| inviato il 15 Agosto 2021 ore 18:11
Riprendo sempre dal libro di Beltrame per capire qual è il suo raginamento (p. 90): In realtà, una tipica scena presenta zone in ombra e zone molto luminose. Sul sensore arrivano un ampio spettro di raggi di luce, alcuni molto intensi, altri molto flebili. In termini più precisi, la scena non può essere rappresentata con una semplice retta verticale, ma occorre fare riferimento ad una gamma di valori sull'asse delle ascisse. [segue un grafico relativo a un caso particolare appunto di una scena con luci e ombre] Per evitare la sovraesposizione e la saturazione dei pixel che si trovano in corrispondenza delle luci, non possiamo utilizzare le sensibilità superiori a ISO 400 (curva verde). D'altra parte, se selezioniamo ISO 100 abbiamo un ampio margine relativamente al pericolo di sovraesporre, ma le zone corrispondenti alle ombre avranno un rapporto segnale/rumore inferiore rispetto al caso ISO 400. ... Appare quindi evidente che, in questo particolare caso, la scelta di utilizzare una sensibilità ISO inferiore non paga. Possiamo generalizzare questo risultato? Purtroppo no. Le curve SNR/Segnale sono specifiche per ciascuna fotocamera ed è molto difficile stabilire delle regole quantitative che possano identificare, per ciascuna scena possibile, il miglior compromesso per la sensibilità ISO. |
| inviato il 15 Agosto 2021 ore 18:22
“ soprattutto non si può permettere di dedicare tutta la giornata ad uno scatto. „ Condivido. Se ho fretta, senza sensi di colpa sparo un bracketing di tre o cinque scatti a 2 (o 3) EV di distanza e vedrai che indovino…. Ma l'ETTR nel complesso non è così impegnativo nella pratica. Con calma a casa ho calcolato di quanto posso sovraesporre. Questo valore noto è fisso per la mia fotocamera ad un certo valore ISO. Sul campo, misuro a spot (come giustamente ricorda Valgrassi) la zona delle luci più alte e sovraespongo quella lettura del valore noto. Tutto qui. È chiaro che devo fare attenzione a effettuare la lettura spot nel punto giusto. In questo non è raro sbagliarsi. Per questo conviene fare anche uno scatto più prudente. |
| inviato il 15 Agosto 2021 ore 18:30
“ Con Raw Digger puoi misurare quanta sovraesposizione sopporta il tuo sensore prima di clippare. È un dato valido sempre. Conosciuto questo dato una volta, applichi l'ETTR con una certa sicurezza in qualsiasi situazione incontri. Senza zebre o istogrammi falsati. „ Ed una volta che sai che il tuo sensore sopporta 2EV di sovraesposizione, rispetto a cosa? Ci vuole un riferimento. Si può prendere l'esposizione spot della parte più luminosa della scena per esempio; oppure, come faccio io, l'insorgere della segnalazione delle alte luci bruciate. “ Può certo avere una utilità pratica senza dubbio. Ma è influenzato dalla scena fotografata, dal convertitore, dalla curva di contrasto del profilo. „ Dalla scena fotografata non capisco come; dal convertitore e dalla curva del profilo della fotocamera di sicuro, ma basta non cambiarli. Non è che voglio sostenere che il mio sistema sia preciso, sono interessato a capire se mi sta sfuggendo qualcosa che può portare a risultati imprevisti. |
| inviato il 15 Agosto 2021 ore 18:57
“ Ed una volta che sai che il tuo sensore sopporta 2EV di sovraesposizione, rispetto a cosa? Ci vuole un riferimento. „ Certo. Giusto. Provo a riassumerti un po' sommariamente la procedura indicata in quel link che ho messo nel mio post precedente. Inquadri a pieno fotogramma una superficie uniforme. Effettui una lettura esposimetrica. Come sai l'esposimetro a luce riflessa si comporta come se avesse davanti un grigio medio. Effettui una serie di scatti, sovraesponendo progressivamente a step di 1/3 EV. Diciamo che arrivi a +4 EV. Apri questa serie di Raw in Raw Digger, selezioni una zona e ad un certo punto noterai che un Raw mostra alcuni pixel clippati. Lo scatto precedente in termini di sovraesposizione è il valore Max che ti puoi permettere Sul campo, è quella la sovraesposizione Max. che puoi applicare alle alte luci della scena. Tutto questo, come ho scritto, al netto degli errori di lettura che possiamo fare con lo spot sulla scena…. Ma leggi la discussione che ho linkato. |
| inviato il 15 Agosto 2021 ore 19:02
La differenza da altri metodi sta nel fatto che Raw Digger legge i valori prima dell'applicazione di qualsiasi caratterizzazione e curva di contrasto (anche piatta) introdotta dal convertitore. Se nel convertitore noti una sovraesposizione, lavorando sulle curve o sul profilo, puoi provare a rimediare. Se hai una sovraesposizione su Raw Digger non c'è nulla da fare… |
| inviato il 15 Agosto 2021 ore 19:17
