 23:34
Sicuri che il fotografo naturalista DEBBA PER FORZA RAPPRESENTARE IL SOGGETTO PER COME È? Io non sono per nulla d'accordo, e molti grandi fotografi utilizzano un approccio creativo e allo stesso tempo estremamente comunicativo (shoubridge, Gautier, ecc ecc) |
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