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Parlando di fotografia in compagnia di una fotografia


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avatarsenior
inviato il 12 Novembre 2021 ore 15:59

Sì, insomma: bisogna aver pensato prima di depensare, come diceva Carmeluzzo MrGreen

user207512
avatar
inviato il 12 Novembre 2021 ore 16:14

Consiglio lettura: arte e percezione visiva, R. Arnheim.

avatarsenior
inviato il 12 Novembre 2021 ore 16:23

Canti, scusa la domanda un po' (ma in realtà nemmeno tanto) off-topic, vista questa frase molto Cageiana mi chiedevo quale fosse il tuo bagaglio musicale. Chiedo anche per capire se il tuo approccio/ricerca lo vivi a 360° o solamente in ambito fotografico.


Non ho un bagaglio musicale. Quello che so di Cage l'ho letto in un libro molto bello intitolato Lettera a uno sconosciuto (ed. Socrates). In generale sono curioso, conosco l'arte contemporanea perché ci sono cresciuto dentro, mio padre faceva cose così:
images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/51877zDMTmL._SY467_BO1,204,20
ma sono cresciuto abbastanza ignorante, poi ho conosciuto Matteo Galiazzo, da lì ho iniziato a seguire la letteratura contemporanea italiana. Ora è cambiato tutto, ma fino a 10-15 anni fa l'ambiente letterario era molto bello, c'erano le riviste di scouting come Maltesenarrazioni e Fernandel, c'era una grande possibilità di fare comunità e imparare. Poi Sergio Ponchione della redazione di Maltesenarrazioni mi introdusse alla graphic novel. Bei tempi. La mia formazione è stata questa. Ma ho sempre fatto tutto in modo disinteressato, trovavo persone brave e le seguivo.




avatarsenior
inviato il 12 Novembre 2021 ore 16:26

Bellissimo libro, lo trovai a 12 euro su ebay MrGreen
Quindi stai dicendo che la musica non t'interessa proprio?

avatarsenior
inviato il 12 Novembre 2021 ore 16:35

L'equivoco nasce dal pensare che ci sia stato qualcuno che si è messo a pensare e dettare regole. Quelle che chiamiamo regole a volte sono delle vere e proprie regole-teorie-convenzioni geometriche studiate a tavolino con prove e riprove, come nel caso della prospettiva o dei canoni architettonici greci, altre volte sono semplicemente degli enunciati, delle generalizzazioni che nascono dalla osservazione di opere del passato che hanno trovato riscontro ed approvazione e nelle quali qualcuno è andato ad analizzare la comunanza fra quelle di alcuni canoni. Questi canoni nascono dal nostro modo di percepire che può essere convenzionale ma può anche derivare dalla fisiologia del nostro cervello. I libri sulla teoria.
Ma pensare che oggi arriva un Jacopo qualsiasi e si mette a costruire un tempio o a disegnare un quadro e crea un capolavoro di edificio senza conoscere ciò che è stato costruito prima e perché o ti inventa una nuova rappresentazione prospettica ex-novo è semplicemente non presuntuoso ma proprio vanaglorioso: è molto più facile che il suo tempio crolli durante la costruzione e la sua opera figurativa sia solo una figuraccia. L'ignorante-sapiente è solo una figura mitologica. Quel che di buono viene fuori da Jacopo è perché conosce qualche cosa non perché ignora tutto, e magari conosce qualcosa che ha stabilito e sperimentato nuovi canoni in reazione a quelli vecchi. È un illusione quella di potere essere originali perché creiamo dal nulla, in un vuoto pneumatico e senza un passato.


Andrea certo, ma il discorso purtroppo è stato polarizzato su accademia Vs autodidatti, questo è uno straw man.

