| inviato il 11 Giugno 2020 ore 23:28
Per me i prezzi non cambieranno. Ieri per curiosità ho guardato quanto cistava una oelkicola velvia 50 la più cara... 42 euro più 10 di spedizione... sticazzi. La cosa strana è che qualcuno vende a quella cifra nonostante la concorrenza vende a meno della metà. E pensare che è una tecnologia che ha la mia stessa età.. strumenti e tecniche industriali per fare il processo della pellicola in manuera veloce ed economica sicuramente non gli manca a fuji. Noi siamo i polli da spennare |
| inviato il 11 Giugno 2020 ore 23:44
Non credo che una volta saliti i prezzi scenderanno, mai vista, credo, una cosa del genere, neanche se aumentasse la domanda, anzi, a maggior ragione in questo caso, poiché dimostrerebbe che è il prezzo giusto che la gente è disposta a pagare. Se invece la domanda scende il prezzo salirà comunque perché altrimenti, dicono, il business non è sostenibile. Quindi rassegnamoci. |
| inviato il 11 Giugno 2020 ore 23:50
Concordo con Domenico, non si tratta di stabilire delle gerarchie, ma cosa piace. A questo proposito noto in genere molta attenzione a quello che il sistema fotografico può catturare, certamente è importante. Ma alla fine lo scopo è anche e soprattutto quello della visione. Ecco che qui la diapositiva (per me) ha il suo valore aggiunto. Dopo lo sviluppo, necessita "solo" di un proiettore, un mezzo molto più semplice e soprattutto diretto di visione, più vicina quindi a quella di un oggetto reale. Altri sistemi, non certo per questo inferiori ma semplicemente diversi, richiedono ulteriori passaggi, anche molto più complessi. |
| inviato il 12 Giugno 2020 ore 1:07
Diebu.. se prima si vendeva bene a 15 e a 20 non vendono più i prezzi scendono altrimenti pena fallimento |
| inviato il 12 Giugno 2020 ore 5:25
Il vero problema dei prezzi delle pellicole è indiretto, ed è dovuto al fatto che negli anni passati il vero business era legato al mercato, immenso, sterminato, sconfinato della carta da stampa... lì era il vero affare e di conseguenza la pellicola era solo l'esca che quindi, per essere appetibile, doveva essere invitante... ed era invitante grazie al prezzo basso, tanto è vero che molti studi fotografici la pellicola te la regalavano ad ogni rullino che portavi loro a sviluppare! Ovviamente non ti regalavano la Portra 160 ma la Lucky color o la 3M, o la Scotch da un tot a tonnellata ma questo al fotoamatore medio importava poco... aveva la pellicola in mano no? E allora tanto valeva usarla! E Kodak, ma non solo essa intendiamoci, incassava miliardi di dollari vendendo chilometri cubi di carta da stampa... carta da stampa sulla quale investiva, in ricerca e sviluppo, ancor meno di quanto non investisse nella pellicola! Insomma era l'età dell'oro... o l'epoca delle vacche grasse se preferite... e c'erano soldi per tutti... del resto ce lo ricordiamo tutti il proliferare come funghi dei laboratori fotografici, alcuni davvero improbabili, in ogni parte d'Italia no? |
user120016 | inviato il 12 Giugno 2020 ore 6:43
“ Insomma era l'età dell'oro... o l'epoca delle vacche grasse se preferite... e c'erano soldi per tutti... del resto ce lo ricordiamo tutti il proliferare come funghi dei laboratori fotografici, alcuni davvero improbabili, in ogni parte d'Italia no? „ Mio nonno aveva un piccolo studio fotografico da metà degli anni 50 (faceva i "ritratti" alle famiglie, la foto di classe a scuola ed i primi matrimoni dell'epoca del boom economico). Era una un bravo stampatore molto di più di quanto non fosse un bravo fotografo. E la gente faceva molti chilometri per farsi ritrarre da lui. E fino alla fine anni 70 faceva anche il fotoriparatore di tutte le parti meccaniche. Sviluppi e stampe li faceva tutti a mano in camera oscura con ingranditori. Poi nel giro di un anno aprirono due laboratori a poche centinaia di metri dal suo studio. Sviluppatrici automatiche e stampe in serie. Scarsissima qualità ma prezzi bassi e tempi di lavorazione velocissimi. La Kodak forniva pellicole gratis a questi laboratori in cambio dell'esposizione vistosa del logo nell'insegna ed ovviamente dell'utilizzo della propria carta per le stampe. Mio nonno si intestardì a non automatizzare il proprio lavoro andando avanti con le stampe ad ingranditore ed anzi, il suo collaboratore andò a lavorare in uno di questi laboratori visto che la clientela si riduceva inesorabilmente. Inutile dire che a fine anni 80 chiuse i battenti ed andò in pensione. Da allora