| inviato il 17 Marzo 2020 ore 15:02
La pellicola con tutti i suoi pregi e difetti imponeva rigore, conoscenza e abilità per non sprecarla e per avere ottimi risultati, da parte mia ho cercato di traslare l'allenamento che avevo con l'analogico al digitale senza approfittarmi troppo delle molte comodità , anche in PP ho cercato di mantenere un certo rigore per preservare un linguaggio pulito non contaminato da strane mode. Inutile sottolineare caro Cirillo che il tuo è l'atteggiamento giusto: ossia riportare in digitale lo stesso rigoroso, impeccabile modus operandi che avevi con la pellicola ma ... ma tu hai iniziato a pellicola ! Chi oggi inizia col digitale tanto per cominciare non ha proprio idea del fatto che possa esistere una fotografia altra e diversa rispetto a quella offerta da macchine digitali, cellulari, et simiia e poi, ammesso e non concesso cioè che informandosi egli possa venire a conoscenza che esiste ancora una fotografia chimica CHI, di grazia, potrebbe oggi insegnargli il RIGORE che essa impone? In altre parole tu, che vieni dal passato, puoi riportare un modus operandi, ormai desueto, al giorno d'oggi ma un altro, fotograficamente nato oggi, neanche volendo può tornare indietro non tanto per mancanza di strumenti, in fondo macchine e pellicole si trovano ancora oggi, quanto piuttosto per mancanza di quella necessità che allora ci obbligava ad aguzzare l'ingegno! |
| inviato il 17 Marzo 2020 ore 16:15
Cirillo Donelli:"La pellicola con tutti i suoi pregi e difetti imponeva rigore, conoscenza e abilità per non sprecarla e per avere ottimi risultati, da parte mia ho cercato di traslare l'allenamento che avevo con l'analogico al digitale senza approfittarmi troppo delle molte comodità" Io da buon genovese prima scattavo pochissimo, fino ad abbandonare per decenni la fotografia, ora visti i vantaggi del digitale, scatto poco, non dimentichiamoci infatti l'usura dell'ottutatore! P.S. Le belle foto non venivano per caso con la pellicola e non vengono per caso ora col digitale, anche scattandone decine di migliaia... |
| inviato il 17 Marzo 2020 ore 18:30
“ al giorno d'oggi ma un altro, fotograficamente nato oggi, neanche volendo può tornare indietro non tanto per mancanza di strumenti, in fondo macchine e pellicole si trovano ancora oggi, quanto piuttosto per mancanza di quella necessità che allora ci obbligava ad aguzzare l'ingegno! „ . . . . . Paolo . . . in effetti la necessità ci costringeva a studiare a comprarci i libri e le dispense, saper utilizzare i filtri, andare dal fotografo professionista a chiedere consigli ed essere rigorosi, imparare quanti più trucchi possibili per riuscire a portare a casa meno delusioni possibili. Oggi l'elettronica in fondo ci offre molta libertà di scatto senza neppure riflettere. “ CHI, di grazia, potrebbe oggi insegnargli il RIGORE che essa impone? „ . . . escluso qualche raro caso spinto da tanta curiosità, nessuno in pratica. |
| inviato il 17 Marzo 2020 ore 19:38
Bello il concetto del RIGORE, molto romantico e parimenti vero! |
| inviato il 19 Marzo 2020 ore 18:07
"Se midici che parliamo di romanzi o poesia non stiamo a chiederci come abbiano scritto le poesie e il romanzo se con la macchina da scrivere o con il computer o a mano... no?" (scritto da @Zuorro il 12 marzo 2020 ore 23,23). In realtà, nel campo della scrittura si assiste agli stessi cambiamenti che sono avvenuti nella tecnica fotografica. Scrivendo i testi col pc hai molte possibilità in più rispetto a quando scrivi a mano, e anche la macchina per scrivere, rispetto al pc, aveva un approccio diverso (ad esempio, si coprivano gli errori col bianchetto e si ribatteva sopra il testo corretto). Proprio come il fotografo oggi ha a disposizione gli strumenti per "post produrre", mentre ai tempi drll'analogico doveva "sviluppare" le sue foto affidandosi a laboratori esterni, così anche chi scrive col pc è in grado di elaborare i testi fino ad avere il libro formattato, impaginato e conpleto di copertina. Insomma, se sono uscito un po' fuori dal tema della discussione è per dire che il digitale non ha cambiato solo il processo fotografico, ma l'intero modo di comunicare. Certo: la facilità di scrivere o di fotografare svaluta il linguaggio e per chi ha talento non solo diventa più difficile emergere, ma anche proporre immagini originali. Ma questo è un problema che esula dalla presente discussione. |
