| inviato il 27 Novembre 2018 ore 9:27
“ Io la considero competenza... creduta o meno poco importa „ Io invece la considero autoreferenzialità fine a sé stessa. Ma, come detto, non ha importanza. |
| inviato il 27 Novembre 2018 ore 9:29
“ Vedi, quando qualcuno in genere non si esprime solo con monosillabe o monofrasi, ma in generale entra nel merito delle argomentazioni e riporta ragionamenti articolati, dove è evidente che non si sia ricorsi a Wiki o a consultare siti specializzati un minuto prima di formulare un suo post, non sono richieste particolari doti intuitive per comprendere se tale interlocutore sia solo un chiacchierone o uno che sa il fatto suo. ;-) Poi se questa dote non ti è familiare... E' un altro discorso. „ La lunghezza delle mie frasi di risposta normalmente è direttamente proporzionale allo "spessore" dell'intervento a cui rispondo o inversamente proporzionale al fragore del botto della vaccata che questo contiene. Ma credo di aver perso già troppo tempo ad esprimermi fuori dal topic. Tu avrai probabilmente letto tutto il thread prima di intervenire, come fanno i beneducati nei fora, quindi c'è poco da aggiungere. |
| inviato il 27 Novembre 2018 ore 12:29
Tornando al post iniziale penso che il lavoro di un professionista è totalmente diverso da quello dell'amatore. Ci sono pro e contro in entrambi i casi. Sono approcci totalmente diversi. Chi lavora nel reportage in genere in qualche modo sforna anche foto che rientrano nella street mentre quelli che fanno solo street per quanto possano essere bravi trovano spazio solo sul web e all'Interno di collettivi che nascono come funghi e spesso affiliati a sigle che ne hanno fatto un vero e proprio business. Ma i nuovi fotografi "street" togliendo workshop e qualche premio dai contest cosa guadagna?...vive di quello o di altro?...le testate giornalistiche o editori in genere sono interessati ai loro lavori?...e chi sono gli editori interessati quelli che si fanno pagare o quelli che investono sull'autore?...i galleristi cosa ne pensano di questi fotografi street New generation?...mi sono sempre posto queste domande ma non ho mai trovato risposte. Ho lavorato per anni in un campo non molto diverso dalla fotografia e le cose non è che siano molte diverse per cui mi sono ritirato e mi diverto consapevole dei limiti che può avere un amatore senza troppe seghe mentali. |
| inviato il 27 Novembre 2018 ore 12:47
“ Ma i nuovi fotografi "street" togliendo workshop e qualche premio dai contest cosa guadagna?...vive di quello o di altro?...le testate giornalistiche o editori in genere sono interessati ai loro lavori?...e chi sono gli editori interessati quelli che si fanno pagare o quelli che investono sull'autore?...i galleristi cosa ne pensano di questi fotografi street New generation?... „ Ti posso provare a riportare la mia personale e limitata esperienza, come membro di un collettivo italiano considerato autorevole (il collettivo, non io ) e più in generale per quel che conosco di cosa accade ai fotografi che si occupano di street e che sono conosciuti a livello mondiale. Cosa guadagna un fotografo di street? Pochissimo. Qualcosina dai WS e qualche premio, se considerato bravo. Viene pagato per presenziare alle giurie o alle manifestazioni. Qualcos'altro da incontri, seminari e photowalk. E' molto difficile, se non impossibile che viva di quello. Spesso insegna fotografia e tiene corsi, fa anche il fotografo free-lance, quando non ha proprio un altro lavoro parallelo che integra gli introiti della sua partita IVA di fotografo (se non il contrario, e cioè gli introiti da fotografo streeter integrano quelli dell'altro lavoro). Quello della street è spesso un mondo autoreferenziale. I fruitori della fotografia di quel tipo sono soprattutto i fotografi stessi. Più sei in alto e ti seguono, più hai la possibilità di viverci in qualche maniera. Ma i casi di streeter puri che si arricchiscono con la loro attività, credo si contino su poche