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L'intelligenza artificiale cambierà la fotografia ?


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avatarsenior
inviato il 25 Agosto 2021 ore 7:13

La fotografia numerica (digitale) è post fotografia già in se: noi vediamo in analogico e la natura è analogica, mai digitale.

avatarsenior
inviato il 25 Agosto 2021 ore 7:56

Caro Doriano,

studia un pò di storia della fotografia moderna, leggiti un pò di Fontcuberta per favore ed evita di proferire frasi offensive, per cortesia.

Poi, educatamente, ne parliamo …

avatarsenior
inviato il 25 Agosto 2021 ore 7:59

Tonyrigo, non c'è bisogno di proferire. Rileggiti per favore.

avatarsenior
inviato il 25 Agosto 2021 ore 8:29

Caro Doriano

1. non capisco perchè Tu debba offendere gratuitamente nelle risposte

2. non capisco perchè Tu ti ritenga depositario della “ divina sapienza”, quando - evidentemente - certe cose non le conosci proprio e, invece di essere curioso ed imparare quando si può dagli altri, vai proditoriamente avanti per la Tua strada:

ca.wikipedia.org/wiki/Postfotografia

www.biblioteche.regione.lombardia.it/OPACBGSU/OpacrlRecord/UBO4305994?

avatarsenior
inviato il 25 Agosto 2021 ore 8:50

quando parti dalla "tua foto" e la stravolgi in colore luci ombre e quel c...o che vuoi.. è fotografia... quando aggiungi altro non è fotografia!!!

Qualsiasi sostituzione , cancellazione e/o aggiunta determinano il passaggio da fotografia a arte digitale; eticamente sono corrette solo quando esplicitamente dichiarate; altrimenti sono inganni

Da queste due affermazioni, messe insieme, cosa dovrei dedurne?
Che se inganno l'osservatore stravolgendo i dati di scatto è tutto lecito, anche se partecipo ad un concorso del NG o fornisco un'immagine in un tribunale, mentre non è lecito solo se ottengo quello stravolgimento aggiungendo o togliendo qualcosa da quei dati in post?

Mi sa che ci sia parecchio da lavorare sulla differenza tra i concetti di "finto" e "falso"

Non me ne fxxxe niente se l'uso del clone lo volete chiamare "post-fotografia" o "ciribiccolo"; vi sta bene il secondo? Bene, d'ora in avanti l'immagine che presenta clonazioni non la chiameremo più fotografia, ma ciribiccola!!!
Mi va benissimo, ma credete di aver risolto qualcosa? Vi sbagliate di brutto, perchè se io posso ingannare l'osservatore anche solo manipolando pesantemente i dati di scatto, sempre un falso ottengo!
Dove l'autentica differenza tra finzione e falsificazione è che nel primo caso l'osservatore ne è cosciente o comunque ne viene informato, mentre nel secondo non può esserne cosciente e "volutamente" non ne viene informato.

Ne deriva che l'unico modo di risolvere il problema del "falso" in un'immagine non è stigmatizzare un procedimento o uno strumento piuttosto di un altro, ma proporre quell'immagine nel contesto appropriato o, nel caso, informando in qualche modo l'osservatore che quello che sta guardando "non" è reale, anche (anzi, soprattutto!!!) se l'irrealtà è stata ottenuta "semplicemente" calcando pesantemente la mano sulla normale post, altro che dichiarare solo clonazioni e cieli posticci!!!

Farne una questione puramente linguistica è solamente girare intorno al problema reale; dal punto di vista della sua funzione (che è l'unica cosa veramente importante), la fotografia è uno dei tanti modi di ottenere un'immagine e, perciò, quello che conta davvero è solo "come" viene presentata.

Che poi l'intelligenza artificiale renda più facile quello che in camera oscura si faceva sovrapponendo due negativi, o con un pennello o un raschietto lavorando sul negativo stesso (quando andai dal fotografo per fare le prime fototessera da sottotenente, alla fine del corso, dimenticai di mettere la stelletta sulla mostrina e il fotografo aggiunse semplicemente un ritocco a pennello sul negativo: cambia qualcosa dal clone di Photoshop?), non sposta di una virgola gli elementi di un problema che, in fotografia, esiste fin dalla metà del XIX secolo e che non è mai stato risolto "linguisticamente", ma ponendo dei precisi paletti nei contesti in cui quelle pratiche non erano ammesse.

avatarsenior
inviato il 25 Agosto 2021 ore 8:55

Dopo di che, "l'intelligenza artificiale cambierà la fotografia?"
Pare che abbiate già risposto, affermando implicitamente che quella non sarà più fotografia, e sono pure d'accordo, basta non usarla quando non si deve e usarla quando è lecito farlo. Come dite: in quest'ultimo caso non potrò più chiamarla fotografia?
Non ho mai affermato di essere "solo" un fotografo

avatarsenior
inviato il 25 Agosto 2021 ore 8:56

Ormai non siamo più fotografi, ma “image maker”.