“ Provo a riassumerti un po' sommariamente la procedura indicata in quel link che ho messo nel mio post precedente. Tutto questo, come ho scritto, al netto degli errori di lettura che possiamo fare con lo spot sulla scena…. „ Ho capito la procedura, senz'altro il metodo è più rigoroso. Effettivamente però c'è il rischio della lettura non precisa, o perchè non si individua la parte più luminosa della scena o perchè è così piccola che l'area dello spot cade in parte fuori. Grazie. |
| inviato il 15 Agosto 2021 ore 19:23
In fondo serve solo fare qualche esperienza |
| inviato il 15 Agosto 2021 ore 19:29
@ Canti estraggo questa frase di A. Beltrame che mi pare sintetizzi un po' la questione " Le curve SNR/Segnale sono specifiche per ciascuna fotocamera " Lui aveva una Canon con la quale l'amplificazione ISO entro certi limiti portava ombre più pulite, non certo ottenibili con i recuperi in pp possibili con i sensori odierni, da tempo in uso in particolare su nikon. Non meno importante il fatto che fotografasse il calcio, dove l'inquadratura è spesso incentrata sullo sportivo in azione e pertanto non necessitava di gamma dinamica elevatissima, come il caso dei paesaggisti moderni che spesso, fotografano in controluce e poi aprono le ombre in post produzione. |
| inviato il 15 Agosto 2021 ore 19:43
“ e poi aprono le ombre in post produzione. „ Marianna Santoni inizia la frase usando le tue stesse parole, ma la chiude così: ...ed è l'inizio della fine. |
| inviato il 15 Agosto 2021 ore 20:00
non ho letto tutto, ma prendo spunto da quest'ultima frase con risposta “ fotografano in controluce e poi aprono le ombre in post produzione „ “ Marianna Santoni inizia la frase usando le tue stesse parole, ma la chiude così: ...ed è l'inizio della fine „ ora, se la GD é superiore alla possibilità del sensore e partendo dal presupposto che non puoi usare flash e fare HDR, questa Santoni visto che non si deve aprire le ombre cosa consiglia, di bruciare le luci, e questo questo sarebbe il suggerimento del maestro, anzi maestrina |
| inviato il 15 Agosto 2021 ore 21:28
Cosa c'è di male ad aprire le ombre in un controluce? |
| inviato il 15 Agosto 2021 ore 22:21
“ il suggerimento del maestro, anzi maestrina „ Il problema di questo tipo di frasi è che non dicono nulla della persona cui sono rivolte e invece dicono moltissimo della persona che le rivolge. |
user28666 | inviato il 15 Agosto 2021 ore 22:22
Nell'aprire le ombre di solito c'è più rumore, ed ecco che la tecnica AHDR (ovvero più scatti fatti con le stesse impostazioni esposimetriche) e poi fonderle e mediarle con PS e solo dopo andarle ad aprire le ombre. Ora io non ho mai tempo ma qualcuno potrebbe: - usare la tecnica ETTR - trovate le impostazioni di scatto secondo la tecnica ETTR, eseguire almeno 9 scatti con le stesse impostazioni - sviluppare i raw dei 9 scatti con gli stessi parametri - fondere i 9 file e mediarli [load all your photos as layers, convert them to a single smart object (highlight all layers > right click > Convert to Smart Object), then go to Layer > Smart Objects > Stack Mode > Mean ] In questo modo abbiamo massima gamma dinamica dovuta alla tecnica ETTR, unita al basso rumore dovuto dalla fusione secondo la tecnica AHDR, ed è possibile ulteriormente espandere le ombre per via del basso rumore. Una roba mai vista prima Da provare davvero! |
| inviato il 15 Agosto 2021 ore 22:24
“ Cosa c'è di male ad aprire le ombre in un controluce? „ Maxam credo nulla, immagino ci siano un sacco di situazioni specifiche da cui si esce alzando la luminosità di certe zone; da quel che ho capito il problema è adottarla come soluzione generale. |
| inviato il 15 Agosto 2021 ore 22:36
@Fullerenium In seguito al topic aperto a proposito del metodo AHDR ho fatto alcune prove (a dire il vero un po' estreme per mettere alla "prova" il metodo stesso) con la Z7II e devo dire che almeno a me ha dato risultati mediocri. Tanto per iniziare fondendo 8 immagini (per guadagnare 3 stop) ho notato una leggera perdita di dettaglio, qualificabile ad occhio abbastanza vicina a quella che si perde applicando ad un'unica immagine la riduzione rumore. Il discorso è un po' complesso, non vorrei andare OT. Se è il caso approfondiamo nell'altro topic. Inoltre la tecnica risulta difficile - se non impossibile - da usare in caso di minimo movimento di oggetti i quali creano evidenti effetti ghosting fondendo le immagini che sono ben peggio di un po' di rumore. In definitiva, perfino con una Z7II utilizzata a 1000 ISO la sera con poca luce ho verificato che - pur guadagnando 3 stop e quindi avendo ombre evidentemente più pulite - non c'è poi tutta quella differenza ad aprire brutalmente le ombre su un solo scatto e poi lavorare un po' con la riduzione rumore dove necessario. Figurati fare queste operazione in situazioni di luce normale e con macchine più resistenti come la Z6II. Li l'AHDR (rispetto alla normale apertura delle ombre) ha veramente poco senso. |
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