| inviato il 30 Novembre 2023 ore 11:15
Hai fatto benissimo! Fatti......non pugnette! |
| inviato il 30 Novembre 2023 ore 11:36
@Paolo figli, uno nato ai miei cinquantuno anni, l'altro ai cinquantatre. Ho avuto molta fortuna che sono nati senza difetti, tranne quello di odiare il latino |
| inviato il 30 Novembre 2023 ore 19:48
Allora sei sincero quando affermi di essere uno snob! |
| inviato il 30 Novembre 2023 ore 20:00
@Valgrassi: è inquietante la tua frase dell'amico in grado di "piazzare gli accelerometri per l'analisi modale nei posti giusti": non ho la più pallida idea di cosa siano questi accelerometri, ma mi inquieta molto immaginare quali siano i posti giusti per piazzarli! Riguardo al 6 in matematica al classico non era solo il mio voto; praticamente tutti non avevano di più, tranne uno che studiava solo matematica e fisica; nelle altre materie vivacchiava, si arrangiatva e arrivò al diploma con un po' di più del minimo. Diventò ingegnere elettrotecnico e ora ha una cattedra al Policlinico. La cosa che gli invidiavo era che a 18 anni aveva già una Nikon F2! Nella vita ho visto di tutto: gente laureata con voto basso raggiungere buoni risultati altri con 110 e lode non riuscire a far meglio che dedicarsi alla mutua o all'agopuntura. Altri ancora che hanno rischiato molto durante la specializzazione finivano per scoprire un sito genetico che li proiettava alla ribalta internazionale. Quelli laureati prestissimo che non riuscivano ad affermarsi e un parente bocciatissimo al liceo, laureato in architettura a 31 anni diventato direttore di cattedra, autore di diversi libri e uno dei più affermati professionisti in città e non solo nella nostra. Quindi non mi meraviglia più nulla |
| inviato il 30 Novembre 2023 ore 20:32
@Claudio quando ho lasciato la B&K nel 1998 (facendomi però dare 100 milioni di lire dall'attuale CEO di Phase One che era il mio capo danese), fornivamo gli accelerometri alla Agusta. Allora ne montavano 23 su ogni elicottero, adesso non saprei. Al classico raramente vanno buoni insegnanti di matematica perché sanno che è una materia secondaria. Allo scientifico ho avuto una beghina zitella che andava a Messa prima ogni due giorni. Mi ha inculcato la velocità e basta, non l'amore per la matematica. Noi brianzoli abbiamo avuto la Agnesi nell'800, cè ancora la sua villa sulla mitica Montevecchia. Non c'è correlzione fra lauree con voti alti e carriera, a meno che uno segua una carriera accademica. Anni fa il vice presidente del CNR si professava Creazionista e fieramente anti-Darwin (sic). |
| inviato il 30 Novembre 2023 ore 21:17
@Valgrassi: abbiamo qualcosa in comune. La mia insegnante zitella era quella di chimica; rispetto al resto del liceo facevamo più ore, seguivamo un corso pilota e studiavano su un testo sperimentale proveniente direttamente da Ministero. Ci faceva restare oltre le ore canoniche per spiegare la chimica, teneva corsi estivi a casa sua per farci recuperare singole parti del programma. Non ho ben capito il senso della velocità espresso da te, ma ?'impegno di quella insegnante severa fece sì che, senza difficoltà e studiando poco, riuscii a dare chimica prima a ingegneria e poi, l'anno successivo dopo aver cambiato facoltà, a medicina. |
| inviato il 30 Novembre 2023 ore 21:36
@Claudio la mia insegnante di matematica aveva in mente lo scritto alla maturità in cui se non sbaglio ci davano tre ore. Pensava che se eri veloce nei passaggi, avevi tutto il tempo di correggere eventuali errori. In classe alla lavagna ci spingeva a fare alla svelta le semplificazioni. Chiamava il tutto "riflessi". Insomma aveva più a cuore l'esito degli esami che farci innamorare della matematica. Mi correggo sulla Agnesi: è morta nel 1799! |
| inviato il 30 Novembre 2023 ore 22:06
Invece di "baruffare" tra di voi su sciocchezze tecniche, perché non provate davvero a vedere con i Vs. occhi, e non con i calcoli matematici, cosa si prova ad osservare su di un monitor bello grande alla giusta distanza (io li vedo su di un vecchio SONY 4K del 2017 a circa 2 metri di distanza) un file da 2K MPX ed uno da 12, 24, 36, 62 o 100? Osservate, osservate. Poi fatemi sapere. Le mie foto sul mio Sony di servizio da 75'', girano tutti i giorni, 24 su 24 ore. Un osservatore guarda i pixel, che a quella distanza si fa fatica a distinguerli (ma la distanza è fin troppo corretta per l'osservazione), o la gradevolezza della foto? Io credo solo la seconda! Siamo solo noi, malati di altre cose e che con la fotografia centrano poco, che guardiamo i pixel. Se i pixel (un tempo la grana) fossero importanti, la fotografia sarebbe morta sul nascere e saremmo tutti con un pennello in mano davanti ad una tavolozza ... I miei 2MPX, come i miei 62, pari sono: basta l'estro. |
| inviato il 01 Dicembre 2023 ore 0:13