Il topic reale parla di convenzioni introiettate su cui nessuno riflette, così determinano drasticamente il nostro modo di vedere, quindi la nostra scelta su cosa includere nel frame.
Il punto è come le convenzioni vengono introiettate operando inconsapevolmente.
Certo che bisogna studiare, ma bisogna usare anche quello studio per liberarsi.

it.m.wikipedia.org/wiki/Argomento_fantoccio





avatarsenior
inviato il 12 Novembre 2021 ore 16:37

è ovvio che bisogna conoscere quello che è stato fatto prima di noi ed è quasi altrettanto ovvio che prima di innovare bisogna imparare a copiare... tutti i grandi delle arti, visive, musicali, letterarie sono figli del loro tempo e si sono ispirati ai grandi venuti prima di loro; nella musica barocca la musica colta era talmente codificata da poter far credere che non ci fosse spazio per la personalità dell'autore, eppure tra un Bach, un Vivaldi e un Corelli si sente proprio bene che hanno una visione del mondo completamente diversa, anche se usano gli stessi stilemi e vivono nella stessa cultura, oltre a influenzarsi a vicenda. il discorso che facevo io è che la maggior parte della gente che fotografa e che si ispira a qualcun altro più che altro scopiazza lo "stile" di un autore, senza capirne il senso, la coerenza, la necessità per quell'artista fotografo di fotografare certe cose in un certo modo e non altre cose in un altro modo. E cosa ancora peggiore, spesso non ci si ispira ai nomi di spicco della fotografia contemporanea, perché è molto faticoso conoscerli, ancor prima di capirli, ma all'amichetto del forum o al nome di spicco di instagram; così ancora di più ci si concentra sull'aspetto epifenomenico, visivo, superficiale e immediatamente appagante rispetto al senso delle immagini. Quindi è necessario studiare per poter esprimere la propria voce, allo stesso identico modo in cui lo deve fare un musicista di qualunque genere o uno scrittore.

avatarsenior
inviato il 12 Novembre 2021 ore 16:42

Bellissimo libro, lo trovai a 12 euro su ebay
Quindi stai dicendo che la musica non t'interessa proprio?


Mi interessa ma sono ignorante, diciamo che è meglio ne parli chi la conosce davvero. Ammiro chi coltiva la cultura musicale.
Per esempio in questo topic è intervenuto Enrico De Capitani che è un musicista coi controfiocchi:

www.scuoladicantogregoriano.it/index.php?ID=344

Ascoltate le cose che fa quell'uomo:




avatarsenior
inviato il 12 Novembre 2021 ore 17:04

Vabbè diciamo pure che se ci mettessimo a trattare di musica ci vorrebbe un topic a parte e sarebbe comunque poco (e non se ne uscirebbe comunque lol).
Trovo sempre abbastanza curioso però che quando ci si è fatti una certa cultura per così dire "antidogmatica", quell'approccio che implicitamente si sviluppa in parallelo non venga poi vissuto in tutte le arti.
Perché poi, sostanzialmente, qui si sta parlando di fotografia ma è un discorso, quelle del demolire le convenzioni introiettate, che si può riversare in qualunque linguaggio. Sino alle estremità tanto (in)esplorate della problematizzazione sul concetto di identità etc. Tematiche sempre estremamente attuali.

avatarsenior
inviato il 12 Novembre 2021 ore 17:24

Rombro, dico la verità, in una risposta nel commentario avevo parlato di composizione, e ho riportato la parola alla retorica. Ma avevo anche pensato che 'composizione' ha uno peso enorme nella musica. Ci avevo pensato e mi ero detto: probabilmente nella musica la composizione è affine alla 'geometria' più che alla narrazione. Ma ne so pochissimo e mi dispiace.

Col topic volevo arrivare a portare l'attenzione sul 'posizionamento' (come lo spiega la Moise nel video che avevo indicato). Volevo sostituire l'idea di 'punto di ripresa' che si usa nei manuali di fotografia con 'posizionamento' che si usa nel linguaggio degli attivisti, perché trovo che questo scivolamento del significato sia assolutamente pertinente alla fotografia.

avatarsenior
inviato il 12 Novembre 2021 ore 18:12

No ma infatti è meglio non trascinare il topic in un discorso più generale che abbraccia le convenzioni delle (e nelle) altre arti.
È che c'è comunque un filo conduttore per quanto riguarda la fruizione dei vari linguaggi. Anche nel cinema, ad esempio, essendo qualcosa che ha a che fare con l'immagine (e si sa che il visivo è ciò che ai sensi è vissuto normalmente come un linguaggio più "immediato" rispetto al suono, specialmente in un'epoca in cui, come sentiamo dire spesso, "siamo bombardati da immagini"), c'è un'introiezione dominante attraverso la narrazione, il messaggio, la comprensione. Tutte cose spacchettabili ma che il più delle volte condizionano e limitano lo stimolo e la ricerca. Non è un caso che la musica o il cinema sperimentale siano realtà del tutto ignorate dalla maggior parte delle persone.
È bene farlo presente perché sarebbe anche minimizzante ridurre il tuo rispettabilissimo intento/discorso ad una serie di problematiche che riguardano solo la fotografia.

