| inviato il 04 Aprile 2024 ore 11:55
Olà, forse siamo sulla buona strada, come i piedi rispetto al soggetto hanno iniziato a stare fermi inchiodati si è iniziata a vedere la luce. |
| inviato il 04 Aprile 2024 ore 11:57
Sì Saro... io ci ho messo 5 minuti in tutto... i detrattori cosa hanno prodotto a parte i discorsi?  |
| inviato il 04 Aprile 2024 ore 11:59
“ non mi serve alcun calcolatore, il 90% delle foto le faccio con ottiche manuali sulle quali, a differenza del 90% di quelle autofocus, esiste la scala della profondità di campo. Ad esempio se faccio una foto in iperfocale per avere a fuoco fino ad infinito col 28 mm allo stesso soggetto, a mt 2.70 e a f8, sia con la Fuji XE3 APS-C che con la Leica FF non imposto la scala della PDC in modo diverso: in entrambi i casi sarà tutto sufficientemente a fuoco da mt 2 a infinito, la differenza sarà sulla porzione di area inquadrata che ovviamente in FF è maggiore. „ Allora auguri. Se si tratta di un'ottica Leitz, mi pare che le scale della profondità di campo siano calcolate con c = 0.025 mm circa, quindi è comunque meno peggio che affidarsi ciecamente alle scale presenti su altre ottiche (Canon per esempio è di manica molto più larga e dichiarava di calcolarle per 0.035 mm). |
| inviato il 04 Aprile 2024 ore 12:00
“ La Pdc non viene mai decisa dalla dimensione del sensore ma da lunghezza focale>distanza del soggetto>diaframma, la dimensione del sensore è invece determinante sull'angolo di campo. „ Mmmh, vanno precisati due aspetti. 1) La PdC è definita dal circolo di confusione, la cui ampiezza sullo scatto scala proporzionalmente con le dimensioni del sensore. Da questo punto di vista, a parità di condizioni di scatto, un sensore croppato comporterebbe un circolo di confusione più piccolo ed una PdC più ridotta. 2) Per contro, l'angolo di campo più ridotto fa si che, per avere la stessa inquadratura a parità di distanza del soggetto, si debba usare un obiettivo con focale più corta. Questo sovracompensa l'effetto precedente, facendo si che all'atto pratico uno scatto con un 75mm f/2 su FF abbia la stessa Pdc di uno con un 50mm f/1.4 su APS-C Non so se sono stato chiaro |
| inviato il 04 Aprile 2024 ore 12:21
@Blade Il circolo di confusione esiste per certo ma è dipendente dalla capacità dell'occhio umano nel distinguo del nitido dallo sfocato quindi non assoluto ma anche se in minima parte soggettivo. Le regole assolute non tengono conto della soggettività. “ Per contro, l'angolo di campo più ridotto fa si che, per avere la stessa inquadratura a parità di distanza del soggetto, si debba usare un obiettivo con focale più corta. Questo sovracompensa l'effetto precedente, facendo si che all'atto pratico uno scatto con un 75mm f/2 su FF abbia la stessa Pdc di uno con un 50mm f/1.4 su APS-C „ Per questo appunto si torna sempre indietro nel marasma dei post precedenti dove le malefiche equivalenze hanno creato un gran casino, equiparare un angolo di campo include ridurre/modificare la focale o allontanarsi/avvicinarsi dal soggetto, azioni che invalidano tutto quanto. |
| inviato il 04 Aprile 2024 ore 12:32
“ uno scatto con un 75mm f/2 su FF abbia la stessa Pdc di uno con un 50mm f/1.4 su APS-C „ Ne approfitto per sottolineare che questo tipo di confronto è l'unico che abbia un senso pratico (e forse, ma a questo punto non ci scommetterei, che non confonda le idee più di quanto le chiarisca). |
| inviato il 04 Aprile 2024 ore 12:43
“ Questo sovracompensa l'effetto precedente, facendo si che all'atto pratico uno scatto con un 75mm f/2 su FF abbia la stessa Pdc di uno con un 50mm f/1.4 su APS-C „ Può benissimo essere così come lo saranno un gran numero di combinazioni diverse ma non dimentichiamoci allora che qualsiasi cambio di focale o pdr varierà tassativamente il R.R. che in base alla densità del sensore porterà altre varianti incasinando ulteriormente tutto il parlato. |
| inviato il 04 Aprile 2024 ore 13:05
“ CoC, ok ma non dipende dal sensore? „ Dipende dal sensore se per il confronto guardi le immagini stampate, o a monitor nella loro interezza; in questo caso adottare un CoC più piccolo (diviso per il fattore crop) per un formato minore è corretto, perchè l'immagine viene ingrandita di più. Ma se guardi le immagini a monitor alla stessa percentuale di visualizzazione, ovviamente non cambia niente; con un confronto fatto così quello che conta per il CoC è la dimensione del pixel che infatti non varia nelle tue prove. Cioè se usi due sensori uguali come formato ma diversi come densità, e poi guardi le immagini entrambe al 100%, quella con la densità maggiore sembrerà avere meno PdC; elementi che risultano a fuoco con il sensore meno denso potrebbero non esserlo più su quello più denso. Mi dispiace aver introdotto un ulteriore parametro (dimensioni del pixel) in una discussione già confusa, ma per rispondere alla tua domanda era necessario. Questo dimostra che le variabili di confronto sono ancora maggiori: non solo distanza di ripresa, inquadratura, focale, diaframma, ma anche modalità di visualizzazione. Per questo non ci si capisce, ognuno usa variabili diverse. |