Roby, non arrocchiamoci su posizioni opposte. È assolutamente ovvio e non c'è da discutere nemmeno per un secondo, che la fotografia debba nascere da un'idea, un progetto, un pensiero e comunicare qualcosa. Ma come si potrebbe mai pensare diversamente? Se poi, la stessa cosa, la stessa idea lo stesso progetto ti si spappola facendo una stampa ingrandita, che problema c'è ad utilizzare qualche pixel in più? E inoltre, come ho già scritto, dal momento che la fotografia per fortuna è un mezzo estremamente duttile, se voglio fare una foto scientifica e mostrare tutti i particolari di un insetto, di un fiore, se, come una volta serviva a me, dovevo fotografare le cellule di un tessuto che, per motivi scientifici doveva mostrare ogni piccolissimo particolare, se voglio fotografare un'auto per una pubblicità accattivante e se voglio fotografare per una serie infinita di altre necessità, se voglio fotografare un paesaggio che mi ha colpito per la grande varietà dei suoi licheni o delle eriche o un bosco di betulle invernali con i loro rametti sottili che voglio evidenziare perché non sfruttare quello che la tecnologia mi concede? Il bello della fotografia e il piacere che ci dona è quella di poterla utilizzare per i più svariati motivi: anche per fotografare il proprio gatto o i propri figli, magari vedendo nitidi i loro begli occhi, magari non ridotti ad una marmellata in un ingrandimento. È arte? No! Ma potrebbe anche diventarlo nelle mani sapienti di una persona ispirata. Anche con molti MP. La nitidezza non sottrae qualità all'artista. Ma ogni tanto possiamo fregar.cene ed essere comprensivi con quanto fanno e desiderano gli altri? |
| inviato il 01 Dicembre 2023 ore 8:50
@Tony ti ricordi che siamo partiti dalla stessa Minolta SR-T 101 (come il famigerato Ken Rockwell)? Confermaci che sei un avvocato di successo. Claudio si è svelato come un medico, se non lo scriveva lui avrei dedotto che aveva superato le medie inferiori. Invece: classico e dropout da ingegneria, dove Analisi Matematica I era una specie di muro per chi proveniva dal classico (gli ing laurea breve di adesso non hanno neanche idea di cos'era il catenaccio al biennio dei Politecnici di una volta). Incidentalmente sono stati dropout Steve Jobs e Bill Gates, niente di cui vergognarsi. |
| inviato il 01 Dicembre 2023 ore 10:05
@Valgrassi: grazie per la stima! " avrei dedotto che aveva superato le medie inferiori"... meno male, almeno quello! Negli anni '70 avevo la convinzione che tutti potessero più o meno far tutto. E, invece, non credo più che sia cosi, e l'ho sperimentato anche con le mie figlie; lasciando da parte il concetto di "avere la vocazione di", terreno molto intricato e minato, anche nel mio lavoro ospedaliero ho visto con chiarezza che esistono persone tagliate per un settore ed altri "mestieranti" che se la cavano, certo, ma sembrano perennemente fuori luogo, fuori contesto. Già ho sempre incasellato in una categoria a parte, spesso riconoscibile, i chirurghi che, per certi versi, sono qualcosa di profondamente diverso da un.... medico. E, per quel che mi riguarda, anche io ero fuori luogo al biennio di ingegneria ( d'accordo con te, all'epoca decisamente duro): a parte l'aver superato brillantemente gli esami di disegno tecnico ( che non avevo mai fatto) e di chimica, mi sentivo fastidiosamente respinto da quel mondo. Il bello era che non volevo assolutamente fare il dottore e mi lasciai convincere solo con rassegnazione dai miei genitori ( non c'era nella mia famiglia nessun medico, non ci fu poi stranamente nessun medico e non ci sarà nemmeno tra figli e nipoti e figli di cugini e parenti di vario grado. Però, la sensazione di essere al posto giusto, dopo le prime lezioni di biologia e istologia, spazzò in pochissimi giorni la mia frustrante sensazione di fallimento come.. ingegnere Scusate tutti l'OT. |
| inviato il 01 Dicembre 2023 ore 10:14
“ Se i pixel (un tempo la grana) fossero importanti, la fotografia sarebbe morta sul nascere e saremmo tutti con un pennello in mano davanti ad una tavolozza ... „ Non solo è vero, ma è lapalissiano! A livello concettuale e filosofico, ovviamente, poi c'è l'aspetto tecnologico, ma quello è un'altra cosa, è una commistione che non va fatta. |
| inviato il 01 Dicembre 2023 ore 10:16
“ (gli ing laurea breve di adesso non hanno neanche idea di cos'era il catenaccio al biennio dei Politecnici di una volta) „ Anche il catenaccio di Scienza delle Costruzioni al terzo anno non scherzava, specialmente per gli strutturisti che avevano un corso separato rispetto a tutti gli altri Ingegneri Civili/Edili. |
| inviato il 01 Dicembre 2023 ore 11:53
(gli ing laurea breve di adesso non hanno neanche idea di cos'era il catenaccio al biennio dei Politecnici di una volta). ******************** Beh Valerio come ben sai io non sono ing. laurea breve, men che meno laurea lunga anzi... all'università non ci sono proprio andato e l'unico catenaccio di cui abbia mai sentito parlare è quello calcistico, e anche di questo ho conoscenza limitata, parecchio limitata, ma di catenaccio universitario sento parlare ora per la prima volta in vita mia |
| inviato il 01 Dicembre 2023 ore 12:08
@Paolo, il biennio era considerato tosto e molti, me compreso, non lo superavano. L'altro scoglio classico scienza delle costruzioni; anche mia figlia, architetto, ha dovuto superare 2 esami di scienza delle costruzioni, ognuno diviso in 3 prove. In totale 6 esami praticamente, per un totale di oltre un anno! Che poi non so bene a cosa serva: io i calcoli per una casa, un ponte o una qualsiasi struttura che non sia un pollaio non li affiderei mai né ad un architetto né ad un ingegnere edile ma solo ad uno strutturista. Sbaglio? |
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