| inviato il 19 Marzo 2020 ore 18:40
Ma non è neppure vero l'assunto secondo il quale "la facilità di scrivere o di fotografare svaluta il linguaggio"! Mi spiego meglio: se io sono abituato a scrivere in un certo modo non è che quando invio un messsggio col cellulare di punto in bianco inizio a esprimermi come i giovani moderni che scrivono come gli stenografi ... insomma continuo a scrivere come sono abituato a fare, e anche se riconosco che il modo di esprimersi moderno è molto più rapido e veloce del mio non per questo rinuncio a un minimo di correttezza anche formale. Allo stesso modo in cui se, dopo 40 anni di pellicola passassi al digitale, la mia forma mentis di diapositivista pluridecennale mi porterebbe innanzitutto a riprendere non in RAW ma in j-peg, mai e poi mai rinuncerei alla lettura SPOT a favore dell'istogramma e per concludere resterei assolutamente insensibile alle sirene ammaliatrici della Post Produzione! |
| inviato il 20 Marzo 2020 ore 0:09
@PaoloMcmlx, scusami: scrivendo che si svaluta il linguaggio non mi sono espresso bene. Avrei dovuto dire che si svaluta l'arte. Con la facilità del digitale tutti diventiamo produttori di immagini e di testi. Non è il mio campo, ma l'economia insegna che se c'è molta offerta di un determinato bene, il prezzo di quel bene diminuisce. Penso sia così anche per le forme di comunicazione, foto o testi che siano. Oggi, si dice, ci sono poeti dappertutto, ma sono assenti i maestri come, tanto per fare degli esempi, Dante, Leopardi, Montale, che hanno caratterizzato le epoche in cui vissero. Conosco poco la storia della fotografia, e non so se i grandi fotografi fossero più numerosi in passato o se se ne trovino anche oggi. Penso che la discussione andrebbe incentrata proprio sulla presenza dei maestri della fotografia nell'era del digitale, su come usano la tecnologia per raccontare la nostra epoca. Da questo potremo comprendere i mutamenti che ci sono stati, rispetto ai maestri del passato che usavano la pellicola. |
| inviato il 20 Marzo 2020 ore 8:02
Beh Antonio parlare di Arte è sempre un poco difficile anche e soprattutto in considerazione del fatto che chi, nell'immediato, stabilisce se l'opera di un dererminato personaggio sia o meno Arte è sempre un personaggio interessato e ammanicato negli ambienti giusti: ossia galleristi, investitori ... che nella maggior parte dei casi sono solo riciclatori di soldi di dubbia provenienza, critici et similia ... è chiaro insomma che a fronte di una tale combriccola di interessi, e di interessanti, parlare d'Arte è francamente proibitivo e quindi, per stabilire se ciò che oggi appare, o ti fanno apparire come Arte lo sia per davvero bisogna armarsi di pazienza e aspettare che sia il TEMPO galantuomo a stabilire se quel qualcosa di cui ora si parla sia ARTE nel vero senso della parola o semplice MESTIERE |
| inviato il 20 Marzo 2020 ore 8:22
Fotografando naturalistica, credo che il linguaggio sia cambiato soprattutto per l' enorme potenza e potenzialità della post produzione in camera chiara. Maggior controllo delle variabili in post, ha reso gli scatti più lavorabili e i risultati più soddisfacenti; oggi si ottengono foto più equilibrate per colori e contrasto, più nitide per l' uso proficuo nel digitale di sensibilita fin oltre 10 volte maggiori dell' analogico. Poi c'è la gamma dinamica del sensore fino a 14 stop e una crescente possibilità di ridurre il rumore senza perdere dettaglio e sfumature di colore. Per fare un esempio www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3503359&l=it I progressi introdotti dal digitale in naturalistica sono stati enormi e hanno permesso a molte più persone di fotografare soggetti selvatici con risultati soddisfacenti. Visto però l' abuso che molti fanno della pp, il linguaggio è purtroppo virato verso immagini troppo sature e troppo incise, in una corsa senza limite che ha spostato ad esempio la fotografia paesaggistica verso la grafica. Tante immagini che si vedono in Internet sembrano più elaborazioni grafiche che fotografie. Se anche talvolta si abusa del progresso, il progresso anche in fotografia ha aumentato le capacità espressive di chi sa fotografare. Poi ci sono fotografi come Berengo Gardin e il nostro caro anico PaoloMcmix. Ogni scelta ha le sue ragioni, i suoi limiti e i suoi vantaggi. |