| inviato il 04 Aprile 2024 ore 13:06
“ @Blade Il circolo di confusione esiste per certo ma è dipendente dalla capacità dell'occhio umano nel distinguo del nitido dallo sfocato quindi non assoluto ma anche se in minima parte soggettivo. Le regole assolute non tengono conto della soggettività. „ Anche a parità di percezione soggettiva il circolo di confusione deve scalare come le dimensioni del sensore per avere le stesse dimensioni sul frame. Un circolo di 0.1mm, su un sensore FF e su un sensore m4/3 apparirà con dimensioni assai diverse. “ Per questo appunto si torna sempre indietro nel marasma dei post precedenti dove le malefiche equivalenze hanno creato un gran casino, equiparare un angolo di campo include ridurre/modificare la focale o allontanarsi/avvicinarsi dal soggetto, azioni che invalidano tutto quanto. „ “ Può benissimo essere così come lo saranno un gran numero di combinazioni diverse ma non dimentichiamoci allora che qualsiasi cambio di focale o pdr varierà tassativamente il R.R. che in base alla densità del sensore porterà altre varianti incasinando ulteriormente tutto il parlato. „ Allora non mi sono spiegato bene. Se tu prendi la formula della PdC, avendo cura di scalare sia il circolo di confusione e la focale, troverai che mantiene il valore se il diaframma Nf scala anch'esso con il fattore di crop. “ Questo dimostra che le variabili di confronto sono ancora maggiori: non solo distanza di ripresa, inquadratura, focale, diaframma, ma anche modalità di visualizzazione. Per questo non ci si capisce, ognuno usa variabili diverse. „ Mmmh, non sono d'accordo: alla distanza definita dalla PdC convenzionale, il circolo di confusione avrà sempre le stesse dimensioni sul fotogramma, indipendentemente da risoluzione o formato del sensore. Poi se vuoi restringere il range in funzione della densità di pixel puoi scegliere un circolo di confusione più basso, ma la sfocatura globale non è influenzata da ciò. |
| inviato il 04 Aprile 2024 ore 13:13
La profondità di campo (PdC) è una dimensione lineare che discende da alcune considerazioni di ottica geometrica. Con ottima approssimazione, la PdC è direttamente proporzionale al Circolo di Confusione (CoC), alla apertura e al quadrato della distanza fra soggetto e fotocamera ed è inversamente proporzionale al quadrato della lunghezza focale. Il CoC è funzione della acuità visiva del fruitore della immagine. Un osservatore della immagine dotato di occhi "buoni" possiede un angolo critico visivo di 1 arco minuto, ossia di 1/60 di grado. Un osservatore della immagine dotato di occhi "normali" possiede un angolo critico visivo di circa 2 arco minuto, ossia di 1/30 di grado. Le case costruttrici di fotocamere assumono, in via convenzionale, che i loro utenti abbiano un angolo critico visivo di 2 arco minuto. Da questa assunzione convenzionale si perviene alle seguenti stime: A) sensore FF => CoC = circa 30 micron B) sensore APS-C => CoC = circa 20 micron C) sensore micro4/3 => CoC = circa 15 micron D) sensore MF (44X33 mm) => CoC = circa 38 micron Questi elementi di riferimento sono gli "ingredienti" fondamentali per un qualsivoglia confronto. |
| inviato il 04 Aprile 2024 ore 13:14
Comunque, nel mio esempio i CoC delle due macchine è diverso... ma vedete differenze nella parte fuori fuoco? Forse si potrebbe vedere qualcosina di differenza su uno soggetto sfocato ma lontano? (nella mia foto, sono due libri, quello dietro era a circa 35-40 cm distante) |
| inviato il 04 Aprile 2024 ore 13:40
“ vedete differenze nella parte fuori fuoco? „ Per la profondità di campo la parte da guardare è quella "a fuoco", le immagini devono avere le stesse dimensioni (ed essere osservate dalla stessa distanza) e mi sa che per riuscire a valutare le differenze, soprattutto nel bizzarro caso di un confronto tra fotografie diverse, sia necessario fotografare una scala metrica o qualcosa di simile. |
| inviato il 04 Aprile 2024 ore 14:52
Nel novembre 2014 il Lambro provò ad esondare a Monza. flic.kr/p/pKWxTM
 Nikon 1 V1 (10 Mpx), Nikkor AF 20 mm a f/2.8. Focale equivalente ~ 54 mm. Scaricate il JPG da Flickr e verificate che l'immagine a schermo (senza crop) mostra tutto a fuoco accettabile, ma già al 150% i ragazzi sul marciapede non sono più a fuoco ragionevole. È cambiato solo l'ingrandimento a schermo. Una cosa ignota a gran parte degli Juzini è che questa foto veniva bene anche con f/16 e messa a fuoco su infinito. |
| inviato il 04 Aprile 2024 ore 14:58
“ e mi sa che per riuscire a valutare le differenze, soprattutto nel bizzarro caso di un confronto tra fotografie diverse, sia necessario fotografare una scala metrica o qualcosa di simile. „ Concordo, una mira millimetrata, larga e posizionata molto più bassa dei canonici 45° può dare chiare indicazioni, diciamo grossolanamente che più è bassa e più "corposi" potranno essere sia i piani in fuoco che quelli nello sfocato con una migliore lettura. |
| inviato il 04 Aprile 2024 ore 15:00
“ La situazione è complessa. Entrano in gioco per il CoC: „ Grazie Valerio |
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