avatarsenior
inviato il 25 Agosto 2021 ore 9:56

Che se inganno l'osservatore stravolgendo i dati di scatto è tutto lecito

Già i dati di scatto sono un "falso", rispetto la realtà

avatarsupporter
inviato il 25 Agosto 2021 ore 10:53

Mi sembra che ci siamo allontanati dal tema della discussione. È evidente che l'immagine digitale abbia cambiato la diffusione e la fruibilità delle immagini prodotte. Il problema della distanza dal reale si risolve esclusivamente prendendo coscienza che non si tratta più di riproduzione piu' o meno fedele della realta: questa postfotografia è a tutti gli effetti un disegno. E come tale è più o meno distante dalla realtà, da 0 infinito. Tutto qui. Se vedo l'immagine di una modella col collo lungo come quello di una giraffa è evidente che la distanza dalla realtà è notevole. Se vedo un paesaggio postprodotto con un minimo di interventi, è evidente che si avvicina molto alla realtà fotografata. Non c'è bisogno di categorie, critici, corsi universitari né tantomeno raw per testimoniare nulla.

La fotografia è semplicemente cambiata. Guarda caso al mondo tutto cambia. L'ai presente già negli smartphone e nei programmi di fotoritocco è la frontiera attuale del cambiamento. Tutto qui.
Questo non mi scandalizza. Non mi fa arrabbiare. Nemmeno mi tocca. Mi sono semplicemente abituato al cambiamento. ;-)

avatarsupporter
inviato il 25 Agosto 2021 ore 11:16

Quando arrivano gli intellettuali, ad esempio i critici, a valutare la situazione che cambia per illudersi e illuderci che si possa cavalcare e guidare il cambiamento siamo alle solite: i furbastri cercano di dirci cosa dobbiamo fare, mentre la massa deve adeguarsi alle teorie di questi signori. Ma i critici non hanno mai prodotto immagini, né quadri ne altra opera d'arte. Perciò li ignoro completamente e invito pubblicamente a fare altrettanto. Basta categorie come "puristi" o innovatori.
Nessuno, a parte Dio, ha la forza o la capacità di arrestare la realtà che cambia. O di etichettarla efficacemente. O di contenerla in precise categorie.

avatarsenior
inviato il 25 Agosto 2021 ore 11:35

Claudio Cortesi permettimi di dissentire, spesso è proprio grazie a questo che si hanno nuovi spunti, nuovi rami.
Molte volte non ci si rende nemmeno conto della cosa, avviene una mostra importante che mette il segno questo influenza autori che a loro volta influenzeranno fotoamatori.
La fotografia non è impermeabile, sia quella "alta" che quella "bassa" o vernacolare sono in costante comunicazione e si influenzano e a loro volta vengono influenzate sia dal contesto artistico sia dal periodo storico e dal luogo dove viene fatta.
Non capisco il tuo tono polemico, ma rispondendoti in modo cordiale ti posso dire che per progredire non ha senso ignorare quello che abbiamo intorno, ma anzi bisognerebbe essere più permeabili possibili

avatarsupporter
inviato il 25 Agosto 2021 ore 11:38

Mi scuso del tono. In effetti ho sempre diffidato di chi parla e non produce. Per me essere permeabili significa partecipare, fotografare e pubblicare. E guardare chi produce fotografie. Questa mia diffidenza versi i critici riguarda tutte le discipline.... pittura e scultura, prima di tutto.

avatarsenior
inviato il 25 Agosto 2021 ore 11:41

A volte concordo, io fatico quando mi presentano qualcosa in un linguaggio volutamente criptico.
Io ho la ferma convinzione che uno dei compiti del critico o curatore sia rendere chiaro e accessibile quello che sta dicendo o mostrando.
A volte non avviene e in quei casi la mia idea è che infondo infondo è perchè c'è poca sostanza, in altri casi invece non nè trovo il senso.
Tempo fa mi sono imbattuto in un'autrice (Mariko Mori), avevo letto la presentazione senza capire niente e pensando :solita fuffa
Ho poi letto un articolo molto dettagliato che spiegava in modo coerente anche attraverso le parole della fotografa il senso di quello che aveva fatto e li ammetto che ho apprezzato quel lavoro e l'ho capito.
Mi è venuto da chiedermi perchè a volte non si mette una spiegazione chiara ma ci si perde in paroloni e giochi linguistici?

avatarsenior
inviato il 25 Agosto 2021 ore 19:58

La fotografia?...l'inteligenza artificiale cambiera tutto in proporzioni che oggi non ci possiamo neanche immaginare, allora francamente il suo impatto sulla fotografia é l'ultima delle mie preoccupazioniMrGreen

user14408
avatar
inviato il 25 Agosto 2021 ore 20:07

@Leo45

arrivi tardi, avevo già postato il pezzo del video di "matrix" dove cita la IA SorrisoSorrisoSorriso



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