| inviato il 12 Febbraio 2024 ore 12:08
@edmondo spiegami perché chi ha scattato le otto foto alla laurea di mio nipote (con altri 30 ragazzi) alla mia richiesta di avere PAGANDO anche i Nef mi ha guardato come un marziano ed ha risposto "non ci penso neanche" ??? Ca€€o ci poteva essere di "artistico" in quegli scatti?? Eddai su .... |
| inviato il 12 Febbraio 2024 ore 12:09
“ Facciamo un sondaggio.... chi ha ancora i negativi della comunione? „ Presente |
| inviato il 12 Febbraio 2024 ore 12:09
“ Ca€€o ci poteva essere di "artistico" in quegli scatti?? „ Secondo me nulla, probabilmente un buon artigianato, ma sono altri che sostengono che ci sia. |
| inviato il 12 Febbraio 2024 ore 12:17
Di artistico in un turno di comunione secondo me non c'è nulla. Se poi voi riuscite a fare le opere d'arte buon per voi. Ma secondo me lo scopo é riprendere tutti, fotografarli nel modo corretto e nel momento giusto. Non credo siano nemmeno richieste le opere d'arte. Insomma un lavoro di quantità più che di qualità che però richiede una certa attenzione, soprattutto con il salire del numero di partecipanti. Sul discorso raw secondo me il motivo principale é semplificare… meno orpelli ci sono in mezzo meglio é. Ricordiamo che é una giornata di lavoro che ti metterà in contatto con 10/20 addirittura 30 clienti, meno argomenti su cui questionare ci sono meglio é. Il raw non serve per la riproduzione ne immediata ne successiva, per quello é sufficiente il jpeg in alta risoluzione, se resto il lavoro finito al di là della qualità e l'arte é il jpeg elaborato non il raw. Quindi il fotografo in base alle sue preferenze ed in base alle richieste de gruppo nella sua interezza prevederà vari pacchetti comprendenti stampe e/o file jpeg. Poi chiaro che ognuno lavora a modo suo ma la prassi mi sembra questa. Poi sui prezzi ognuno ha i suoi ma 10 euro per avere i jpeg in alta risoluzione mi sembra un po' pochino, i jpeg possono essere usati per stampe illimitate di foto, fotolibro, tele ed altro… lo scopo di chi prende dei turni di comunioni é farsele pagare queste cose, non far guadagnare i siti che si occupano di stampa… Fatto salvo che al giusto compenso i file jpeg li vede più o meno chiunque. Ma 10 euro lordi non sono un giusto compenso a mio parere. Il raw non serve per la stampa presente o futura delle foto e complica solo il lavoro per lo sfizio di un fotoamatore ogni 200 clienti. Il paragone con il matrimonio non é corretto nel matrimonio c'è un solo committente con cui puoi discutere direttamente è che verosimilmente ti pagherà da solo più di quanto guadagni da un intero turno di comunioni. |
| inviato il 12 Febbraio 2024 ore 12:26
ieri al teatro italia a roma dove mia figlia ha partecipato ad una gara di danza vendevano i jpeg come una stampa 15x20 € 8 |
| inviato il 12 Febbraio 2024 ore 12:27
e ti faccio vedere le foto, di artistico c'era solo la coreografia della maestra di danza... |
| inviato il 12 Febbraio 2024 ore 12:29
“ di artistico c'era solo la coreografia della maestra di danza... „ E dopo decine di saggi fotografati temo non ci sia neanche quello PS in quel caso i file non li davo, o se li davo solo dopo qualche mese, perché? Ci provai una volta e successe che un genitore comprava i file degli allievi in gruppo e poi tutto il gruppo stampava da sé le foto non comprandole da me, davo solo i file degli scatti in cui c'era solo un allievo, sostanzialmente solo i posati. Ogni situazione è una storia a sé |
| inviato il 12 Febbraio 2024 ore 12:30
No.. scusate..il centro del problema e' altrove. Voglio dire.. parliamo di un ingaggio per fotografare bambini e produrre stampe e file per social e condivisione su cellulare. Un professionista scatta e fornisce il prodotto finale. Cioe' stampe (ad un certo prezzo) e file nel formato e risoluzione da social (ad un prezzo adeguato). Stop. I file di scatto, jpg o raw che siano, sono dei semilavorati. Restano in mano del fotografo e il cliente ha la possibilita' di chiedere ristampe o di acquistarli (certamente non al prezzo di una stampa). Che qualcuno li fornisca insieme alle stampe e' un dato di fatto. Secondo me e' una pratica deprecabile. Ma c'e' anche chi questi servizi li fa gratis o per cifre risibili in nero. Pratica altrettanto deprecabile. Il fatto che qualcuno si comporti in modo poco corretto pero' non significa che tutti debbano fare altrettanto. Siamo tutti d'accordo che chi ti fa il lavoro in nero ti fa spendere meno... ma non puoi basarti sul prezzo praticato datuocuggino per contestare il prezzo praticato da un professionista che paga tasse e iva. Teniamo anche presente che, aregola di bazzica, il file venduto per pubblicazione su social NON puo' essere utilizzato per esempio per stampare un libro. A meno che questo utilizzo non sia espressamente permesso in fattura. Il fotografo in sostanza esegue un lavoro su incarico e fornisce un prodotto. Questo prodotto non puo' essere utilizzato in altro modo che per lo scopo concordato. Cioe' per esempio..estremizzando.Io ti do' il file della comunione di tua figlia e tu, siccome e' bellissima, usi questo file per pubblicizzare la sarta che ha cucito il vestito e la parrucchiera che la ha pettinata. Mettendoci su logo e indirizzo della sarta. |
