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Fotografia: tecnicismi ed istinto.


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avatarsenior
inviato il 22 Dicembre 2021 ore 8:03

Credo sia più ""l'intuizione"" ma anche i buoni ""riflessi"", se non hai intuizione non riesci a fare scatti originali o pertinenti al tema o al momento, se non hai buoni riflessi e il cervello del fotografo è in letargo non trovi l'attimo giusto. Quindi servono entrambi . .
Per quanto riguarda il tecnicismo sappiamo tutti qual'è la sua funzione comunque importante ma il ""manico"" è determinante, il cosi detto volgarmente ""manico" è appunto formato da: grande intuizione, buoni riflessi e cervello attivo.

avatarsenior
inviato il 22 Dicembre 2021 ore 9:15

Manca solo la citazione su "l'allineamento" di HCB. Sorriso

Oppure, rispetto a "l'intuizione", quella di Jean Beaudrillard secondo il quale "è il soggetto che chiede di essere fotografato". Parlando ovviamente di soggetti inanimati.

avatarsenior
inviato il 22 Dicembre 2021 ore 10:02

ale mi potresti indicare la provenienza della citazione di beaudrillard? Così magari mi compro il libro.

avatarsenior
inviato il 22 Dicembre 2021 ore 10:10

@Mur mi fa sempre piacere leggerti perché concordiamo che se non definisci "tecnicismi" e soprattutto "istinto", allora è un pretesto per post aggrovigliati, a seconda della cultura di base dello scrivente.

avatarsenior
inviato il 22 Dicembre 2021 ore 10:27

ale mi potresti indicare la provenienza della citazione di beaudrillard? Così magari mi compro il libro.

Io la lessi in occasione di una mostra a lui dedicata a fotografia europea a Reggio, ormai diversi anni fa. Comunque è un concetto che ripete con diverse formulazioni in alcuni suoi libri.

Il "soggetto che chiama il fotografo" è un'idea che ho sempre trovato interessante quando si riflette sul tema dell'incontro fra fotografo e soggetto.
Quale è la motivazione profonda che porta il "fotografo nomade" a soffermarsi su qualcosa e decidere che fotograferà proprio quella cosa?

avatarsenior
inviato il 22 Dicembre 2021 ore 10:31

e decidere che fotograferà proprio quella cosa?
. . . quel soggetto inanimato o animato ha una sua emanazione che attirerà l'attenzione del fotografo.

avatarsenior
inviato il 22 Dicembre 2021 ore 12:46

100% d'accordo.

avatarsenior
inviato il 22 Dicembre 2021 ore 15:42

che attirerà l'attenzione del fotografo.

Io credo che sia interessante riflettere sul meccanismo dell'incontro con il soggetto.
Perché questo è determinante nel successivo approccio che il fotografo ha e quindi influenza largamente il potenziale risultato finale.

Ma è una questione totalmente soggettiva. Non ci sono verità ma ognuno deve essere capace di ascoltare quel che accade in quel momento.


avatarsenior
inviato il 22 Dicembre 2021 ore 17:19

I jazzisti dicono che "una buona improvvisazione non si improvvisa"...

avatarsenior
inviato il 22 Dicembre 2021 ore 18:45

Io credo che sia interessante riflettere sul meccanismo dell'incontro con il soggetto.
Perché questo è determinante nel successivo approccio che il fotografo ha e quindi influenza largamente il potenziale risultato finale.
. . . Guido Guidi, maestro di fotografia land art, diceva a tal proposito che nell'incontro col soggetto, sia esso animato che inanimato, che pure un paesaggio, bisogna saper essere in quel frangente profondamente umili e ricettivi in modo da cogliere con stupore la magia del momento o del luogo.

avatarsenior
inviato il 22 Dicembre 2021 ore 21:15

bisogna saper essere in quel frangente profondamente umili e ricettivi io modo da cogliere con stupore la magia del momento o del luogo.

Ricettivi. Stupore.
Parliamo, credo, principalmente di una predisposizione all'ascolto (visivo) di ciò che il "soggetto" o in generale il contesto di quel momento ci presenta.
E qui si potrebbe dire che torniamo alla condizione in cui un "soggetto" ci "chiede" di essere ascoltato, interpretato e quindi fotografato.

Guidi, che ho conosciuto in un paio di occasioni, è una persona di una sensibilità fuori dal comune.

avatarsenior
inviato il 22 Dicembre 2021 ore 22:32

E qui si potrebbe dire che torniamo alla condizione in cui un "soggetto" ci "chiede" di essere ascoltato, interpretato e quindi fotografato.
. . . esattamente, anche l'atmosfera o l'armonia di un posto ci può chiedere . .

Guidi, che ho conosciuto in un paio di occasioni, è una persona di una sensibilità fuori dal comune.
. . è una persona eccezionale, squisita, e un bravo docente di fotografia.

avatarsenior
inviato il 30 Dicembre 2021 ore 10:13

Seguìto il consiglio di Marco Olivotto. Procurato in biblioteca "Camera Chiara" di Roland Barthes. Non so quanto abbia capito in prima lettura.
Mi sono procurata la traduzione in inglese "Camera Lucida". All'improvviso mi sembra di capire di più. Non so se è la seconda lettura o il mio inglese come seconda lingua che mi costringe a concentrarmi di più.
Susan Sontag asserisce che il Barthes è morto dopo poco tempo investito da un furgone (!).

user14408
avatar
inviato il 30 Dicembre 2021 ore 15:22

@valgrassi
è un testo fondamentale che andrebbe letto maaa con la consapevolezza che la lettura con gli occhi dello strutturaismo, in fotografia, è da decenni superato.

avatarsenior
inviato il 30 Dicembre 2021 ore 18:05

@Mace grazie dello spunto. Per il mio livello culturale è più proporzionata la Sontag senz'altro.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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