| inviato il 20 Marzo 2020 ore 8:54
Letto. Innanzitutto complimenti per le tue foto. In pratica guardandole sembra di fare un tuffo negli anni settanta. Nella Street o nel matrimonio si può fare, in naturalistica no. Perché tornare indietro all' analogico significherebbe essenzialmente fare foto più brutte e più difficili da ottenere. Il digitale vuol dire soprattutto poter riprendere momenti di vita naturale con maggior fedeltà, bellezza e anche informazioni, dettaglio. www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=3499928 In naturalistica il digitale ha moltiplicato le possibilità di restituire in una fotografia ciò che l' occhio ha visto. Ad esempio la gamma dinamica della Velvia, limitandosi a tre stop o poco più, rendeva totalmente illeggibili i particolari in ombra oppure quelli dei bianchi illuminati dal sole. La GD della a7r4 è di 14 stop. Vuoi mettere ? www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3510758&l=it Quello che il mio occhio vedeva, quasi mai la diapositiva lo restituiva. |
| inviato il 20 Marzo 2020 ore 9:20
Sicuramente!!! ma quello non è linguaggio. È tecnica. Diciamo che la fotografia naturalistica ha poco a che vedere con questo discorso. Primo perchè, tranne casi davvero rarissimi, non attine all'ambito delle immagini che "raccontano" qualcosa. Così come la macro ad esempio. Non hanno lo scopo di mandare un messaggio ma semplicemente di "mostrare" un esemplare di volatile o di animale, più in generale. Secondo perché il linguaggio, in una immagine che deve far vedere secondo certi canoni un "soggetto" non ha molto spazio al cambiamento del linguaggio. Almeno secondo me. |
| inviato il 20 Marzo 2020 ore 10:23
Povero Michele Smargiassi! ... fatemi un po' capire: ma sta ancora a questo livello di accuratezza la sua analisi o nel frattempo è riuscito ad andare un pochino oltre? Ma siamo ancora al punto di dover dire che analizzando due diapositive (che riprendono la stessa scena chiaramente), una formato Leica e l'altra 8x10" la seconda ci mostra una ricchezza di passaggi tonali e di sfumature che la prima può solo sognare? Epperò ... interessante! Oh, ma dico, questo ci è o ci fa? O non è che, come al solito, ci vuole propinare la scoperta dell'acqua calda come se fosse il resoconto del primo viaggio umano sul Pianeta Rosso? Ragazzi ma glie lo dite voi allo Smargiassi che se osservi quelle due diapositive dalla stessa distanza la lastra 8x10" mostrerà i dettagli come se stessi osservando quelli del 135 con un loupe 8X? Glie lo volete dire voi al prode Smargiassi che se invece osserva, sempre a occhio nudo, il fotogramma formato Leica da 0,3 metri di distanza e la lastra 8x10" lontana 2,20 metri vedrà due immagini che sono ASSOLUTAMENTE UGUALI perché, come d'incanto, le osserverà come devono essere osservate ... ossia da una distanza PROPORZIONATAMENTE UGUALE ? Detto in altre parole: glie lo volete ribadire voi al pasdar Smargiassi che ha fatto il solito discorso del caz-zo che fa qualsiasi sprovveduto alle prime armi? Ma devo continuare ancora a ripetere che sullo stesso ring devono salire due pugili della STESSA CATEGORIA perché quell'incontro possa essere giudicato equo ed equilibrato e, quindi, SPORTIVAMENTE CORRETTO? |
| inviato il 20 Marzo 2020 ore 10:26
Ma insomma ... siamo ancora all'ABC? |
| inviato il 20 Marzo 2020 ore 10:36
Paolo, mi sa che ce l'hai un po' con lo Smargiassi. Secondo me la cosa interessante non è la questione tecnica di una immagine più definita dell'altra o di rese diverse otticamente parlando ma il discorso che fa shore. su quello riprenderei per ripartire su un binario di nuovo legato al filo che stavamo seguendo! |
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