| inviato il 12 Febbraio 2024 ore 12:33
Il Signor Mario ci hanno comunicato che le foto erano acquistabili solo ieri, perchè già oggi cancellavano tutto per questione di Privacy |
| inviato il 12 Febbraio 2024 ore 12:39
“ Un professionista scatta e fornisce il prodotto finale. Cioe' stampe (ad un certo prezzo) e file nel formato e risoluzione da social (ad un prezzo adeguato). Stop. I file di scatto, jpg o raw che siano, sono dei semilavorati. Restano in mano sua e il cliente ha la possibilita' di chiedere ristampe o di acquistarli (certamente non al prezzo di una stampa). „ Salt ti prego! Ma che c'è di lavorato in stampe fatte da servizi on line tipo Saldigital, Photosì o Photocity (perché almeno una grossa fetta di chi fa comunioni a questi si rivolge per la stampa)? Parlare di semilavorato in questa situazione è almeno paradossale, il prodotto finale di fatto è il JPG, non viene postprodotto, sempre se il fotografo sappia il fatto suo, anche perché vorrei vedere un fotografo che posproduce individualmente circa 2k scatti, anche due soli minuti a foto sono circa 66 ore di lavoro. Puoi parlare di stampe come prodotto finale solo e soltanto se tra lo scatto e la stampa stessa esiste un processo che vada oltre la mera selezione e anche in quel caso lo stesso JPG lavorato si configurerebbe come prodotto finale. Non capisco cosa c'entri adesso il discorso sugli abusivi. PS “ Teniamo anche presente che, aregola di bazzica, il file venduto per pubblicazione su social NON puo' essere utilizzato per esempio per stampare un libro. A meno che questo utilizzo non sia espressamente permesso in fattura „ Scusami stai sbagliando, lo posso utilizzare per tutti gli usi non commerciali, prendendo il tuo esempio lo posso utilizzare per stampare un libro ad uso mio o dei miei familiari/amici ma non per fare pubblicità alla sarta. |
| inviato il 12 Febbraio 2024 ore 12:40
“ perchè già oggi cancellavano tutto per questione di Privacy „ Esatto, come sostengo la conservazione dei file è un problema non indifferente e non scevro da rischi legali, l'importante è che sia contrattualizzata anche la cancellazione stessa. |
| inviato il 12 Febbraio 2024 ore 12:52
“ Salt ti prego! „ vediamo.. come ho detto non faccio cerimonia.. ma per esempio mi capita di scattare in jpg, ed utilizzo dei setup in macchina che regolano il jpg adattandolo alla stampante su cui verranno stampate . Ovviamente il jpg uscito dalla macchina ha una regolazione, che e' specifica per l'uso con quella stampante. in modo da non dover piu' toccare il file. Per esempio la stampante a sublimazione ha bisogno di tirare su la luminosita al jpg, altrimenti le foto affogano nelle tinte scure. Quello per me e' un semilavorato, che se dovessi stampare dal solito stampatore sotto casa regolerei in modo diverso. Poi e' vero che nel rapporto con il committente, spesso si scatta e si invia il file ottenuto alla societa' specializzata in postproduzione, che lo tratta e lo invia alla tipografia o all'impaginazione. Ma ovviamente le cifre sono ben diverse. Infine una riflessione tra noi... Se associazioni di categoria suggeriscono come regola di non fornire i file, se la legge ha normato questa pratica, non saranno degli imb@cilli no? Ci sara' un motivo di base per questo comportamento? Non vogliamo vedere le ragioni.. ma ci sono. Il discorso sugli abusivi c'entra perche' allo stesso modo si tratta di comportamenti scorretti che nuocciono alla categoria. |
| inviato il 12 Febbraio 2024 ore 12:55
“ lo posso utilizzare per tutti gli usi non commerciali, prendendo il tuo esempio lo posso utilizzare per stampare un libro ad uso mio o dei miei familiari/amici ma non per fare pubblicità alla sarta. „ no.. non lo puoi usare senza pagare. Se vuoi ti cito anche l'articolo di legge. Semplificando molto... Quando si tratta di ritratto di persone, la proprieta' dei diritti dell'immagine e' condivisa tra fotografo e persona ritratta al 50%. Ogni utilizzo deve essere concordato e la controparte pagata in misura della sua quota di proprieta'. edit.. La Suprema Corte si è pronunciata in tal senso con la sentenza n. 4094 del 1980 affermando che la proprietà dei negativi di ritratto e di cerimonie come il matrimonio e simili è del fotografo, e non del committente. Recita testualmente “nell'ipotesi di ritratto fotografico eseguito su commissione, regolata dall'art. 98, L. 22 aprile 1941 n. 633 sul diritto d'autore, il committente, diversamente da quanto stabilito dall'art. 88 comma 3 di detta legge per le fotografie di cose in suo possesso, non acquista