dita. Sono molti i casi in cui uno "streeter" di oggi (di quelli a cui ti riferisci) si dedica in parallelo a lavori autoriali o reportagistici, di genere differente e anche di differente importanza. Le riviste e gli editor infatti (a meno che non siano specializzate e quindi di nicchia) danno spazio di solito a lavori autoriali ben strutturati e assai poco ad esempio a lavori fatti di fotografie slegate, modello "barzelletta", che spesso abbondano nella SP moderna. Del resto, basta vedere come dentro alcuni collettivi di respiro mondiale come In-Public ci siano autori come ad esempio Trent Parke, conosciuti ai più per un'attività differente da quella della SP pura. |
| inviato il 27 Novembre 2018 ore 17:15
Concordo in pieno la tua risposta Pierfranco. Parke è un membro della Magnum che poi sia presente anche In-Public onestamente neanche lo sapevo. |
| inviato il 27 Novembre 2018 ore 17:27
Anche Matt Stuart è membro magnum eppure, che io sappia, fa solo street "moderna"... |
| inviato il 27 Novembre 2018 ore 19:04
Matt Stuart è molto bravo e non sapevo fosse un membro Magnum... l'eccezioni ci sono sempre. |
| inviato il 27 Novembre 2018 ore 22:03
Infatti non lo è. Non mi dilungo ad illustrare l'iter molto particolare per entrare, gli interessati potranno ricercar da sè. O chiedere a Majoli. Le sindrome di san Tommaso che sembra avvolgermi agli occhi altrui dovesse risultare ancora preponderante, basta controllare di persona nel sito Magnum e vedrà che il nostro Matt non figura. |
| inviato il 27 Novembre 2018 ore 22:25
Non è che mi interessi molto se sia membro o canditato anche se penso che non sia in linea con il resto dei fotografi Magnum. Ormai non mi meraviglio più di niente. Riguardo Majoli e un fotografo che apprezzo (per quel che conosco) poi in merito alla prassi per essere membro Magnum non è che la cosa possa interessarmi e se devo essere sincero la politica che stanno adottando insieme alla Leica mi porta a pensare che anche per loro le cose non vanno a gonfie vele. Di tutto questo poco m'importa a me piacciono un certo tipo d'immagini a prescindere di chi sia l'autore e il genere fotografico. |
| inviato il 27 Novembre 2018 ore 22:36
Vero, diciamo che nel 2016 ha iniziato l'iter per poter diventare (forse) membro Magnum a tutti gli effetti... In ogni caso, per me è attualmente uno dei migliori. Uno che riesce a coniugare street e reportage con un grande senso estetico è Alex Webb (lui sì membro Magnum). |
| inviato il 27 Novembre 2018 ore 22:40
A me piace molto anche Martin Parr... ma non lo sento mai nominare. |
| inviato il 27 Novembre 2018 ore 22:51
Martin Parr anche a me, molto. Fra i contemporanei anche Graciela Magnoni, Gustavo Minas, Richard Brahm, Siegfried Hansen, Pau Buscatò, TC Lin, Tavepong Pratoomwong, Narelle Autio... |
| inviato il 27 Novembre 2018 ore 23:01
Figurati, mi pare di aver fustigato abbastanza la suddetta agenzia in veste contemporanea, ho semplicemente corretto un'informazione riportata che sapevo non essere esatta. Mentre su Stuart, personalmente lo reputo uno dei migliori interpreti della famigerata street. Mentre non conosco il tuo riferimento con la Leica che li vede coinvolti e se vuoi condividere mi toglieresti la curiosità. EDIT: - Visto che sono usciti due nomi e per coincidenza sono i miei preferiti, mi associo sul mostro sacro Webb e poi Parr, i quali però non tendo ad associarli o relegarli come "streeter", lo vedrei troppo limitante. |
| inviato il 27 Novembre 2018 ore 23:04
Credo che Vincenzo parli dei Leica Akademie e Masterclass annesse, coi fotografi Magnum...distribuite e proposte attraverso i Leica Store in tutto il globo, come il detersivo nei supermercati. Mi dirà se sbaglio |
| inviato il 27 Novembre 2018 ore 23:15
“ se devo essere sincero la politica che stanno adottando insieme alla Leica „ Questo è il punto che tuttora non risulta chiaro, e necessiterebbe di maggiori dettagli. |
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