| inviato il 09 Settembre 2022 ore 19:47
“ Molto interessanti le foto di Luzzi, appunto in linea con lo stile dei fotografi dell'argomento in ballo. „ Grazie Carmelo, fino e qualche anno fa praticavo fotografia di paesaggio classico, poi la scoperta del filone americano The New Topographic Movement e anche italiani quali Guido Guidi, Ghirri, Basilico mi hanno fatto innamorare di questo tipo di paesaggio che trovo molto stimolante. |
| inviato il 09 Settembre 2022 ore 19:57
io invece ho apprezzato che tu abbia introdotto heidegger. Molti accomunano il messaggio di koyaanisquatzi ed il pensiero di Heidegger. Non e' poi una idea cosi' sballata confrontarli. Sia Heidegger che Koyaanisqatsi introducono la necessita' di raggiungere un equilibrio. Heidegger pone domande come " Lasciamo che la natura diventi un enorme distributore di benzina?" Perché la realtà è che potremmo, sarebbe redditizio, ma non è sostenibile. Mentre Koyaanisqatsi fa uno sforzo per mostrare (a suo modo) la separazione tra la natura mozzafiato e l'industrializzazione artificiale. Suggerendo che potremmo essere diventati schiavi della nostra tecnologia a spese della Terra. |
| inviato il 10 Settembre 2022 ore 17:52
Segnalo Alex Burke www.alexburkephoto.com/recent-images Paesaggi molto classici ma eseguiti benissimo, usa una tecnica mista con pellicole a grande formato e post in digitale, credo che i risultati parlano da soli. |
| inviato il 10 Settembre 2022 ore 18:57
Veramente impeccabili dal punto di vista estetico! |
| inviato il 11 Settembre 2022 ore 0:12
Figo sto Alex Burke, mi piacciono soprattutto i colori, estremamente delicati. Poi mi leggerò con calma tutto questo interessante topic, anche se dando un'occhiata veloce per me il tema paesaggio è fin troppo ampio. |
| inviato il 11 Settembre 2022 ore 19:09
Heidegger sui ritratti fotografici ripresi dalla Arendt - e forse sulla fotografia in generale? (ma poi che voleva dire davvero con quella frase ambigua?).
 Fine off topic |
| inviato il 12 Settembre 2022 ore 12:45
Prima constatazione: cosa curiosa è che molti dei fotografi italiani venuti fuori viaggiano dai 60 anni in su, poi magari nelle note biografiche sui loro siti si trovano riferimenti a pubblicazioni dal 1995 o 2000 in poi. Allora: o sono "giovani" cui è stato possibile iniziare a pubblicare a 40 anni o hanno pubblicato anche prima ma nelle note biografiche e nel CV non se ne fa menzione. Seconda constatazione: Molti nomi di fotografi usciti sono italiani. |
| inviato il 12 Settembre 2022 ore 13:43
“ Prima constatazione: cosa curiosa è che molti dei fotografi italiani venuti fuori viaggiano dai 60 anni in su, poi magari nelle note biografiche sui loro siti si trovano riferimenti a pubblicazioni dal 1995 o 2000 in poi. Allora: o sono "giovani" cui è stato possibile iniziare a pubblicare a 40 anni o hanno pubblicato anche prima ma nelle note biografiche e nel CV non se ne fa menzione. Seconda constatazione: Molti nomi di fotografi usciti sono italiani. „ L'importante è che continuano a pubblicare lavori, l'età anagrafica ha un senso relativo |
| inviato il 12 Settembre 2022 ore 13:47
@Sasal: "l'età anagrafica ha un senso relativo" L'età ha senso in relazione all' argomento della presente discussione che non è "quali sono i paesaggisti che preferite" ma i "nuovi paesaggisti". Cosa si intenda per nuovi lo ho spiegato con chiarezza se avete la pazienza di leggere gli interventi. |
| inviato il 12 Settembre 2022 ore 13:56
Ho letto tutti gli interventi, ma se un "vecchio fotografo" presenta un lavoro interessante lo escludiamo per ragioni anagrafiche?, peraltro tu stesso hai scritto " Quali sono i più importanti libri fotografici di paesaggio degli ultimi vent'anni?", era questo il senso del mio intervento |
| inviato il 12 Settembre 2022 ore 14:10
Sasal, quello che intendevo dire lo ho forse specificato meglio nel mio intervento a pag.11. Con più importanti libri/lavori fotografici di paesaggio degli ultimi 20 anni ho ribadito che si possa intendere anche un lavoro di un 70enne esordiente, ma, forse non mi sono spiegato bene all'inizio, se questo settantenne pubblica il suo primo lavoro nel 2007 e questo lavoro putacaso ricalca i paesaggi di Ansel Adams, non capisco dove stiano gli elementi di novità, farei fatica a trovarli pure se ricalcasse i paesaggi dei NewTopographers. Perdonate, mi spiace se non mi sono spiegato bene ma credevo che l'accento andasse messo sulla novità relativa più che sulla nostra preferenza individuale. |
| inviato il 12 Settembre 2022 ore 14:18
Forse è questa la frase che dà un po' il senso alla domanda di Andrea se esiste una nuova fotografia di paesaggio: “ Cosa è venuto di importante dopo i New Topographers, Ghirri e compagnia? „ cioè, c'è un'opera, una corrente, un movimento che sia andata oltre il lavoro e le idee della grande tradizione paesaggistica del periodo settanta-novanta? |
| inviato il 12 Settembre 2022 ore 14:18
Ok, il fatto è che molto spesso è difficile riconoscere elementi di novità che siano rilevanti, comunque hai fatto bene ad aprire un tread del genere dove raccogliere i migliori lavori sul paesaggio |
| inviato il 12 Settembre 2022 ore 16:35
«per vedere un paesaggio c'è bisogno di qualcosa di più di un occhio che lo scorga: ci vuole una riflessione che lo costituisca nella sua diversità dal mero dato sensibile: una teoria, appunto» |
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