il diritto esclusivo di utilizzazione della fotografia, il quale rimane al fotografo, pur concorrendo con quello della persona fotografata o dei suoi aventi causa di pubblicare e riprodurre liberamente la fotografia medesima, salvo il pagamento al fotografo di un equo corrispettivo nel caso che la utilizzino commercialmente. Nell'ipotesi indicata, pertanto, ove manchi un diverso patto, deve ritenersi che il fotografo conserva la proprietà del negativo e non è tenuto a consegnarlo al committente”. I files digitali originali o copie degli stessi di risoluzione adatta alla stampa non devono essere automaticamente consegnati ma rappresentando il mezzo assimilabile alla matrice con cui si esercita il diritto di riproduzione, sono oggetto di separata trattativa economica. La cessione dei files è parzialmente assimilabile alla consegna dei negativi e quindi soggetta alle stesse regole perché consente ai committenti di avere la disponibilità delle immagini per gli utilizzi desiderati. Tuttavia, trattandosi di una cessione potenzialmente non esclusiva il valore commerciale delle copie dei files è inferiore a quella dei negativi. Se i files originali venissero distrutti o consegnati con garanzia della non esistenza di altre copie, allora la valutazione è identica a quella dei negativi fotografici analogici. Oltre il decimo anno non esiste per il fotografo obbligo di conservazione degli originali. Facendo un esempio stupido... chi ha fotografato la comunione di BillGates, Zuckemberg, Balotelli.. Al momento non sapeva chi stava effettivamente fotografando... ma dieci anni dopo quelle fotografie assumono un'altro valore. Io per esempio. ho fatto un servizio al compianto Fornabaio. Il pilota acrobatico schiantatosi qualche anno fa. E l'ho fatto pochissimi giorni prima dello schianto. Ho tutte le fotografie a terra ed in volo. Per me hanno un valore diverso di un qualsiasi altro ritratto. |
| inviato il 12 Febbraio 2024 ore 13:50
“ salvo il pagamento al fotografo di un equo corrispettivo nel caso che la utilizzino commercialmente. „ Mi pare chiaro! Utilizzare commercialmente... “ I files digitali originali o copie degli stessi di risoluzione adatta alla stampa non devono essere automaticamente consegnati ma rappresentando il mezzo assimilabile alla matrice con cui si esercita il diritto di riproduzione, sono oggetto di separata trattativa economica. La cessione dei files è parzialmente assimilabile alla consegna dei negativi e quindi soggetta alle stesse regole perché consente ai committenti di avere la disponibilità delle immagini per gli utilizzi desiderati. Tuttavia, trattandosi di una cessione potenzialmente non esclusiva il valore commerciale delle copie dei files è inferiore a quella dei negativi. „ E anche qui è chiaro, esattamente come ti ho scritto: "Teniamo anche presente che, aregola di bazzica, il file venduto per pubblicazione su social NON puo' essere utilizzato per esempio per stampare un libro. A meno che questo utilizzo non sia espressamente permesso in fattura ? Queste sono le tue parole e questa è la mia risposta: "Scusami stai sbagliando, lo posso utilizzare per tutti gli usi non commerciali, prendendo il tuo esempio lo posso utilizzare per stampare un libro ad uso mio o dei miei familiari/amici ma non per fare pubblicità alla sarta." Direi che sono in perfetta sintonia con la normativa che hai citato, io pago per i files e posso utilizzarli per tutti i modi personali ma per quelli commerciali serve un contratto a sé o un'integrazione del contratto |
| inviato il 12 Febbraio 2024 ore 14:07
esiste anche una sentenza successiva che sanciva il diritto del fotografo ad essere pagato anche in caso di uso personale. Se ci pensi, e' giusto. Viene retribuito il fatto che fai archivio e tieni i file a disposizione. Per amor di precisione pero' va anche detto che nel caso di fotografie "andanti", come potrebbero essere le fotografie turistiche, tipo quelle scattate vicino al centurione romano o simili, c'e' un articolo di legge che definisce la proprieta' dei diritti in capo al cliente: Nel caso di fotografie effettuate su commissione le disposizioni della Legge 633/41 (art. 87 e ss.) fanno si che, nel caso di semplici fotografie ed in assenza di accordi scritti, l'originale e tutti i diritti siano automaticamente del cliente pagante, quando: a) la foto sia stata commissionata dal cliente e non ci sia traccia scritta della destinazione d'uso prevista; b) La foto non sia stata direttamente commissionata ma ritragga cose in possesso del cliente e sia stata a questo venduta in seguito (senza traccia scritta di destinazione d'uso); c) La foto non sia stata necessariamente commissionata appositamente, né ritragga cose del cliente ma semplicemente il fotografo abbia ceduto il negativo, percependo un compenso, e senza redigere alcun accordo specifico. |
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