| inviato il 15 Maggio 2023 ore 8:24
Che spreco... |
| inviato il 15 Maggio 2023 ore 10:26
Cerco di cogliere il più possibile |
| inviato il 16 Maggio 2023 ore 17:23
bellissima segnalazione mi piace molto e non la conoscevo. Sono dei ritratti che trovo molto molto belli |
| inviato il 16 Maggio 2023 ore 19:13
Ci sono alcune opere della opie che sono davvero belle e potenti, quella con il bambino per mano alle 2 mamme inciso sulla schiena ha una potenza comunicativa enorme. Però altri lavori non mi piacciono così tanto forse si é spinta troppo |
| inviato il 16 Maggio 2023 ore 20:59
gentile Matteo, cosa intendi quando affermi: "... si è spinta troppo"? Che dirTi ... sono figure che indubbiamente possono esser stimate nel complesso della loro produzione e, in particolar modo, secondo un estetica essenzialmente informata da un impegno civile ed al tempo stesso politico ... il debito della Dunken verso Opie risiede propriamente nella fiducia d'una azione la cui forza d'incisione è data dalla sovrapposizione dell'Arte e della Politica... E' una Fotografia ove, ad esempio, la dimensione identitaria benché complicata dalla soggettiva "nursery"... investe le relazioni collettive ... ed ovviamente la concezione comune di luogo (...). Entrambe le autrici si muovono entro un' estetica "militante" ... la fotografia è un drenaggio, in propositiva avversione a determinati "swampy grounds" della societá americana; quali sono dunque i colori, la grana, le variazioni tonali, le figure e gli sfondi, i possibili principi compositivi, ordine di allestimento della indiscriminazione, del diritto universale all'autodeterminazione ? (E' una domanda effettiva ... scevra da riduzionistica ironia...). Credo che il solo atto di denuncia non sia oggi piú efficace. Occorre propriamente questa forza prorompente che pochi, come le autrici qui indicate, sono in grado di intercettare e tradurre ( incedo tuttavia or ora incautamente in questo termine cosí denso ... "traduzione" ...), una interazione tra Arte e Sociologia con un preciso precipitato Estetico; il fotografo oggi potrebbe (dovrebbe?) assumere un ruolo "Esteticamente attivo"; non mi riferisco ad uno sperimentalismo sui canoni, nè strettamente sintattico, quanto ad una piú diretta e critica "traslitterazione" ... si da poter vedere il bello laddove comunemente pensiamo che non vi sia. [ ... ] Edit: Sullo "Spreco": " [ ... ] per mio padre le parole dovevano servire da conferma alle cose; per me erano previsioni di cose intraviste appena, non possedute, presunte". " [ ... ] Che la vita fosse anche spreco, questo mia madre non l'ammetteva: cioè che fosse anche passione. Perciò non usciva mai dal giardino etichettato pianta per pianta, dalla casa tappezzata di bouganvillea, dallo studio col microscopio sotto la campana di vetro e gli erbari. Senza incertezze, ordinata, trasformava le passioni in doveri e ne viveva." Sono parole di Italo Calvino... nella preziosa raccolta postuma "La strada di San Giovanni" che alcuni, pur sempre volendo, potranno leggere. Tanto piú se inclini a deplorare, qual "spreco", quella vivacitá intellettuale, pur sempre auspicabile, che alberga in ognuno di Noi ... Buona serata a Voi tutti |
| inviato il 17 Maggio 2023 ore 9:04
Lo spreco, pero', non era riferito alla vivacita' intellettuale. Che e' sempre ben accetta. |
| inviato il 17 Maggio 2023 ore 9:10
Ben era riferito al fatto che il sottoscritto abbia ammesso di non riuscire a cogliere appieno la portata dei tuoi interventi. Cercherò di impegnarmi comunque… tu non desistere! |
| inviato il 17 Maggio 2023 ore 10:51
Ben sei una forza della natura, forza intellettuale, tu continua a seminare anche se noi siamo terreno che non sempre può fare germogliare, parlo naturalmente per me anche se uso un plurale modestiae. |
| inviato il 17 Maggio 2023 ore 12:38
Grazie per il contributo Ben ( sempre eccellente ). effettivamente le similitudini tra le due fotografe sono notevoli. Devo dire che pero' la foto che mi ha piu' colpito della Opie è questa :
 Un immagine che mi riporta a quelle del famoso test di Rorschach, con tutte le implicazioni di identità' del caso. Una foto strana, da interpretare come uno vuole, da mostrare ai bulimici di Photoshop per fargli capire cosa è un paesaggio e il messaggio che puo' trasmettere. |
| inviato il 17 Maggio 2023 ore 12:43
Il cielo lattiginoso non è cosa che riscuota consensi su social. A me ricorda un po' The Pond di Gossage |
| inviato il 17 Maggio 2023 ore 17:09
Due gran segnalazioni.. |
| inviato il 18 Maggio 2023 ore 9:34
“ Il cielo lattiginoso non è cosa che riscuota consensi su social. A me ricorda un po' The Pond di Gossage „ Il cielo lattginoso può essere particolarmente adatto alle foto di architettura. Era una costante nei lavori dei coniugi Becher: www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=1712082#8007470 "... Infine le fotografie sono scattate in inverno, con il cielo grigio, per evitare sia il Sole e le interferenze causate dalle ombre che esso proietta, sia i cieli nuvolosi che mettono in risalto lo sfondo a discapito della leggibilità dell'oggetto." Nel paesaggio mi sembra che sia usato raramente. Qualche volta lo si trova in Robert Adams, ad esempio in un paio di foto riportate in quest'articolo (in altre due però ci sono dei bei nuvoloni): www.nytimes.com/2022/07/13/arts/design/national-gallery-washington-rob In alcune foto dei progetti “Errance (1999-2000)” (probabilmente ispirate dai “New Topographics”) e “Piemonte (2001)” di Raymond Depardon, : www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=4503748#26772433 (per trovarle subito basta digitare "new topographics" e "piemonte" nella finestrella di ricerca del browser) A volte (ma non sempre come nei Becher) nei paesaggi urbani di Gabriele Basilico. Mi sembra però difficile rintracciarlo in paesaggisti "classici", apparteneti a generezioni precedenti, come l'altro Adams (Ansel). |
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