avatarsenior
inviato il 12 Novembre 2021 ore 18:54

@Gianni grazie della dritta, l'ho perfino trovato gratis.

user33434
avatar
inviato il 12 Novembre 2021 ore 19:03

Ascoltate le cose che fa quell'uomo

Bellissimo, peccato non aver l'emoticon con l'applauso.

Il topic reale parla di convenzioni introiettate su cui nessuno riflette, così determinano drasticamente il nostro modo di vedere, quindi la nostra scelta su cosa includere nel frame.
Il punto è come le convenzioni vengono introiettate operando inconsapevolmente.

Le convenzioni penso debbano necessariamente essere introiettate per poter apprendere un linguaggio, così uno strumento musicale o una macchina fotografica diventano gradualmente un mezzo a disposizione del pensiero. Solo successivamente intervengono le scelte personali, per questo motivo non basta riflettere (riflettere sulle convenzioni e liberarcene) ma è necessario apprendere (Aprende las reglas como un profesional). Grazie comunque per il bel thread, anche se sembra sempre che mi sfugga il nocciolo della questioneSorriso, poter parlare di queste cose in rete è una boccata di aria fresca.


avatarsenior
inviato il 12 Novembre 2021 ore 19:07

Premettendo che nel mondo fotoamatoriale ognuno può fare quello che vuole, una considerazione credo vada fatta. L'amatore che pretende di violare le tanto odiate regole di composizione in nome dell'espressione della propria voce personale mi fa sorridere, e mi fa anche un po' tenerezza. Se si vuole smontare "l'Accademia" bisogna non solo conoscere i canoni estetici che la tengono in piedi ma anche comprendere e saper usare quegli stessi canoni in modo agile.


Una cosa che ho sempre pensato è che i grandi artisti se ne sono sempre fregati abbastanza di seguire o violare le regole. Però le conoscevano a menadito e, cosa ancor più importante, conoscevano il perché di quelle regole, scritte o non scritte che fossero. Poi facevano quello che ritenevano giusto fare, e che fosse dentro o fuori lo stile del momento non credo importasse loro molto. E neanche fregava loro molto essere considerati artisti piuttosto che artigiani. Bach, probabilmente il più grande genio musicale mai vissuto, componeva tranquillamente seguendo la committenza. Servono delle Suites per Violoncello? Ok, te le faccio... quante? Mezza dozzina? Va bene. Cantate per la Chiesa? Ok, ci penso io... una nuova ogni settimana? Va bene... Con lo stesso spirito di un sarto che fa camicie. Poi però scriveva cose che ammiriamo ancora oggi, dopo più di due secoli. Forse l'unica cosa che ha scritto senza che avesse una destinazione precisa è stata l'Arte delle Fuga. L'unica tra più di mille composizioni...
E un'altra cosa che ho sempre pensato è che nel momento in cui crediamo di essere originali e di esprimere tutto quel che ferve nel nostro corazon, è proprio quello il momento nel quale cadiamo, senza accorgercene, negli stereotipi più triti.
Sono solo sensazioni, vero, non so se le cose stiano davvero così. Come ho già detto di fotografia non ci capisco una cippa.

avatarsenior
inviato il 12 Novembre 2021 ore 19:14

E un'altra cosa che o sempre pensato è che nel momento in cui crediamo di essere originali e di esprimere tutto quel che ferve nel nostro corazon, è proprio quello il momento nel quale cadiamo, senza accorgercene, negli stereotipi più triti.

Vero, più che altro perché ci si fa prendere dal corazon e il risultato finale, compreso ciò che potrebbe apparire agli occhi altrui, viene in secondo piano. Questo meccanismo fotte spesso la ricerca e la conseguente originalità di un lavoro.

avatarsenior
inviato il 12 Novembre 2021 ore 19:16

Più che fot.tere l' originalità (aspetto sopravvalutato, secondo me) fotte la validità e l'efficacia di una foto, o di una serie di foto.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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