si dedicò ad insegnarmi tutti i segreti della camera oscura che poi ho ereditato quando mancò, nel 1991. E comunque ricordo benissimo che già allora si esprimeva su Kodak con gli stessi termini dell'amico Paolo, ed anche lui aveva una preferenza per le invertibili Fujifilm (e le Ferrania). Ancora il digitale non esisteva ma, essendo un uomo lungimirante e visionario, aveva preconizzato l'avvento di una tecnologia che avrebbe spazzato via la fotografia argentica per come la conosceva lui. E ricordo che, ancora qualche giorno prima di morire, in un lampo di lucidità (aveva l'Alzheimer, purtroppo) mi disse "non cercare mai scorciatoie e non temere mai la fatica. Perché ciò che è bello ed è fatto per durare non accetta compromessi." E di fatto mi aveva consegnato un'eredità di cui solo molto tempo dopo capii l'importanza... Scusate per l'OT ma quella frase di Paolo mi ha ricordato questo vissuto e mi piaceva condividerlo |
| inviato il 12 Giugno 2020 ore 9:35
Domenico, amico mio, ho terminato la lettura del tuo messaggio che avevo quasi le lacrime agli occhi! Io non avevo il nonno fotografo dagli anni '50... avevo uno zio (fratello di mia madre) fotografo da metà degli anni '50... e il resto è inutile aggiungerlo |
user33434 | inviato il 12 Giugno 2020 ore 9:52
"non cercare mai scorciatoie e non temere mai la fatica. Perché ciò che è bello ed è fatto per durare non accetta compromessi." È secondo me uno dei principi fondamentali che regolano la produzione di qualunque opera d'arte o di artigianato. Anche se con delle piccole varianti sul discorso, nel mio piccolo cerco sempre di far passare questo principio ai miei alunni nella speranza che in qualcuno rimanga. |
| inviato il 12 Giugno 2020 ore 10:00
E' stata un ot straordinario, Domenico! Per nulla OT a mio avviso. :) |
| inviato il 12 Giugno 2020 ore 10:05
Ferrania... zio Eolo non era solo estimatore dei prodotti Ferrania, era un fanatico dei prodotti Ferrania! Fotografo di bordo della Marina Militare Italiana anzi: secondo fotografo della Marina Militare Italiana, la categoria era stata creata quando lui era recluta a Taranto, e il primo fotografo di bordo era di stanza a Genova, zio fu imbarcato sull'incrociatore Duca degli Abruzzi (classe Condottieri), per inciso la nave incaricata di riportare la bandiera Italiana a Trieste nel 1954, e per l'occasione zio Eolo ebbe il pomeriggio libero per potersene andare in giro per la Trieste liberata a immortalare l'evento, e affinché potesse svolgere il suo incarico al meglio il comandante gli affidò le tre Leica della dotazione di bordo Provate a indovinare quante fotografie riportò zio Eolo dalla sua scorribanda pomeridiana per le vie di Trieste? |
| inviato il 12 Giugno 2020 ore 10:36
36? 72? PS: Domenico, un racconto affascinante... grazie. |
| inviato il 12 Giugno 2020 ore 12:25
Ho letto con grande piacere ogni post scritto fin qui del thread aperto da Paolo. Ognuno di voi ha scritto splendide parole che testimoniano le proprie esperienze passate e quelle ancora attuali con l'utilizzo delle dia e delle Velvia in particolare . Anche i commenti OT sono stati un piacere leggerli. Splendidi ricordi anche quelli miei legati all'utilizzo delle Provia e delle Velvia fino al 2013 . Poi ahimè le mie limitate risorse economiche da destinare all'hobby della fotografia analogica me l'hanno fatta abbandonare. Già allora alla fine dello scorso decennio spendere 20€ per rullo e costi sviluppo fatto da laboratori seri era diventato per me poco sostenibile e pensare oggi di riprendere a scattare dia con i costi attuali circa 30€ è impossibile. Se poi ci aggiungo che prima di abbandonare le dia mi cadde da un trespolo artigianale il mio proiettore che rovinó a terra rompendosi, si salvó solo l'obiettivo uno T* 90 che poi rivendetti, non riesco proprio a pensare nelle attuali condizioni di riprendere in mano le mie 2 Canon e caricarle di un bel rullo di Velvia....aggiungo purtroppo. |
| inviato il 12 Giugno 2020 ore 13:57
Zeiss 90/2,5 P-Sonnar T*... ottica davvero da buongustai caro Remo! Un peccato non averlo più |
user120016 | inviato il 12 Giugno 2020 ore 16:23
Grazie a tutti per aver apprezzato il mio racconto. Che poi mi riporta a quando, ancora adolescente, muovevo i primi passi in camera oscura senza nemmeno aver imparato del tutto a fotografare. Ed è un piacere poter condividere queste riflessioni con chi può ancora apprezzare il senso |
|

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |